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Autore: Onaila    10/07/2016    2 recensioni
Qualcosa di nuovo crebbe dentro di lei, niente che avesse a che fare con l'amore.
Non provava tenerezza nel vederlo e come poteva?
Non era il suo bambino. Era il figlio di sua sorella, Zelena.
Solo al pensiero di quel nome riuscì a identificare il sentimento che le stava ribollendo dentro: Invidia.
Le sue mani cominciarono a tremare.
Era gelosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23


 

Nel frattempo nel futuro.

<< Quest'oggi abbiamo perso un caro amico, ma continueremo a combattere per far sì che questo sia l'ultimo giorno, in cui seppelliamo un altro fratello >> disse un uomo alto e robusto alzando un calice di birra seguito dalle poche persone che riempivano Granny's.

Presente


Annabelle si svegliò di soprassalto, con le mani tese e istintivamente disintegrò il vaso riposto sopra il mobile di fronte al letto.
Ancora con i nervi tesi abbassò le braccia, cercando di riprendere il controllo, accorgendosi di essere al sicuro, nella sua camera da letto.
<< Va tutto bene >> sussurrò tra sé e sé accendendo l'abat-jour vicino al letto, continuando a ripeterlo anche mentre riacquistava lucidità.
Spostò le calde coperte, mettendo i piedi fuori dal materasso e represse un brivido nel sentire il freddo pavimento.
Stavano dormendo tutti a quell'ora e era lieta di non averli svegliati, anche se sin da piccola aveva paura della notte e si diede della sciocca per quell'infantile emozione.
Come poteva continuare ad aver paura di una cosa così stupida, sopratutto dopo tutto quello che aveva passato?
Si alzò in piedi, sempre cautamente, temendo di svegliare qualcuno e prese la vestaglia, prima di dirigersi al corridoio della casa.
Darell era rimasto a dormire da loro e anche se l'avesse svegliato, sapeva che non gli sarebbe dispiaciuto o almeno non a lei disturbare il suo sonno, ma quando raggiunse la stanza degli ospiti lui non c'era.
Annabelle si diresse verso il bagno e poi in salotto, ma di Darell non vi era traccia.
Che fosse tornato a casa?
No, non era possibile, aveva litigato con il padre, non sarebbe mai tornato a casa.
Annabelle era seduta sul divano che rifletteva sul da farsi, quando Darell entrò dalla porta-finestra e ignorandola completamente si diresse verso la sua stanza.
La ragazza ovviamente lo seguì e rimase sorpresa di come lui si sdraiò sul proprio letto e dormì.
Soffriva di sonnambulismo?
Annabelle si avvicinò al giovane e un brivido le percorse la schiena, aumentando la morsa gelida che da giorni le si era formata sullo stomaco.
Senza pensarci due volte, materializzò uno scaccia-sogni e lo passò sulla testa di Darell completamente ignaro.
Non sapeva che cosa stava facendo né perché lo stesse facendo, ma non poté fare a meno di seguire il suo istinto e si concentrò, cercando di riordinare i ricordi del giovane.

Darell era nell'ufficio del dottor Hopper, ma non era solo, qualcuno stava parlando con lui << Questo ci permetterà di raggiungere i nostri obbiettivi? >> disse una voce femminile, ma gli occhi di Darell rimasero fermi su Pongo intento a dormire << Quello che tieni tra le mani non è un semplice anello, contiene la magia del nostro tempo, una magia molto più simile a quella che una volta regnava nella foresta incantata non come quella stantia che è in questa Storybrooke del passato >> gli occhi di Darell si spostarono su di lui, su Gabriel.

Annabelle si voltò verso Darell del tutto ignaro di ciò che la ragazza aveva scoperto.
Come aveva potuto?
Lei si fidava di lui!
Lei lo amava!
Annabelle scacciò via le lacrime che minacciavano di versarsi e rinsaldò la presa sullo scaccia-sogni.

Stavolta stava camminando per la via che lo portava all'ufficio del Sindaco, che in questo momento era in fiamme.
Lo vide correre, probabilmente per soccorrere la madre, ma quando vi fu dentro, Darell non fece niente, rimase ad osservare l'ufficio in fiamme e Regina in mezzo ad esse, prima di uscire dal Municipio.


Le mani di Annabelle tremavano di rabbia e paura, paura di ciò che avrebbe potuto farli.
Adesso le lacrime scendevano incessabili sulle sue guance, ma non lo svegliò, anzi si alzò e si diresse nella propria stanza.
Lui l'aveva usata e aveva messo e stava mettendo in pericolo le persone a lei più care.
Annabelle si diede della sciocca per essersi innamorata del figlio del Signore Oscuro e per averli dato così tanta fiducia.
L'avrebbe pagata, ma non ora.
Lui l'aveva usata e adesso era ora di ricambiare il favore.

Annabelle stava accompagnando Darell a casa, ma lui capì che vi era qualcosa di strano nella ragazza che non parlò per tutto il tragitto << Sei sicura che vada tutto bene? >> Annabelle annuì aumentando il passo per venirli di fronte, senza smettere di camminare << Perché non dovrebbe essere tutto ok? >> fece sorridendogli anche se avrebbe voluto picchiarlo e gridarli contro << Non lo so, è da quando siamo usciti da casa tua che ti comporti in modo strano? E vieni sotto l'ombrello che finirai per bagnarti! >> Darell si fermò di scatto e i suoi occhi continuavano a guardare oltre Annabelle << Darell? >> lo chiamò lei voltandosi per vedere l'abitazione di Darell in fiamme << Mamma! >> lo sentì gridare mentre correva verso la porta per catapultarsi all'interno.
Annabelle rimase ferma alcuni istanti prima di smaterializzarsi all'interno seguendo il calore del giovane che adesso era seduto sul terreno con in grembo il corpo inanime della madre << A-annabelle....lei...lei è.. >> lacrime copiose bagnavano il volto di Darell che si chinò su Belle per baciarle la fronte << Non puoi essere morta >> continuava a dire tra un singhiozzo e l'altro mentre Annabelle rimaneva in piedi ad osservare la scena << Fa male non è vero? >> domandò appoggiandosi al muro in fiamme << Annabelle! >> gridò lui dirigendosi verso di lei, ma prima che potesse fare alcunché con un gesto della mano la Strega fece scomparire tutto e Darell si ritrovò in mezzo alla foresta circondato da alberi e radure << Che cosa è successo? >> domandò disorientato mentre Annabelle scoppiava a ridere << S-sei stata tu? >> aggiunse accigliandosi nell'indicarla << Certo che sono stata io, chi altri conosci che possa organizzare uno scherzo del genere? >> << Uno scherzo?! Chi diavolo penserebbe di fare una cosa simile? >> gridò lui frustrato, ma lo sguardo di Annabelle non smise di essere divertito << Non lo so, dimmelo tu >> nel dirlo materializzò lo scaccia-sogni della sera prima e glielo lanciò << Che cos'è? >> << La prova del tuo tradimento >> Darell corrugò la fronte stranito << Il mio cosa? Io non ho tradito....! >> << Smettila di mentire! >> lo interruppe Annabelle allontanandosi dall'albero in cui si era appoggiata per avvicinarsi minacciosamente a lui << Smettila di mentire >> ripeté quasi in un sussurro fermandosi e Darell spostò lo sguardo sullo scaccia-sogni, attivandolo.
Annabelle guardò il volto di lui e sembrava esserci sorpresa.
Certo, sorpresa di averlo scoperto << Annabelle chi ti ha dato questo scaccia-sogni? E' tutto finto io non ho mai fatto una cosa del genere! >> la giovane scoppiò a ridere << Nessuno me l'ha dato Gabriel! E perché continui a mentire? Cerchi di salvare la tua copertura? >> << Mentire? Io non sto mentendo, non so niente di tutto questo! >> Annabelle si inumidì le labbra mentre serrava i pugni.
Un vento gelido scaraventò Darell contro un albero, facendolo ricadere malamente << A-annabel... >> un calcio all'addome gli mozzò il fiato << Io mi fidavo di te! >> gridò lei sferrandogli un pugno sul volto << Mia madre si fidava di te! >> colpendolo ancora, ma stavolta con una sfera di energia << Mio padre! >> aggiunse indietreggiando con il viso pieno di lacrime << A-annabelle non è come pensi... >> gemette Darell cercando di rialzarsi << Credevo fossi diverso e invece...Sei tale e uguale a tuo padre >> Annabelle poté vedere lo sguardo di lui spegnersi nel sentirla pronunciare quelle parole << Perché? Dimmi solo il perché... >> Darell sentì il suo cuore straziarsi nel vederla in quello stato << Annabelle....io non c'entro niente con tutto questo >> con un gesto della mano Annabelle disintegrò lo scaccia-sogni << Menzogne! Se solo non l'avessi visto con i miei occhi! >> gridò mentre la pioggia continuava incessantemente ad battersi su di loro << Sono stato mandato da tuo padre, perché mai avrei dovuto tradirti? >> fece frustrato Darell appoggiandosi ad un albero e pronunciando un incanto per curarsi le ferite << E chi me lo dice?! Da quando sei tornato non fai altro che deviare le domande su di lui e su i nostri compagni. Forse perché hai tradito anche loro? >> << Davvero è così poca la fiducia che riponi in me?! >> << No e me ne pento! Perché se avessi dato retta alla Storia non mi sarei mai avvicinata a te! >> stavolta fu Annabelle ad essere scaraventata contro un albero << Se davvero è questo quello che pensi di me, se davvero vuoi gettare all'aria tutto per qualcosa che credi di aver visto, allora non posso che aiutarti nel compito >> nel dirlo Darell scomparve lasciando Annabelle ancora distesa per terra.
Annabelle si alzò senza alcun danno, lui aveva ammortizzato il colpo così da non farle male, ma Annabelle non se ne accorse.

Si smaterializzò nella propria stanza con ancora la rabbia ad incendiarle gli occhi e la magia senza controllo a circondarla disintegrando ogni cosa che era nella stanza.
Gridò cercando di liberarsi da tutta quella rabbia mentre sentiva il cuore spezzarsi.
Come aveva potuto?!
Come...?
Qualcuno bussò alla porta bloccata, ma Annabelle la ignorò cominciando a sentire la propria magia rivoltarsi contro di lei, facendole perdere i sensi sul terreno nello stesso momento in cui Robin entrava insieme a Regina.

Darell si smaterializzò nel negozio del padre e ignorando l'uomo che era dietro il bancone indaffarato con un cliente si diresse dietro il retrobottega e alzando la mano, abbassò la rampa di scale che portava alla soffitta del negozio, che Tremotino usava come magazzino.
Nel futuro sarebbe stato il posto preferito del ragazzo, dopo la torre dell'orologio.
Come poteva pensare una cosa del genere?
E perché c'erano quei ricordi in lui?
Prese uno dei numerosi libri che aveva materializzato e si sedette cominciando a sfogliarlo, cercando di distrarsi.
Sei tale e uguale a tuo padre
Quella frase riecheggiò nella sua stessa più e più volte e il libro che teneva tra le mani finì scaraventando dall'altra parte della stanza.
Non era giusto!
Perché doveva essere accomunato a lui?
Le sue azioni continuavano a perseguitarlo!
Ripensò allo sguardo triste di Annabelle e all'odio che le aveva rivolto, odio che le aveva visto provare solo verso Gabriel e questo lo feriva più di qualsiasi frase non detta.
Cominciava a sentire la magia ribollirli dentro, ma non voleva sfogarsi, non voleva mostrare la sua rabbia non voleva essere come lui, suo padre.
Darell si strinse le ginocchia al petto, cercando di controllarla, ma sapendo che era inutile.
Non gridò, non ruppe niente, lasciò che la rabbia e la sua magia lo divorassero, che lo lacerassero.
Si meritava tutto quello.
Pensò prima di perdere completamente i sensi dal dolore.

 

 
   
 
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