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Autore: aboutamoonlight    14/07/2016    1 recensioni
Eravamo giovani, eravamo innamorati.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Neverland (distance).

 

Make sure to keep my distance

Say, "I love you," when you're not listening

Da Peter Pan:

Ti va un caffè?

A Peter Pan:

Ora?

Da Peter Pan:

Hai da fare?

Peter Pan:

No. Sono a casa. Passi?

Da Peter Pan:

Perfetto. Aspettami giù.

Dovetti aspettare solo dieci minuti prima di vedere la sua Panda fare capolino nel cortile di casa. Suonò il clacson, come se non avessi potuto già vederlo, ed io salii in auto.

" A cosa devo quest'invito?"

" Ho bisogno di svagarmi un po'. Non si saluta?"

Sorrisi ignorandolo e continuai.

" L'ultima volta che ho controllato avevi un cugino, un migliore amico, una ragazza e un gruppo formato da minimo quindici persone pronti a soddifare i tuoi desiseri. Tutti impegnati?"

Mi regalò un ghigno prima di avviare il motore e fare retro-marcia.

" E' così strano che voglia portare te fuori?"

" Dato che hai una ragazza..." non mi fece finire la frase che mi interruppe dicendo:"Oh, la stessa che quando mia madre è stata portata in ospedale due giorni fa mi era accanto? Già, devo averlo dimenticato."

"Non credo tu possa biasimare qualcuno nella tua posizione."

"Lei non sa che l'ho tradita."

"Ma lo hai fatto!"

" Si, l'ho fatto e me ne pento. Ma..."

Ignorai il groppo in gola e gli occhi lucidi. Me ne stetti semplicemente in silenzio mentre volevo scoppiare. Ci stavo mettendo tutta me stessa per non farlo, non volevo. Non volevo comportarmi da bambina immatura che non sa portare a termine un discorso ma nemmeno da bambina stronza che scoppia, urla e scappa via. Probabilmente questo è quel che risultai, cinque o dieci minuti dopo davanti ad una tazzina di caffè freddo in un tavolino bianco del bar del centro.

" Se te ne penti mi puoi dire perché cazzo mi hai portata qui?"

Avevo alzato leggermente la voce ed il discorso che stavamo affrontando non era esattamente inerente all'argomento. Quanto può essere inerente all'argomento una partita di calcio?

" Cosa?"

" Hai detto che ti sei pentito di quello... di quello che è successo in Francia."

" Non ho mai detto questo! Ho detto soltanto che mi sono pentito di aver tradito Marianna. Qualunque cosa sia successa in Francia, semplicemente non volevo accadesse in quella...in questa circostanza."

" Non è così difficile cambiare le circostanze, piuttosto dovresti chiarire cos'hai in quella testa!"

Sospirò mentre finì il caffè e aspettò che continuassi, cosa che non feci. Volevo vedere cosa avesse da dire. Non pensavo meritasse altre energie, almeno non oggi.

"Come posso lasciarla dopo tre anni per... l'ho amata. L'ho amata tanto, e la amo ancora,forse , credo. Solo che...Io non so se posso rischiare tanto soltanto per..."

"Me. Non sai se puoi rischiare tanto per una scappatella, una notte come tante soltanto in compagnia, no? Una che ti sei portata a letto perché non avevi voglia di una sega. Dovrebbe saperlo, Marianna, di com'è andata davvero in Francia. Di quanta... energia, quanto tempo hai speso, quanta devozione ti ci è voluta per scoparmi in quella fottuta stanza d'albergo. Menti così bene anche a lei?"

"Rosaria io..."

" Cosa? Vuoi ripetermi le parole dette e stradette prima di avermi avuta? Non le voglio sentire, ma devo farti i complimenti. Davvero bravo. Un applauso. Un'interpretazione da Oscar."

Prima che mi alzassi per correre fuori sentii dire: "pensavo non mi amassi."

Indietreggiai.

Tre passi.

Tre battiti in meno.

La voce tremava.

La gola secca.

Gli occhi lucidi.

Ma doveva sapere. Era un tutto o mai più e non avrei fatto più niente, non mi sarei mai più mossa nella sua direzione. Con un po' di fortuna, non l'avrei visto più.

"Io invece pensavo potessi amarmi."

Scappai, e mi rintanai su un marciapiede. C'era un caldo infernale.Sentivo le auto sfrecciarmi davanti, la musica del locale di fronte e il mondo mi sembrava una gran festa. Ma io non mi stavo divertendo. Stavo morendo un po'.

Ho cercato di non dirgli che l'amavo, ho cercato di dargli i suoi spazi, ho cercato di allontanarlo da me. Prima ancora ho cercato di fargli cambiare idea, ho accettato pure il fatto di esser stata poco meno che niente. Mi ero convinta di essere soltanto una cosa di poco conto, ma poi arrivava e cambiava prospettiva ogni volta. E mi sono sentita come se davvero potessi contare qualcosa per qualcun altro, come se davvero potessi avere qualcuno al mio fianco. Qualcuno che mi ami. E gli ho anche dato tutto ciò che poteva volere da me.

Io gli ho dato tutta me stessa e lui mi ha dato briciole che mi facevo bastare, attenzioni che credevo significassero un po' in più. Spensi il telefono perché non mi andava nemmeno di vedere la sua foto ed il suo nome lampeggiare, nemmeno di sentire quella suoneria che adesso pareva tanto senza un senso.

Se solo avessi saputo, me ne sarei stata a casa, avrei finto una febbre e non sarei partita, non l'avrei rivisto ed avrei continuato ad odiarlo. Se solo avessi saputo, ma non l'ho fatto e ci sono cascata, come una bambina. Mi sono innamorata anch'io quando ho provato a respigerlo con tutte le forze e le energie che avevo. Mi sono innamorata anch'io, ho sbagliato anch'io.

Il bello era che non riuscivo nemmeno ad odiarlo, che non riuscivo a vederci altro che un ragazzo confuso con la testa altrove che non sarebbe mai riuscito ad amarmi.

Me ne tornai a casa a piedi ripensando a quei giorni in Francia in cui mi ero illusa potessi essere meno sola e in cui mi ero fatta la strana idea che un ragazzo non mi avrebbe ferita.

Che stupidaggine, innamorarsi di chi sappiamo non ricambierà.

   
 
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