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Autore: Timeofyourlife96    11/07/2016    0 recensioni
Lo guardo suonare, mentre si muove come se fosse posseduto dalla musica. è bellissimo. I suoi capelli si muovono a ritmo e le sue mani scivolano in maniera molto naturale sul suo basso. Immagino le sue mani su di me. Immagino le sue labbra che mi sfiorano. Immagino di accarezzargli quei capelli così disordinati. Immagino di amarlo. Immagino e basta.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I miei capelli non ne vogliono sapere di assumere una posizione accettabile. I miei boccoli sono più incasinati del solito. Sto armeggiando con l'arriccia capelli già da un quarto d'ora e come al solito sono in ritardo. Non è colpa mia, oggi mi sono svegliata anche presto, insomma cinque minuti prima del solito, è colpa dei miei capelli che non vogliono collaborare. Cerco di seppellire una pustola oscena che ho sulla fronte con quintali di fondotinta e e finalmente esco. A scuola mi becco un ritardo che si aggiunge alla mia collezione. Raggiungo le mie amiche in bagno. Il bagno del liceo mi mancherà davvero tanto, forse anche più di qualche mia compagna stessa. Mi sono fatta un sacco di pianti qui, con la mia amica Sara che aveva sempre i fazzoletti a portata di mano. Ovviamente ho lasciato anche qualche ricordino, come l'attacco di colite memorabile che mi colse in seconda, dopo un'interrogazione di storia devastante. “Che diavolo hai in fronte?” sbotta Laura appena mi vede. “Ciao anche a te Lau” le rispondo. Se c'è qualcuno che nota le imperfezioni a distanze abnormi quella è Laura. Se c'è qualcuno che non si mette nessun problema a dirti che hai un pezzo di salame tra i denti di fronte a dieci persone, quella è Laura. “È colpa del ciclo” dico. “Ma se ti è passato una settimana fa!” interviene Sa. “Va bene sono uno schifo lo so.”. Mi specchio. Sembro un unicorno. Camuffo il tutto con il mio ciuffo ed il correttore miracoloso di Sara e poi scendiamo in cortile. Ci sediamo nella nostra panchina, assieme ad altre compagne. L'assemblea inizia alle 9 e io non faccio altro che guardare l'orologio. I rappresentanti hanno sistemato un piccolo palco di fronte all'entrata e ora stanno montando amplificatori e quant'altro. Sono ormai arrivati tutti e non c'è ancora traccia della band tanto attesa, almeno per quanto mi riguarda, perché agli altri sembra non importare nulla. Il rappresentante descrive come si svolgerà la mattinata. Lancio un ultimo sguardo al cancello e mi accorgo che in quell'istante sta passando la mia madrina. Mi vede e mi fa cenno di avvicinarmi. Le dico il tema di questa assemblea e parliamo del più e del meno. Proprio quando ci stiamo salutando succede l'impossibile: le sue labbra al posto di dirigersi verso le mie guance, puntano in un'altra direzione e mi stampano un bacio nella zona più temuta: la mia fronte. No! Il mio capolavoro! Mi stacco subito e lei mi guarda confusa. Le sorrido. “Scusami devo scappare” faccio per raggiungere le mie amiche che sono due metri più avanti ma qualcosa mi impedisce di raggiungerle. O meglio, qualcuno. Mi basta leggere “Nirvana” su una maglietta di uno dei ragazzi che inizio a sudare freddo. Sono loro. È lui. E io sono intrappolata e col mio brufolo in bella vista. Il preside li blocca subito. “Non vorrete mica entrare nel mio liceo con quelle.” e fa un cenno alla cassa di birre che un ragazzo mantiene sottobraccio. Il ragazzo con la maglietta dei Nirvana si avvicina al preside e, mettendogli una mano sulla spalla, evidentemente già un po' alticcio, gli dice: “Vede, noi la chiamiamo ispirazione liquida. Dovrebbe provarla.” Il preside guarda il gruppo di ragazzi con aria perplessa, prende le birre e si dirige verso il bidone della spazzatura. “No! C'era tutto il mio stipendio lì!” grida qualcuno del gruppo. “Ma quale stipendio sei un morto di fame!” risponde il ragazzo dell'ispirazione liquida. Mi scappa una risatina. Lui si gira e mi nota. Mi si secca la gola ed all'improvviso il colorito delle mie guance raggiunge quello del Gabibbo. Si avvicina e io faccio finta di guardare il celluare. “Ehi scusa” mi dice, e l'alito di birra invade le mie narici. “Prende anche Sky?” Io inarco le sopracciglia e pensando che si riferisse alla scuola rispondo. “Guarda non ne ho la più pallida idea..” E lui scoppia a ridere. Lo raggiunge un amico che mi chiede scusa da parte sua, e mi dice di lasciarlo perdere. Si allontanano e solo allora capisco che si riferiva alla mia pustola. Rimango immobile all'entrata rimuginando sull'accaduto. Non voglio crederci, eppure è successo. Le mie amiche mi fanno cenno di avvicinarmi, e io cammino come se dovessi andare al patibolo. “Che succede?” Mi chiede Laura, impeccabile. Ad un tratto mi rendo conto di essere veramente brutta. “Nulla, mai na gioia.” Le dico e cambiamo argomento. La mattinata passa molto lentamente. Ogni tanto mi ritrovo a sbirciare il ragazzo di Sky, mentre sorseggia della birra che si sono trasferiti nelle bottigliette di Estathè. Noto che non sta mai fermo, ride tanto e si tocca i capelli ogni tre per due. Cerco di memorizzare ogni suo dettaglio, anche se dopo la figura di merda di stamattina dovrei solo sotterrarmi. Finalmente è il loro turno. Ormai è l'una e le mie amiche devono prendere il pullman. Le supplico di restare, ma a loro può fregar di meno, e mi abbandonano al mio destino. Mi faccio coraggio. Starò da sola, ma in compenso potrò vedere ispirazione liquida. Sistemano gli ultimi cavi, il batterista prende posizione, Pablo, se non sbaglio, impugna il microfono e ispirazione liquida si mette a tracolla il basso. Sono emozionata manco fossi ad un live dei Green Day. Il batterista da due colpi di bacchette per dare il tempo, ed un nuovo mondo si apre di fronte ai miei occhi. Non capisco granchè dei testi, ma la passione che ci mettono mi conquista. Ispirazione liquida mi conquista. Lo guardo suonare, mentre si muove come se fosse posseduto dalla musica. È bellissimo. I suoi capelli si muovono a ritmo e le sue mani scivolano in maniera molto naturale sul suo basso. Immagino le sue mani su di me. Immagino le sue labbra che mi sfiorano. Immagino di accarezzargli quei capelli così disordinati. Immagino e basta. Il concerto finisce dopo un'oretta, e i ragazzi sono belli che ubriachi. Mi godo sino all'ultimo i loro scleri causati dalla birra. Ispirazione liquida prende il microfono e va al centro del mini palco. “Volevo ringraziare una ragazza.. Grazie a lei oggi al Piga prende anche Sky!” e scoppia a ridere. La gente lo guarda un po' perplessa, perché non ha capito il senso e anche perché si è mangiato metà delle parole. Ma io ho capito, purtroppo. Decido di andarmene, anche se mi sarebbe piaciuto restare ancora, perché i miei occhi sono gonfi di lacrime e immagino che da lì a poco esploderò. Infatti appena supero il cancello del liceo e giro l'angolo mi metto a correre e scoppio a piangere come una bambina. Attraverso diverse reazioni in pochi minuti. Quella incazzata: “Chi cazzo si crede di essere! Stanotte gli metterò fuoco alla macchina!” Molto improbabile, dato che non so nemmeno dove diavolo abita e se riesce a distinguere la frizione dal freno, quell'ebete. Quella razionale: “Sii superiore, quando la stupidità parla, l'intelligenza tace.” Per poi giungere a quella depressa: “Sono una sfigata di merda, ecco cosa sono.” e le lacrime mi rigano di nuovo il volto. Sono così presa dai miei pensieri, che non mi accorgo nemmeno che qualcuno mi sta seguendo. “Emh.. Scusa, tu!” sento una voce provenire dalle mie spalle. Le opzioni sono due: tentare lo scatto alla Usain Bolt, o affrontare il nemico. Mi giro verso il nemico con lo sguardo di Achille quando va ad affrontare Ettore. Rimango sollevata, ma anche un po' delusa, quando mi accorgo che chi mi sta venendo incontro non è Ispirazione liquida, ma il suo amico, Pablo credo. Mi si avvicina, e inizia: “Mi dispiace da morire, lascialo perdere lui è fatto così, fa così con tutte!” Prima che continui lo interrompo “Lui chi? Ah ma il tuo amico dici? Ma figurati, io non do peso a queste cose.” Nonostante la mia voce tremante mi abbia tradito, e il trucco sbavato, lui fa finta di credermi e mi sorride. “Beh come ti siamo sembrati? È la prima volta che vieni a vederci?” Mi sfugge un “Fantastici!” per poi correggermi per sembrare più sobria “Guarda mi sono piaciute alcune canzoni..” e mi rendo conto che ho passato metà concerto a seguire le mosse di Ispirazione liquida. “Grande! Senti sabato facciamo un concerto al parco, mi farebbe piacere se venissi!” La proposta è piuttosto allettante, ma all'idea di essere smerdata ancora una volta in pubblico mi rabbuio. Lui sembra capire la linea dei miei pensieri e mi dice “Tranquilla, ci sono io.” e mi mette una mano sulla spalla. La sua voce è calda, e il suo sorriso sincero. Non so per quale motivo mi sento rassicurata, e accetto. “Va bene, allora a sabato.” “A sabato!” e scappa via. Per un attimo tutte queste novità superano il pensiero dell'ansia, e riesco a fare il tragitto verso casa senza sentirmi male. A casa rifletto sul fatto che non sono certe situazioni a metterci l'ansia, ma siamo noi stessi a crearcela, rovinandoci le situazioni e, la vita.
  
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