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Autore: beat    16/04/2009    1 recensioni
I quattro dogmi del Samurai:
- Seishinshugi
- Giri
- Ninjo
- Gaman

Quattro storie per quattro persone importanti per Gintoki.
***
Capitolo I: Otose
Capitolo II: Shinpachi
Capitolo III: Kagura
Capitolo IV: Hasegawa
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Hasegawa Taizo, Kagura, Shinpachi Shimura | Coppie: Ayano Terada/Otose
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo II

Ninjo – Sentimenti umani


Gintoki – Shinpachi



“È permesso? Gintoki, ci sei?!”

Shinpachi entrò alla Yorozuya. Ormai era qualche giorno che aveva preso l'abitudine di frequentare quel luogo.
Da quando quel misterioso individuo che era Gintoki Sakata lo aveva prima fatto ingiustamente licenziare, poi inspiegabilmente aiutato a salvare la sorella, da quella folle giornata Shinpachi Shimura aveva deciso che avrebbe sempre seguito Gin, nella convinzione che questo lo avrebbe aiutato, un giorno, a diventare un vero samurai.

“Gin? Non risponde nessuno...mi sa che non c'è...” borbottò tra sé e sé Shinpachi.

Ma non se ne stupì più di tanto.
Quel dannato spariva sempre, anche negli orari più impensabili.
Shinpachi sospirò rassegnato.

Aveva sperato di potersi liberare in fretta del fardello che si portava appresso.

Quella mattina Otae lo aveva malauguratamente costretto a portare a Gin una delle sue nuove opere culinarie.
Beh, forse non erano tanto un'opera.
E a ben guardare non pareva nemmeno culinaria...
Ma Shinpachi era stato più che felice del fatto che non fosse toccato a lui, per una volta, di mangiare quel malsano agglomerato di uova, con non sapeva bene nemmeno lui che cosa dentro. Per di più completamente bruciate.
Aveva davvero sperato di trovare Gintoki e sbolognare a lui la gravosa incombenza. Ma non lo aveva trovato.

“Dannazione a lui! Che diavolo ci fa a mangiare fuori se non ha un soldo?!”

Shinpachi sospirò per l'ennesima volta.
Non ci sperava nemmeno che fosse andato fuori a pranzo con un cliente. Da quel che gli aveva detto la signora Otose, la padrona di casa, il fatto che Gintoki fosse il titolare di un'attività, non voleva assolutamente dire che se occupasse.
Sospirò di nuovo.

Improvvisamente la via che aveva scelto non gli sembrava più tanto rosea.

Lo scorrere della porta di legno lo distrasse dai suoi pensieri foschi.
Dei passi pesanti e strascicati, seguiti da un tonfo soffocato, preannunciarono l'arrivo del padrone di casa.

“Gin!” Shinpachi saltò su dal divanetto su cui si era accasciato.

Corse a vedere che cosa fosse successo a Gintoki. Il ragazzo stava letteralmente strisciando per terra.
Era terribilmente pallido e mormorava parole sconnesse.

“Gin! Che ti è successo?!” chiese, preoccupato Shinpachi.

Gintoki provò a rigirarsi su di un fianco, senza apparenti successi.
Con fatica Shinpachi lo aiutò ad alzarsi, per condurlo fino al divanetto più vicino, adagiandovelo con quanta più attenzione poteva.

“Ehi! Che ti è successo? Stai bene?..”

“Troppo...troppo...” biascicava Gintoki, gli occhi spenti più del solito “...ho bevuto troppo...perché mi riduco sempre a bere così...troppo!”

Shinpachi gli tirò addosso il bento con dentro le uova di Otae.

“Ma sei scemo?!” saltò su all'improvviso Gin, la testa buffamente ricoperta di uova bruciate, e attivo come se si fosse miracolosamente ripreso in un attimo “Ti sembra il modo di trattare uno pover'uomo con i postumi di una terribile sbronza?!”

“Sei tu che sei completamente scemo!” ribatté furioso Shinpachi “Ti sembra il caso di rientrare a quest'ora? Per di più completamente ubriaco?! Ma lo sai che è solo mercoledì?!”

“Sembri tantissimo una mammina ansiosa alle prese con un adolescente ribelle, Shinichi”

A Gin arrivò un pugno ben assestato in piena faccia.

“Mi chiama Shinpachi! E tu vedi di crescere, invece di farmi fare la figura della madre ansiosa!”

Gintoki si rialzò da terra, massaggiandosi il mento dolorante “Ahia..!”

“È quello che ti meriti! Sei un irresponsabile!”

“Se uno non si diverte finché è giovane...”

“Ma che giovane e giovane! Sei solo un caso perso!”

“Sai, Shinji, mi ricordi tanto il mio povero nonno...”

“Mi stai dando del vecchio dentro?! E poi...il mio nome è Shinpachi!!!” e di nuovo gli assestò un bel cazzotto in faccia.

Shinpachi si fermò per riprendere fiato.
Gin era ancora a terra, e sembrava intenzionato a rimanervici.
Gli occhi socchiusi, quasi chiusi, preludevano che si sarebbe addormentato a breve.

“Mi hai stufato! Me ne torno a casa per oggi!” sbottò infine il più piccolo.

Non aveva proprio voglia di stare a fargli da balia.
Stava già marciando verso l'ingresso, quando sentì che qualcuno aveva bussato.

“Se è la vecchia” gli disse con voce assonnato Gin dall'altra stanza “Dille che l'affitto gliel'ho già pagato. Se non se ne ricorda è perché la vecchiaia ormai le fa brutti scherzi con la memoria!”

“Sei proprio un caso perso!” gli urlò di rimando Shinpachi, con ormai una miriade di venette che pulsavano in fronte.

Il ragazzo fece un respiro profondo, prima di aprire la porta. Aveva bisogno di calmarsi, visto che non era il caso di urlare in faccia anche alla signora Otose, o al qualunque altro malcapitato che aveva suonato.

“Si, chi è?” chiese, quanto più cordialmente poteva.

Non era Otose, o nessun altro che avesse mai visto.

“Ehm...è qui la Yorozuya Gin-chan? Siete voi i Tuttofare?!” chiese perplesso, quasi speranzoso in un no, l'uomo che Shinpachi aveva davanti. Era un ometto piccolo e curvo, con uno sguardo allarmato e ansioso.

Shinpachi sorrise gentile “È il posto giusto signore. Prego, vuole accomodarsi?”

“S...Sì, grazie..!”

“Posso chiederle come mai si è rivolto alla nostra agenzia?!”

“Ecco...abbiamo un problema con dei malviventi nel quartiere...non riusciamo più a sopportarli...”

“E perché non sei andato alla polizia, vecchio?!”

“Gin! Ti sembra il modo di rivolgerti ad un cliente?!”

“Ci ho provato, ma continuano a non darmi retta...!” piagnucolò l'uomo.

“Capisco signore. Senta, gradirebbe una tazza di the?” chiese Gintoki, stranamente ospitale.

“Oh...grazie...molto gentile!”

“Ehi Shinpachi, prepara il the per tutti!”

“Non sono il tuo schiavetto!” rimbrottò lui.

“Sei il mio assistente, per cui assistimi!”

Shinpachi sospirò pesantemente, per la milionesima volta.
Forse non era stata una buona idea quella di seguire quello strano individuo.
Shinpachi proprio non lo capiva.

Un attimo prima era stravaccato a terra, moribondo per la sbronza, disinteressato a qualunque cosa nel mondo che non fosse se stesso e i suoi, autoprovocati, problemi.
E un attimo dopo eccolo lì, seduto sul divano compostamente, come se nulla fosse, quasi sembrando una persona seria, pronto a dare massima attenzione al cliente appena entrato.
Completamente dimentico del proprio malessere o dei propri problemi, pronto ad aiutare in qualunque modo fosse stato per lui possibile.


Forse non era stata una buona idea seguirlo.

Ma forse non era stata nemmeno un'idea così brutta.




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Angolo dell'Autrice:
Eccomi di nuovo tra voi! ^^
Pensavate di avermi persa per strada, vero? E invece no!
Chiedo scusa per il ritardo.
Purtroppo ho avuto una brutta settimana, con un esame di Economia davvero terribile.
Per non parlare poi dell'ispirazione che è mancata.
Purtroppo la coppia Shinpachi-Gintoki non mi ispira molto, e non sapevo bene come gestirla... Spero che non sia venuta fuori una schifezza, tipo le uova di Otae! ^^" Ahahah...


Grazie mille a ladyshadow, Gintokina e Hikary Saotome che hanno commentato lo scorso capitolo! Grazie mille! ^^


Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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