Anime & Manga > Naruto
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Autore: Blueorchid31    12/07/2016    10 recensioni
LUI finalmente sembra aver preso una decisione - forse troppo tardi. LEI, stanca di aspettare, decide di cambiare atteggiamento e guardarsi intorno. L'altro, o meglio l'altra, ci metterà del suo per ingarbugliare ancora di più la faccenda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie ''' Il secondo tragico Sasuke '''
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3- Di quando Sasuke fu costretto ad ammettere che, forse, per una volta, Naruto non avesse avuto un'idea troppo stupida. Ritrattando subito dopo.






«È davvero molto nero quell'occhio. Sei sicuro di vederci bene?» osservò Naruto che da un buon quarto d'ora non aveva smesso di muovere il capo da un lato e dall'altro per rimirare l'immenso ematoma da diverse prospettive, trattenendosi con tutte le sue forze dal ridere e irritando oltremodo il suo amico che, per l'appunto, gli rispose: «Come pensi che io possa vederci se è completamente chiuso!?» e aveva prestato molta attenzione a non farla apparire come una domanda diretta perché la possibile risposta dell'amico lo avrebbe sicuramente persuaso a emaciare anche il suo di occhio e avrebbero ricominciato a girare strane voci sul loro legame simbiotico e, questa volta, proprio non le avrebbe tollerate perché se si trovava in quella situazione la colpa era sua, solo sua, e delle sue idee idiote – e anche in parte di sé stesso che gli aveva dato retta.

«Adesso hai un aspetto veramente inquietante. Avrebbe potuto colpirti sull'occhio sinistro… così ricordi un po' Obito» dichiarò l'altro dopo un'attenta riflessione.

«Baka! Madara rubò il rinnegan a Obito, non lo sharingan»

«Allora a Kakashi-sensei»

«Kakashi non ha mai avuto il rinnegan» sbuffò Sasuke, chiedendosi nel contempo perché continuasse a rispondergli e soprattutto quale guerra avesse combattuto Naruto – la sua no di certo.

«Beh, allora somigli un po' a tutti e due»

«Sì, somiglio a tutti e due, se questo riesce a zittirti per un secondo» Tanto ai pazzi, e agli idioti, toccava sempre dare ragione.

«Comunque sarebbe potuta andare peggio, no?»

«Non ho voglia di parlarne»

«Avrei dovuto prevedere la reazione di Sakura»

Sì, avresti dovuto.

«Forse ho calcato un po' troppo la mano»

Prima o dopo che hai detto a Sakura che ti ho picchiato più volte?

«Mi sono ritrovato spiazzato. Quelle arpie mi hanno fatto tante domande e io...»

«Hai detto di chiamarti Ikamuzu Otu Ran. Si può essere più stupidi?»

«È il primo nome che mi è venuto in mente.»

«È il tuo nome al contrario!»

«Appunto! Non riusciranno mai a capire che ero io in realtà.»

«Dovresti vergognarti!» sputò Sasuke con profondo sdegno, riadagiando la bistecca ormai completamente scongelata sull'occhio – gentile concessione della Signora Nara.

«E tu dovresti farti una doccia. Puzzi!» replicò Naruto, incrociando le braccia, indispettito.

«Guarda che questo è il tuo odore!» gli fece notare Sasuke «Non so come faccia la Hyuga a sopportare questo tanfo di ramen» aggiunse, schifato.

«Hinata-chan non si è mai lamentata del mio odore, anzi!» lo rimbeccò Naruto, acidamente «E non mi ha neanche mai fatto un occhio nero» lo canzonò, sapendo che con quelle parole gli avrebbe inferto un colpo mortale.

«Perché non ha mai avuto un amico stupido come te.»

Naruto si chiuse nelle spalle, sentendosi ancora in colpa per il cruento epilogo della cena a casa di Shikamaru e Temari. Non aveva valutato tutte le possibili reazioni di Sakura e quando si era ritrovato con le spalle al muro era andato completamente nel pallone.



«Naruto non viene.»

Shikamaru si era avvicinato a Sasuke e gli aveva sussurrato quelle parole in un orecchio «Hinata non si sentiva molto bene» aveva aggiunto, fermando appena in tempo la mano dal posarsi sulla spalla di Sasuke in un gesto di conforto, ricordando quanto l'Uchiha detestasse ogni tipo di contatto fisico.

Sasuke aveva annuito e subito dopo aveva ringhiato un sommesso «Usuratonkachi» che solo l'orecchio attento e allenato di Sakura era riuscito a captare.

L'Uchiha era rimasto ancora un po', seduto sul sofà di pelle scamosciata della residenza della famiglia Nara, riflettendo sulla possibilità di alzarsi e andare via perché senza Naruto sarebbe stato ancora più complicato resistere a una serata intera con tutti quei simpatizzanti di Sunagakure intorno e quella insopportabile faccetta a punta davanti agli occhi che continuava a trattarlo con disaffezione.

Quando era riuscito, infine, a prendere una decisione qualcuno aveva bussato alla porta e Temari si era affrettata ad andare ad aprire.

Una ragazza bionda, dalle forme prorompenti, accentuate da un vestito succinto e di dubbio gusto aveva fatto così il suo ingresso, catapultandosi poi verso di lui.

«Sasukino!» aveva urlato, gettandosi tra le braccia del ragazzo che per lo shock non era stato in grado di scansarsi.

«Ma...» tentò di obiettare Sasuke, che dopo aver recuperato un minimo di razionalità aveva già pensato ad almeno duecento modi per liberarsi – in via definitiva – di quella ''cosa'' che gli si era appiccicata addosso che tra l'altro puzzava proprio come…

«Sono Naruto» sussurrò la ragazza al suo orecchio.

«Eh?»

Sasuke per un attimo aveva pensato – anzi sperato – che si trattasse di uno scherzo, ma dopo aver riconosciuto sul viso della ragazza l'accenno degli inconfondibili baffi dell'amico non aveva avuto più alcun dubbio: Haremu no Jutsu, una delle tecniche più famose dell'Usuratonkachi.

«Sarebbe questo il tuo piano?» aveva sibilato tra i denti.

«Guarda Sakura.»

Sasuke aveva buttato una veloce occhiata in direzione della ragazza e con sua enorme sorpresa l'aveva scoperta a fissarlo, ma non con odio, bensì con stupore misto a qualcos'altro.

«Sta funzionando?» gli chiese Naruto.

«Cosa dovrebbe accadere con precisione?»

«Oh, Sasukino! Quanto mi sei mancato!» aveva esclamato Naruto in modo teatrale, stringendosi ancora un po' di più a lui.

«Abbracciami.» gli aveva bisbigliato, poi, un po' contrariato dalla sua scarsa collaborazione.

«Il tuo piano fa schifo» aveva decretato Sasuke, a mezza bocca «E non ho alcuna intenzione di abbracciarti» aveva aggiunto, scansando il viso da una parte perché quello del suo amico, adesso amica, iniziava a essere pericolosamente vicino.

«L'hai voluto tu.»

Naruto si era scostato bruscamente e si era rintanato in un angolo del sofà con gli occhi pieni di lacrime.

«Perché?» aveva urlato come la donna isterica che era «Perché devi sempre trattarmi così?» ed era scoppiato in un pianto dirotto che, se possibile, aveva ancora di più attirato l'attenzione su di loro – come se per tutto il tempo ogni singola persona presente in quella casa non si fosse accorta dell'arrivo di una donna sconosciuta e poco vestita che si era lanciata addosso a uno che aveva la fama di essere un solitario.

«Si può sapere chi sei?» le aveva chiesto Temari, un po' perplessa, sicuramente infastidita da quell'intrusione non prevista.

Naruto aveva alzato il viso, rigato da calde lacrime e aveva cercato lo sguardo di Sasuke con la speranza che lui gli andasse in aiuto. Ma aveva ghignato, l'idiota; se ne era elegantemente lavato le mani e lui era stato costretto a improvvisare.

« Ikamuzu » aveva farfugliato e dopo una lunga pausa aveva aggiunto: «Otu Ran»

Facepalm di Shikamaru nelle retrovie.

«Ikamuzu Otu Ran?» aveva ripetuto Temari, sbattendo più volte le palpebre «Ma che razza di nome è?» aveva esclamato, con feroce spontaneità.

«È il mio nome» le aveva risposto la ragazza, timidamente, riuscendo persino ad arrossire.

«E cosa ci fai qui, Otu...» Temari aveva indugiato un attimo non ricordandosi già più il nome «Come hai detto che ti chiami?» le chiese, infine, fregandosene di poter sembrare maleducata.

«Chiamami Ran-chan»

«Cosa ci fai qui, Ran-chan?» le aveva domandato la Subaku, dando adito alla sua già di per sé scarsa pazienza, portandosi il pollice e l'indice sull'apice del setto nasale in un gesto che per Shikamaru aveva una valenza inequivocabile: sua moglie stava valutando se uccidere o meno quella povera malcapitata.

«Sono venuta a trovare il mio fidanzato»

E nel salotto era calato un silenzio di tomba.

Naruto aveva approfittato del momento per guardare Sakura e dentro di sé aveva gioito riconoscendo sul suo viso una chiara espressione di terrore: stava funzionando.

«Tu sei la fidanzata di Sasuke?» aveva sbraitato la Yamanaka, che per sopportare il colpo si era appoggiata a peso morto su Sai.

Naruto aveva annuito con il capo, lanciando poi un bacio in direzione del suo amato che continuava ostinatamente a non volergli dare corda.

«E dove vi siete conosciuti?» aveva continuato Ino, assottigliando gli occhi con fare sospettoso.

«A Oto. L'anno scorso.»

«E da quanto tempo state insieme?»

«Sei mesi, ma ho come l'impressione di conoscerlo da sempre»

«E chi si è dichiarato per primo?»

«Lui»

«Lei»

Naruto si era voltato di scatto verso Sasuke e lo aveva tacitamente ammonito con lo sguardo per aver scelto, come sempre, il momento meno opportuno per uscire dal suo latente stato catatonico: il solito tempismo.

«Tu o lui?» aveva ripetuto Ino, visibilmente irritata, mentre una Sakura sempre più attonita cercava di trovare una spiegazione logica a tutto quello che le stava accadendo attorno, non riuscendo tuttavia a trovarne una degna di nota.

«Lui»

«Lei»

I due avevano risposto di nuovo all'unisono, lanciandosi uno sguardo di sfida.

«Ok, Ino, non penso che sia di vitale importanza saperlo» aveva esordito Sakura, facendo calare nuovamente il silenzio sulla sala da pranzo.

A quel punto Sasuke era riuscito a comprendere il piano di Naruto: finalmente Sakura lo stava guardando – in un modo indecifrabile, sia ben chiaro – ma lo stava guardando, anzi fissando, e non accadeva da molto, moltissimo tempo. Ma dietro quello sguardo cosa si celava? Rabbia? Delusione? Gelosia forse?

«Sono stato io» aveva affermato, quindi, con una boria tale da far sembrare Madara Uchiha un pivello alle prime armi «Io mi sono dichiarato per primo» aveva specificato, provando un malsano piacere nel proferire quelle parole guardando Sakura dritto negli occhi.

«Mangiamo!» era stata la risposta della ragazza che, senza battere ciglio, si era poi accomodata al suo posto, seguita dagli altri.

«Io devo andare un attimo in bagno» aveva comunicato Sasuke in risposta alla caparbia indifferenza mostrata dalla ragazza «Tu!» si era poi rivolto alla sua presunta fidanzata «Vieni con me.»

«Non sei capace di andarci da solo?»

«Ho detto vieni con me» aveva reiterato l'Uchiha.

E Ran-chan aveva ubbidito, aggiungendo: «È proprio un tenerone. Non riesce a staccarsi da me neanche per un attimo» e i presenti in sala si erano chiusi in un dignitoso silenzio.


«Mi spieghi che cosa stai combinando?» aveva ringhiato Sasuke una volta chiusa la porta del bagno.

«Possibile che tu non l'abbia ancora capito? Ma devo spiegarti proprio tutto?» gli aveva sussurrato Naruto «È la tecnica più vecchia del mondo!» aveva aggiunto con enfasi «L'idea mi è venuta pensando a me e Hinata. Quando Toneri ha tentato di portarmela via non ci ho visto più. Si chiama gelosia, Teme!» gli aveva spiegato infine.

«Sakura mi ammazzerà, e ammazzerà anche te» lo aveva avvertito, massaggiandosi una tempia, alquanto preoccupato.

«No, se ti decidi a collaborare»

Sasuke aveva annuito, realizzando di non avere niente da perdere dopotutto e che, in fondo, era vero: Naruto e Hinata alla fine si era sposati, forse questa fantomatica gelosia poteva davvero avere il potere di capovolgere le sorti della sua storia con Sakura.

«Ok, cominciamo!» aveva esclamato Naruto carico di entusiasmo prima di urlare a gran voce: «Oh, sì, Sasukino mio!»

L'Uchiha aveva sbarrato gli occhi, non riuscendo a capire perché avesse urlato in quel modo e quando, infine, si era reso conto di ciò che Naruto stava facendo era ormai troppo tardi per fermarlo.

«Sì, così!» aveva esclamato ancora l'Uzumaki, tirando pugni contro il muro, contro la porta, prendendo a spostare tutti i pochi mobili del bagno «Dì qualcosa anche tu!» lo aveva esortato, pensando che in quel modo sarebbe stato tutto più credibile, ma Sasuke era troppo scosso, troppo scioccato, per dire alcunché. Era rimasto immobile, con gli occhi sbarrati, a osservare la follia del suo amico – e poi era lui quello che tutti consideravano pazzo.

Dopo tre colpi ben assestati contro la porta, accompagnati da urla e rantoli, Naruto aveva ritenuto che potesse bastare e si era avvicinato a lui con fare minaccioso. Aveva alzato la mano e con un veloce gesto che Sasuke non era riuscito a prevedere e quindi fermare, gli aveva scompigliato i capelli – e già per questo avrebbe meritato di morire – ma, non ancora soddisfatto, aveva passato la mano sotto il rubinetto e gliel'aveva passata sul viso per dare l'idea che fosse sudato e a quel punto Sasuke aveva sibilato un ''Appena finisce questa storia giuro che ti uccido'' che, in qualche modo, era riuscito a far sorridere l'Uzumaki, assolutamente soddisfatto dal risultato.

Appena usciti dal bagno erano stati investiti da un silenzio innaturale: quel piccolo orgasmo simulato aveva avuto il potere di zittire tutti i presenti e aveva fatto passare la fame a molti di loro – a una persona, poi, in particolare.

«Scusateci» aveva esordito Naruto, o meglio Ran-chan, sistemandosi la gonna striminzita «Ma era da tanto che non ci vedevamo,»

«Oh! Ma non vi preoccupate» aveva replicato Temari, sarcastica, girando il viso da un lato «Il mio bagno sta lì apposta» aveva aggiunto e Shikamaru, seduto al suo fianco, le aveva posato una mano sulla spalla con la speranza di riuscire a convincerla a non infierire: stava andando tutto secondo i piani, la regina era quasi in scacco, e una scenata di sua moglie avrebbe di sicuro complicato le cose.

Durante la cena Sasuke era stato più volte costretto a riprendere sottovoce la sua Ran-chan che in quanto a delicatezza e leggiadria riusciva a essere anche peggio di Choji che, quantomeno, da quando si frequentava con Karui, aveva imparato le buone maniere. Ogni volta che si era avvicinato al suo orecchio per intimargli/le di fare almeno finta di masticare, o di non mangiare con le mani, o di non emettere suoni poco consoni a una dolce donzella, con la coda dell'occhio aveva tenuto sotto controllo le reazioni di Sakura, notando come quella finta maschera di indifferenza – perché era finta, ne era certo – avesse iniziato a sciogliersi.

Il piano di Naruto per quanto folle sembrava funzionare davvero.

Dopo cena le donne si erano appartate in cucina e, ovviamente, Ran-chan essendo una donna – al momento – le aveva seguite trotterellando allegramente, ignara/o di ciò a cui sarebbe andata/o incontro.

Onde evitare interruzioni Temari aveva chiuso la porta e Ino si era poi avvicinata a lei minacciosamente, mentre Sakura e Ten Ten si erano tenute in disparte, appoggiandosi a braccia conserte alla cucina.

«E così tu saresti la fidanzata di Sasuke» aveva sibilato la Yamanaka, assottigliando le palpebre degli occhi fino a farle diventare due fessure imperscrutabili e inquietanti.

«Eh già!» aveva asserito Ran-chan, grattandosi la testa come una scimmia in un gesto che aveva assai poco di femminile.

«E raccontaci, su, come hai fatto a farlo capitolare?» era intervenuta Temari, che dopo essersi allontana dalla porta si era posizionata alla sua destra e, ora, sostava lì con le mani sui fianchi, il corpo proteso verso di lei e un atteggiamento che aveva tutta l'aria di essere non molto amichevole.

«Oh beh, il Te- , ehm, il tesorino mio, aveva solo tanto bisogno di amore» le aveva risposto, correggendosi appena in tempo dal pronunciare il simpatico nomignolo con cui era solito chiamare Sasuke.

Le quattro donne avevano sbarrato gli occhi e aperto la bocca, incredule.

«Tutto qui?» aveva chiesto Ino, con un filo di voce.

«Che assurdità!» aveva esclamato Temari, portando l'indice e il pollice della mano sul setto nasale e scuotendo la testa.

«Io non me la bevo» era intervenuta Ten Ten, fino a quel momento semplice spettatrice «Sakura ha provato tante volte a dargli l'amore di cui parli, ma lui non le ha mai consentito di avvicinarsi. Perché ha scelto te?»

«A guardarti non sei male, ma in quanto a stile...» aveva aggiunto la Yamanaka, arricciando le labbra.

«Quindi tu saresti Sakura?» aveva chiesto Ran-chan, spostando l'attenzione sulla kunoichi che fino a quel momento non aveva proferito parola «Sasuke mi ha molto parlato di te» aveva aggiunto con malizia.

«Immagino che ti abbia elencato più volte le mie splendide qualità. Tipo che sono noiosa, insopportabile e inutile» le aveva risposto Sakura, guardandola dritta negli occhi con sfida.

«Al contrario» aveva esclamato l'altra, osservando subito un cambiamento nello sguardo di Sakura che al sol sentire quelle parole si era come acceso, rasserenato « Ogni volta che mi picchia mi dice sempre di non preoccuparmi tanto posso farmi curare da te. Pensa che tu sia un ottimo medico» aveva aggiunto, senza pensarci, raccontando loro ciò che davvero Sasuke era solito dirgli quando si allenavano, pensando di dire qualcosa di carino, non ricordando affatto di non essere, al momento, Naruto, bensì Ran-chan.

Gli occhi di Sakura si erano accesi di rabbia mentre le altre, esterrefatte, avevano iniziato a esclamare cose del tipo: ''Lui ti picchia?'' , '' Ma è inaccettabile!'' , ''Se Shikamaru si permettesse di alzare un solo dito contro di me finirebbe con la testa nella sabbia. Morto, naturalmente'' che in qualche modo gli avevano suggerito che la sua uscita non fosse stata proprio geniale.

Sakura aveva stretto i pugni ed si era fiondata fuori dalla cucina alla velocità della luce.

Dal salotto era poi giunto un urlo assai poco rassicurante e vari rumori che Naruto era riuscito a identificare solo dopo essere accorso sul posto, ma a quel punto era già troppo tardi per fare qualcosa: Sasuke seduto a terra con le spalle al muro, vistosamente emaciato, aveva appena assaggiato, di nuovo, l'ira funesta della kunoichi.



«Non tutto è perduto.»

La voce di Shikamaru, comparso chissà come e chissà quando, costrinse l'Uchiha a staccarsi nuovamente dal viso quella bistecca ormai cotta.

«Che intendi dire, Shikamaru?» chiese Naruto, sbattendo ritmicamente le palpebre.

«Che il tuo piano non è fallito completamente. Certo, avresti potuto risparmiarti di dire alle ragazze che Sasuke ti picchiava. Sono stato costretto a sorbirmi una noiosissima paternale di Temari sull'inciviltà dei miei amici» gli spiegò il Nara, rimanendo appoggiato allo stipite della finestra a braccia incrociate e occhi chiusi.

«Mi dispiace» replicò l'Uzumaki.

«Nah! Tanto a lei non va mai bene niente» lo rassicurò l'altro «In ogni caso, Sasuke, Sakura ha dimostrato di essere gelosa di te e questo è un buon segno. Ran-chan, o come diavolo si chiama, può esserci ancora utile.»

«Ancora?!» esclamò l'Uchiha, affranto.

«Non può sparire all'improvviso e poi… ho un piano.»

E Sasuke si sentì un pochino sollevato perché, di solito, i piani del Nara non fallivano mai – o quasi.





Angolo Autrice


Carissimi lettori,

sono tornata a casa per la pausa pranzo e sono entrata di sfuggita per non saltare il nostro appuntamento. Non mi dilungherò molto perché tra circa mezz'ora devo ritornare in ufficio. Ecco a voi il piano ''geniale'' di Naruto… Che piano infallibile, eh? Mi rendo conto di essere a un passo dalla demenzialità, ma abbiate fede… accadrà di peggio.

Vi lascio e ringrazio tutti coloro che hanno recensito il precedente capitolo (proverò a rispondervi questa sera quando torno dal lavoro) e chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, Grazie infinite!

Evaporo!


Blueorchid31


P.s. per le altre fan portate pazienza, non ho proprio il tempo materiale per metterci le mani. Ma tra un po' vado in ferie e conto di recuperare.:-)



PROSSIMO CAPITOLO: 3. Anche i piani di Shikamaru Nara, qualche volta, falliscono

   
 
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