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Autore: barbyg90    21/04/2009    8 recensioni
Questa è la mia seconda fanfiction!!! La mia mente contorta ha partorito questa idea... vediamo se vi piace!!! Diaciamo che vi troverete ad immaginare Edward e Bella in un contesto completamente diverso.. Entrambi parteciperanno ad una serie di Corse Clandestine.. avete sentito bene.. anche Bella!! La vicenda è piena di colpi di scena (inseguimenti.. e nn vi dico altro!) Correte a leggerla!!!
Genere: Romantico, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa fan fiction è un po' diversa ma spero che piaccia! I commenti (anche negativi) sono sempre ben accetti... mi fanno capire cosa ne pansate sul mio modo di scrivere, sulla storia e su tante altre cose!!! Anche uno piccolino ino ino mi va bene XDXDXD Buona lettura!!!

Capitolo 1

Correvo a una velocità impossibile dopo aver oltrepassato la linea di partenza emettendo tantissimo fumo con le mie ruote. Il rumore dell’inizio era musica per le mie orecchie. La mia Volvo C-30, gentilmente modificata da mia sorella Rosalie, era come creta nelle mie mani, ero in grado di controllarla facilmente.

Le ruote giravano velocemente bruciando quasi l’asfalto, seguivano perfettamente ogni curva senza nessuna difficoltà. Era notte fonda e la strada non era tra le migliori ma , almeno io, non dovevo preoccuparmene. C’erano quattro auto in gara, due di loro era quasi negati. L’altro, un certo Tyler era abbastanza bravo ma, di certo non poteva sperare di battere un Cullen. Dalla nostra parte c’era quel senso in più che solo un vampiro aveva, oltre a un cospicuo budget da spendere in migliorie che di certo non guastava.

Nonostante mia sorella avesse previsto già il vincitore, l’adrenalina era entrata in circolo, la sensazione era stupenda, mancava poco al traguardo ormai.

La macchina di Tyler era a pochi metri di distanza da me, le avevo dato l’illusione di una vittoria facile. Non poteva di certo competere con la potenza dei miei cavalli.

Il conducente aveva già usato il nos ma era stato ingenuo, era troppo presto, al traguardo mancavano ancora due chilometri. Sorrisi malignamente. Che stupido! Pensai.

Finalmente, premetti quel pulsante rosso che tanto amavo, l’avevo fatto posizionare vicino al freno a mano. Quella sensazione che avevo mentre la mia auto schizzava a tutta velocità verso il traguardo non aveva eguali, era puro delirio.

Dopo un secondo esatto, l’auto raddoppiò la sua velocità, tutto appariva quasi sfocato ma la mia vista era abituata, per me era quasi come una corsa tra i boschi.

Superai il traguardo a trecento chilometri orari vincendo la gara e oltrepassando, all’ultimo secondo, quel misero essere umano che mi stava maledicendo per avergli soffiato il primo posto. Un po’ mi dispiaceva per lui, in fondo, per gli umani, poteva anche essere pericoloso.

Frenai sgommando davanti una folla esultante. C’erano un sacco di ragazzini tra i diciassette e i ventinove anni.

Bravo fratellino pensò Emmet.

<< Avevi dei dubbi?! >> sussurrai contento sapendo che mi avrebbe udito comunque.

In effetti no, ma sei stato formidabile. Quella sgommata poi alla fine.. li hai stesi tutti!

Gli sorrisi. Mi piaceva il suo entusiasmo, mi rendeva felice. Ritirai il premio in denaro, caricai i miei fratelli in auto e ce ne andammo sotto gli sguardi invidiosi di tutti.

Da quando avevo iniziato a frequentare quel giro di corse clandestine, la mia vita era cambiata. Cercavo di svolgere qualsiasi attività che riuscisse a provocarmi un pizzico di felicità, adrenalina e svago. Dopo la mia trasformazione e la gioia iniziale dovuta ad essa, mi ero accorto che la mia vita era monotona, vuota. Quelle corse erano l’unica valvola di sfogo che mi distraeva da quel vuoto che mi circondava.

Il ritorno fu silenzioso, Alice e Jasper, quasi in simbiosi, stavano pensando ai loro “progetti” per la mattinata mentre Emmet era ancora entusiasta per la gara. Rosalie, invece, stava escogitando qualche nuovo stratagemma per aumentare ancora di più la velocità della mia auto. Non ne capivo molto, le auto preferivo guidarle più che aggiustarle. Quando mi serviva una revisione lasciavo divertire mia sorella. Certo, se mi ci fossi messo d’impegno non mi sarebbe stato di certo negato di capire ma, in ogni modo, preferivo non interessarmene.

Una visione interruppe i pensieri di Alice, mi collegai velocemente con la sua mente per scorgerne tutti i dettagli. Stava guardando una ragazza, pallida. Non sapevamo se era una di noi. Non riuscimmo a vedere i suoi occhi perché si stava voltando facendo muovere al vento i  suoi lunghi capelli castani.

<< Alice, chi era? >> Non lo so, Edward. Non so dirti se è una di noi in visita o un’umana.

<< Ti è sembrata pericolosa? >> Non saprei.. Ho una strana sensazione ma, penso sia innocua.

   
 
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