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Autore: Shnusschen    20/04/2009    4 recensioni
Quarta classificata al concorso La Sfera e .. il Matto. Xavier, il folle del villaggio, lancia strane profezie a chi sa coglierle.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Xavier il Matto


Una spessa coltre di nebbia velava il paesaggio agreste, ricopriva le colline e i prati rendendo i contorni delle cose sfumati e irreali.
All’improvviso, da quella che sembrava una strada sterrata cominciarono ad emergere i contorni poco nitidi di quella che pareva essere una figura umana.
Man mano che questa strana figura si avvicinava ed emergeva dalla nebbia si distinguevano sempre più i suoi tratti: era Xavier, il Matto.
Anche se il suo volto ancora non si distingueva bene era impossibile sbagliarsi, solo lui poteva indossare una casacca rossa così sgargiante… Finalmente apparve in piena vista; era proprio Xavier.
Giunto al centro della piazza si sedette per terra con le gambe incrociate, posò il suo bastone accanto a sé e cominciò a cantare:
-Molti viandanti passan di qua
 molti vengono, qualcuno va
solo lo straniero dal nero mantello
resta qui anche col bel tempo.
Ma un giorno il Matto di rosso vestito
Farà fuggir quel gran bandito.
Mentre Xavier continuava il suo strano ritornello, un’altra figura emerse dalla nebbia.
Era una giovane donna con lunghi capelli ricci color mogano e grandi occhi nocciola. Indossava una lunga veste viola, stretta in vita da una fascia rossa.
Giunta al centro della piazza la ragazza si guardò intorno, in cerca della fonte dalla quale proveniva la musica:
-E voi chi siete?- chiese la ragazza quando ebbe individuato l’uomo, incuriosita dal suo strano abbigliamento e dal comportamento oltremodo insolito.
Xavier continuò imperterrito a cantare, fino a giungere alla fine del suo ritornello poi sollevò lo sguardo:
-Ho molti nomi, mia Signora…. Qui mi chiamano semplicemente Xavier il Matto. Xavier è folle, imprevedibile, si muove come il vento e come il vento appare e scompare… chissà dove apparirà la prossima volta, chi abbraccerà, chi colpirà….- e scoppiò a ridere.
La ragazza lo guardò dubbiosa e interdetta, poi rispose:
-Lieta di conoscerla, Monsieur Xavier il mio nome è Lilith…
-Lilith la bella, certo- l’interruppe il matto- Xavier conosce tutto di tutti, conosce anche te… Lilith la Bella, dama del castello, signora del bosco….- e Xavier riprese a cantare-
La bella dama vaga contenta
Ignorando però che deve stare attenta
Lì dietro l’angolo l’insidia si cela
Vaga vestita di nera tela
E se salvarsi la bella dama vuole
Ascoltar deve il buon Xavier, Matto del Cuore.
Lilith lo guardò preoccupata, incerta su come interpretare questo nuovo ritornello:
-Stai parlando di me?- chiese alla fine
Ma Xavier non diede segno di averla sentita, continuando a cantare i suoi due ritornelli di seguito, come se fossero un’unica canzone, un unico messaggio.
La giovane donna tentò ancora per un po’ di parlare con lui, sempre senza ottenere risposta, e alla fine se ne andò.
Il Matto non diede segno di accorgersene, continuando imperterrito a cantare.
Nel frattempo la nebbia si stava diradando, rivelando i contorni delle cose e delle case.  La piazza dove sedeva Xavier era l’unica di quel piccolo paesino e, con l’alzarsi della nebbia e l’arrivo di un bel sole, si riempì di gente
Tutti coloro che passavano guardavano Xavier con sospetto e a volte con paura, e lo ignoravano completamente ma il Matto non se ne curava.
Ad un certo punto passò davanti a lui un giovane vestito da garzone che si fermò, incuriosito da ciò che cantava e rimase ad ascoltarlo fino alla fine. Quando la canzone finì il giovane, Jean-Claude, offrì al Matto una pagnotta:
-La vostra canzone è splendida, Messere, mi piacerebbe sapere come prosegue e che succede alla bella fanciulla… vogliate farmi l’onore di accettare questo tozzo di pane….
Mentre il ragazzo parlava, Xavier fissava per terra senza mostrare di ascoltarlo o tentare di prendere il pane. Il giovane stava per andarsene quando all’improvviso il Matto parlò:
-Il destino della giovane fanciulla? È questo che vuoi conoscere, strano giovane del pane? Nessuno, neanche Xavier  il matto può saperlo… solo la donna che ci guarda può capirlo…
E ricominciò a canticchiare.
Il giovane rimase interdetto a fissarlo, finche un uomo non lo chiamò, allora il ragazzo si riscosse e si avviò pensando che dopotutto quello che dicevano di quello strano uomo vestito di rosso era vero: era proprio Matto.
Nel frattempo Xavier, come se all’improvviso si fosse stancato di stare lì, raccolse il suo bastone, si alzò e si avviò per la stessa strada dalla quale era venuto, continuando a cantare:
-La bella fanciulla ormai è in pericolo
fuochi di rogo brucian nel vicolo
ma ella testarda non vuole scappare
questo gran Matto la obbliga a restare…
Ella si ferma, lo ascolta interdetta
Poi si avvia con molta fretta
Ora il pericolo è vicino e incalzante
Il fumo dei roghi si avvicina costante,
ma il richiamo del Matto deve ascoltare
continua imperterrita il suo amore a cercare
Cielo nero di fumo e grida
Ecco che alta si innalza la pira
La bella Lilith vien condotta sul rogo
Per liberarla dal malefico giogo.
Per voler il Matto ascoltare
Ora  è troppo tardi per potersi salvare
E mentre le fiamme le lambiscono il vestito
Un lento sorriso le colora il viso
Muore contenta, senza tremare
Il suo unico amore è riuscita a salvare
Nelle crudeli fiamme del fuoco purificatore
Così si consuma il suo immenso amore.
Ormai  non c’è  più nulla da vedere
Della bella fanciulla non resta che cenere
Il Matto riprende il suo viaggio, va ancora a cercare
Color che solo Amore può salvare.
E tu che vivi dove cala la sera
Segui ciò che vedi nella sfera
Il Matto di rosso vestito
Ha sconfitto il nero bandito
Or può riprendere tranquillo il suo viaggio
E voi tutti lo incontrerete come  miraggio.


Lilith la bella alzò lo sguardo dalla sfera di cristallo.
Aveva sperato di sbagliarsi ma ora non c’erano più dubbi, aveva visto quale sarebbe stato il suo destino, e l’avrebbe accettato… L’imporante era che il suo amore si salvasse.
Nell’alzarsi dal tavolo urtò la sfera, che rotolò al suolo, rompendosi.
E dai cocci della sfera si librò un sottile fumo rosso, che restò sospeso per un attimo nell’aria formando una sorta di cuore e poi si dissolse nell’aria.
Xavier il Matto si era dissolto come un miraggio.


 
 

           
   
 
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