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Autore: miss Gold_394    13/07/2016    4 recensioni
A volte i regali migliori sono quelli che non ci aspettiamo di ricevere
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Era una giornata d'inverno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Le vacanze natalizie erano appena giunte al termine e un tiepido sole accoglieva il rientro degli studenti. Tutti si salutavano e si abbracciavano, scambiandosi gli auguri per un anno più felice. 
Gioia e allegria riempivano l'aria in tutto il castello tranne che in un luogo: i sotterranei. Più  precisamente nell'ufficio di un noto professore. 
Infatti sembrava che quegli ambienti, dove lui soggiornava,  fossero impermeabili a tutto questo; d'altronde non era mai stato tipo da festeggiamenti.
 
 
"Sai quanto me ne possa importare" pensò il mago fra sé. Ma la verità era ben diversa e più triste.
Difatti anche se il suo volto appariva impassibile come sempre, non si poteva dire lo stesso della sua  anima, in tumulto e scossa da un dolore senza fine.
Severus stava cercando disperatamente di controllarsi ma non vi riuscì, non questa volta. D'altronde come poteva? 
Ormai era solo il pallido ricordo dell'uomo che era stato un tempo. La fine della guerra gli aveva portato via l'unico motivo di vita: la vendetta. Ora che l'aveva ottenuta si sentiva solo un guscio vuoto, privo di qualsiasi ambizione. 
Certo. Tirava avanti, fingendo come aveva fatto per tutta la vita, trascinandosi dietro il peso delle sue colpe e di un corpo malridotto, pallido e spezzato. Un cadavere che parlava e camminava, o meglio che arrancava come  poteva. Per questo  non riuscì proprio a calmarsi. 
Sentì le proprie membra cedere, le mani stese in uno spasmo incontrollato. 
Un delirio lucido che non poté impedire, ed un  fiume di memorie celate dall'ombra del tempo   lo travolse.
Vide l'immagine di due bambini che giocavano e mangiavano dolci, la risata cristallina della più piccola risuonava nel suo cuore trafiggendolo come una lama. Sembrava così viva, così vera da non sembrare solo una mera illusione.  Ricordò anche il sapore della torta, dei biscotti rubati dalla dispensa degli Evans (la sua famiglia era troppo povera per permettersi certe frivolezze), ma la loro dolcezza non riuscì a togliergli l'amaro dalla bocca.  Poteva assaporarlo con la lingua, sembrava  che la sua stessa saliva si fosse trasformata in fiele per punirlo.
 
Severus non aveva voluto più festeggiare il suo compleanno dopo la sua dipartita. 
"Festeggiare cosa poi" si domandò ancora  scosso da freddi brividi "La venuta al mondo di un mostro?" 
Perché solo un mostro poteva aver causato la morte di una creatura bella come lei. 
Solo lui aveva potuto impedirle di vivere, di essere madre e di  veder crescere suo figlio 
"Nostro figlio se non fossi stato uno stupido".
 
Trentanove anni. 
Trentanove ma se ne sentiva decisamente di più. Un giovane rinchiuso in un corpo vecchio, con uno spirito , un'essenza ancor più logora. 
Eppure non avrebbe dovuto compierli, sarebbe dovuto morire. 
C'era andato così vicino eppure... Evidentemente era nato per soffrire. 
Ma quanto ancora poteva sopportare? 
Quanti pesi le sue spalle  dovevano ancora sorreggere? 
Perché continuare a esistere? 
Avrebbe dovuto esserci lui dentro una bara, non quei poveri studenti. Vero, molto spesso gli aveva considerati uno spreco di spazio, teste di legno felici di vivere nella loro  beata ignoranza, ma neanche lui sarebbe stato così crudele da desiderarne la morte. Loro sì che sarebbero stati felici di festeggiare il proprio  compleanno. 
Immaginò i loro schiamazzi, le loro risate stridule colme di gioia, una gioia che non sentiva da parecchio.  
Un rumore lo  distolse da quei infelici pensieri. Qualcuno doveva aver bussato alla sua porta.
"Avanti!"  pronunciò a fatica. I devastanti effetti del morso di Nagini si facevano ancora sentire. 
Tuttavia nessuno rispose e lui, corrugando la fronte, riprovò 
"Avanti!"  ora la voce era seccata più che dolorante, e ancora nessuna risposta giunse alle  orecchie ma solo l'eco della sua voce.  
Infastidito si alzò dalla sedia "Sicuramente  sarà qualche idiota (probabilmente un Grifondoro)  che si sente in vena di scherzi". 
La sua pazienza e la sua poca tolleranza nei confronti di quei ragazzi evaporò all'istante. 
Così apri la porta con tutta l'energia che possedeva, ma i corridoi erano vuoti. L'unica presenza era data dalla luce prodotta dalle fiaccole che illuminavano l'ambiente circostante... ed un pacco. 
Lo raccolse  guardigno, e poi l'osservo leggermente stranito. Era avvolto da una lucente carta verde smeraldo che, grazie alle   fiamme, sembrava brillare di vita propria.
Attaccato ad esso c'era una busta con su scritto il mittente.
Hermione Granger
 
E, in quel preciso istante, tutto ebbe inizio. Non poteva saperlo, ma, da quel momento in avanti, la sua vita avrebbe preso un'inaspettata svolta. 
Da una semplicissima lettera, che  però avrebbe scatenato cambiamenti che neanche nelle fantasie più assurde  avrebbe potuto immaginare. 
A volte poteva bastare davvero  poco per cambiare una situazione che sembrava persa in partenza.
 
                         
 
Afferrò il bigliettino e lesse il nome ad alta voce, sentendosi uno sciocco: non c'era nessuno ad ascoltarlo. Il suo tono si divise tra lo stupore e il  puro fastidio, ma allo stesso tempo si compiacque con se stesso: aveva indovinato dopotutto. "Grifondoro tze!"
Nonostante ciò la curiosità vinse, e proseguì  la lettura di quella missiva inaspettata.
 
 
Caro professor Piton,
Una smorfia di disgusto si palesò sul viso dello stregone.
 
Non so bene da dove iniziare
'Ah, se non sa dirmelo Lei si figuri io.' pensò con un certo sarcasmo.
 
per me è molto difficile parlarLe, pensavo che scriverLe sarebbe stato più facile ma, evidentemente, mi sbagliavo. Eppure non mi sono mai mancate le parole, Lei me lo faceva sempre notare.
'Come dimenticarlo insopportabile SoTutto.' 
Una smorfietta  quasi divertita comparse sulle labbra sottili. Un ghigno derisorio  che in molti conoscevano.
 
Ma volevo ringraziarla. So cosa starà pensando ora, mi starà maledicendo in tutte le lingue conosciute perché dei miei ringraziamenti non sa che farci.
'Però perspicace! Non lo credevo possibile sa, mia cara ragazza?'
 
Ma io volevo farlo lo stesso perché  se lo merita. Si merita di vivere e non è giusto che si colpevolizzi in questo modo.  Le morti, tutto il dolore della guerra non sono colpa Sua.
Strinse con rabbia la lettera sentendola scricchiolare sotto le dita ossute. 
'Ma come si permette di intromettersi nella mia vita?! si sentiva furioso 'Non sai nulla di me Granger! Assolutamente nulla!'
 
Vorrei che Lei lo capisse. Lei è un eroe e questo nessuno potrà mai cambiarlo. Lei ha salvato la scuola e l'intero mondo magico senza ottenere nulla in cambio. Un grazie mi sembra d'obbligo.
'Un eroe? Io? Stupida, non sai quello che dici. Torna nel tuo mondo di favole e balocchi.'
 Posso chiamarLa Severus?
'Ma anche no.'
 
Probabilmente no, ma lo faccio lo stesso.
'Insolente.'
 
È più facile, d'altronde non puoi togliermi punti, no?
'Fastidiosa e insolente. E, comunque, non sottovaluti la mia capacità di togliere punti. Studenti più coraggiosi di lei sono periti nell'impresa.'
 
Usare il tu, come si fa con un vecchio amico.
'Non sono suo amico e non ci tengo a diventarlo. Sono un docente, che diamine!'
 
Ti ho sempre stimato, difeso, anche se non eri un maestro di pedagogia.
'Qualcosa da ridire sui miei metodi di insegnamento?'
 
Ma ho imparato così tanto da te, e non mi sto riferendo solo alle nozioni di  pozionistica ma a qualcosa di più. Senza peccare di modestia, sei stato un maestro di vita, un esempio per tutti. La dimostrazione che per quanto la vita sia ingiusta ci si può sempre rialzare.
'Mi sto commuovendo.'
 
Sei una brava persona.
'È ufficiale, è impazzita! Solo un folle può dire questo. Prenotate una stanza al S.Mungo per la signorina.'
 
Lo ribadisco, tu sei un eroe!
'E io ribadisco che sei pazza.'
 
Mangiamorte, spia, professore, mentore. Sei stato tutto questo ma soprattutto padre.
'Come padre? Ho un figlio e nessuno mi dice niente. Guardi che se è rimasta incinta  non  sono  stato io. Scommetto che è stato Weasley, ha sempre avuto uno sguardo sfuggente'
 
Sì, padre. Anche se non biologicamente hai protetto Harry come se fosse stato tuo figlio.
'Va bene che ho commesso tante azioni brutte per cui merito di pagare, ma avere Potter come figlio mi sembra troppo.'
 
Hai salvato tutti ma mi chiedo, chi ha salvato te? Chi ti ha mai amato? La prova? Sei da solo nella tua stanza il giorno del tuo compleanno, e nessuno ti ha fatto gli auguri. Non è  giusto Severus, nessuno dovrebbe  essere così solo.
'Ti sbagli, io me lo merito.'
 
Voglio farteli io gli auguri allora. Abbracciarti e dirti che non sei solo, che ci sono io qui. Che la felicità è dietro l'angolo ad attenderti.
 
Per un attimo un timido sorriso si dipinse sul volto. Anche se non l' avrebbe ammesso mai, neanche sotto Veritaserum.
 
Vorrei essere io quella felicità. Fallo per te, per noi. Tutti meritano di essere amati. Sai, c'è una credenza babbana che dice che se esprimi un desiderio il giorno del tuo compleanno, dopo aver spento le candeline, quel desiderio si avvera. Io lo spero tanto. Lo spero perché te lo meriti. Lo spero perché vorrei tanto che tu andassi avanti, la morte fisica non è nulla in confronto a quella dell'anima. Tu hai vinto la morte affrontandola con coraggio. Lily non avrebbe voluto la tua sofferenza. Io stessa  non la voglio. Che tu ci creda o no, tengo moltissimo a te. Non hai idea di quanto coraggio queste parole mi costino. Rivelarti le mie fragilità, i miei pensieri, e volere che anche tu lo facessi con me. Sentimenti che so benissimo che non hai mai notato ma non fa niente. Voglio solo che tu sia felice, tu che non lo sei mai stato per davvero.
 
 
Dagli occhi  uscì una piccola lacrima, una stilla, che si infranse sulla pergamena.
Tanti auguri Severus!
 
Dentro il pacco c'era una fetta di torta al cioccolato fondente, e sopra di esso una candelina. Con un colpo di bacchetta l'accese, e poi soffiò sopra di essa spegnendola. 
Nessuno seppe quale fu il desiderio, ma se ci fosse stato qualcuno nella stanza avrebbe potuto vedere un sorriso sincero sul volto di Severus Piton.  
        
'Grazie signorina Granger.'
 
Il professore da allora fu meno triste. Perché la felicità è un dono che può arrivare quanto meno te l'aspetti.
 
note d'autore: dunque intanto ringrazio e dedico questa one shot a Manu75, senza il suo aiuto questa storia non avrebbe mai visto la luce quindi grazie di cuore. 
La dedico anche alla persona che mi ha dato l'idea per questo racconto, ovvero a Alan Rickman. Difatti questa idea mi è nata a febbraio, qualche giorno prima del suo compleanno (purtroppo per vari problemi, tra cui la mia immensa lentezza,  è stata postata solo oggi). 
* sguardo sfuggente: nel quinto libro Ronald Weasley usa questa espressione per descrivere con immenso fastidio Corner, nel periodo in cui stava con Ginny. Ho trovato molto divertente farla dire a Severus con lo stesso tono infastidito. 
              
 
  
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