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Autore: Suicide Crown    10/07/2016    2 recensioni
Egregio Sig. Sakamaki,
sono tenuto ad informarLa che nella vostra dimora, a causa del decesso dell'ultimo Sacrificio, verrà mandata a breve un'altra Sposa, che vi servirà fino all'ultimo, affinchè voi possiate continuare la vostra vita da vampiri Saguepuro.
Ma, attenzione: c'è un altro segreto che aleggia nella vostra villa.
Un segreto cruciale e straziante, che porterà l'inizio di un bagno di sangue.
Cordiali saluti,
Anonymous.
La collera dei Sakamaki ed il desiderio di sangue spingerà i vampiri ad uccidersi a vicenda?
Come finirà questa storia? In pace.. o in tragedia?
Buona lettura. UwU
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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1.

 

 

 

Tokyo.

 

Che città affollata, pensò la ragazza dai corti capelli corvini. Il cinguettio degli uccellini arrivava incessantemente al suo fine udito, costringendola ad emettere un breve, seppur flebile, sospiro. Il cielo, ormai annebbiato dal forte inquinamento della zona, era ormai scuro, preparandosi ad accogliere quella meravigliosa sfera perfetta ed argentata: la Luna.

Tuttavia, a causa, appunto, di queste sostanze riversate nell'aria, il satellite non riusciva a farsi osservare dagli occhi buii delle presenze oscure che, attratte dal candore e l'innocenza, sporcavano la sua presenza con l'impurità, bagnando quel bianco-argenteo di un profondo e scuro rosso cremisi.

***

Erano ormai le 19:00 passate, e nella Villa Sakamaki regnava il silenzio. I sei fratelli, intenti a “concentrarsi” sul noioso svolgimento quotidiano, avevano optato con la violenza.

Senza il loro giocattolo di sfogo, la piccola Yui Komori, non avevano più nulla da fare.

 

“Così, anche Yui ha ceduto a tutto questo, morendo dissanguata sotto le nostre zanne”, continuavano a ripetersi mentalmente, oppressi da un irrefrenabile ed inspiegabile senso di colpa.

L'avevano uccisa e, con lei, era scomparso anche il dolce aroma del suo sangue, lasciando il vuoto dentro quelle mura.

Anche se fosse arrivata un'altra Sposa Sacrificale, non avrebbero mai dimenticato quella piccola umana dai morbidi capelli biondi.

Non osavano completamente ammetterlo, eppure tenevano a lei.

Ma era morta. Loro, spietati e crudeli assassini, l'avevano uccisa, nello stesso modo in cui i trigemini, Ayato, Kanato e Raito, avevano ucciso Cordelia.

Troppo fragile e debole, quel corpicino anemico era sprofondato negli abissi più profondi, divenendo un guscio vuoto.

***

Nel mentre che la giovane ragazza dai capelli corvini scendeva dalla metropolitana, Ayato, nella sua camera, scaraventò “Il manuale delle buone maniere” contro la parete, visibilmente irritato.

Strinse i denti e sibilò un qualcosa simile ad una imprecazione, per poi abbandonare il proprio corpo lungo il morbido materasso del letto.

Si portò entrambe le mani ai lati della testa e strinse di poco la presa, affondando i freddi polpastrelli delle pallide dita nelle tempie.

Egli, più di tutti, era spinto dal senso di colpa. Per Ayato, perdere una preda, equivaleva ad un polmone collassato, anche se lui non ne aveva bisogno, rispetto ai deboli umani.

 

E non era il solo, ad essere in quello stato.

 

Anche Raito era infuriato, seppur non lo dasse a vedere. Seduto sulla panchina di quel meraviglioso giardino di rose rosse, con le lunghe gambe elegantemente accavallate, si rigirava lo stelo perfetto di quel fiore cremisi tra le dita affusolate, ripensando a come il sangue delizioso di Yui, due mesi addietro, avesse bagnato d'impurità i candidi e soffici petali, non appena egli stesso l'aveva costretta a distendersi sull'altare, dentro la Chiesa cattolica di cui lei aveva tanta fede. Ridacchiò, quando quelle scene piene di malizia e compiacimento avevano riempito la sua mente. Ma, dopo poco, si incupì. Con una violenza irrefrenabile, strappò i petali dalla corolla e li lasciò librare nella fredda brezza della sera, per poi spezzare il gambo, lasciandolo successivamente cadere a terra. Le sue profonde e ardenti iridi verdi si illuminarono, di fronte allo spettacolo lunare che si esibiva per lui, al solo scopo di ottenere immenso piacere.

Ma il piacere, quei giorni, l' aveva persino iniziato ad odiare.

Altre immagini, quest'ultime decisamente differenti delle prime, gli riempirono la mente, facendogli mozzare il respiro: quel corpicino pallido ed esile era contorto in posizioni innaturali, eppure, immobile. Quei capelli morbidi, del colore del platino più puro, erano abbandonati intorno al candido viso, mentre le iridi di quel profondo color magenta erano fisse su quel cielo notturno, annebbiato dalla fredda pioggerellina scrosciante. Ed il sangue che, come un dicitore del male più laborioso, le colorava le vesti, tingendola di scarlatto.

E, come se non bastasse, era ricoperta interamente delle nostre zanne, pensò il vampiro, serrando le labbra, ora divenute violacee per la troppa pressione.

***

Non era mai stata a Tokyo, quella misteriosa ragazza che ora stava dirigendosi alla fermata del taxi, a più o meno due kilometri dalla stazione. Aveva sempre vissuto in quel piccolo paesino di campagna, Hokkaido, in una piccola casetta lungo una collina, dove tre anni addietro vi abitava con la zia paterna, per lei come una madre. Ora, però, era rimasta da sola, a causa di una malattia delle ossa che colpì la penultima parente, fino ad ucciderla. E, essendo che Misaki Mei, così si chiamava quella chioma corvina, non aveva ancora compiuto i suoi diciott'anni, era stata costretta a trasferirsi dal padre adottivo, la cui residenza stabiliva, appunto, a Tokyo.

Immobile davanti alla fermata del taxi, alla fine decise di sedersi su una delle panchine addossate al muretto, aspettando l'arrivo del veicolo che l'avrebbe portata, si spera, alla destinazione. Tuttavia, dopo qualche minuto, le pallide e sottili labbra della ragazza iniziarono a muoversi quasi impercettibilmente, fìno a simulare una delicata cantilena in una strana lingua. Francese, probabilmente. L'aveva imparato dalla cugina di secondo grado, che non aveva più rivisto dall'eta di cinque anni. Probabilmente, come aspirava da piccola, ora era a Londra, per continuare gli studi.

Misaki amava cantare, ma non lo aveva mai fatto in pubblico. Non le piaceva dare nell'occhio, per cui preferiva di gran lunga canticchiare così, sottovoce, davanti ad una desolata e monotona fermata.

Passarono molti taxi, si accostarono persino, ma lei parve non accorgersene: era troppo impegnata ad intonare quella melodia, per accorgersi che, ormai, stava per scoccare la mezzanotte e la fermata era chiusa.

***

Intanto, nel salotto della Villa Sakamaki era scoppiato un lieve trambusto che, con la presenza di Kanato, uno dei trigemini, si trasformò in una vera tragedia. Egli era in piedi, di fronte al secondogenito della famiglia, Reiji. Teneva i piedi ben piantati sulla moquette, come per dettare legge, ed un'espressione infuriata sul pallido volto.

“Se io decido di mettere sette zollette di zucchero nel té, le metterò! Questo ti è chiaro!?” Sbraitò lui, stringendo Teddy con un braccio. Tuttavia, l'altro non sembrò scomporsi. Difatti, Reiji era seduto compostamente sul divano di velluto cremisi, e sorseggiava tranquillamente l'invitante tazza fumante di té Darjeeling, non degnandolo neanche di una semplice occhiata.

“Calmati Kanato, e siediti.” Rispose in tutta risposta, con agghiacciante fermezza.

Ma il vampiro dai capelli violetti non voleva sentire risposte. Così, intollerante a tutto ciò, sbattè entrambi i pugni sul tavolino di marmo marroncino, facendo tintinnare le varie tazzine di ceramica, provocando un rumore abbastanza sgradevole.

“Prova ancora a darmi ordini, e ti taglio la gola!” Infine, dopo le ultime parole, il suo grido si trasformò pian piano in una sorta di lamento, quasi un piagnucolio.

Sospirando, Reiji posò lentamente la tazzina sul tavolino e, finalmente, le iridi bordeaux si posarono sul fratellino, non preoccupandosi minimamente di mantenere un'occhiata di sdegno. Si sistemò gli occhiali sul naso e raddrizzò la schiena, per poi posare il proprio sguardo sulla vetrata.

Pioveva.

Come quella notte di qualche giorno fa'. Infastidito da tutti quei ricordi, egli prese a massaggiarsi le tempie, non ottenendo l'effetto desiderato. Così, deciso a rinchiudersi nel suo studio, cioè il laboratorio dove lui era solito creare veleni vari, si alzò in piedi ed uscì dal salotto, sparendo poi nel buio del corridoio.

 

Rimase solo Kanato, ed il suo adorato Teddy, nonché il suo migliore amico. D'un tratto, il giovane vampiro trattenne una risatina sommessa e posò lo sguardo sugli occhi vuoti del pupazzo di stoffa, come se potesse realmente parlare con lui.

“Neh, Teddy..quella stupida umana ha osato morire per mano mia..? Ora non esiste più il suo odore, ed è tutta colpa sua!” Urlò nuovamente, stringendo con più forza del previsto Teddy al petto. Cadde sulle ginocchia ed iniziò a picchiare sul tavolino, quasi in modo infantile, ma con abbastanza violenza, tanto da far sobbalzare le tazzine. Non appena una di loro cadde a terra, frantumandosi in mille pezzi, il vampiro si fermò, girando lentamente il capo verso l'oggetto che aveva provocato quel tale rumore.

Un lampo silenzioso squarciò il cielo, oltrepassando la vetrata ed illuminando il salotto dalle fredde luci soffuse.

La sua espressione frustrata e la rabbia, lentamente, svanirono. E, senza alcun motivo ben preciso, si piegò in due e si portò entrambi i palmi delle mani sullo stomaco, scoppiando infine in una risata squillante, fino a definirsi del tutto insana. Era strano, quel vampiro. Ma una cosa lo accomunava con gli altri suoi fratelli: nonostante avesse dato la colpa della sua morte alla piccola Yui, sapeva nella sua coscienza che erano lui ed i suoi fratelli gli unici assassini di quella tragedia, e le sue sfuriate erano divenute probabilmente un modo per sfogarsi.

Ecco perchè, nonostante Reiji esigesse il rispetto e l'agghiacciante calma, stavolta aveva lasciato perdere.

“Teddy? Who will be the new victim?” Ed un singhiozzò ruppe il silenzio.

Un singhiozzo di disperazione e, al contempo, di eccitante attesa.

***

Quando Misaki smise di canticchiare, finalmente aprì gli occhi. I lampioni delle buie e vuote stradine di Tokyo si accendevano e spegnevano, e la luce che generava era ormai debole e quasi inesistente.

Si accorse di essere sola, lì, seduta sul bordo di quella panchina colma di ruggine, con indosso solamente un vestito di pizzo, ovviamente color pece. Quel fisico esile e minuto veniva accompagnato dal pallore della sua pelle, illuminata dall'argento della Luna.

Nonostante possedesse una incredibile bellezza da togliere il fiato, non aveva mai avuto tanti seguaci maschili, nella sua vecchia scuola.

A causa della freddezza e schiettezza nelle sue parole ed il comportamento indifferente, era ormai divenuto impossibile leggerle lo sguardo. Era come se ella fosse protetta da un guscio impenetrabile, dove solo lei stessa poteva entrare. E nessun altro.

Sbattè le palpebre e fece scorrere lo sguardo sulle monotone striscie pedonali, poco più lontano dalla fermata. Serrò le labbra, e l'annuncio delle campane della Chiesa ruppe il silenzio, segno che era appena scoccata la mezzanotte.

Non si era neanche accorta del fatto che il cielo si fosse parecchio annuvolato, coprendo le brillanti stelle. Ma la Luna, troppo importante per venire coperta da semplici temporali, continuava a risplendere.

***

Subaru era ancora su tutte le furie, sin dal momento in cui la Sposa Sacrificale era morta, e l'unico modo di sfogarsi era quello di incidere una violenta ammaccatura sul muretto che divideva il giardino di rose dalla fontana imponente, quest'ultima carica di acqua.

“Spaccare tutti i muri della magione non cambierà quello che è successo..” Sussurrò pigramente Shu, il primogenito della famiglia, rimanendo appoggiato sulla colonna di marmo, quest'ultima quasi adiacente alla parte ormai ammaccata, che il vampiro dai capelli albini aveva usato come sacco da box.

“Sta' zitto, coglione!” Sbraitò Subaru, prima di lanciare un altro pugno al suo unico punto di sfogo. Non vi era alcuna tensione tra i due, ma solamente un profondo silenzio, probabilmente per non aumentare la rabbia. Anche Shu era ancora parecchio infastidito dalla situazione, come del resto lo era il resto dei fratelli.

Nessuno riusciva a farsene una ragione, ognuno per un determinato motivo che, con avidità, tenevano a mente, senza lasciar fuoriuscire nulla.

Il primogenito emise un flebile grugnio, sotto la musica classica che ascoltava con le cuffie, ma Subaru sembrò non accorgersene minimamente. Come due fiamme ardenti, le iridi scarlatte del vampiro erano spiritati ed aggressivi, pieni di una violenza irrefrenabile.

Sembrava volesse dissanguare qualcuno da un momento all'altro. Il che, era vero.

 

Ma i sei fratelli Sakamaki, presi dalla loro collera violenta, non si erano accorti minimamente di un dettaglio importante: in ogni camera dei rispettivi vampiri, “qualcuno” aveva lasciato una lettera.

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Egregio Sig. Sakamaki,

 

sono tenuto ad informarLa che nella vostra dimora, a causa del decesso dell'ultimo Sacrificio, verrà mandata a breve un'altra Sposa, che vi servirà fino all'ultimo, affinchè voi possiate continuare la vostra vita da vampiri Saguepuro.

Ma, attenzione: c'è un altro segreto che aleggia nella vostra villa.

Un segreto cruciale e straziante, che porterà l'inizio di un bagno di sangue.

 

Cordiali saluti,

 

Anonymous.

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Angolo Autrice:

 

Buonsalve a tutti, lettori e scrittori!

 

Qui è Yui-chan che vi parla! Yes, la vecchia Yui Komori Moon, shono tornata. ^^'

Allour: questa storia è nata in un giorno un po' strano.

Stava piovendo, con tanto di tuoni e fulmini, quando il mio computer, da bravo “poco-sano-di-mente”, d'un tratto si accende da solo.

Sì, proprio così! EwE

In un primo momento, mi sono letteralmente incazzata.

Ceh.

Ora anche i computer fanno tutto quello che vogliono, non bastavano le persone? Ma ovviamente noh.

Fatto sta' che, dopo quasi 300 anni, mi sono ricordata di OpenOffice, dell'html e delle fanfiction. Tutto di botto! O.O

E mi è venuta la voglia di scrivere. Eh, già. -w-

Vabbè, apparte la mia poca sanità mentale, passiamo alla cosa più importante: spero con tutto il cuore che questo primo capitolo vi piaccia e, in tal caso, vi pregherei di recensire! ^^

Amo sentire le vostre opinioni, poichè sono proprio quelle a farmi tirare avanti. <3

 

Bene, detto questo...alla prossima, vi voglio bene. ^-^

 

Baci,

sacrificie anonymous

 

 

 

   
 
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