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Autore: beat    20/04/2009    4 recensioni
I quattro dogmi del Samurai:
- Seishinshugi
- Giri
- Ninjo
- Gaman

Quattro storie per quattro persone importanti per Gintoki.
***
Capitolo I: Otose
Capitolo II: Shinpachi
Capitolo III: Kagura
Capitolo IV: Hasegawa
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Hasegawa Taizo, Kagura, Shinpachi Shimura | Coppie: Ayano Terada/Otose
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo III

Gaman - Sacrificarsi, sopportare, controllarsi


Gintoki – Kagura


“Buongiorno ragazzi!”

Come ormai quasi ogni mattina, ecco Shinpachi che entrava alla Yorozuya.
Aveva con sé un voluminoso sacchetto della spesa. Sebbene gli scocciasse parecchio dover far compere anche per quel disgraziato del suo capo, si era accollato quell'incarico perché temeva che senza la sua attenta supervisione Gin non sarebbe mai riuscito a ricordarsi di comprare tutto quello di cui aveva bisogno. E poi alla fine comunque toccava sempre a lui andare a comprare quello che mancava!
E anche se erano un paio di giorni che non si faceva vedere, probabilmente a Gintoki non era nemmeno passato per la testa di andare lui a fare la spesa.
Shinpachi si diresse verso il piccolo cucinino dell'appartamento, per mettere via il contenuto del sacchetto.

“Buongiorno Shinichi!” lo salutò allegramente la piccola Kagura.

Il ragazzo la squadrò male, ribattendo per l'ennesima volta “Mi chiamo Shinpachi!” ma senza dare eccessivo peso alla cosa.

Aveva capito che Kagura era una ragazzina parecchio distratta quando ci si metteva, e a quanto pareva non aveva ancora deciso che era il caso si imparare il suo nome in maniera corretta.

“Shinichi, Shinpachi...cambia poco!” disse annoiata lei, tornando immediatamente a prestare la massima attenzione alla sua colazione.

“Lasciamo perdere Kagura, che è meglio!” sospirò il povero quattrocchi.

“Ecco bravo. Tu lasci sempre perdere, e poi non vinci mai! Ecco perché tu sei un fallito!”

“Prego?! Ti sembra questo il modo di rivolgerti alle persone?!”

“Perché scusa? Io dico solo cose vere!”

“Ma che vere e vere! Tu sei solo una grandissima maleducata!”

“Inutile parlare con te. Tu fai troppo casino quando si parla con te. Non si riesce mai a fare conversazione tranquilla!” ribatté incurante la ragazzina.

Kagura finì di trangugiare la colazione.
Posò la ciotola del riso sul tavolo dove si era appollaiata e prese a guardarsi in giro.

“Oh! Tu hai fatto la spesa? Che hai comprato di buono da mangiare?!” chiese, incredibilmente interessata alla questione.

“No! Questa roba non è per te!” la sgridò il ragazzo, cercando di allontanare il sacchetto della spesa dalle grinfie della vorace Kagura.

“Come, che non è per me? Tu hai fatto la spesa per la Yorozuya, no? E io faccio parte della Yorozuya, quindi quella spesa è per me!”

- Una logica inoppugnabile, non c'è che dire – pensò sconsolato Shinpachi.
Che però cercò lo stesso di allontanare le mani di Kagura dalle provviste.

“Le potrai mangiare dopo! Hai appena finito di fare colazione! Insomma, Kagura!”

“Ma io ho ancora fame!” si mise a piagnucolare lei “Ti prego Shinpachi!”

“Perché ti ricordi il mio nome solo quando devi fare la ruffiana?!”

“Ho fame! Dammi la spesa!” si impuntò lei.

“Ti ho detto di no!”

“E invece sì!” gridò lei, gettandosi praticamente di peso addosso a Shinpachi, colpendogli lo sterno con una potente ginocchiata.

Il ragazzo perse l'equilibrio e si trovò steso a terra, con in dolce peso di Kagura addosso che gli impediva di respirare.
La ragazzina, dal canto suo, era raggiante, perché oltre ad essere riuscita ad accaparrarsi il sacchetto della spesa, ci aveva trovato dentro anche un chilo di riso e una barretta di cioccolato enorme.
Felice come una bimbetta con un giocattolo nuovo, aveva immediatamente messo il riso a cuocere, e mentre aspettava, si stava pappando il cioccolato.

Nel frattempo, dopo alcuni tentativi infruttuosi, Shinpachi era riuscito finalmente a strisciare via dalla cucina.
A carponi si spostò in salotto. Arrancando sui gomiti riuscì infine a mettersi su di un divanetto.

“Quella ragazza è senza fondo..!”

Mentre stava riprendendo le forze, Shinpachi si accorse che da dietro il divanetto proveniva una strana voce, terribilmente sconsolata, che stava cantilenando una sorta di inquietante nenia.
Shinpachi si sporse dal divano per vedere che stava succedendo.
Enormemente stupito, vide che c'era Gintoki dietro il divano.
Era seduto a terra, circondato da una miriade di fogli.
Aveva la testa ciondolante, e con movimenti stanchi stava scrivendo con un pennello da calligrafia sui fogli stesi per terra davanti a lui.

“Gin?!” lo chiamò preoccupato Shinpachi.

Gintoki non sembrò nemmeno averlo sentito. Continuava a scrivere, sempre canticchiando quella strana filastrocca che Shinpachi non riconobbe.
Davvero inquietante.

“Gin, ma stai bene?!”

Il ragazzo scavalcò il divano, per poter guardare in faccia il suo capo.
Era come spiritato, e il volto sciupato e scavato. Probabilmente dalla fame!

“Gin!” lo chiamò Shinpachi, estremamente preoccupato, scuotendolo per le spalle con vigore.

Solo allora Gintoki si rese conto che c'era qualcun altro oltre a lui.

“Ehi là, Shinpachi! Qual buon vento ti porta qui?”

“Ma che vento e vento! Gin, ma che ti succede? Stai bene?”

Gintoki ridacchiò nervosamente.
E in quel mentre, dalla cucina, si sentì la voce acuta di Kagura “Testa riccia! Hai finito la salsa di soia! E io come condisco il mio riso adesso?! Fa schifo il riso bianco da solo!”

Gintoki abbassò la testa ancor più sconsolato.
Ignorando tutto il resto del mondo, riprese a scrivere.
Shinpachi guardò bene che stava facendo.
Su tutti i fogli sparsi attorno a lui, c'era scritta una sola parola, sempre quella.

Gaman?” chiese perplesso Shinpachi.

“...sacrificarsi...sopportare...controllarsi...sacrificarsi...sopportare...controllarsi... Solo i fogli e l'inchiostro non si è mangiata!... sacrificarsi...sopportare...controllarsi...”

Ecco che cos'era la nenia che Shinpachi aveva scambiato per una filastrocca senza senso.

“Gin..? Perché non la sbatti fuori di casa? Ti farai venire un esaurimento...!”

Gintoki sollevò leggermente il volto per guardare in faccia Shinpachi.
E rise, sempre con quella risata nervosa e anche un po' inquietante.

“Ah, Shinpachi, Shinpachi...” e riprese a scrivere.

Sacrificarsi...
Sopportare...
Controllarsi...

Aveva ancora tanto da imparare!




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Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti!
Ed eccoci qui con il terzo, nonché penultimo capitolo di questa raccolta.
Ed è toccato a Kagura, il nostro amato pozzo senza fondo.
Davvero una dura prova da sopportare per Gintoki! XD Ma Gin è Gin, e pur di far felice Kagura è pronto a sopportare questo e altro!
Io li adoro!
Ahahah! Ho già in mente una fiction con loro due! *_* appena avrò le idee un pò più chiare la scriverò!
Nota: Kagura parla in maniera sgrammaticata apposta, come nell'anime. Semplicemente perché mi piace di più! ^^"


Avviso: Chi indovina chi sarà il personaggio che affiancherà Gintoki nel prossimo capitolo (
Sul tema "Seishinshugi - Lo spirito vince le cose materiali"), vincerà un Fiction da me scritta sulla coppia che preferisce! ^__^


Grazie mille a Gintokina che ha commentato lo scorso capitolo! Grazie mille carissima! ^^


Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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