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Autore: Deliquium    11/07/2016    2 recensioni
Chi è Saori Kido?
Una dea? Una bambina viziata? La nipote di un magnate nipponico?
Forse nessuna di loro. Forse tutte loro e anche altre.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Rovine'
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Una civetta si dondolava sopra un ramo d'ulivo

 

Letto di Pietra

 

«Saori-sama.»
Sbatti le palpebre quando riconosci il tuo nome pronunciato dalle labbra di Shun.
Sollevi la testa a incrociare il suo sguardo. Dietro di lui, Ikki ti fissa con una sottile ruga di preoccupazione a solcargli la fronte.
Abbassi la testa.
«Dea Athena» ti chiama l'uomo che si è presentato come Milo di Scorpio. «Lasciate che ce ne occupiamo noi.»
Quando il Toro solleva tra le braccia il corpo senza vita di Andréas, il tuo grembo si tramuta in roccia.
Senti il peso dell'assenza. Il dolore …
Vedi Aldaberan rientrare nel tempio, scomparire insieme a lui.
Sono passate solo dodici ore, eppure ti sembra di aver vissuto una vita intera, diecimila vite.
Il cielo si è fatto cupo. La sottile brezza della sera porta con sé la fragranza delle rose che persiste nonostante la dipartita di Christopher.
Ma la notte per te è calata molto prima. È calata quando hai varcato la soglia che separa il mondo degli uomini dal Santuario.
Stupida, ti dici. Stupida. Stupida. Stupida.
Hyoga ti aveva messa in guardia.
Shun aveva espresso perplessità per l'invio della lettera.
È colpa mia, se sono morti.
Poteva essere evitato.
Stringi i pugni e ti auguri che nessuno abbia notato il turbamento che ti ha colta.
Le parole del nonno, tutte le cose che ti ha detto, ti piovono addosso come moniti tardivi.
Seiya si regge in piedi, solo grazie al sostegno di Shiryu.
«Stai bene?» gli chiedi.
Lui stira le labbra in una smorfia.
«Niente che un po' di riposo non possa mettere a posto, Saori.»
Saori.
Un sorriso mitiga il dolore sul tuo volto.
Senti l'abbraccio di una stoffa sulle spalle.
Inclini la testa ad incrociare gli occhi di Aiolia e vi scorgi il tuo stesso dolore.
«La sera non fa poi così caldo ad Athene.» Si giustifica lui.
Ti stringi nel suo mantello e chiudi gli occhi aspirandone il profumo.
Dodici ore e non sei sicura di essere la stessa Saori che è scesa da quell'aereo.
C'è una strana consapevolezza in te. La mente già proiettata alla prossima Guerra. Perché lo sai, lo hai appreso attraverso le visioni tra la vita e la morte che Lui sta tornando.
È per questo che sei ancora in questo mondo.

La sala che accoglie i corpi dei caduti è immersa nella luce soffusa delle candele.
Hai domandato di poter stare sola con loro. Un tempo lo avresti preteso, ma non ora, non questa notte.
Sollevi la testa ad abbracciare con un'occhiata i letti di pietra. I Santi morti e coloro che non lo erano.
«Si chiamava Aurélien.» il dolore nella voce dello Scorpione, quando te lo ha confidato.
Allunghi la mano, le tue dita sfiorano il volto dell'Aquario.
È gelido, più gelido della morte. Nemmeno tu sei riuscita a togliere quel gelo, sebbene tu abbia sciolto tutto il ghiaccio.
Al suo fianco, l'uomo che uccideva in tuo nome. Il collezionista di maschere. Le hai viste le sue maschere quando hai attraversato la Quarta Casa.
«Christopher lo sapeva.» ti ha risposto Aiolia quando hai domandato loro quale fosse il nome di Deathmask.
Gli sfiori i capelli, come una madre, sebbene tu abbia solo tredici anni e lui era un uomo fatto e finito.
«Mi dispiace di non essere stata forte come speravi tu.» sussurri, prima di accomiatarti.
Asura ha il corpo pieno di ferite. Shaka lo ha riportato indietro, con una lenta discesa. Sfiori con la punta delle dita uno dei tagli ormai esangui.
«Possa il tuo animo trovare la pace che non hai avuto in questa vita, Santo del Capricorno.»
Ha il volto di una fanciulla. I capelli biondi, la pelle diafana. Sai che i suoi occhi sono blu come il cielo. Te lo ricordi, sebbene tu non lo abbia mai incontrato.
«Sei stato sfuggente anche in questa vita?» Il sorriso che ti increspa le labbra non raggiunge gli occhi. «In un'altra vita, in un altro mondo, ne sono certa, Christopher, avremmo bevuto il te insieme e avremmo parlato ore e ore, sotto il porticato.»
Cammini verso due letti di pietra, più distanti dagli altri, ma non per questo meno preziosi.
Lui non lo guardi, non ancora. Hai bisogno di raccogliere i pensieri.
Saabir, l'uomo che ti ha quasi uccisa. Non provi odio nei suoi confronti. Lo hai capito adesso: non sapevano!
Se avesse saputo non avrebbe mai levato la sua mano contro di me, ti dici.
«Non è stata colpa tua. Sarebbe accaduto lo stesso. Se non lo avessi fatto tu, Andréas avrebbe trovato un altro modo. Non mi avrebbe mai permesso di vivere.»
Il ragazzo che giace accanto a Saabir è enorme. Le ferite sul suo corpo sono terribili; il volto sfigurato dai colpi.
«Cassios.» dici semplicemente chiudendo gli occhi.
Un pensiero solo per lui attraversa il tuo cosmos.

Lui è lì. I capelli neri, il profilo austero.
L'uomo che ha cambiato il tuo destino. L'uomo che ha cambiato il destino di un dio.
C'è una sedia lì vicino e la trascini fino al suo letto di pietra.
I pugni chiusi sulle ginocchia, le labbra serrate.
Quest'uomo ha tentato di ucciderti quando eri bambina. Ha ucciso il vecchio Gran Sacerdote, ha ucciso l'Altare e indirettamente il Sagittario. Lo ha reso un traditore. Per sua volontà non ti è rimasto quasi nessuno.
E la guerra sta arrivando. Lo senti scorrere nelle tue vene mortali, lo senti vibrare nel tuo cosmos divino.
Quando guardi Shun il terrore ti prende e non sai perché.
«Mi hanno detto, Andréas, che eri il migliore tra tutti i Santi.» La voce ti si spezza, chini la testa, stringi la veste. «Perché mi avete lasciata sola?» la tua voce è quella di una bambina. Sei una dea. Eterna. Non c'è inizio non c'è fine. Eppure le tue spalle sono scosse dai singhiozzi. «Ci saremmo seduti nel giardino degli ulivi e tu con ancora indosso la Veste di Gemini mi avresti raccontato della tua ultima missione e Orestes sarebbe stato con noi, con la veste scura e le tre collane e l'elmo da Gran Sacerdote e magari sarebbero arrivati anche Christopher e Deathmask e tu lo avresti ripreso per il suo linguaggio scurrile. Perché lo so, me lo sento, lui non avrebbe avuto peli sulla lingua. E poi, sarebbe venuto Aurelién e il Cancro lo avrebbe scimmiottato per il suo accento francese, sotto lo sguardo severo di Asura che sarebbe rimasto in silenzio ad ascoltare.»

 

Note dell'Autrice - in questo breve racconto, ho immaginato un commiato. Personalmente, ho sempre creduto che Saori non abbia riportato in vita i bronze, ma sia stata in grado di salvarli solo perché erano ancora vivi. Più morti che vivi, ma pur sempre vivi. Non ha potuto fare lo stesso con gli altri, in quanto già morti, quindi, già appartenenti ad Hades.
Qui, uso volontariamente i nomi di battesimo per i morti.
Il mio headcanon è duplice – vado a prendervi i sali! - “Rovine” e “Sincretismo”. “Rovine” sono le storie che scrivo stando in canon – per quanto possibile! “Sincretismo” segue una storia tutta sua, che io ho già in mente, devo solo estrapolarla dal mio cervello, ma credo che la lobotomia non sia una scelta oculata.
Tuttavia, entrambe le serie hanno ripetuti richiami l'una all'altra. Se non vi torna qualcosa, chiedete pure!
Veniamo ai nomi. La prima autrice che mi ha introdotto all'idea del "Diamo a sti poveracci dei nomi come dio comanda!" è stata Francine. Visto e considerato che l'idea ha una logica inoppugnabile e che io non posso assolutamente farmi sfuggire l'occasione di dare nomi a destra e manca ...  Aurélien, Asura, Christopher, Andréas, Saabir, Orestes sono rispettivamente i nomi di battesimo di Camus, Shura, Aphrodite, Saga, Ptolemy/Betelgeuse, Aiolos.
“Letto di Pietra” si regge sul desiderio di Saori Kido di un epilogo diverso, di una realtà diversa che Athena vivrà in “Sincretismo”. C'è un richiamo da qualche parte alla Terra Desolata di Eliot, solo che là era un colonnato, parlavano per un'ora intera e bevevano caffè. ;)

 

 

 

Questa è opera di fantasia.
Saint Seiya, i suoi personaggi e ogni richiamo alla serie citata appartengono a Masami Kuramada. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma solo come omaggio da parte di un fan. Tutti i personaggi, gli episodi e le battute di dialogo sono immaginari, e non vanno riferiti ad alcuna persona vivente né intesi come denigratori. In particolare, i personaggi, le ambientazioni e le situazioni da me create, mi appartengono; per poterli utilizzare altrove, o per riprodurre questa storia o parti di essa è necessario il mio consenso.

   
 
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