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Autore: starmars    14/07/2016    3 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Arya Stark è entrata nella casa del bianco e del nero. Dopo aver imparato a combattere e ad uccidere, deciderà di tornare nel continente occidentale per ottenere vendetta.
“Perchè il Nord non dimentica, e di certo non l'avrebbe fatto lei.”
Non sarà la sola a compiere questa scelta. Anche i Targaryen stanno tornando e i regni del Westeros, dopo una pace durata anni, ricadranno in un periodo di tumulti e di guerre.
**La fanfic prende in considerazione le vicende delle prime quattro stagioni della serie Tv, alcune nozioni aggiuntive sono state prese dai libri della saga. Non c'è alcun riferimento alla quinta stagione.**
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Daenerys Targaryen, Nuovo personaggio, Tyrion Lannister
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Torna da me, torna da me ti prego.

Sansa.

 

La leggera calligrafia di sua sorella fece esplodere quelle parole all'interno della sua mente. Guardò quella richiesta disperata che aveva ricevuto in mattinata, mentre di fronte a sé l'immenso fuoco ardeva nella pira dedicata a Gendry.

Le fiamme fluttuavano nel cielo plumbeo e bianco, dando la sensazione che fosse lui a muoverle con tanta energia.

Tutti gli uomini dell'accampamento erano lì vicino a lei. Così come Tyrion e Spettro silenziosi e grigi nello sguardo. Nessuno aveva voglia di parlare in quel momento.

I Targaryen non si erano presentati, nessuno dei tre signorotti ebbe il fegato di mostrare la faccia di fronte al popolo del Nord che avevano appena dilaniato.

Non ebbe cuore di rileggere ancora quelle parole strazianti e d'imploro di sua sorella. Con lo sguardo perso nel calore accecante della pira allungò la mano e lanciò il foglietto spiegazzato. Prese fuoco all'istante e la cenere volò via nel vento.

In un attimo pensò a cosa avesse perso per quella guerra, un amico. Uno dei suoi più cari amici. Le rimbalzava nei ricordi la risata spensierata che aveva spesso sentito uscire dalla sua bocca, e quei suoi occhi sempre vivi e pieni di lealtà.

Quanto sarebbe stato giusto continuare ancora per quella strada? Doveva davvero tornare al Nord da sua sorella, rinunciare alla libertà? Chi sarebbe stato il prossimo?

Osservò di sbieco Tyrion accanto a lei e una morsa fitta le afferrò il cuore e le bloccò il respiro in gola al sol pensiero che avrebbe potuto esserci lui in mezzo a quelle fiamme.

Il suo orgoglio la allontanò frettolosamente da tutti, le lacrime le stavano per affiorare prepotentemente agli occhi. Fece appena in tempo a rimanere sola, via dall'accampamento che iniziò a piangere. Un pianto liberatorio e silenzioso che durò solo qualche istante. Il tempo di riprendere fiato e alzare lo sguardo. Di fronte a lei la Regina argentea la stava guardando con apprensione.

“Condoglianze per il vostro amico.” intervenne con un filo di voce, incerta dopo esserle avvicinatasi.

Arya la guardò bruciante di rabbia. “Pagherete per questo un giorno.” le parole le uscirono involontariamente dalla bocca contrita dalla disperazione. Senza attendere una sua controbattuta la scansò e scomparve alle sue spalle. Andò fino dentro al fitto di una foresta. Non aveva nessuna voglia di incontrare un altro Targaryen, chiunque egli fosse. Nemmeno lui.

Lui. Che cosa le era capitato in quell'istante, si era sentita talmente al sicuro immersa in quei suoi occhi, che non aveva pensato alle conseguenze. Si era sempre fidata di Aerys, innaturalmente, c'era qualcosa tra loro due che era nato così spontaneamente che ancora non era dato sapere il nome di questo qualcosa.

Ma lei respinse dentro di sé anche solo l'accenno di quell'idea. Quel genere di distrazione era un male per lei. Ricordati di Robb tuo fratello. Ricordati di Lyanna Stark.

Tutti morti, tutti, e per cosa? Avevano entrambi portato al disfacimento di un regno per quello.

“Padre...” mormorò a un albero di fronte a lei. Quella parola si tramutò in vapore fuori dalla sua bocca. Con gli occhi pieni di acqua e le labbra tremolanti pronunciò ancora. “Padre.”

Non esistevano più gli alberi diga al di sotto dell'Incollatura. Erano tutti stati abbattuti per volere dei nuovi Dei, ma in quel momento pensò che anche un tronco di albero qualsiasi sarebbe stato utile per quello che stava per fare. Una supplica, una preghiera, non al Padre dei sette dei, ma a suo padre, Eddard Stark.

“Padre. Aiutami, devo trovare la forza di decidere per la giusta via. Voglio essere all'altezza di questo compito. Come regina, come tua figlia, come Stark. Non voglio abbandonare la mia promessa. Ho giurato di vendicarvi, perché io non ho mai dimenticato...” Lo sguardo di Ned Stark in quel momento le affiorò nella mente. Incrociato per l'ultima volta in mezzo a quella folla urlante di pecore che lo volevano morto. “Aiutami, stammi vicino. Perché non mi sono mai sentita così sola...”

Sentì accanto al lei il calore umido del fiuto di Spettro che la circondò come in un rassicurante abbraccio. Il metalupo l'aveva raggiunta silenzioso e rispettoso. La guardò così comprensivo con i suoi occhi sanguinolenti e Arya capì. Non era sola. Non lo era mai stata.

 

Il consiglio di guerra che si tenne il giorno dopo, fu in realtà un incontro tra la Regina di Ghiaccio e il Signore dei draghi.

Il Re aveva espressamente richiesto che nessun altro fosse presente, né Daenerys, né suo fratello Aerys. Avrebbe affrontato quella donna da solo, come solo un vero sovrano sapeva fare.

Il coppiere in piedi accanto ad Aegon gli versò il vino in silenzio e con una precisione che nemmeno lei avrebbe saputo fare quando ebbe lo stesso compito con Tywin Lannister.

Arya sedeva poco lontana da lui con un calice vuoto. Fece cenno al ragazzo di non versarle niente. “Rifiutate il mio vino, Stark?” disse l'uomo con disprezzo, con quella sua voce baritonale. Lei lo ignorò del tutto. “Posso sapere il motivo di questo incontro? Come mai non sono stati convocati anche i miei Lords?”

Aegon si scolò un altro sorso di vino prima di parlare.

“In battaglia si è rivelata palese la vostra inefficienza al comando di un esercito.” sorrise sprezzante di fronte all'impassibile reazione di Arya. “ Erano solamente poche manciate di uomini Lannister, e vi siete fatta fregare come una donnicciola. Ritengo sia opportuno comunicarvi che non reputo affatto necessario il vostro intervento nelle prossime battaglie, potrete ritirarvi al Nord, con quello che rimane del vostro seguito.”

Seguì il silenzio. La regina si impose un'insolita calma e una piena consapevolezza di sé che finirono per fuoriuscire dallo sguardo divertito che rivolse ad Aegon Targaryen a quelle parole.

“Trovate divertente la vostra situazione?” domandò confuso.

“Trovo divertente il fatto che voi crediate davvero di avere anche solo una minima possibilità di farmi retrocedere. Devo ammetterlo siete stato furbo ad approfittare del caos generale per uccidere molti dei miei uomini. Mi sono disperata è vero, un mio carissimo amico è morto, e anche generali dell'esercito validi condottieri hanno perso la vita a causa vostra, ma voi dimenticate sempre chi avete di fronte.” socchiuse gli occhi ammiccante trafiggendo lo sguardo visibilmente sempre più infastidito del re. Alzò una mano al coppiere e si fece avanti per versare indifferentemente il vino.

“So chi ho di fronte. Una regina del Nord che farebbe bene a fare marcia indietro per il bene del suo popolo.” Aegon la osservò attentamente dopo la frase in un silenzio carico di astio, ma Arya non cedette la calma.

“Vi sbagliate. Come sempre.” rise sprezzante di fronte alla faccia barbuta e sconvolta del Re Targaryen.

“Io sono una Stark, sono Arya Stark, figlia di Eddard Stark. Ho visto morire la mia famiglia, ho visto l'ingiustizia prendersi tutto quello che di buono c'era in me. Ora mi è rimasta solo la determinazione, e state pur sicuro che ne ho fin troppa per rinunciare per così poca cosa, come la perdita di qualche uomo nell'esercito.”

Aegon cacciò via malamente il coppiere e si alzò in piedi dimostrando irrequietezza. “Avrete anche la determinazione ma se io decidessi di rompere l'alleanza con voi, avreste ben poche possibilità di conquistare la vostra meritata libertà.” puntò il dito indice contro di lei, appoggiandosi con il suo peso nel tavolo in legno. Ma Arya sorrise ancora.

“Fatelo, rompete l'alleanza.” pausa, il re spalancò gli occhi e socchiuse la bocca, poi lei continuò. “Io ucciderò Daenerys Targaryen, e voi.”

Se ci fosse stato un improvviso calo di temperatura dentro quella tenda, l'atmosfera non sarebbe potuta essere più fredda di quel momento. Arya tenne alto il suo sguardo tagliente come la lama di una spada, era stata così precisa e diretta nel dire quelle parole che Aegon Targaryen non seppe come reagire, rimanendo immobile di fronte a lei. “Osate pormi così una chiara minaccia.” affermò infine l'ovvio con voce greve.

“Chi pensate abbia ucciso Petyr Baelish, o Lady Chestweek? Pensate che uccidere Ramsay Bolton mi abbia procurato una qualche difficoltà?” chiese retorica, ma la risposta non venne mai data, aleggiò improvvisamente nel consapevole sguardo viola del re e mentre sembrò volesse aggiungere qualcosa Arya posò sul tavolo una moneta di ferro che a contatto con il legno provocò un rumore sordo. “Siete vissuto abbastanza a lungo nell'Essos e nelle città libere per sapere che cosa significhi questa moneta.” con le dita delicatamente la fece strisciare davanti al lui, che adesso possedeva un viso a metà tra lo sgomento e l'incredulità.

“Siete brava a mentire ve lo concedo. Questa...” prendendo in mano quel cerchio di metallo forgiato malamente. “ Questa può essere posseduta da qualsiasi persona.”

“No.” disse secca ma allo stesso tempo con un tono morbido, fintamente accogliente. “Sapete benissimo che quella particolare moneta, non può appartenere a chiunque. Sapete bene cosa significhi possederla. Valar Morghulis Aegon Targaryen.”

Il re balzò con gli occhi dal conio di metallo a lei, fino a che non la vide alzarsi ed ebbe un impercettibile sussulto che fece sorgere nelle labbra della regina un sorriso agghiacciante. “Preparate il vostro esercito e il vostro Drago, domani all'alba partiremo per Approdo del Re. Io chiamerò altri alfieri da altre terre per nuovi aiuti. Questa storia deve finire, ma a modo mio.”

Non ebbe il tempo di vedere o sentire Aegon Targaryen cominciare a imprecare contro gli Dei come un pazzo perché Arya già aveva voltato lui le spalle e aveva lasciato sicura la tende del re.

 

 

Incontrò Aerys al ritorno da quell'insolito consiglio, camminava svelto in mezzo ai soldati Dorniani che lo lasciarono passare senza esitazione. Appena incrociò il suo sguardo le si parò davanti.

“Pare tu abbia fatto arrabbiare il re” sorrise alzando il sopracciglio e indicando con gli occhi la tenda da cui provenivano le urla e le minacce di Aegon Targaryen.

Arya non gli rispose, lo guardò e basta. Ancora non aveva deciso come comportarsi con lui dopo quello che era successo.

“Devo partire.” disse Aerys cercando di ottenere una reazione da lei. “Alcuni messaggeri mi hanno riferito la presenza di un numero abbastanza alto di soldati poco vicino alla strada del Re. Dicono siano dei Tyrell. Ieri ne ho parlato con Daenerys ed è d'accordo sul fatto che vada avanti per fronteggiarli.”

Arya sospirò. “Bene così. Vai pure.” fu così fredda e schietta nel pronunciare quelle parole che il principe la guardò torvo e perplesso.

“Non ti importa niente di quello che è capitato tra noi vero?” intervenne così all'improvviso rompendo la sua diffidenza. Ma lei lo osservò ancora più rigida. “Non sono problemi che mi interessano al momento.”

Aerys ghignò sprezzante, cercò di allungare il braccio per afferrarla alle spalle ma si fermò rendendosi conto che lei aveva impercettibilmente scansato quel gesto. “Sei davvero la Regina di ghiaccio.” con lo sguardo blu violaceo, contraddistinto ora da una celata malinconia si allontanò da lei per dirigersi alla tenda del re. “Addio allora.” le disse un'ultima volta.

Arya lo osservò incerta andarsene via da lei, con l'espressione più impassibile che riuscì ad ottenere sul suo volto. Ma dentro di sé sentì un macigno pesante e doloroso che le premeva contro il petto.

Avrebbe voluto richiamarlo, portarlo con sé in battaglia, nella foresta, nella sua tenda, nella sua vita, ovunque. Ma rimase lì ferma. Ricordati di Robb, ricordati di Lyanna.

 

 

**Note dell'autrice: Bentornati a leggere questa storia!! Partiamo subito col parlare di questo capitolo. È stato molto difficile scriverlo, dico emotivamente. La prima parte volevo renderla molto vera e volevo che si sentisse tutto lo spaesamento della nostra Stark. Sansa la implora di tornare da lei a Grande Inverno per poter condividere con lei tutta la solitudine in cui adesso si è ritrovata. Ma Arya come può retrocedere? Non può, semplicemente. Ha troppe responsabilità, non solo verso il popolo del Nord ma anche verso la sua famiglia e verso se stessa.

Quindi “Aegon, fatti da parte che adesso tocca a me!” in sostanza. Troverà un giorno il tempo di vendicarsi veramente per quello che le è stato fatto, ma adesso i Targaryen le servono ed è stata necessaria una minaccia bella e chiara per poter far mettere la testa a posto al re. Avrà delle conseguenze? Certamente...ma non ve le starò a dire certo ora ^^ eheh...

L'ultima parte è stata altrettanto dura, perché insomma mi sono affezionata ad Aerys e fargli ricevere un rifiuto così duro e netto mi ha spezzato il cuore. Non è stato facile nemmeno per Arya, ma come al solito, essendo una Stark, essendo una Regina del Nord, le responsabilità devono venire prima.

Come sempre non trovo altro da dire, se volete discuterne con me, sarò felice di approfondire come al solito il capitolo.

Ringraziamenti: Grazie infinite volte tutti! Questa storia è entrata a far parte delle più popolari della sezione del Trono di Spade e  lo devo a voi!!!

Grazie a edvige_everdeen e 25112000 per aver iniziato a seguire la storia!

 

Alla prossima, ma vi avverto già da ora, forse ci saranno dei ritardi, devo chiudere la sessione estiva e non so quando avrò il tempo di scrivere! Ps. Ci sarà un POV a sorpresa. Sto anche pensando che in realtà non mancheranno poi tanti capitoli alla fine. Cioè per lo meno non un'altra trentina ecco... :O **

  
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