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Autore: Fiamma Drakon    21/04/2009    1 recensioni
Un alchimista... un demone devastatore... legati per la vita da una profezia annunziata secoli prima. Riuscirà Edward Elric ad impedirgli di stendere un velo di morte sul mondo?
Genere: Malinconico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13_Aure Un leggero tonfo non molto distante dal punto in cui si trovava distrasse Alphonse dalla sua lettura. Benché fosse solo un’anima sigillata ad un’armatura, riuscì a distinguere un altro rumore, che seguì l’altro a distanza di pochissimi secondi e che fu immediatamente riconosciuto dal ragazzo.
Un respiro che si mozzava.
Alphonse scattò in piedi e corse a vedere cosa fosse successo, immaginandosi già chi potesse essere stato l’autore di quel secondo rumore.
- Frat...! -.
Non concluse la frase.
Non ce n’era bisogno.
Rimase lì, ad osservare cosa gli si parava dinanzi, cercando un nesso logico che potesse spiegargli quel che stava accadendo, ma non ne trovò alcuno.
Edward era immobile, le braccia ancora semialzate come per sorreggere il libro che era caduto vicino ai suoi piedi. La posa era naturale, ma innaturalmente rigida, quasi fosse stato paralizzato in quel medesimo, fuggente istante. Il petto si alzava e si contraeva a ritmi diversi, evidente segno che qualcosa non andava.
La visuale di Alphonse si spostò dal basso verso l’alto e si soffermò sul viso del fratello. L’espressone di Edward gli trasmetteva un’orribile senso di profonda inquietudine.
La bocca era semiaperta in una sorta di esordio, come se stesse per parlare. Le labbra livide formavano una curva verso il basso, trasformando quell’espressione in una smorfia di agonia.
E gli occhi.
Alphonse era certo di non aver mai visto un’espressione del genere. Un’espressione che riuscisse ad esprimere in modo così pragmatico i sentimenti del biondo, qualsiasi essi fossero.
Gli occhi erano spalancati, lasciando ben visibili le grandi iridi d’oro liquido. Nelle pupille erano chiaramente visibili le vene, che spiccavano di gran lunga sul biancore dell’occhio. Il suo era uno sguardo vitreo e del tutto privo di espressione, venato del più puro terrore che Alphonse avesse mai visto. Le sopracciglia formavano due linee perfette, immobili sopra gli occhi, a dimostrazione della mancanza di una qualche vera espressione.
Quello sguardo gli fece ritornare alla mente quello di quando lo aveva assistito dopo che Elizabeth era fuggita. Era molto simile. Era simile all’espressione di quando un disperato cerca solo la morte per porre fine alle sue sofferenze. Era uno sguardo quasi identico a quello del dolore e dell’agonia più profonda e assoluta. Era uno sguardo così intenso che ad Alphonse parve di esserne perforato. Gli occhi di Edward fissavano con quello sguardo agonizzante e vitreo qualcosa di lontanissimo, di inesistente dinanzi a lui.
Quello sguardo, aggiunto al respiro irregolare, contribuivano ad aumentare l’inquietudine di Alphonse. Contribuivano ad aumentare quel senso di vuoto e disperazione assoluta che quello sguardo portava con sé e che riversava su chiunque vi posasse gli occhi.
- Fratellone? Fratellone che cosa c’è? È successo qualcosa? Fratellone! - esclamò Alphonse, in preda alla preoccupazione, scuotendo Edward, cercando di farlo rinvenire.
Quegli occhi lo facevano preoccupare. Era uno sguardo inumano.
Non sbatteva le palpebre. Gli occhi rimanevano spalancati e vitrei, senza accennare a tornare alla normale vitalità di sempre.
- FRATELLONE! - lo chiamò ancora Alphonse, dimenticandosi del luogo silenzioso dove si trovavano.
Edward continuava a fissare quel qualcosa senza rispondere.
- È... lei... - esalò il biondo d’un tratto, con la voce smorzata dalla paura.
- Lei? Elizabeth? Dov’è? -
- Fuori città... riesco... riesco... a percepirne la forza... - continuò Edward senza fiato.
- Riesci a percepirne la forza? -
- La sua... aura. È... intensa... molto... intensa... e non... non è sola... -
- Come? -
- C’è... c’è qualcuno con lei... qualcuno potente... -
- Fratellone... ma che ti sta succedendo? -.
Edward parve ridestarsi improvvisamente da quella posa inumanamente immobile e, ancora scosso, alzò gli occhi su suo fratello.
- Io... io non lo so... sento la loro presenza... una presenza fredda... -
- Fratellone... che cosa significa? -
- Io... io non lo so... ma potrò sfruttarlo per... per trovarla stasera... -.
Edward vacillò e Alphonse lo sostenne appena in tempo, prima che perdesse l’equilibrio.
- Fratellone, ti senti bene? -
- Sì... sto bene. Sono solo un po’ affaticato -.
Edward si liberò dal sostegno di Alphonse e prese il libro che gli era caduto.
Si diresse verso il tavolo dove prima stava il fratellino e lì si sedette, aprendo il libro e immergendosi nella lettura.
Alphonse rimase in piedi ad osservarlo per qualche istante, prima di ritornare al tavolo e sedersi al fianco del biondo, per leggere.
Ora, avevano una nuova arma dalla loro parte.
   
 
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