Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: sibley    11/07/2016    0 recensioni
Nel Continente Occidentale torna pressoché dal nulla Benjen Stark, carico di rimorsi e pronto a rivelare tutti i segreti a lui raccontati da Eddard Stark, il fratello deceduto sotto il dominio di Re Joffrey. Con un Tommen Baratheon che inizia a ripudiare sempre più la propria madre, per schierarsi con Margaery Tyrell - determinata a rimanere l'unica Regina nel regno - ed un Jaime Lannister lontano, per Cersei Lannister le cose si mettono sempre peggio, al punto da trovarsi costretta a serrarsi nei propri appartamenti laddove nessuno può entrare mentre invia ripetute missive al fratello, chiedendogli di tornare il prima possibile, a costo di ammettere il proprio errore nel mandarlo nelle Terre dei Fiumi.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Benjen Stark, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Jon Snow, Robert Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cersei Lannister stava camminando a passo spedito verso le stanze di Lady Olenna, riflettendo febbrilmente su come potesse venirle utile l'imprigionamento di Jon Snow e Sansa Stark. Sapeva per certo che i due erano ufficialmente i Protettori del Nord, avendo battuto Ramsay Bolton a Grande Inverno e questo poteva di certo venirle d'aiuto. Margaery Tyrell aveva di sicuro esagerato ultimamente. Aveva circuito il suo piccolo Tommen, il frutto del suo amore, e l'aveva costretto a chiuderla nelle sue stanze. Divieto di uscire che stava tranquillamente ignorando, visto e considerato che dopotutto lei continuava ad essere la Regina Reggente, nonostante tutto. Non sapeva come Margaery fosse riuscita a convincere l'Alto Passero a lasciarla andare senza alcuna Camminata della Vergogna o senza dover comunque scontare qualcosa, ma niente toglieva a Cersei il dubbio che Margaery ci fosse riuscita solo portandosi a letto il vecchiaccio infernale. Pio o non pio, sicuramente al Passero non sarebbe sfuggita l'occasione di farsi una come Margaery Tyrell. 

Arrivò davanti alla porta di Lady Tyrell, bussando poi lievemente al portone d'ingresso. Lady Olenna non si fece attendere, aprendo immediatamente la porta. Subito si dipinse un'aria stupita in volto all'anziana Lady. Cersei gettò uno sguardo alle spalle della donna, notando un grosso baule aperto e per metà pieno appoggiato a terra. I vestiti erano stati inseriti all'interno con cura, nessun segno di disordine. Lady Olenna se ne stava andando, ma lo stava facendo con tutta calma. 

«Cersei.»

«Olenna.»
si salutarono

«Stai partendo, vedo.»

«Tu più di me sai che brutta aria tira. L'Alto Passero non ha apprezzato la nostra improvvisata di qualche giorno fa.»

«Immagino che Margaery ti abbia avvertita per tempo...»
Cersei strinse le labbra

«Proprio così. Mia nipote, a differenza di tuo figlio, sembra tenere ai membri della sua famiglia.»

«Nessuna ostilità, Olenna. Prendiamo un thé piuttosto...»

«Un thé?»

«Precisamente. Io sono libera, Margaery è libera... Loras è ancora imprigionato. Parliamone davanti ad un thé.»

«Certo...»

«Melara!»
chiamò la Regina «il thé.»

Immediatamente una servetta entrò nella stanza con del thé fumante su un vassoio d'argento. Posò il vassoio sul tavolino della stanza di Olenna Tyrell, che indicò a Cersei una sedia sulla quale accomodarsi, poi fece lo stesso e attese che la servetta versasse il thé nelle grosse tazze. Osservò Cersei Lannister che teneva stampato un sorrisetto enigmatico in volto e decise di non fidarsi di quella donna che non aveva alcuno scrupolo davanti a niente.

«Dopo di te, Cersei.»

Cersei sorrise, si aspettava un comportamento diffidente. D'altronde, sapeva bene che nessuno avrebbe mai voluto fidarsi volontariamente di lei - eccetto forse Jaime, ma non era più certa di ciò che l'uomo provava già da un po' di tempo - perciò sollevò la tazza e con cipiglio divertito, bevve un po' di thé, lasciando ad Olenna il beneficio di attendere qualche istante prima di accostare lei stessa la tazza alle labbra e bere la bevanda calda.

«Appurato che non sto cercando di avvelenarti, vorrei parlare della condizione in cui versa tuo nipote Loras. Come tu ben sai, per ordini del mio defunto padre Tywin Lannister, sarei dovuta divenire la sua sposa il prima possibile. Ora pare evidente che nessuna delle due vuole che ciò accada, ma posso far in modo che Loras venga liberato il prima possibile. Mi occorre il tuo aiuto però. Se Margaery si lascerà convincere a lasciarmi carta bianca con l'Alto Passero e se mi aiuterà a liberare Loras dalle prigioni del Tempio, allora farò in modo che l'ordine venga ristabilito.»

«Perché tanto interesse per la salute di mio nipote? D'altronde, tu stessa hai ammesso che non hai intenzione di sposarlo.»

«Se non libererò Loras, non riuscirò ad avere il vostro appoggio ovviamente, e necessito del vostro appoggio per il bene del Regno.»

«Piuttosto, il nostro appoggio per far sì che Re Tommen ti lasci la libertà che finora ti ha negato. Anzi, non dovresti essere confinata nelle tue stanze tuttora?»

«Dovrei. Ma il mio piccolo Tommen non ha ancora ben idea di cosa sta avvenendo là fuori, non sa regnare autonomamente... è ancora un bambino, dopotutto.»

«Certo... immagino. Posso offrirti il mio appoggio con Margaery, gli Dei solo sanno quanto vorrei rivedere Loras libero...»

«Siamo d'accordo allora... ti lascio alle tue valigie. Immagino che ora tu debba disfarle.»

«Per il momento le lascerò così, invece. Non sono del tutto propensa a fidarmi di te...»

«Come preferisci, Lady Olenna. Torno nelle mie stanze, dunque. Buona giornata.»

«Buona giornata a te...»


La bionda Leonessa di Lannisport si avvicinò al portone d'entrata, uscendo rapidamente. Sorrise, non appena fu fuori dagli appartamenti della Regina di Spine. Cersei Lannister aveva appena ottenuto ciò che voleva e per un istante si sentì come se fosse finalmente riuscita a compiere qualcosa di buono. Sfilò una fialetta dal corsetto che portava sotto il lungo vestito cremisi, la stappò e la bevve tutta d'un fiato. Si avviò verso i propri appartamenti a passo ancor più svelto di prima, evitando accuratamente guardie e servi. Meglio non rischiare.
***

Sansa Stark era imprigionata dentro quelle quattro microscopiche mura da quasi una giornata intera. Dalla piccola finestrella nella sua cella entrava uno spiraglio di luce che le faceva capire che una notte intera era passata. Aveva dormito molto poco, forse soltanto due ore scarse e iniziava a sentire la mancanza di Jon. Dopo un sacco di tempo passato separati e dopo essersi riuniti, le sembrava un tremendo scherzo del destino trovarsi a pochi metri da lui, ma divisa da un grosso muro in pietra che non lasciava quasi passare i suoni. Avevano provato a comunicare, parlandosi attraverso le finestrelle con le sbarre che davano la possibilità ai carcerieri di controllare che rimanessero vivi, ma le guardie appostate davanti alla prigione li avevano zittiti subito. Uno di essi era entrato nella cella di Sansa e addirittura l'aveva minacciata di prenderla a sberle. Sansa udì dei passi in avvicinamento. La guardia che le ostruiva la visuale - piazzata proprio davanti alla finestrella - si spostò, dandole modo di notare che una figura alta e bionda si stagliava davanti alla sua cella. La porta si aprì.

«Sansa Stark.»

Sansa pensò che aveva una bella voce. Aveva sempre avuto una bella voce, era sempre stata una bella donna ed aveva sempre avuto un bellissimo portamento ed anche in quel momento la sua voce era dolce e sibilante. Due aggettivi che non stavano bene assieme, secondo Sansa, ma che si addicevano al timbro di quella donna che smozzicava il suo nome non per incapacità, ma per la voglia di non perdere tempo. Cersei Lannister era la donna che Sansa aveva ammirato di più, dopo sua madre. Oh, la odiava, certo. L'aveva lasciata in balia di Re Joffrey e l'aveva accusata di averlo ucciso. Aveva fatto uccidere quasi tutta la sua famiglia ma in cuor suo si rendeva perfettamente conto che era la Lady forte ed indomita che sarebbe voluta diventare in futuro.

«Non parli, piccola traditrice? No? Bene. Parlerò io.»

«Non ho ucciso suo figlio Joffrey, lo giuro davanti ai Sette Dei.»

«Sono stata informata di chi è la reale responsabile dell'omicidio di mio figlio ed ho tutte le intenzioni di farle pagare l'affronto. Ciò non toglie che tu sia una traditrice... sei fuggita dalle Nozze come se tu fossi stata colpevole.»


Ditocorto aveva scoperto da Edd Tollett l'Addolorato della partenza di Jon e Sansa verso Approdo del Re ed aveva avuto premura di inviare una missiva alla Regina Reggente, nella quale spiegava che Olenna Tyrell aveva assassinato il Re Joffrey per non lasciarlo consumare il matrimonio con la Regina Margaery. Aveva allegato alla pergamena un sacchetto contenente la polvere bianca che Mastro Pycelle - a suo tempo - trovò sul bordo del bicchiere dal quale aveva bevuto Joffrey Baratheon. Cersei aveva sospettato anche di un suo coinvolgimento in quella questione - possibile che trovasse le prove della colpa di Olenna Tyrell soltanto ora? Casualmente quando Sansa Stark si stava avvicinando ad Approdo del Re? - però aveva bisogno di crederci e di incolpare Olenna Tyrell. Doveva togliersi di mezzo quelle rose strangolatrici di Margaery e Olenna Tyrell e se ad una ci aveva già pensato, presto anche l'altra sarebbe stata mandata fuori scena.

«Sono fuggita poiché mi avete subito incolpata!»

«Ed io, che ora conosco il colpevole, sono disposta a fare ammenda per il mio errore. Ti perdonerò la fuga, perdonerò la vostra battaglia contro i Bolton - legittimi Protettori del Nord - concederò a Jon Snow ciò che ha conquistato... ma ad una condizione semplice semplice, che va anche a tuo vantaggio.»


Sansa tacque. Non voleva sembrare entusiasta della possibilità di salvare sé stessa ed anche Jon, ma nemmeno voleva tacere del tutto e sembrare indisponente verso quella sorta di accordo che la Regina le voleva proporre.

«Mi occorre che tu salga al Trono. Devi sposare mio figlio Tommen e regnare al suo fianco. Ovviamente, sotto la mia stretta guida.»

«Re Tommen è già sposato con la Regina Margaery.»

«La Regina Margaery a breve non sarà più tale.»

«Io non posso fare una cosa simile... il mio posto è al Nord, con Jon.»

«Posto in cui nemmeno Jon tornerà, se non accetti le mie condizioni. Ti lascio una giornata per pensarci.»


Sansa non riuscì a ribattere mentre Cersei Lannister girava rapidamente su sé stessa ed usciva dalla sua prigione. Rifletteva rapidamente sull'accordo propostole da Cersei, domandandosi dove fosse la fregatura in tutto ciò. Jon avrebbe avuto il Nord, lei sarebbe stata Regina, niente più strane accuse sul suo conto e soprattutto entrambi i suoi matrimoni ovviamente annullati. Riflettè su quella proposta per varie ore, continuando a pensare a quale potesse essere il lato negativo della cosa. Pensò che le sarebbe piaciuto tornare al Nord, a Grande Inverno, ma quel posto dopotutto aveva troppi brutti ricordi. Forse era meglio accettare e basta, anche perché, quali alternative aveva? Marcire in prigione per sempre e condannare così anche Jon, oppure ottenere più o meno tutto ciò che aveva desiderato. La scelta pareva piuttosto ovvia.
***

Olenna Tyrell aveva appena finito di riempire il baule con i propri vestiti. L'età iniziava ad essere piuttosto prepotente con quel corpo che ormai doveva scarrozzarsi dietro. Sentiva il cuore battere in maniera troppo forte, in modo troppo pulsante e se chiudeva gli occhi le sembrava di lasciarsi scivolare dolcemente nell'oblio. Pensò che forse avrebbe dovuto dormire di più, molto di più. Ma recentemente la sua piccola Margaery aveva avuto bisogno di lei più che mai, tra l'Alto Passero e Cersei Lannister che volevano ad ogni costo vederla in una gattabuia. Aveva mosso male alcuni passi, forse. Spinta dalla consapevolezza che conquistando l'affetto di Re Tommen non avrebbe più nessuno osato dire niente a suo sfavore, Margaery si era mossa molto male. Si era attirata contro l'antipatia di Cersei Lannister - dapprima ingiustificata ed in seguito pienamente compresa anche da Olenna stessa - Olenna era un cuor di nonna perciò non si sarebbe mai azzardata a dire nulla che andasse a svantaggio della nipote, ma sapeva bene che gli atteggiamenti affettati che aveva avuto all'inizio con Cersei Lannister l'avevano messa in una brutta posizione.

Di nuovo, la Regina di Spine sentì il cuore battere troppo rapidamente. Sembrava faticasse a spingere il sangue nelle vene. Non si preoccupò troppo. Aveva accettato quella simil alleanza con Cersei Lannister giusto per tenerla impegnata mentre finiva i propri bagagli e prendeva la prima nave disponibile per tornarsene ad Alto Giardino. Margaery era stata chiara: l'Alto Passero meditava di muoverle violenza il prima possibile ed era sicura che Lancel Lannister non si sarebbe fatto pregare all'idea di spargere sangue in nome dei Sette Dei. Chiuse il baule con un grosso sforzo, inusuale per una donna che sembrava essere piuttosto in salute fino a poche ore prima, ma si rendeva conto che all'età che ormai aveva raggiunto era perfettamente normale avvertire stanchezza facendo degli sforzi. D'altro canto, ad Alto Giardino - nemmeno troppo tempo fa - aveva lasciato fare i propri bauli ad alcune serve fidate. 

Ebbe un mancamento. Per qualche istante la vista le si annebbiò e la testa iniziò a girare vorticosamente. Le sembrava di essere ubriaca ed assonnata allo stesso tempo, mentre si sentiva crollare. Il fisico non era più lo stesso. Guardò dietro di sé, dove il letto era stato rifatto poche ore prima ed aveva l'aria di essere pronto ad accoglierla. Si avvicinò di qualche passo al proprio giaciglio notando le belle lenzuola verdi che aveva fatto portare da Alto Giardino. Raggiunse il fondo del letto, stringendo saldamente il legno scuro che lo attorniava. Riuscì a sedersi sul letto, sdraiandosi lentamente. Sentì il petto alzarsi ed abbassarsi sempre più velocemente, sentì il respiro farsi ancor più affannoso e si domandò se fosse solo l'arrivo dell'inverno che tanto stavano attendendo e che le stava soltanto scombussolando il corpo in quella maniera disumana.

Improvvisamente sentì qualcosa scoppiare nella propria testa, la gola le si chiudeva inesorabilmente non lasciando più passare un filo d'aria mentre tentava di gridare per chiedere aiuto e si rendeva conto che la voce non usciva, che non riusciva proprio a respirare o a gridare. Pensò a Loras ancora imprigionato nelle celle dell'Alto Passero, pensò a Margaery che aveva tanto desiderato diventare Regina, pensò a suo figlio Mace, così poco avvezzo alla vita di corte, alla guerra... così poco avvezzo a tutto, dannazione. Infine il suo pensiero andò a Cersei Lannister. Ricordava perfettamente il volto di Re Joffrey mentre soffocava, ricordava bene cosa stava accadendo e lei stessa sentì le prime lacrime viscose scenderle sulle guance. Si era resa conto di cosa stesse accadendo. Era stata avvelenata da quella vipera di Cersei Lannister. Aveva udito il racconto di Jaime Lannister al Concilio Ristretto quando aveva spiegato la morte della Principessa Myrcella sulla nave che da Dorne doveva riportarla ad Approdo del Re. Quelli erano gli effetti del Veleno di Dorne.

Le lacrime di sangue continuavano a scendere lente ed inesorabili sul suo volto rugoso mentre tentava di far assumere ai propri muscoli un'espressione rilassata e per nulla preoccupata. Non voleva di certo morire con un'espressione allocca come quella di Joffrey Baratheon! Si domandò chi avrebbe trovato il cadavere e si chiese se qualcuno avrebbe sospettato di Cersei Lannister. Si sentì sciocca a non aver pensato minimamente all'idea che Cersei avrebbe ingerito un antidoto il prima possibile. Avrebbe dovuto trattenerla con lei ancora un po', così se il veleno fosse entrato in circolo nel sangue, sarebbero almeno morte entrambe. Il suo ultimo pensiero andò alla sua piccola Margaery, di nuovo. Sperò che almeno lei capisse che cosa era stato fatto, che capisse che era stata avvelenata e che comprendesse. Sperò che riuscisse a convincere Mace a muoversi contro Cersei Lannister, che riuscissero a liberare Loras dalla prigione e che la facessero pagare cara sia all'Alto Passero che a quella dannata Cersei.

Sospirò per l'ultima volta mentre le forze l'abbandonavano del tutto ed il cervello smetteva di rispondere agli impulsi. Il suo corpo si contorse malamente, scivolando dal letto e cadendo pesantemente a terra. Il cuscino era macchiato di sangue, a terra iniziava a spargersi il primo liquido scarlatto che usciva dagli occhi, dalla bocca e dal naso di quella che fino a poche ore prima era stata la Regina di Spine. L'intoccabile Regina di Spine.
***

L'allarme del ritrovamento del corpo di Olenna Tyrell venne dato nelle prime ore della sera. Melara aveva bussato più e più volte alla porta degli appartamenti della Regina di Spine, che però non aveva dato alcun segno di voler rispondere. Aveva aperto delicatamente la porta, chiamando piano la donna, che non aveva risposto. Insospettita, era entrata nella stanza con incertezza - ma con il bisogno di sapere dove fosse finita la sua padrona - ed era stato lì che aveva visto il cuscino macchiato ed il corpo di Lady Tyrell a terra. Sangue dovunque e la nonna della Regina Margaery morta sul pavimento spinsero Melara a correre fuori dalla stanza urlando all'omicidio, mentre si dirigeva inconsciamente verso gli appartamenti di Cersei Lannister. Melara non seppe mai che cosa avesse spinto Cersei ad ammazzare Olenna Tyrell, poiché udendo le urla si affrettò ad arrivare Mastro Qyburn che afferrò la ragazza e la trascinò via. Sarebbe stata ottima carne per i suoi esperimenti, quando la Regina Reggente si sarebbe occupata di lei. Chissà se gli avrebbero concesso anche il corpo di Olenna Tyrell.

Trascinò la servetta fino agli appartamenti di Cersei Lannister, sapendo perfettamente che quella donna avrebbe potuto parlare contro di lei ed accusarla di avere offerto del thé - che Qyburn aveva preparato appositamente e fatto trovare già pronto a Melara - a Lady Olenna. Non aveva alcuna intenzione di lasciar condannare la donna che gli aveva dato tutto e che gli stava dando campo libero ai suoi esperimenti per il Bene della Scienza, come soleva dire lui. Bussò rapidamente agli appartamenti della Regina Reggente mentre nel resto della Fortezza Rossa si scatenava il pandemonio. Tutti facevano a gara per arrivare per primi al corpo della Regina di Spine che giaceva abbandonato a terra, ma Qyburn non ci fece caso. Lasciò che tutta quella gente corresse verso le stanze di Lady Tyrell mentre lui spingeva a forza Melara dentro la sala che precedeva la camera della Regina Cersei.

Cersei Lannister sollevò lo sguardo sul fidato consigliere che trascinava dentro la stanzetta la ragazza che rispondeva al nome di Melara. La ragazza aveva i capelli castani, lunghi fino alla vita ma acconciati sempre in una banale treccia in modo che non la intralciassero mentre obbediva agli ordini della sua signora. Gli occhi di Melara erano marroni ma ora erano visibilmente rossastri e gonfi per il pianto disperato che l'aveva colta quando si era resa conto che la sua signora era morta e che ora stava andando incontro ad un destino ben peggiore di quello che avrebbe avuto se fosse rimasta semplicemente nella stanzetta ed avesse soltanto chiesto aiuto. Cersei la squadrò qualche istante, osservando come Lady Olenna fosse sempre circondata da piccole principessine acconciate da serve. Sorrise all'indirizzo della ragazza, che per contro comprese bene quanto quel sorriso fosse gelido e pieno di perfidia.

«Melara, dico bene?»

«S-sì mia Regina...»

«Dalle urla là fuori mi par di aver compreso che Olenna Tyrell è morta.»

«S-sì mia Regina...»

«E se hai incrociato Maestro Qyburn, significa che stavi venendo dritta nei miei appartamenti.»

«Precisamente.»
confermò Qyburn, sadico come sempre

«E per quale motivo stavi venendo nei miei appartamenti?» cantilenò Cersei

«I-io... non stavo v-venendo qui p-per un m-motivo p-preciso...» balbettò Melara

«Immagino di no.»

Cersei strinse le labbra. 

«Qyburn, sai cosa fare con la ragazza.»

Melara sbiancò sbarrando gli occhi per il terrore. Qyburn la afferrò nuovamente per il braccio e la trascinò con forza lontana dagli appartamenti di Cersei Lannister. Melara tentò di gridare, ma sopra le urla provenienti dalle stanze di Olenna Tyrell nessuno riuscì a sentire il suo grido implorante. Qyburn la trascinò in una rientranza del muro in pietra scura, spingendolo e la portò con sé lungo un passaggio segreto che portava direttamente nelle sue stanze personali, il suo laboratorio, laddove ogni umano vi fosse entrato ne era uscito compiaciuto o non ne era uscito affatto. Cersei Lannister era l'unica ad esservi entrata senza aver sentito poi il bisogno di vomitare o senza essere inorridita. In un certo senso Qyburn la ammirava per questo motivo. La Regina aveva molto, molto fegato.
***

La bionda Leonessa, Regina Reggente ed unica donna pronta a qualsiasi cosa pur di mantenere saldo il proprio potere sui Sette Regni, rimase nella propria stanza, decisa ad attendere l'arrivo di suo figlio Tommen. Conosceva quel ragazzino a cui non era ancora spuntata la prima barba, conosceva bene il suo carattere timido e spaventato e sapeva che sarebbe corso da lei prima di qualsiasi altra persona. La morte di Olenna Tyrell avrebbe portato il suo adorato bambino a temere per l'incolumità di Margaery Tyrell e lei avrebbe finto nuovamente di potergli offrire tutto l'aiuto del mondo. Internamente però, Cersei Lannister aveva un piano ben congegnato, una via d'uscita da quel disastro che era avvenuto a causa di quello sventurato di suo padre che aveva deciso di unire le case Lannister-Baratheon e Tyrell attraverso un matrimonio che non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Ma Cersei venne esaudita subito. Qualcuno bussò alla porta insistentemente.

Il portone d'entrata s'aprì bruscamente ed entrò trafelato il Re Tommen. Cersei sorrise debolmente, cercando di non dimostrarsi troppo soddisfatta della completa riuscita del suo ben congegnato piano. Piccolo ancora, un ragazzino da poco sbocciato, nessun segno di barba, nemmeno il primo pelo che compare e che sapientemente i ragazzini provano a tagliare con rasoi poco affilati... troppo spesso Cersei si sorprendeva a guardare quegli occhioni azzurri che fissavano incantati il mondo esterno, troppo spesso si era chiesta perché quel ragazzino fosse stato così ingenuo da lasciarsi abbindolare da Margaery Tyrell e si accorgeva subito dopo che allo stesso tempo, per un breve periodo della sua vita, lei stessa era riuscita a manipolare il figlio in tutto e per tutto. L'unica differenza stava sempre nell'idea che Cersei aveva: Margaery era una piccola insopportabile approfittatrice, lei no. Lei voleva solo il bene per quel ragazzino che era sangue del suo sangue e che era il frutto dell'unico amore corrisposto di Cersei Lannister. Aveva amato profondamente Robert Baratheon, aveva amato Rhaegar Targaryen con l'amore delle ragazze che scoprono il Principe Azzurro, ma solamente Jaime l'aveva amata realmente. Tommen respirò a fondo.

«Madre... Olenna Tyrell è morta.»
  
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