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Autore: Wilson Walcott    13/07/2016    0 recensioni
Dialogo tra Akira e il suo maestro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Maestro, le sue parole saranno eterne impresse nella memoria di chi, quest'oggi, ha avuto il privilegio e l'onore di ascoltarle: immutate, immobili, immortali. La poesia è in grado di rendere la condizione umana più sopportabile ed accettabile perché rende eterni noi poeti, ma soprattutto i nostri lettori. Gli stessi che si nutrono di parole impresse su carta. Senza di loro saremmo niente e la poesia stessa sarebbe vuota ed insignificante poiché vive in loro. Risiede in loro, nelle loro letture e nelle loro menti che trasformano i versi in sentimenti concreti, tangibili, autentici e reali. Questa è la vera essenza della poesia. E lei dovrebbe essere fiero di possedere questo dono, di comporre idee, non disprezzarlo >>

<< Niente di più falso, figliolo. Le mie parole sono e resteranno eterne per me e in me soltanto, perché la mia scrittura vive e si nutre dentro di me e in nessun altro. Io celebro sentimenti nobili quali l'amore e l'odio, gesta eroiche, vita e morte; il baratro dei miei pensieri. Soltanto in questo modo riesco a placarli; solo quando l'inchiostro e la punta metallica della mia penna poggiano sul foglio bianco riesco a sentirmi in pace con me stesso. Devo catturare l'essenza della vita. Ma, nonostante ciò, ho ben compreso che il tempo è illusorio e tiranno. Ci dà solamente la sensazione dell'infinito: il presente è terminato nel momento stesso in cui parliamo, diventando passato che non possiamo più ripetere e cambiare, mentre il futuro non esiste per niente, se non nelle nostre proiezioni. Per questa ragione ambisco ad essere dimenticato. Chi vorrebbe vivere per sempre? Le persone ricordano quello che hai fatto in vita, non chi lo ha fatto. Così polvere siamo e polvere diventeremo. Siamo tutti destinati all'oblio quando saremo carne morta >>

<< Non riesco a comprendere maestro, bruciare le sue poesie significa questo? >> chiese il giovane, osservando attonito il grande falò che l'anziano poeta aveva appiccato con le proprie opere.

<< No, non vuol dire questo. Significa essere onesti con se stessi e le proprie idee. La coerenza è tutto nella vita ed un uomo che ne è privo non può definirsi tale. Per quanto riguarda ciò che sono, il mio spirito vivrà in chi, come me, ha saputo riconoscere la verità quando l'ha incontrata, senza fuggirne il peso >>

<< Cosa farà adesso? >> domandò il discepolo.
<< Credo che andrò a bere. Seguimi, offro io >>

 
   
 
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