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Autore: Inikos DS    12/07/2016    4 recensioni
Nico Di Angelo ha sedici anni, dopo la morte prematura della madre Maria, si troverà a dover fare i conti con la nuova compagna del padre: Persefone. Costei porterà via al ragazzo l’unica persona cara rimastagli; sua sorella Bianca.
Accusato ingiustamente dalla donna, di esser lui l’assassino della ragazza, Nico sarà portato di forza in un manicomio situato su un isola, nel pieno dell’oceano Atlantico; l’Happy Island.
Qui il ragazzo, si troverà ad affrontare una situazione completamente nuova, distrutto dal dolore e circondato da malati mentali, scoprirà presto gli orrori che si celano dietro quel nome, all’apparenza così “rassicurante”. Tra nuove amicizie, odio e il tanto desiderato amore, Nico dovrà combattere contro i suoi demoni per riuscire nella sua vendetta: eliminare Persefone e proclamare la sua innocenza al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Il giorno prima del diciottesimo compleanno di Bianca, Nico si destò presto; silenzioso come un gatto sgattaiolò in camera dei genitori, consapevole dell’assenza di Ade, che sapeva aver passato la notte da qualche parte insieme a Persefone. 
Accesa la luce, si fermò a riammirare la stanza dove, fino a qualche settimana prima aveva soggiornato sua madre. Riusciva ancora a vederla, lì, distesa sul letto con il cuscino adagiato dietro la schiena. Sul comodino c’erano ancora i suoi oggetti personali; un taccuino, con qualche schizzo realizzato nei momenti di maggiore forza fisica, due flaconi delle pasticche che l’avevano aiutata a non andarsene ancor prima del poco tempo rimastole. Un’antica cornice, che la ritraeva nel giorno del suo matrimonio, una piccola lampada, ed una bottiglietta d’acqua semivuota. 
Il ragazzo si avvicinò al letto e si sedette sul lato occupato dalla donna, accarezzò delicatamente la coperta bianca.
- Dei, quanto le mancava… Sarebbe mai riuscito a superare realmente la sua perdita? Maria era da sempre stata il suo tutto, il punto di riferimento, il dolce rifugio, la fidata consigliera…  Ora Nico non aveva più niente del genere. 
La  cosa peggiore di tutte, rimaneva però il non esserle riuscito a confessare la sua omosessualità. Nico si odiava  per questo… sua madre era morta non sapendo chi fosse realmente suo figlio. Ed ora il tempo per i ripensamenti era finito, lei non c’era più. 
Il ragazzo prese il cuscino e lo strinse a sé, 
<< Perdonami mamma. >> sussurrò. << Avrei dovuto dirtelo, avevi il diritto di sapere. >> 
Le lacrime non tardarono ad arrivare, seguite da singhiozzi sommessi. 
Quando il ragazzo ebbe finito di riversare una parte del suo dolore, aprì l’armadio alla ricerca di quel per cui era venuto nella stanza. Cercando di ignorare i vestiti ed il loro profumo, (onde evitare una seconda crisi di pianto), vide la scatola che stava cercando. L’aprì e dentro trovò  quel che sapeva esserci; una lettera, un piccolo ciondolo in argento apribile e due foto da ritagliare ed inserire.
Richiuse tutto, e con la scatola sottobraccio tornò in camera sua, pronto per mettersi all’opera. L’idea era stata di Maria, due settimane circa prima della sua morte, gli aveva mostrato il regalo che stava preparando per Bianca e gli aveva fatto giurare che se fosse venuta a mancare, sarebbe stato lui a concluderlo ed a donarlo alla sorella per il giorno del suo compleanno.
Con estrema precisione Nico ritagliò le foto, poi con un po’ di difficoltà riuscì ad inserirle all’interno del ciondolo. Afferrò poi la catenina in argento e vi fece passare la cima del piccolo portafoto. Lo sistemò poi in una scatolina argentata, e vi legò un nastro bianco. Infilò la lettera (che sapeva di non dover leggere), in una busta e mentre la stava sigillando con della cera calda qualcuno bussò alla porta;  nella fretta Nico rovesciò la cera bollente su metà petto e pantaloni. E prima che la porta si aprisse riuscì a coprire il tutto alla bell’e meglio con la maglietta del pigiama che si era tolto per via del caldo.

<< T-tu? >> esclamò Nico sbigottito.
<< Oh perdonami. >> gracchiò Persefone, fingendo dispiacere. << Non intendevo interromperti, mentre fai le tue cose. >> disse indicando il petto nudo, e la cera bianca caduta sui pantaloni.
Imbarazzato il ragazzo afferrò la prima cosa che gli capitò a tiro (un cuscino), e cerco di coprircisi come meglio poteva.
<< Senti Kore o come ti chiami, mettiamo in chiaro un paio di cose. >> l’apostrofò il moro, sforzandosi di mantenere un comportamento civile. << Dapprincipio, prima di entrare, al mio paese si aspetta che la persona abbia risposto: avanti. Secondo, non mi stavo masturbando. Terzo, cosa ci fai qui, e soprattutto cosa vuoi da me? >> 
La donna si chiuse la porta alle spalle,
<< Vuoi smetterla di fare tutto questo baccano? Rischi di svegliare tua sorella. >> lo redarguì.
<< Si, è meglio per te se non si svegli. Quindi che ne dici di andartene prima che accada? >> la minacciò il ragazzo.
Persefone emise un profondo respiro, 
<< Non sono venuta qui per litigare. >>
<< Ah no? Allora cosa vuoi? >>
<< Tuo padre mi ha detto che domani Bianca compirà diciotto anni… quindi pensavo sarebbe stato carino organizzarle una festa a sorpresa. >>
Nico sorrise amaramente,
<< Allora sei proprio stronza; credi davvero che Bianca abbia voglia di festeggiare, ad una settimana dalla morte di nostra madre? >> le domandò, cercando di mantenere i nervi saldi.
<< Ma Nico avanti pensaci! Diciotto anni si compiono solo una volta nella vita, e magari questa festa servirà a farla svagare un po’. >> riprovò la donna, cercando d’esser più convincente.
Ma il moro scosse la testa,
<< Conosco Bianca meglio di me, so per certo che non ha nessuna intenzione di festeggiare domani, non è di questo che ha bisogno al momento. Quindi per favore, scordati questa assurda idea, e vattene prima che si svegli. >> ribadì.
La donna si voltò con fare altezzoso,
<< Sei un grandissimo maleducato, viziato e per di più testardo. Col tempo provvederò io a rimetterti sulla retta via. >> sibilò, prima di uscire.
<< Staremo a vedere. >> rispose il ragazzo afferrando una sigaretta dal nascondiglio in cui le custodiva segretamente. 







Il giorno dopo.





<< Allora sei pronta? >> domandò Nico alla sorella, mentre le teneva gli occhi chiusi.
<< Si. >> rispose quella curiosa. 
<< Ta da! >> esclamò il ragazzo, togliendo le mani dal volto di Bianca.
La ragazza trattenne un respiro, 
<< Uao Nico… ma è tutto così… >>
<< “Lunoso.” >> disse per lei il ragazzo.
Bianca scoppiò a ridere, 
<< Esatto! Anche se non credo che esista una parola simile. >>
<< Beh adesso si, l’abbiamo inventata noi. >> esordì il moro, indicando alla sorella di sedersi sopra la coperta argentata che aveva sistemato sul prato.
<< Davvero non me l’aspettavo, i dettagli sono splendidi. >> ammise la ragazza, osservando le diverse forme della luna che Nico aveva ritagliato e poi appeso con dei nastrini bianchi. << Sembra di esserci sulla Luna. >>
Nico sorrise soddisfatto, era felicissimo del lavoro svolto. Aveva trascorso l’intero pomeriggio precedente, e metà mattinata a trasformare quella piccola radura nel piccolo satellite.
Bianca amava la Luna, fin da piccola ne era stata fortemente ossessionata… forse perché aveva il suo stesso colore della pelle, forse perché lo stare esposta ai suoi raggi, la faceva sentire bene. Più viva, più forte, più donna. Come diceva sempre lei.
E Nico si era impegnato al massimo, pur di farla star bene almeno per un po’.
<< Questo è da parte mia. >> esclamò poi, porgendo alla ragazza un pacchetto piuttosto voluminoso.
La ragazza strappò la carta intrepida, e quando vide il contenuto non riuscì a non trattenere un urletto di gioia.
<< Aaaaa ma è l’intera saga di Hunger Games! >> esclamò, accarezzando i tre libri, quasi fossero dei cuccioli. << Addio vita sociale. >> aggiunse poi, aprendo il primo e iniziando a leggere. 
Nico finse di mettere il broncio, 
<< Ehi! >> si lamentò indignato. 
Bianca scoppiò a ridere.
<< Scherzo i libri possono aspettare, avanti fatti abbracciare. >> lo canzonò di proposito, buttandoglisi al collo.

I due fratelli trascorsero l’intero pomeriggio a ridere e scherzare tra loro, ad abbuffarsi di dolci e patatine. Quando poi la Luna arrivò nel cielo buio, Nico prese da dentro la borsa frigo, (che teneva nascosta, dietro un cespuglio), una piccola torta a forma di luna piena, con sopra diciotto candeline bianche. 
<< Ma che? Anche la torta? Vuoi davvero farmi ingrassare oggi. >> esclamò la ragazza.
<< Avanti esprimi un desiderio. >> la esortò il fratello.
La ragazza attese qualche secondo, poi soffiò le candeline. 
Nico la guardò sorridente, ma lei non ricambiò.
<< Ho chiesto che lei torni… >> ammise in un sussurro.
Il fratello si sporse per abbracciarla, 
<< Lei sarà sempre con noi. >> cercò di consolarla. Poi estrasse la scatolina e la lettera da dentro la tasca dei pantaloni. << Questo è per te… >> 
<< Come un altro regalo? >> chiese la ragazza, asciugandosi le lacrime.
<< Non da parte mia. Credo che leggendo questa capirai ogni cosa. >>
Bianca afferrò la lettera con mani tremanti, 
<< Se vuoi faccio un giro, mentre tu… >> 
<< No. >> lo fermò la ragazza. << Resta. >> 
Nico si fermò, la sorella gli fece segno di sedersi accanto a lei, ma lui preferì sistemarsi un po’ più in là, consapevole della riservatezza della quale la ragazza necessitava al momento. 
Quando Bianca richiuse la busta, le lacrime avevano lasciato posto ad un’espressione vaga ed inquieta.
Nico non parlò, consapevole del fatto che qualunque cosa la sorella avesse letto, non doveva esser stata facile da digerire.
 La ragazza afferrò poi la scatolina, e quando sollevò la collana lo fece come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Aprì il ciondolo ed accarezzò le foto all’interno…
<< Mi aiuti a metterla? >> domandò al fratello.
<< Certo. >> 
Sistemata la collana, Bianca si distese poggiando la testa sulle sue gambe, lo sguardo rivolto alla Luna. 
<< Mamma ha scritto che ti ha voluto bene e che te ne vorrà sempre. >> ammise qualche tempo dopo.
Nico guardò la sorella,
<< Davvero l’ha scritto? >> domandò, mentre i sensi di colpa per non averle confessato la verità tornavano a farsi sentire.
Bianca annuì,
<< Perché quello sguardo cupo? >>
Il moro si portò le mani al volto,
- Voleva davvero confessare tutto a Bianca il giorno del suo compleanno? 

<< Nico lo sai, qualsiasi problema ti affligga, con me puoi parlarne. >> 
<< Ricordi il discorso iniziato l’altra volta, nel boschetto mentre eravamo con papà? >>
<< Certo. >> rispose la ragazza.
<< E solo che… è così difficile. >> ammise il ragazzo, alzandosi in piedi. 
<< Nico ti prometto che non ti giudicherò, qualsiasi cosa tu voglia dirmi. >> 
Il ragazzo prese a camminare per la radura, incapace di star fermo (segno che aveva ripreso da Ade). << Prima che mamma morisse, avrei voluto dirglielo… ma non c’è l’ho fatta. >> 
<< Cosa, cosa avresti voluto dirle? >> chiese Bianca con apprensione, cercando di invogliarlo a parlare.
<< Che sono gay! >> buttò fuori senza mezzi termini.
Le labbra di Bianca si piegarono in un impercettibile sorriso,
<< Allora puoi smetterla di tormentarti. >> ammise, mentre il fratello si voltava a guardarla con sguardo perso. << Che? >> domandò.
<< Nico, mamma lo sapeva già. >> confessò la ragazza.
<< Cosa stai dicendo? >> il moro non poteva credere alle proprie orecchie, mentre un senso di sollievo montava in lui.
<< E’ scritto qui. In questo modo hai finalmente confermato i miei dubbi, e ribadito quel che lei sapeva già. >> 
<< Ma come? >> 
- Forse stava solo sognando tutto.
<< Nico, mamma è sempre stata una grande osservatrice, e lo sai bene. Poi ha trovato alcune cose in camera tua, che… beh le hanno tolto ogni dubbio. >> 
<< Quali cose? >> 
Bianca alzò gli occhi al cielo.
<< Tu non vuoi che io lo dica, sai che non lo vuoi; quindi pensa. >> lo mise in guardia la ragazza.
Il volto perlaceo di Nico, si colorò improvvisamente di una sfumatura rosea, segnale che aveva capito a cosa si stesse riferendo la madre nella lettera e Bianca; aveva trovato i suoi giornali di Man At Play!
<< Non dirmi che anche tu… >> 
<< Tranquillo, io non sono mai venuta a ficcanasare tra le tue cose, e per la cronaca nemmeno mamma. Ne aveva trovato uno per sbaglio sotto il tuo letto mentre puliva la  stanza. >>
<< Ma quindi lo sa da anni? >> 
<< Si, non te l’ha detto perché aspettava che tu fossi pronto. >> 
Nico abbassò il capo, 
<< Non c’è l’ho fatta. >>
<< Nico, guardami. >> gli disse la ragazza, afferrandolo per il volto. << Non importa, davvero. Mamma era ugualmente felice, ed ora che tu lo stai dicendo a me, e come se lo stessi dicendo anche a lei. Non tormentarti più di quanto già tu non faccia. >>
<< Quindi per voi questo non è un problema? >> chiese timidamente. 
<< Certo che no! Ma come ti viene in mente? Mamma è nata con un cuore d’artista, e nessun vero artista pone dei limiti all’amore. Ed io, avanti mi conosci, non hai bisogno di spiegazioni; la mia migliore amica è lesbica. >>
<< Phoebe? >> chiese Nico scettico.
<< Si. Ops, forse non avrei dovuto dirlo. >> commentò ad alta voce la ragazza.
Poi entrambi scoppiarono a ridere.
<< Grazie Nico, grazie per tutto davvero. >>
<< No Bianca, grazie a te per avermi tolto questo peso dal cuore. >>
<< Lo sai, ci sarò sempre per te. >> 
<< Ed io per te. Ma avanti, adesso sistemiamo tutto e torniamo a casa, si sta facendo tardi. >> concluse il moro, alzandosi. 
Per la prima volta in vita sua Nico si sentiva realmente accettato, e se non fosse stato per la morte della madre, quello sarebbe stato uno dei suoi giorni più felici. 








Man a mano che i due ragazzi si avvicinavano alla villa, il volume della musica aumentava. Inizialmente nessuno dei due capì che il suono provenisse proprio dalla loro casa, ma una volta imboccato il vialetto ogni dubbio svanì.
Nico raggelò, sapeva chi era l’artefice di tutto quel trambusto: Persefone!
Bianca dal canto suo, accelerò invece il passo, desiderosa di venir a capo di quella faccenda, ma quando raggiunsero la villa, nessuno dei due fu in grado di dir nulla.
La casa era gremita di persone, luci disco – neon illuminavano tutto il giardino, e gruppi di ragazzi ballavano sul terrazzo, e dentro la villa. Persone sconosciute mai viste da entrambi i fratelli.

<< Nico, dimmi che questa non è un'altra sorpresa. >> lo minacciò Bianca, girandosi a guardarlo in cagnesco. 
Il ragazzo scosse il capo, 
<< Te lo giuro, io non c’entro niente. Sai che non mi sarei mai permesso… >>
La ragazza buttò a terra il cestino del pic nic e come una furia salì la scalinata, decisa a scoprire l’organizzatore di quel “carnevale”. Nico subito la seguì, preoccupato della furia omicida della sorella. Man a mano che salivano le scale però i due venivano interrotti, da conoscenti e sconosciuti, che facevano gli auguri a Bianca e si congratulavano per la splendida festa, e suo malgrado la ragazza rispondeva cercando di mantenere i nervi saldi. 
Entrati nel salone la medesima situazione si presentò loro, Bianca continuava a chiedere a destra e manca se qualcuno avesse visto suo padre, e quando finalmente una voce le rispose, la ragazza sperò di aver sentito male.
<< Bianca tesoro, io l’ho visto. Dovrebbe essere in cantina a prendere altre bibite, ma vieni qui, fatti abbracciare. >> cinguettò una Persefone, attillata in un luccicante abito dorato.
Suo malgrado la ragazza si lasciò abbracciare dalla vipera, troppo infuriata per reagire.
<< Tu cosa ci fai qui? >> le sibilò una volta ripresasi. 
<< Festeggio il tuo compleanno, no? >> rispose l’altra disinvolta.
<< Dimmi chi è stato ad organizzare tutto questo? >> 
<< Amore l’idea è stata di Persefone. >> esclamò la voce di Ade, apparendo dalla folla. << Ed io l’ho appoggiata. Non è fantastico? Un mega party in onore dei tuoi diciotto anni. >> 
Persefone annui sorridente.
Bianca stava per ucciderli entrambi, ma arrivò Nico che la afferrò per un braccio.
<< Ehm alcuni amici vogliono darle il regalo. >> inventò, trascinandola via.
I due si rifugiarono in camera del ragazzo, fortunatamente vuota.
<< Nico per favore, dimmi che tutto questo è solo un brutto sogno, un terribile incubo. >> lo pregò la ragazza, buttandosi sul letto con le mani al volto.
Il ragazzo sospirò accendendosi una sigaretta,
<< Vorrei poterlo dire, ma purtroppo non è così. >> ammise tra un tiro e l’altro.
<< Quella brutta troia é riuscita nuovamente a rovinare tutto. >> esclamò furente la ragazza.
<< Ha raggiunto il limite, e così nostro padre. >> continuò il ragazzo. 
<< Dobbiamo liberarcene, questa sera stessa. >> esclamò decisa la mora. 
<< Si, escogitiamo un piano per farla impazzire, davanti a papà. Una volta che avrà svelato la sua vera natura, Ade la caccerà fuori a calci. >> 
<< Benissimo, so già cosa fare. >> confesso ardita la ragazza. 
<< Bianca, so che non è il massimo da dire, ma ancora qualche ora e tutto questo non rimarrà altro che uno dei tanti brutti ricordi da aggiungere alla lista. >> tentò di consolarla.
<< No. >> ribatté la ragazza. << Sarà un ricordo splendido, perché ci libereremo di quella vipera una volta per tutte. >> 



I due ragazzi si separarono alla ricerca della donna, Nico avrebbe cercato fuori in giardino, mentre Bianca si sarebbe occupata dell’interno.
Per sua fortuna la ragazza non tardò a trovarla, si trovava nella libreria (purtroppo neanche quella era stata risparmiata), intenta danzare con un Ade alquanto su di giri. 
Senza perder altro tempo, Bianca prese dal tavolo degli alcolici un’intera caraffa di punch, e ignorando le proteste dei ragazzi che intendevano servirselo, si avvicinò alla donna. 
<< Bianca tesoro, cosa vuoi? >> le domandò con malignità quella, nel vederla.
La ragazza finse di sorridere innocente, 
<< Mi chiedevo se per caso gradissi un po’ di punch. >> 
<< Oh ti ringrazio, ma no, ho già il mio cognac. >> rispose indicando il bicchiere che teneva in mano.
<< Oh beh, ma visto che ormai l’avevo riservato per te, sarebbe un peccato se non ne prendessi neanche un sorso. >> esclamò la ragazza, rovesciando l’intera caraffa addosso alla donna.
L’urlo di Persefone attirò (come sperato da Bianca), un sacco di sguardi e generò un ilarità generale. 
La festeggiata si portò una mano alla bocca;
<< Oh miei Dei! Perdonami mi è sfuggito di mano. >> si scusò sarcasticamente. 
Persefone incrociò il suo sguardo, gli occhi parevano due tizzoni ardenti, pronti ad incendiare ogni cosa.  La ragazza ne era sicura, la vipera stava per vomitare il suo veleno. Tuttavia contro ogni previsione, dopo aver emesso un profondo respiro, Persefone rispose con estrema tranquillità;
<< Non preoccuparti succede, fortunatamente ho il cambio. >> 
Bianca non poteva credere alle proprie orecchie. 
Ade si congratulò con lei,
<< Come sei comprensiva amore mio. >> 
Quella lo afferrò per il colletto della camicia, 
<< Avanti andiamo di sopra, così mi aiuti con la zip. >> lo provocò.
La ragazza avrebbe voluto vomitare su entrambi…quella troia l’aveva scampata un’altra volta. Furiosa si precipitò fuori dell’edificio, mentre i due cominciavano a mangiarsi la faccia. Fortunatamente nessuno le rivolse la parola in quel momento, tutti infatti erano troppo ubriachi per badare a lei, tutti tranne Nico.
<< Bianca non li trovo da nessuna parte. >> esclamò dopo averla raggiunta.
<< Li ho trovati io. >> 
<< Ah si? E dove sono? >>
<< Credo siano da qualche parte, ad accoppiarsi come due porci. >>
<< Il piano non ha funzionato? >> domandò il ragazzo, che aveva intuito che qualcosa fosse andato storto.
La ragazza si voltò a guardarlo in cagnesco, 
<< Non solo non ha funzionato, ma l’ha fatta passare anche per la paziente matrigna comprensiva. >> sbottò.
Il moro si accese una (l’ennesima) sigaretta e dopo aver fatto un tiro la passò alla sorella.
<< Tieni, ti aiuterà a calmarti. >>
La ragazza l’afferrò senza troppi complimenti, e prese ad inspirare profondamente.
<< Sette giorni fa ho perso mia madre. >> disse tra un tiro e l’altro.
<< Due giorni fa mio padre ha riportato una vipera in casa nostra, con la quale ha involontariamente confessato d’intrattenere una relazione mentre era ancora sposato. >> continuò, mentre buttava fuori un’altra nuvola di fumo. 
<< Il giorno del mio compleanno è stato rovinato da quella vipera, che l’ha trasformato in una sorta di rave party. >>
<< Bianca… >> tentò Nico, ma la ragazza non lo lasciò finire.
<< Ho forse infastidito il Karma, o cosa? >> urlò esasperata, gettando la sigaretta.
Nico non poteva accettare che sua sorella soffrisse in quel modo, per giunta nel giorno del suo compleanno… Si era impegnato così tanto affinché potesse passare una giornata in pace e serenità, ed ora tutto era andato a farsi fottere. E l’unica responsabile di tutto quel dolore era lei, Persefone.
Accecato dall’odio, il ragazzo entrò di corsa in casa, afferrò il pugnale da collezione che suo padre teneva in una teca di vetro, e corse di sopra alla ricerca della vipera, ignorando gli sguardi spaventati di chi ancora mezzo lucido, si allontanava alla sua visione minacciosa. 
Lungo le scale sentì la voce della sorella che chiamava il suo nome a gran voce, ma non si fermò. Cercò i due in tutte le stanze, spalancando le porte con un calcio, l’ultima rimasta era quella dei suoi, ma non voleva credere che fossero realmente lì, e invece quando entrò trovò Persefone seminuda nel letto.
Nel letto dove fino a poco tempo prima aveva dormito sua madre. Ora era occupato da lei… il ragazzo non poteva crederci, non voleva crederci.
La donna si coprì con il lenzuolo,
<< Ei non ti hanno insegnato a bussare? >> lo redarguì, ignorando il pugnale che il ragazzo teneva ben stretto.
Un secondo dopo arrivò Bianca.
La donna alzò gli occhi al cielo,
<< Eccone un’altra. Ma cosa vi dice il cervello? Non vedete che sono nuda? E Ade sta per uscire dalla doccia, quindi sciò, evaporate. >> li scacciò.
Come una furia, Bianca si avventò sulla donna scaraventandola fuori dal letto.
<< Tu brutta puttana, ti farò pentire di avermi conosciuta. >> 
Nico nel mentre chiuse a chiave la porta del bagno in modo da impedire al padre di intervenire. 
<< Non osare toccarmi, piccola sciacquetta insignificante. >> ribatté Persefone afferrando per i capelli la ragazza. Bianca le tirò una testata in faccia, ed una volta rialzatasi prese a colpire la donna di calci.
Quella però non si lasciò pestare senza reagire, con un balzo infatti si portò in piedi e spinse la ragazza verso l’armadio, afferrandola per il collo.
<< Ti avverto, ho praticato per ben undici anni arti marziali, quindi se non vuoi che spacchi il tuo bel faccino esci subito da qui. >> le sibilò, stringendo maggiormente la presa.
A quella vista, Nico si ridestò dal torpore in cui era caduto, come un disperato si avventò sulla donna brandendo il pugnale.
Quella accortasi del pericolo, lo intercettò con un calcio ai testicoli. Il moro si accasciò al suolo delirante, continuando però a tenere l’arma ben salda. 
Bianca approfittò del momento di distrazione, per colpire la donna con una ginocchiata e nuovamente con una testata in pieno viso. 
Liberatasi corse dal fratello,
<< Nico, stai bene? >> chiese preoccupata.
<< Si, vediamo di finirla. >> la rassicuro rialzandosi.
Come due falchi che si avventano sulla preda, i due ragazzi si lanciarono contro la donna, Bianca la bloccò da dietro, mentre Nico le puntò il pugnale alla gola.
<< Non ti uccideremo, ma stacci bene a sentire. >> le sussurrò Bianca tenendole la bocca tappata, mentre la donna cercava di liberarsi. 
<< Dovrai andartene da questa casa, seduta stante. Smettere di frequentare nostro padre, chiudere qualsiasi tipo di rapporto con lui e non farti vedere mai più. Ci siamo capiti? >> la minacciò il moro, facendo maggiore pressione.
La donna annuì.
<< Giuralo. >> 
Bianca le liberò la bocca.
<< Lo giuro. >> esclamò quella.
Nico le tolse il pugnale dalla gola e Bianca la liberò.  E fu proprio in quel momento che la donna agì. 
Cogliendo i due alla sprovvista, afferrò Bianca per le braccia. La finestra a balcone era aperta, il vento agitava la tenda porpora. Entrambe era vicinissime, troppo vicine. Con un gesto fulmineo la donna spinse la ragazza oltre la balaustra, sotto gli occhi scioccati di Nico. Bianca cadde al suolo, dopo un volo di oltre 15 metri; il suo urlo disperato riecheggiò nell’aria. Subito dopo la donna prese la mano di Nico e premette il pugnale nel suo fianco. L’attimo dopo cominciò ad invocare aiuto come un ossessa.
Nico rimase lì in piedi, con il pugnale sanguinate ancora stretto in mano, incapace di comprendere cosa fosse appena successo. Alcune persone entrarono nella stanza e subito si precipitarono verso la donna sanguinante. 
<< Mi ha attaccata.. >> singhiozzava, dissimulando panico.
<< Presto chiamate la polizia. >> disse una donna.
<< E anche un ambulanza, è ferita. >> ordinò qualcun altro.
Quando anche la porta del bagno fu aperta, Ade corse verso l’amante come una furia.
<< Persefone ma cosa ti ha fatto? >> esclamò sconvolto.
<< Non importa Ade… >> piagnucolò quella. << Vai alla finestra. >> 
L’uomo si precipitò alla finestra e quando guardò di sotto il suo urlo di dolore sovrastò ogni cosa.
<< E’ stato lui, era come impazzito… Io ho tentato di fermarlo, ma lui stava per uccidere anche me. >> continuò la donna indicando Nico, perfetta attrice nella sua macabra commedia.

Ade guardò il figlio come se fosse la creatura più orrenda e meschina che avesse mai incontrato prima di allora. 
<< Tu! >> sibilò a denti stretti. << Sporco assassino, ti farò rinchiudere a vita. >> 
Nico lasciò cadere il pugnale a terra, l’attimo dopo la polizia fece irruzione nella stanza.


Continua…


Angolo Autore:
Salve a tutti cari lettori, spero che questo secondo capitolo vi abbia convinto a seguire la storia, e ad non lasciarvela scappare :3
Sarei ben felice di leggere cosa ne pensiate, quindi recensite pure, gli elogi e le critiche sono ambedue ben accetti. 
Alla prossima ;) 
xxNico
  
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