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Autore: Tye Menkauhor    20/04/2009    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è ambientata qualche tempo dopo la serie try. Lina e Gourry hanno una loro meta, ma l'arrivo di due nuovi persoanggi sconvolgerà i piani di tutti, guidandoli verso i guai!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Capitolo 6

L

a colazione di quella mattina fu consumata nel più rigoroso silenzio. Nessuno osava cominciare a parlare per primo, nemmeno evitando l’argomento che più assillava tutti quanti.

Sembravano fare a turno a sbirciare di sfuggita Will, nel tentativo di cogliere qualsiasi sua reazione, ma il giovane rimaneva apatico con lo sguardo basso e scuro.

Lina continuava anche a ripensare all’incubo avuto quella notte: Zirna avrebbe davvero eliminato tutti quanti? Sarebbe stata in grado di evocare un Giga Slave, mettendo in pericolo il mondo intero? Sapeva che non si doveva fidare di quei messaggi notturni, dopotutto era un demone della peggior specie a causarglieli. Era molto adirata anche con se stessa, poiché nonostante sapesse che si trattava di un sogno, si faceva soffocare e sconvolgere dalle emozioni. Cominciò a pensare che si trattasse di un incantesimo molto potente, capace di controllare le sue reazioni emotive. “Come posso liberarmene?” si chiese sconsolata, mentre masticava lentamente un boccone di galletta secca.

“Will… come ti senti?” Zirna tentò di comunicare con il fratello tramite la telepatia: poteva imbarazzarlo parlarne davanti ai compagni. Il ragazzo non le rispose, ma sollevò lo sguardo nella sua direzione. Il lieve movimento fu però percepito da tutti, che puntarono gli occhi su di lui. Will si guardò attorno, triste e imbarazzato, e tornò a fissare il terreno.

-Oooohhhh! Ora basta ragazzo! Non ho intenzione di continuare il viaggio con te che hai la faccia da funerale! Cerca di scuoterti, o ti lascio qui e me ne vado per i miei interessi!- sbraitò Lina, mettendo in atto una delle sue tattiche preferite: stimolare una reazione con una punzecchiatura. La fissarono tutti sbalorditi, addirittura Will levò la testa verso di lei.

-Lina, ma come puoi parlare così…- cominciò Ameria, ma fu interrotta da un movimento inaspettato. Will si era alzato in piedi, e si dirigeva verso la maga, che in tutta sincerità non sapeva cosa aspettarsi da quel giovane lunatico. Il principe si fermò di fronte a lei, lo sguardo serio e concentrato: allungò il braccio, e posò la mano sinistra sulla spalla della ragazza, avvicinandola un poco a sé. Poi si chinò per giungere al suo orecchio, e le sussurrò: -Ti prego, se succede di nuovo, uccidimi! Io… temo quello che potrei farvi…- la sua voce era dura, determinata, per nulla simile a quella del ragazzo dolce e vitale che era sempre stato fino a quel momento. Lina comprese che il pessimismo si stava impossessando della comitiva, e soprattutto di quei due elementi mezzo elfici. Non poteva permetterlo, né per loro, né per lei. Con la destra afferrò l’orecchio di Will che era ancora alla sua portata: -Brutto imbecille che non sei altro! Credi che ti darò l’occasione di perdere di nuovo il controllo? Non dovrò uccidere nessuno che non sia un demone che ostacola i miei progetti di ricchezza, quindi non farmi perdere inutilmente le energie riportandoti alla calma! INTESI?- la sua voce era altamente minacciosa.

-Ahi ahi ahi!- si lamentò Will, con l’orecchio ancora stretto tra le dita della maga. I compagni si guardavano perplessi tra loro, avendo compreso l’intento di Lina, ma forse non approvandone appieno i metodi violenti.

-Ora ripeti che non farai più la faccia da cane bastonato! RIPETILO!- comandò la ragazza, tirando ancora di più il padiglione auricolare che era ormai violaceo.

–N-no… non lo farò più! Lasciami!-disse Will. Lina lasciò la presa, soddisfatta del risultato ottenuto. In quell’istante di distrazione però, il ragazzo reagì: prendendola per le spalle la buttò a terra, e si sedette sopra di lei con le ginocchia appoggiate a suolo ai lati dei suoi fianchi. Con le mani teneva premute a terra le braccia della ragazza, in modo che non si potesse divincolare, e la fissò con aria di sfida: -Tu non osare andartene prima che questa storia sia finita, capito? E’ una promessa!-. Il tono della sua voce era quello di uno scherzo, ma a Lina non sfuggì la serietà che c’era negli occhi blu del giovane: con quale senso aveva inteso quell’ “andartene”?

Ma la cosa più importante in quel momento, era la posizione molto imbarazzante in cui si trovava: al resto avrebbe pensato dopo. Non poteva muovere le mani, perché la stretta del giovane sopra di lei era molto forte, ma era comunque capace di utilizzare un bell’incantesimo per punire la sua sfrontatezza. –Palla di fuoco!- recitò velocemente, e una sfera incandescente comparve nella sua mano aperta. La scagliò immediatamente verso il giovane, ma questo, avendone avuto il sentore, si scostò in fretta, evitandola per un pelo. Non appena Lina fu di nuovo in piedi, si diresse lenta e minacciosa verso il principe di Lanthas. Will comprese che lo sguardo infuocato della maga non significava certo nulla di buono, e corse ai ripari dietro Xellos.

-Xel! Ma quando sei ricomparso?- chiese Lina stupita, notando solo in quel momento il demone, ed esprimendo la domanda che si stavano tutti ponendo.

-Mentre voi due facevate i vostri comodi stesi a terra!- rispose il demone con malizia, sogghignando.

Lina divenne completamente rossa in viso: -Noi non stavamo facendo nulla! Questo moccioso impertinente ha solo cercato di scherzare con il fuoco, e ho intenzione di dargli la punizione che merita, quindi scostati e lasciami concludere!-.

-Che bisogno c’è di scaldarsi così tanto? E’ giovane, ha solo voglia di giocare!- sorrise con innocenza Xellos.

–GIOCARE?!- sbottò la maga adirata, tirandosi su le maniche. –Anche io ho voglia di giocare ora!- batté le mani davanti al petto, e una sfera color rubino comparve tra le palme semiaperte.

–Palla…-. In quel momento Xellos si spostò rapidamente di lato, lasciando senza scudo Will. Il ragazzo si guardò in giro velocemente, cercando una via di fuga. I compagni lo fissavano, senza però muovere un dito in suo soccorso: forse che dovevano tutti prima o poi essere pestati da quel peperino di Lina Inverse?

Nell’istante in cui la sfera infuocata venne scagliata, Will si gettò a terra, evitando per la seconda volta in pochi minuti di finire abbrustolito.

–I riflessi non gli mancano!- commentò divertito Gourry, annuendo in direzione del giovane.

–In compenso pecca di buon senso! Mai mettersi contro Lina dopo una colazione così misera!- sogghignò la chimera.

-Io ancora non riesco a capire… sembrava così demoralizzato fino a qualche istante fa, e ora gioca e scherza come un bambino…- Ameria scosse la testa, nel vano tentativo di trovare una spiegazione che si adattasse al tipo di comportamento così mutevole del principe.

-Ma cosa avrebbe dovuto demoralizzare Will?- Xellos si era avvicinato a Zirna, e le aveva sussurrato la domanda in modo tale che gli altri non potessero sentirla. Era di nuovo rimasto indietro sugli avvenimenti, e non poteva certo venirne a conoscenza tramite i servizi demoniaci solitamente sfruttati: si trovava proprio in una situazione imbarazzante, e in fondo in fondo, era tutta colpa di Zirna.

-La prossima volta vedi di non sparire sul più bello, e non avrai bisogno di chiedere spiegazioni!- rispose acida la bianca ragazza, senza guardarlo, e mantenendo gli occhi fissi sul fratello.

Nel frattempo Will si era risollevato in piedi, e molto cautamente stava cercando di allontanarsi da Lina, che ben lungi dall’essersi acquietata, aveva già preparato un altro incantesimo da scagliargli contro.

Ad interrompere il diverbio che pareva non voler finire, fu un rumore lontano.

La pianura era rimasta fino a quel momento silenziosa: a causa dei loro schiamazzi anche gli uccelli avevano smesso di cantare e si erano allontanati. I compagni si guardarono attorno attenti, cercando di comprendere l’origine di quel rumore ritmico che sembrava anche molto familiare. Will rimase fermo immobile, le orecchie tese. Lentamente volse il capo verso ovest, facendo comprendere anche agli altri che qualcuno si avvicinava da quella direzione.

-Attenzione- sussurrò Lina. Zelgadiss e Gourry posero mano all’elsa della spada, mentre Ameria cercava di vedere se da quella parte si scorgessero figure in movimento. In un primo momento si distinse un piccolo polverone, mentre lo scalpiccio degli zoccoli si avvicinava nella loro direzione. Poi si stagliarono nettamente contro l’orizzonte due figure a cavallo. Senza una parola, i compagni di viaggio si strinsero a semicerchio, mantenendosi sulla difensiva, anche se potevasi trattare di innocui viaggiatori.

Aspettarono per un tempo che parve interminabile che i due cavalieri li raggiungessero, poiché sembravano non avvicinarsi minimamente. Infine, gli uomini li raggiunsero, e si fermarono davanti a loro con un’espressione a mezzo tra il sorpreso e il felice.

Tra i due fu il più alto a parlare, un uomo sulla quarantina, con folta barba nera e capelli dello stesso colore cortissimi. -Bene bene bene! Da quanto tempo non si vede gente da queste parti!- disse con un ampio sorriso, squadrando i sette forestieri.

-Mi scusi buon uomo, sa dirci per cortesia, dove si trova il villaggio o la città più vicina?- chiese educatamente Ameria, facendo un passo avanti verso il cavallo.

-Ameria, non credo che questo tipo ci darà delle informazioni così facilmente!- sogghignò Lina, facendo un cenno con la testa verso l’uomo.

Il cavallo baio scalpicciò sul posto, irrequieto, e l’uomo lo tranquillizzò con una carezza sul collo. L’altro cavaliere, poco più che un ragazzino, si avvicinò con aria timida, e rivolse uno sguardo interrogativo al compagno, che annuì in risposta. Dalla bisaccia del cavallo fulvo, il giovinetto estrasse un foglio ed una penna, e si preparò a scrivere qualcosa.

-Allora, vediamo vediamo…- cominciò l’uomo dalla barba nera, fissando i viaggiatori uno ad uno. -Direi che ci troviamo di fronte ad un religioso… dico bene?- chiese rivolgendosi a Xellos.

Il demone sorrise, grattandosi imbarazzato la testa: -Un prete, sì…- confermò.

-Kees, segna un prete. Poi, un moccioso come te, due bimbette, un guerriero, un… ehm, e questo come lo segniamo?- si domandò grattandosi la barba e continuando a fissare Zelgadiss. Una goccia di sudore comparve sulla tempia della chimera, che si trattene a stento dal rispondere malamente all’uomo. -Bo! Metti golem, o mostro, fai un po’ tu! Infine… ahi, un’altra cosa strana… scrivi ragazza tutta bianca. Dubito che il capo possa capire, ma se non ci fornisce la lista completa delle creature che si possono incontrare, io non so cosa farci!- concluse in tono polemico.

Kees segnò tutto con cura, poi partì veloce al galoppo tornando sui propri passi.

-Io credo di avere capito male… non mi hai contata come bimbetta, vero?- chiese Lina stringendo il pugno.

L’uomo rispose gioviale: - Certo che sì: avrai si e no dodici anni, non potevo certo indicarti come ragazza! Poi gli altri si aspettano chissà cosa…-.

Ameria puntò il dito verso il barbuto, imbronciatissima: -Tu hai creduto che anche io fossi una bimbetta di dodici anni?! Ma è imperdonabile!-.

-Ameria, mi sono arrabbiata prima io, lascia che gli dia la dimostrazione di cosa è in grado di fare questa bimbetta!- ghignò crudelmente Lina.

–Aspetta Lina!- Zelgadiss aveva fermato la maga, ugualmente adirato per essere stato elencato come “mostro” o “golem”. “Tsè, golem… quegli stupidi pupazzi di fango…” pensò stizzito. –Prima di farne un arrosto, potremmo estorcergli qualche informazione… magari in modo molto doloroso!- aggiunse con un sogghigno.

-Zel, non è da te!- gli sorrise in risposta Lina.

L’uomo ascoltava la discussione senza comprendere nulla, e se ne rimaneva tranquillo sul suo cavallo, ritenendo con ogni probabilità di essersi imbattuto in un manipolo di pazzi, o di cabarettisti di un circo.

A lui si avvicinò Gourry, con aria socievole e divertita. –Io se fossi in lei non rimarrei così calmo… vede, non solo ha offeso Lina, il che è già un biglietto di sola andata per l’ospedale, ma addiritura Ameria, ed è riuscito a fare arrabbiare anche Zel… le giuro che non vorrei essere nei suoi panni.-

-Tu mi sembri il più capace qui in mezzo, guerriero: spiegami in cosa ho sbagliato! Mi secca avere spedito un rapporto scorretto al mio capo.- gli rispose l’uomo.

Lina e Zel avevano smesso di ghignare tra loro pensando a come punire l’uomo, e si erano messi ad ascoltare il suo discorso a Gourry. Lina rimase seria per un istante, poi scoppiò a ridere a crepapelle, tenendosi la pancia e finendo quasi in ginocchio. -Lui… il più capace?- riuscì a dire tra una risata e l’altra.

La chimera se la rideva sotto i baffi, mentre Gourry fissava imbronciato la maga, ancora piegata in due dalle risate. -Non è carino da parte tua, Lina!- disse risentito.

-Scusa… scusa Gourry… ma lo ha detto così seriamente…!- si giustificò la ragazza continuando a ghignare.

-Voi non mi sembrate tutti normali… si può sapere cosa fate in questi territori, e chi siete?- chiese l’uomo, senza scomporsi minimamente.

Will fece un balzo in avanti, e con volto fiero, puntando il dito verso Lina, disse: -Lei è la terribile Lina Inverse, sterminatrice di ladri!-.

Calò un silenzio imbarazzato. -Uh? E chi sarebbe? Mai sentita nominare prima!- rispose l’uomo.

Lina e Will finirono a gambe all’aria. Non la conosceva? Non sapeva chi era Lina? Ma viveva fuori dal mondo?

-Su, Lina… devi lavorare ancora per far giungere la tua fama in territori così lontani…- sogghignò Zelgadiss sarcastico.

-MA COME? Io salvo il mondo da Shabranigdoo… lo salvo ancora da Fibrizio… e poi di nuovo da Dark Star… e ancora non mi si conosce?- gridò esasperata la maga. –Ma cosa devo fare? Devo distruggerlo il mondo per ottenere un qualche riconoscimento? Quanta ingratitudine!- continuò a lamentarsi.

-Viva la modestia…- sussurrò Zirna tra sé.

-Sentite, ora mi state davvero stancando. Se non volete finire già da ora legati come salami, ditemi cosa state cercando qui!- li minacciò l’uomo, riportando su di sé l’attenzione. Il suo viso aveva assunto un’espressione dura e ostile, e la mano si era avvicinata alla spada portata al fianco.

Lo fissarono tutti con aria di sufficienza, ma fu Zirna a parlare. -Cosa vorresti fare tu? Credi davvero di poterci sconfiggere?- si avvicinava lentamente all’uomo, con uno sguardo agghiacciante.

Il baio scalpicciò di nuovo, irrequieto e spaventato. L’uomo si armò di coraggio, e scese dalla cavalcatura per affrontare la ragazza.

-Sono Toner, prima sentinella dello squadrone dei Predoni di Marto. Mi dispiace ragazza, caschi male, sono un guerriero imbattuto!- disse spavaldo impugnando l’arma e disponendosi al combattimento.

Zirna si voltò a fissare divertita Lina. –D’accordo Zirna, è tutto tuo!- approvò la maga.

-Grazie Lina! Gli sbruffoni maschilisti non li sopporto proprio!- tornò a guardare Toner, facendo schioccare le ossa delle dita.

-Vorresti affrontarmi a mani nude? Ti consiglio di farti prestare una spada, ragazzina!- la derise l’uomo.

-Ma si, rendiamo tutto più divertente… Zelgadiss, dà la tua spada a Zirna.- sogghignò Xellos con gli occhi socchiusi, e un sorriso crudele sulle labbra.

-Io non accetto ordini da te! Hai capito?!- rispose arrabbiata la chimera, mentre Lina guardava Xellos con aria interrogativa: -Senti un po’, ma ti sembra che abbiamo tempo da perdere?-.

Il demone non rispose, e si limitò a sorridere come era solito.

Zelgadiss con una scrollata di spalle e una sbuffata, si rassegnò a stare al gioco, e porse la spada al Fantasma.

-Bene, Toner… ora sei contento? Possiamo cominciare?- lo fissò ironica, inarcando un sopracciglio.

-Non avrò pietà per te anche se sei una donna. Ti atteggi troppo a superiore per i miei gusti. Preparati, non avrò alcun riguardo!- l’uomo attaccò per primo, correndo verso Zirna.

La bianca ragazza schivò l’assalto, ma non tentò di colpire l’avversario. Si trovarono di nuovo l’uno di fronte all’altra, squadrandosi rispettivamente con attenzione.

-Speriamo che non sia una cosa lunga!- bofonchiò Lina, lasciandosi cadere pesantemente a terra. -Avrei voluto conciarlo io per le feste, quel barbone pidocchioso… ma è giusto che anche lei si diverta ogni tanto.- sospirò, e si rassegnò a guardare lo scontro da semplice spettatrice. Per un momento rimase a fissare Zirna, sovrapponendo la ragazza in movimento all’immagine del sogno. Poteva essere la Distruzione? Scosse la testa, e tornò a prestare attenzione al combattimento.

-Guarda Zel, non ti sembra lo stesso atteggiamento di Will?- domandò Ameria alla chimera, seguendo con lo sguardo Zirna, che continuava a schivare velocemente, evitando di portare attacchi diretti all’avversario.

-Come?- chiese Zelgadiss, senza staccare gli occhi di dosso alla sua spada. Perché non la usava? Aveva timore di danneggiarla? Era un’ottima arma, non temeva alcun combattimento, e lo si poteva comprendere subito dalla sua fattura. E allora per quale motivo non attaccava? Non riusciva a comprenderlo. Gli sembrava di percepire nei movimenti di Zirna una certa esitazione: era qualcosa di diverso dal modo di combattere, seppure ancora immaturo, di Will. Infatti, per quanto non avesse una gran tecnica, il giovane principe di Lanthas non mostrava esitazioni di nessun tipo, era anzi perfettamente coerente durante la battaglia, e sembrava volerla evitare finchè possibile, per poi impegnarsi a fondo qualora non ci fosse altra scelta. Ora Zirna se l’era andata a cercare di proposito, eppure non attaccava… uno strano comportamento… possibile che non sapesse utilizzare una spada?

Gourry osservava con occhio esperto il combattimento, e ad ogni minuto si faceva sempre più teso, finchè non si decise a parlare: -Lina, quell’uomo ha davvero una buona, anzi, buonissima tecnica… non credo che Zirna possa batterlo usando la spada…- disse preoccupato.

-Gourry, non dimenticare chi è Zirna. Se dovesse vedersela troppo brutta userà un incantesimo per togliersi dai guai!- terminò con uno sbadiglio, stirandosi le braccia verso l’alto.

Quella seccatura di un demone la aveva cacciata in quello che sembrava un vicolo cieco: un duello di spada. La conosceva fin troppo bene: nelle sfide rispettava tutte le regole, anche se ciò poteva voler significare non usare la magia, come in questo caso. “Accidenti a te Xellos! Mi vuoi mettere in cattiva luce con gli altri…”. Cosa doveva fare? Non poteva continuare a schivare in eterno. Inoltre, più stringeva nel pugno la spada, più le sembrava di sentire un’eco lontana che rimbombava nella sua testa, avvicinandosi, e divenendo sempre più distinta. Un incantesimo. Lo pronunciava una voce familiare. Il padrone della spada?… Zelgadiss…? Quali erano le parole? Non doveva ascoltarle, rischiava di fare partire l’incantesimo stesso, involontariamente. E allora sarebbe stata la fine. Sette anni vissuti in mezzo ai demoni avevano segnato tante cose nella sua vita. La sua tecnica di spada era fatta per uccidere… al primo colpo. Per questo non attaccava. Voleva trovare una scappatoia, un modo per sconfiggere l’uomo senza doverlo barbaramente massacrare sotto gli occhi dei compagni. Ma l’eco di quell’incantesimo si faceva sempre più forte.

Un istante solo di distrazione, il breve momento di trattenere in gola l’Astral Vein che ne voleva uscire, e fu atterrata da Toner.

-Mi dispiace ragazza. Te lo avevo detto che non ti avrei concesso riguardi di sorta!- l’uomo puntò l’arma alla gola di Zirna, ancora seduta a terra.

Lina balzò in piedi, pronta ad intervenire, mentre i compagni fecero assieme un passo in avanti. Xellos però li fermò, avanzò attirando l’attenzione anche di Toner, e si rivolse a Zirna: -Che razza di incapace! Ti fai atterrare così facilmente da un comune essere umano! Stupida!- la fissò con disprezzo. La ragazza ricambiò lo sguardo del demone, e cominciò a sentire una rabbia incontrollabile salirle dal profondo dello stomaco, mentre la mente le si annebbiava. Con grande agilità si liberò dalla pericolosa posizione in cui si trovava, e impugnò la spada, con l’intenzione di attaccare. Un sorriso maligno si dipinse sulle sue labbra, mentre la nera pupilla verticale si stagliava in un’iride sempre più chiara, da divenire quasi bianca.

-Oh no!- fu il commento preoccupato di Will, nel vedere che la sorella stava pericolosamente liberando la parte demoniaca sopita in lei.

-Bene!- esclamò divertito Xellos, compiaciuto che in qualche modo il suo piano avesse funzionato. Si sarebbero accorti tutti di cosa era capace quella ragazza.

Zirna attaccava con sempre maggiore frequenza e foga, e Toner era decisamente in difficoltà, quando a peggiorare la situazione: -Astral Vein!- gridò la ragazza, scagliandosi verso di lui, con la spada illuminata di magia.

-Se va avanti così, lo ammazzerà!- gridò Ameria preoccupata. Gourry estrasse la spada e avanzò verso i due, con lo scopo di separarli, e mettere fuori gioco il predone, senza però ucciderlo. Avevano bisogno di indicazioni e informazioni, e dubitavano tutti quanti di poter trovare in poco tempo un altro essere vivente in quel territorio deserto.

L’arma, potenziata dall’incantesimo, e dalla furia stessa del Fantasma, calò velocemente sulla testa di Toner, ma si arrestò prima di colpire.

Toner seguì, con sguardo spaventato, la spada sospesa pericolosamente sul suo capo. La mano di Zirna era stata bloccata: la chimera si era mossa con rapidità, e aveva fermato il colpo immobilizzando il polso del boia.

-Cosa stai facendo?- le domandò Zelgadiss arrabbiato.

-Togliti dai piedi!- rispose glaciale il Fantasma.

I due si fissarono con freddezza negli occhi. Il silenzio era totale: anche il malcapitato Toner aveva trattenuto il respiro affannato, tenendo sotto controllo, con la coda dell’occhio, l’arma che pendeva sulla sua testa come una vera spada di Damocle.

Ameria preoccupata, era rimasta con il fiato sospeso, mentre fissava il ragazzo che stava sfidando il Fantasma. Lina le si avvicinò lentamente, e posò una mano sul braccio della principessa, facendola sussultare leggermente. Ameria guardò la maga, che senza voltarsi a osservare l’amica, annuì in segno di conforto.

-Lascia la mia spada!- ringhiò la chimera, stringendo con la forte mano il polso della ragazza, sentendo la pressione delle sue ossa nel palmo.

-Sciocco! Ti stai mettendo nei guai, ne sei cosciente?- rispose sprezzante il Fantasma, con voce che non aveva più nulla di umano. Non cercò di liberare il polso bloccato, ma alzò la mano libera, pienamente intenzionata a scagliare un incantesimo a distanza ravvicinata contro Zelgadiss. Il ragazzo però non distolse gli occhi da quello che ormai riconosceva come un demone, e quasi involontariamente le mollò un sonoro ceffone in viso. –Maledizione! Torna in te!- gridò mentre il Fantasma, sconcertato, si portava la mano alla guancia arrossata, e fissava con odio colui che aveva osato colpirla.

Nessuno si era accorto che Toner si stava allontanando furtivamente, nella direzione del baio che scalpicciava nervoso. O meglio, QUASI nessuno! Gourry gli aveva permesso di fare qualche passo, in modo tale che l’uomo si allontanasse dalla portata di Zirna; poi fingendo di indietreggiare si era avvicinato a lui abbastanza da metterlo fuori gioco con un semplice lancio della spada. La sua mira era stata invidiabile anche questa volta: con l’elsa della sua arma aveva colpito la testa dell’uomo, che si era accasciato a terra privo di sensi con un sordo PUNF. Lina gli aveva rivolto un veloce sguardo di assenso, ed era tornata a fissare Zelgadiss. “Cosa sta cercando di fare? Temo che sarà necessario intervenire, se voglio evitare il peggio!” si decise a muoversi, avanzando determinata. Non riusciva però a cancellare dalla sua mente un’insistente voce che continuava a ripetere “La Distruzione! La Distruzione!”.

-Non avvicinarti ragazza!- l’ammonì Zirna, scagliandola direttamente su Will, che finì a terra sotto il peso della maga. –E’ diventata una questione personale, non è vero, sassolino?- sorrise maligna a Zelgadiss, sollevandogli il mento con l’indice della mano ancora libera.

Il ragazzo ricambiò lo sguardo di sfida, stringendo i denti.

-Dannazione! Ma come si è permessa di colpirmi! Essere uscita dai gangheri non le consente di allontanarmi in questo modo! Adesso farà i conti con me!- ora anche Lina stava perdendo la pazienza, e si agitava scalciando ancora a terra. –Lasciami andare!- gridò furibonda.

-Lina! Se continui ad agitarti così mi spezzerai un braccio!- disse Will, ingarbugliato al corpo della ragazza.

-Ma cosa…?-

-Il mio braccialetto! Si è incastrato nella tua cintura durante la caduta, e se ti agiti non riesco a liberarmi!-

-Anche questa!- la maga si alzò in piedi, senza prestare troppa attenzione ai lamenti di dolore del giovane principe, il cui polso penzolava al fianco di Lina.

-Oh! Avanti, muoviti!- lo incalzò.

-Faccio quello che posso! Ma tu stai ferma!- rispose risentito Will, armeggiando con il bracciale e la cintura.

Nel frattempo la situazione era peggiorata: Zirna aveva lasciato la spada, e la mano bloccata da Zelgadiss si era stretta attorno al braccio del giovane, contemporaneamente scagliando un incantesimo che lo aveva tramortito. La chimera aveva mollato la presa, e fatto alcuni passi indietro, scuotendo la testa come per schiarire la visuale annebbiata dopo il colpo ricevuto. Velocemente aveva recuperato la spada con un balzo laterale, e schivato una sorta di fireball, che si era schiantata a terra provocando una piccola voragine fumante.

Si lanciò al contrattacco, gridando l’incantesimo dell’Astral Vein, e brandendo la spada. Il Fantasma si mise a ridere sprezzante, e attese il colpo senza muoversi. Fermò l’arma con le bianche mani, fissando negli occhi l’avversario, e sussurrando un incantesimo incomprensibile con voce melliflua. Zelgadiss cercò di recuperare la spada, ma la ragazza non lasciava la lama. Poi, si accorse del freddo… saliva dal basso, stringeva le sue membra in una morsa avvolgente, lo privava di qualsiasi sensibilità. Sconcertato guardò verso terra: il ghiaccio avvolgeva già le sue gambe! E continuava a salire rapidamente. Ma l’incantesimo non si fermava alla paralisi del suo corpo: non riusciva più a ragionare con chiarezza, la sua mente era annebbiata, si rifiutava di aiutarlo in quella situazione di pericolo. Fece appena in tempo a comprendere che le parole sussurrate da Zirna avevano come reale obiettivo l’ottenebrazione della mente, e perse i sensi, rimanendo imprigionato nel ghiaccio. Ridotto in quello stato non si era potuto accorgere del tentativo dei suoi amici di accorrere in suo soccorso.

Ameria si era scagliata contro il Fantasma, usando la levitazione per intervenire più velocemente, e lanciando flare arrows a raffica, senza però riuscire a colpire la ragazza. Zirna senza scomporsi aveva lanciato una fireball contro la principessa di Sailoon, che fu in grado di elevare una barriera per proteggersi, finendo per indietreggiare trattenendo il colpo. A quel punto era stato Gourry a farsi avanti, senza però l’intenzione di ferire la ragazza, nonostante avesse attaccato i suoi compagni. Ma anche contro di lui Zirna scagliò un incantesimo, sbalzandolo a distanza di sicurezza.

-Ora basta!- gridò Lina, facendo la sua comparsa di fronte al Fantasma… con Will ancora agganciato alla sua cintura…

-Lina… vorrei ricordarti che io sono ancora qui…- le sussurrò il principe, mezzo ricurvo, al suo fianco.

-Tu! Cosa vorresti fare? Siete ridicoli!- Zirna li fissò divertita, scostandosi appena dalla scultura di ghiaccio che era diventato Zelgadiss.

“Ecco, brava… così, allontanati!” –Will, stammi dietro!- gli ordinò Lina, facendo un balzo di lato e recitando sommessamente la formula per un semplice Dire Brand. Quando Zirna si spostò di lato per seguirla, scagliò l’incantesimo, moderandone la potenza, per evitare di colpire anche solo di striscio Zelgadiss. Rinchiuso in una sorta di bara di ghiaccio, rischiava di andare in mille pezzi per qualsiasi colpo subito.

-Wind Shield!- recitò il Fantasma.

-Zirna! Cerca di opporti! Torna in te stessa!- gridò il fratello, tentando di riportarla alla ragione.

-E’ inutile Will, non ti ascolta! Siamo costretti a farla ragionare con maniere poco ortodosse! Tieniti saldo!- lo ammonì. Si sollevò in volo con il giovane aggrappato in vita. Come previsto Zirna la seguì.

-Palla di fuoco!- dal basso Ameria tentò di cogliere il Fantasma di sorpresa, e per poco non riuscì a colpirla.

-Lina… ho scoperto una cosa…-le disse Will, cercando di nascondere il viso in qualsiasi piega dell’abito della maga.

-Cosa?- gli domandò la ragazza, continuando ad allontanarsi, inseguita da Zirna.

-Soffro di vertigini! E sto per vomitare!-

-E ME LO DICI SOLO ORA?- gridò di rimando, esasperata. Controllò che la distanza dai compagni fosse sufficiente, e scese di nuovo a terra. –Va meglio adesso?-

Will era pallidissimo, tremava come una foglia, e per qualche strano motivo, il suo ciondolo stava emettendo una debole luce. Deglutì, calmandosi un poco, e con uno strattone si liberò del braccialetto, rompendone la chiusura incastrata nella cintura di Lina.

-Ma cosa devo vedere? Un ometto terrorizzato dalle altitudini…- disse beffarda Zirna, fermandosi di fronte ai due.

-Will, allontanati da qui… io e la tua cara sorellina abbiamo da fare!- Lina sembrava determinata; sospinse William dietro di sé, e si preparò a fare sul serio.

-No! No Lina!- la supplicò il giovane.

Una mano lo afferrò per la spalla, tirandolo indietro. –Xellos! Ti prego! Fermale!- Will era più spaventato che preoccupato. Afferrò il demone per il collo della maglia, e lo fissò negli occhi con tale intensità, che Xellos rimase senza parole.

Le due ragazze avevano cominciato a combattere a suon di incantesimi, ma il Fantasma, sebbene ne avesse la possibilità, non aveva ancora scagliato nulla di veramente pericoloso. Lina aveva compreso che qualcosa la frenava: non aveva ucciso nessuno, nemmeno Zelgadiss, quindi non era ancora del tutto perduta.

-Will, ragiona: mi odia! Come posso fermarla?!- cercò di schermarsi Xellos, sorridendo imbarazzato al giovane. Ma Will non lasciò la presa, e continuò rabbioso: -Tu lo sapevi, tu l’hai provocata! TU ORA LA FARAI TORNARE COME PRIMA!- era un ordine. Quella voce dura, sprezzante, che non temeva di confrontarsi con lui, il priest forse più potente in circolazione… perché tutto ciò non gli era nuovo? Sentì una sensazione a lui poco consona, attraversargli la spina dorsale: un brivido. Scomparve, lasciando nelle mani strette di Will solo aria impalpabile.

Ricomparve nel mezzo del campo di battaglia.

-Maestro!- esclamò il Fantasma.

-Xel, che intendi fare?- domandò Lina, senza perdere la concentrazione.

-Zirna, ora basta!… Ma tu guarda che mi tocca fare…- aggiunse tra sé. Si portò di fronte alla discepola, cercando di mantenere un certo contegno.

-Umpf! Stavo quasi dimenticando che ormai non sei più il mio maestro… non ho l’obbligo di eseguire i tuoi ordini! Fatti da parte! O preferisci prendere il posto di questa streghetta?- ribattè la bianca ragazza, facendo un cenno con la testa verso Lina.

-Streghetta?! Ma come ti permetti?!- brontolò la maga.

-Beh, non mi lasci altra scelta!- sbuffò Xellos, scomparendo e riapparendo alle spalle del Fantasma. La ragazza si voltò in fretta, aspettandosi un attacco magico. Invece il demone calò il suo inseparabile bastone sulla sua spalla, facendola crollare a terra priva di sensi.

-Xel! Le hai quasi staccato un braccio! Sei impazzito?- gridò Lina, accorrendo verso la ragazza a terra, raggiunta anche da Will.

-Oh, andiamo Lina, tu non volevi trattarla molto meglio!- si giustificò sorridendo. –Vedrai che quando si risveglierà, a mala pena si ricorderà di quello che ha combinato!- concluse.

-Torniamo dagli altri- Lina si alzò, sollevando Zirna facendo passare il braccio sano attorno alle sue spalle. –Ho bisogno dell’aiuto di Ameria per curare una frattura di questo tipo… non riesci ad andare leggero nemmeno con la tua allieva, eh Xellos?- rivolse un’occhiataccia al demone, che si avviò senza preoccuparsene, con lo sguardo pensieroso.

-Lina! Tutto bene? Cos’è successo?- Gourry sembrava un po’ preoccupato, ma si accorse subito che l’amica non era ferita, e lo stesso valeva per Will, mentre Zirna era trascinata dalla maga, e un braccio le penzolava in modo innaturale lungo il fianco. Lo spadaccino si era prodigato nel legare saldamente Toner, di cui più nessuno si era occupato, e aveva recuperato anche il cavallo, lasciando ovviamente ad Ameria il compito di tentare un contro-incantesimo per liberare Zelgadiss dalla morsa del ghiaccio. L’angoscia della principessa però continuava a crescere ad ogni momento: nessuno degli incantesimi da lei provati per liberare l’amico aveva sortito un qualche effetto, ed era passato già troppo tempo da che il ragazzo era in uno stato di ibernazione totale.

-Si Gourry. Stiamo bene. Ameria, ho bisogno del tuo aiuto, Zirna ha una spalla e il braccio fratturati.- rispose posando svelta sul terreno la bianca ragazza.

Ameria le si avvicinò: -Lina, io non sono riuscita a sbloccare Zel…- cominciò.

-Non ti preoccupare. Ora rimettiamo in sesto Zirna, e poi ci penserà lei a restituirci il nostro amico.- non era però troppo sicura della sua affermazione, e lanciò un’occhiata preoccupata verso il grande blocco di ghiaccio.

Mentre le due ragazze curavano la ferita del Fantasma, Will rimase un po’ in disparte, giocherellando nervosamente con il bracciale rotto, e fissando ora Zirna stesa a terra, ora Zelgadiss intrappolato. Gourry notò la tensione del giovane, e si avvicinò: -Non preoccuparti, loro sistemeranno ogni cosa. Tua sorella è in buone mani. Anche se bisogna ammettere che non si è comportata molto bene.-

-Non è come pensate. Lei non vuole questo! Non vuole farci del male!- cercò di giustificarla.

-Lo credi davvero, o stai cercando di convincere te stesso?- replicò candidamente lo spadaccino.

Will rimase per un attimo in silenzio: lo credeva davvero? Zirna non voleva far loro del male, era colpa dei demoni… anche questa volta… aveva la certezza che fosse stato Xellos ad indurla a comportarsi così. Perché lo aveva fatto? Perché Xellos non lo spaventava? Aveva come la sensazione di conoscerlo da molto tempo, di essergli superiore… E SAPEVA con assoluta sicurezza che sua sorella non intendeva ucciderli, nemmeno trasformata in demone!

-Non ti crucciare! Non volevo farti dubitare di lei! Se ci rifletti bene, avrebbe potuto eliminarci in qualsiasi momento, ma non lo ha fatto. Hai ragione: non vuole farci del male.- Gourry gli rivolse un sorriso di incoraggiamento, ottenendone in risposta un altro appena accennato.

-Fai attenzione Ameria, potrebbe essere ancora il Fantasma…- la principessa annuì in risposta, e si allontanò.

Lina sogghignò maliziosa “Streghetta, eh?”, e calò con uno schiaffo sul volto di Zirna.

-Ora ti sveglio io! Su, non abbiamo tempo da perdere! Riprenditi! Devi rimediare al guaio che hai combinato!- sbraitò mentre continuava a colpire la ragazza.

-Ehi…ohi ohi…- si lamentò Zirna, tentando di parare i ceffoni della maga. –Cosa è successo?- chiese quando infine cessò la gragnola di colpi. Non fece in tempo a sedersi, che il fratello le si attaccò al collo: -Zirna!-. La abbracciò forte, togliendole quasi il fiato, ringraziando dentro di sé qualsiasi dio in ascolto che la sorella fosse tornata normale.

-Will, risparmia per dopo le tue effusioni, ora Zirna ha qualcosa da sistemare- Lina allontanò il giovane, che non fece storie, e aiutò la candida ragazza ad alzarsi in piedi.

Non appena si accorse del grosso blocco di ghiaccio, e di cosa stava al suo interno, non poté fare a meno di trattenere il fiato e domandare: -Sono…stata io?-.

-Già, e ora lo tirerai fuori di lì! Su, al lavoro!- Lina la spinse verso Zelgadiss. Tutti si avvicinarono, con volti insieme preoccupati e speranzosi.

-Io non so se…- cominciò la ragazza, ma fu subito interrotta: -No mia cara! Tu lo devi sapere eccome!- lo sguardo di Lina non ammetteva più alcuna replica.

Zirna si spostò di fronte al giovane imprigionato, chiuse gli occhi, e cominciò a pronunciare parole in una lingua sconosciuta. Quello strano linguaggio aveva qualcosa di melodioso, di tranquillizzante… il ciondolo che portava al collo si illuminò, e attorno ad esso comparvero numerose piccole luci. Temendo che potesse di nuovo accadere qualcosa alla sorella, Will le si portò accanto, e invece di fermarla come era solito fare, si tolse il sigillo, e lo avvicinò alla pietra di Zirna. Tutti si misero a fissarlo, un po’ timorosi, ma il principe non dava alcun segno di cedimento. Piuttosto Xellos, poco distante dal gruppetto, era stato investito da un’ondata di paura non appena Will si era sfilato il ciondolo. Spalancò gli occhi violetti “Chi…chi è quel ragazzo?”.

I due ciondoli vicini presero a brillare. Zirna continuò l’incantesimo senza interrompersi, sembrando però meno in tensione, come se la vicinanza dell’altro sigillo l’aiutasse e sopportare la pressione della magia che stava liberando. Davanti a lei, il ghiaccio cominciò ad evaporare, passando dallo stato solido direttamente al gassoso.

La nebbia cominciò lentamente a dissiparsi. Una musica lontana lo guidava attraverso essa, orientandolo nella direzione della salvezza. La sua mente si risvegliò dal torpore in cui era caduta, e comprese che quella che sentiva non era una musica, ma una sorta di canto dolcissimo, dalle parole a lui incomprensibili. Davanti a lui, confusa nella foschia, si stagliava una sagoma. Cercò di guardare meglio. Ciò che vide lo lasciò senza fiato; non voleva crederci; non poteva crederci. All’improvviso cominciò a girargli la testa, e quando riaprì gli occhi vide solo il cielo azzurro, e le teste dei suoi compagni che lo guardavano preoccupati.

-Zel… va tutto bene?- domandò con esitazione Ameria, gli occhioni celesti in procinto di scoppiare in lacrime. Il ragazzo tentò di sedersi, e subito Will e Gourry offrirono il loro aiuto. Si prese la testa con le mani: la sentiva pesante, ma non faceva male.

-Scusatemi… non mi sento molto in forma…- si giustificò con gli altri, senza guardarli. Aveva la nausea, e faticava a sollevare il capo. Lina posò una mano sulla sua spalla: -Non preoccuparti Zel… se vuoi riposare ancora un po’ fai pure.- Era stranamente dolce. Deglutì. Voleva delle spiegazioni, quindi si impose di ritrovare un contegno. –Che cosa…?- cominciò.

-Perdonami! Non era mia intenzione farti del male!- Sollevò lo sguardo, e vide davanti a sé il volto bianco e serio di Zirna, che lo fissava turbata. In un lampo ricordò cosa era accaduto: lo scontro con il Fantasma, l’incantesimo sconosciuto lanciato su di lui, il freddo, e poi più nulla, se non un limbo ovattato in cui fluttuava inconscio di se stesso…

-Tu…!- esclamò sorpreso. –Sei stata tu a liberarmi?- chiese dopo una breve pausa, con tono un poco incerto.

-Bè.. si! Era il minimo dopo ciò che ti ho fatto. Davvero, io non so come scusarmi, con tutti voi…- rivolse uno sguardo all’intorno, fissando nel volto i compagni ad uno ad uno, e soffermandosi su Ameria.

-No! Non eri tu! Mi ha chiamato…era…era…- cominciò concitato il ragazzo chimera.

-Oh no! Ricomincia a vaneggiare!- Lina chiuse gli occhi, sconsolata.

-Vaneggiare?- chiese Zelgadiss senza comprendere.

-Sì Zel… quando ti abbiamo tirato fuori da quel blocco di ghiaccio, hai cominciato a dire cose senza senso…e ogni tanto le ripetevi anche nello stato di incoscienza in cui sei caduto- spiegò Ameria, lanciandogli delle occhiate imbarazzate.

-Cosa ripetevo?- il ragazzo era titubante, come se la risposta potesse offrirgli una conferma a qualcosa di cui lui solo era a conoscenza.

-Chiedevi con insistenza che si fermasse, che si mostrasse meglio, che ti aiutasse…- svelò Will, fissandolo con diffidenza. –Chi stavi chiamando, Zelgadiss?- il giovane gli rivolse la domanda con asprezza, calcando esageratamente sul nome.

La chimera ricambiò lo sguardo: -Di certo non te!- rispose brusco. –Voi non avete visto nessuno? Una creatura con le ali…- fissò Lina, sperando che almeno lei potesse confermare i suoi dubbi.

-No Zel. A parte Toner, nessun’altro si è fatto vivo. Sei certo di stare bene?- la maga sembrava stranamente ansiosa. Non era un comportamento così usuale per Lina: doveva credere che fosse davvero impazzito! Infine comprese, ritrovando di colpo la lucidità. –Tu credi che Ren mi abbia provocato un incubo!- Lina abbassò lo sguardo, e si morse il labbro: -Spero di essermi sbagliata…- sussurrò.

-Non era un incubo… piuttosto una visone, o un sogno. Molto probabilmente dovuto a quello strano incantesimo- cercò di rassicurarla il ragazzo. Non gli era però sfuggito lo sguardo spaventato di Lina, scomparso non appena aveva negato l’implicazione del demone.

-Bene! Dato che è tutto a posto, possiamo rimetterci in marcia!- esclamò la ragazza, palesemente risollevata, puntando un dito al cielo terso, e prendendo a camminare lungo la strada battuta, in direzione sud.

-Lina! Devi fare qualcosa per quegli incubi! Non puoi andare avanti così!- Zelgadiss si era alzato in piedi, con l’ausilio del forte braccio di Gourry, che lo aiutò a sostenersi (barcollava ancora, sentendosi come un ubriaco dopo una sbronza colossale).

Lo spadaccino fissò Zelgadiss, e poi l’amica, che si era girata verso di loro. –Hai fatto un altro incubo?- le domandò con tono duro. Il silenzio della ragazza era una conferma. –Perché non me lo hai detto? Perché non mi hai svegliato?-

-Gourry, era solo un incubo… visto uno, visti tutti, no?- mentì a se stessa.

-Io non ne capisco molto di magia, e non so come si possa entrare nei sogni delle persone e trasformarli in incubi, ma so quello che ho visto! Eri terrorizzata, tremavi come una foglia, ed eri freddissima nonostante ci fosse molto caldo! Non è una cosa normale. Non lo è: soprattutto per te!- terminò il biondo ragazzo, avanzando verso di lei.

Zelgadiss, ora sostenuto da Ameria, gli diede man forte: -Gourry ha ragione Lina. Non devi sottovalutare quel demone! Ti sta facendo del male in qualche modo, che neanche io riesco a comprendere. Dobbiamo trovare un sistema per proteggerti.-

Lina osservò gli amici: “Un modo… per sfuggire agli incubi…” pensò sconsolata, non vedendone la soluzione. –Vi prometto che se accadrà di nuovo, chiederò il vostro aiuto. Ma scommetto che Ren non si farà più sentire! Ormai ho compreso il suo messaggio! Sarebbe uno spreco di energie per lui continuare questo gioco, non vi pare?- insieme agli altri, cercò di convincere anche se stessa.

Gli amici annuirono dubbiosi, ma non ribatterono. Lina non sembrava troppo felice di affrontare quel problema, e non vollero in quel momento costringerla oltre.

-Ehi… scusate…- una voce timorosa ma ben nota ruppe il silenzio. Toner, seduto a terra con mani e piedi legati, si era ripreso e cercava di strisciare scompostamente nella loro direzione.

-Vedo che ve ne state andando… potreste liberarmi ora? Non vorrete lasciarmi qui a marcire, vero?-

Lo fissarono quasi come se lo vedessero per la prima volta: si erano completamente dimenticati di lui. Lentamente, sul volto di Lina si dipinse un sorriso non del tutto rassicurante, e la maga si indirizzò verso il predone, lenta e minacciosa.

Qualche tempo dopo Gourry diede una pacca sul gallone del baio, che partì veloce con il suo cavaliere fissato in groppa come un sacco di patate. Lina lo aveva conciato per le feste, e su di lui aveva scaricato la tensione accumulata quella mattina, ricavandone addirittura delle informazioni! Seguendo la strada verso sud, e deviando leggermente a est, entro sera sarebbero giunti in una piccola cittadina, una delle tante del regno di Gerni. Rinfrancati dall’idea di un pasto caldo e di un letto comodo, viaggiarono spediti nonostante la pesante cappa di umidità, e ben presto giunsero a Dun’amth.

  
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