Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Vivian Nightingale    13/07/2016    0 recensioni
Godric's Hollow, 31 Ottobre 1981. Un giovane sfreccia sulla sua motocicletta volante in direzione della cittadina, in cerca del suo amico. Ma James Potter è morto, è stato assassinato, e Sirius Black, nella notte più tragica della sua vita, nella notte che cambierà ogni cosa, trova solo il suo corpo, in uno scenario devastante. Cosa si sarà agitato nella sua mente?
"Perché, anche se siamo sempre stati così bravi a ridere e scherzare, ora anche noi abbiamo paura. Anche noi siamo consapevoli della realtà che incombe su tutti noi."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Reason Why

Il vento soffia sulla mia faccia e mi fa bruciare gli occhi, mentre il rombo della motocicletta che, sotto di me, vola sopra i tetti di qualche insignificante paese, mi impedisce di sentire qualsiasi altro rumore. Non guardo giù, dove le luci nelle case mi informano che qualche babbano continua la propria noiosa vita, ignaro di tutto, forse perfino della guerra. Non guardo in alto, dove le nuvole lasciano intravedere solo qualche stralcio di cielo stellato. Scendo sempre più in basso, in direzione Godric's Hollow e, senza un motivo, accelero. Mi è stato impedito di andare a trovare i Potter ultimamente. Per la loro sicurezza. Che poi è lo stesso motivo per cui hanno fatto l'Incanto Fidelius che mi impedisce di vederli. Ma qui fuori il mondo sta cadendo a pezzi e i Malandrini sono tutto ciò che ho, l'unica cosa che non mi hanno ancora portato via. Accelero di nuovo, le mani intorpidite per il freddo di questa nottata di ottobre, la brutta sensazione che ho provato per tutta la sera, che mi ha spinto a raggiungere James, continua a crescere, perché, anche se siamo sempre stati così bravi a ridere e scherzare, ora anche noi abbiamo paura. Anche noi siamo consapevoli della realtà che incombe su tutti noi. Mi decido a guardare la strada sotto di me, convincendomi che non ci troverò una Bellatrix ridente che sbrana il mio figlioccio e i suoi genitori. Ci sono dei bambini babbani che corrono, indossano travestimenti. È Halloween, l'avevo dimenticato. Godric's Hollow non è lontana. Non so come farò a trovare James, a vederlo, ma devo farlo. I Malandrini, la mia famiglia, stanno cadendo a pezzi. Remus diventa, dopo ogni luna piena, sempre di più l'ombra di sé stesso, allontana chiunque. Si sente un mostro. Peter ha gli occhi perennemente rossi e si comporta in modo strano, non si fa più vedere. E io sto sfrecciando disperato a bordo di una stupida motocicletta babbana volante verso la casa di James, che vive rinchiuso da chissà quanto, chissà dove. Ecco che cosa ha fatto la guerra di noi Malandrini. E, mentre atterro, sperando che l'incantesimo che ho fatto sulla moto tenga e che nessuno mi noti, ho la conferma che qualcosa di strano è accaduto. Qualcosa di decisamente spiacevole. C'è un silenzio inquietante in questa zona della città, allarmante, ma non è questo quello che mi fa irrigidire e mi fa portare la mano alla bacchetta, di scatto. Il problema è che vedo la casa di James. E che, sebbene sia ancora (vagamente) in pedi, non sembra più proprio una casa. Sono sicuro che di solito le case hanno un tetto. E mentre la consapevolezza di ciò che è accaduto si fa strada nella mia coscienza, una parte di me, una parte considerevolmente grande, non vuole convincersi di ciò che sta succedendo. Le gambe mi portano meccanicamente davanti alla porta d'ingresso. E mi basta vederlo per collassare, perché ogni più piccola cellula del mio corpo sprofondi nel dolore. Cado in ginocchio, mentre il mio cervello sta ancora cercando di elaborare completamente la scena che si staglia crudele di fronte ai miei occhi. Inesorabile e reale. Reale. E mentre vedo il corpo di James steso davanti a me, capisco che ho perso tutto. Ho perso lui e lui era sempre stato lì per me, l'amico perfetto, il fratello che non ho mai avuto. Lui che fin dal primo giorno non mi aveva mai abbandonato e aveva reso l'incubo che era la mia vita un po' più sopportabile. E ora non c'è più, è solo un corpo rigido steso sul pavimento ghiacciato. E mentre perdo anche l'ultimo briciolo di controllo, avverto vagamente che sto urlando. Forte. Ma il dolore che sta per assalirmi, più forte di ogni altro, si attutisce. Per qualche strano meccanismo di autodifesa. Sirius Black ha avuto troppo per cui piangere nella vita. Forse per questo non ho mai pianto. Sirius Black non si crogiola nella tristezza, Sirius Black prova rabbia. Tanta. E rancore. Perché il dolore arriverà e mi attanaglierà, mi sommergerà inesorabilmente, ma le cose si sono chiarite di colpo nella mia testa. E ho realizzato che c'è un motivo. C'è un motivo se gli occhi di James fissano il soffitto, vuoti e vitrei come quelli di un bambolotto. C'è un motivo se sul suo volto adesso del colore della cenere non c'è più quel sorriso, quell'espressione da bambino che non lo ha mai lasciato. E mentre la mia mente sovrappone distrattamente il volto sempre allegro di James alla sua espressione ansiosa e nervosa degli ultimi tempi, il luccichio divertito e affettuoso negli occhi a quella scintilla di preoccupazione che si intravedeva quando guardava Lily e Harry, la causa di tutto ciò mi colpisce di colpo. Ed esplodo. E non penso ad Evans e al piccolo, non penso che potrebbero essere da qualche parte, forse morti, forse no. Non ci penso, perché, in fondo, non credo siano davvero vivi. Non sento nemmeno quello che potrebbe essere il pianto di un bambino, poco lontano. Non faccio caso nemmeno al freddo mentre esco di corsa, in preda alla collera e alla furia, e nemmeno a quell'uomo, forse troppo alto, che non riconosco per via delle lacrime che mi offuscano la vista. Mi chiede la moto. Ha un fagotto in braccio. Dico di sì, tanto che importa. Non importa. Niente importa più, ormai, perché c'è un motivo se la mano ormai fredda di James non passerà più tra i suoi capelli ancora in disordine, se non sentirò più la sua risata. C'è un motivo se il futuro di quel ragazzo, di quell'uomo che era cresciuto troppo in fretta, pur rimanendo il bambino divertito che ho conosciuto dieci anni fa su un treno, è stato frantumato. C'è un motivo se i ricordi di quegli anni felici ora non sono che un dolore sordo nel mio petto, uno spasimo che mi impedisce di respirare. C'è un motivo e quel motivo è in realtà una persona. E quando capisco che anche i Malandrini, la mia famiglia, sono persi per sempre, mi Smaterializzo. Perché non importa se questo mi rende un Black sadico e psicopatico, lui deve pagare e questa consapevolezza è l'unica cosa che mi trattiene dall'accasciarmi a terra per non rialzarmi mai più e lasciare che il dolore e la rabbia mi uccidano. E, nel momento in cui vedo davanti a me colui che reputavo amico, alzo la bacchetta, pronto a colpire. Perché James è morto e io non ho più nulla da perdere. James è morto e nient'altro importa. Un ringhio lascia le mie labbra e il pensiero che la vendetta non sia ciò che lui avrebbe voluto mi sfiora appena.


"Peter"
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Vivian Nightingale