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Autore: _MooNKazukA_    21/04/2009    1 recensioni
Questa è la mia prima fic. Ho deciso di raccontarvi come vedo il possibile amore tra il tenebroso Sasuke e la dolce Hinata. In questa mia prima fic mi sono immedesimata nei panni di Hinata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sasuhina
C'era qualcosa di diverso in quel tiepido giorno di primavera, era una strana sensazione che mi avvolgeva tutta, forse era per via dell'atmosfera creata dai fiori di ciliegio, forse ero solo io che ancora non credevo a quello che mi stava succedendo. Per la prima volta qualcuno mi aveva invitato alla sua festa di compleanno e per la prima volta mi sentii veramente parte del Villaggio della Foglia. Mi sembrava di vivere in un bel sogno, mi sembrava tutto così effimero e perfetto che per un attimo dimenticai il mio nome, la mia appartenenza. Dimenticai le mie responsabilità e i pericoli che la mia posizione sociale comportava; si, l'idea che una bambina avesse potuto invitarmi alla sua festa era davvero incontenibile. Non ho mai frequentato molto gli altri bambini della Foglia, un po' per il mio carattere e un po' per l'atteggiamento di mio padre, infatti, mi ero abitata a vivere in solitudine e in uno dei pochi giorni concessomi a riposo dagli allenamenti, incontrai lei, Sakura Haruno. Era diversa da qualsiasi altra creatura che avevo mai visto nella mia vita. Aveva un vestito di seta rosa e un fiocco rosso tra i capelli che le donavano tanto da farla sembrare una principessa, passeggiava accanto ad un'altra bambina dai capelli biondi che indossava un Homongi (*kimono semi-formale) viola ricamato con fili d'oro, Ino Yamanaka sembrava tanto una fatina con quel suo camminare aggraziato. Non ero abituata a vedere una fatina viola e una principessa nello stesso momento, così quando mi passarono accanto non potei che fare un profondo inchino, al quale la fata rispose con una risatina soffocata, mentre la principessa rispose con un grande sorriso. Era il 27 marzo, il compleanno di mia sorella minore Hanabi, ero uscita per comprarmi un buon the verde da Shushuya, e fu il giorno in cui la mia piccola vita cambiò del tutto. "Ehi io sono Sakura! Tu chi sei?" mi chiese ad un tratto, accompagnando la domanda con un tenero sorriso."Sono Hi-hi-hi-na-naa-ta. Ci-ci-ao" le risposi io accompagnando la risposta con un rossore tipico del pomodoro.
"Bene Hinata! Domani è il mio compleanno e voglio assolutamente che una bambina carina e gentile come te ci sia alla mia festa! Ti aspetto". Corse via, lasciandosi dietro una piccola scia argentata dell'obi (*fascia che stringe il kimono in vita) che svolazzava ormai fuori dal kimono rosa, non mi diede il tempo di risponderle e così in un certo senso mi costrinse ad andare alla sua festa. Erano le 18.36 del 27 marzo e ormai avevo dimenticato il the verde che volevo comprare, mi diressi di corsa al negozio di fiori della famiglia Yamanaka per comprarle un regalo: "Salve Yamanaka-san...vorrei comprare dei fiori ad una mia amica....vorrei dei fiori di ciliegio..." "Certamente piccola ecco a te! Sono 50 Ryo.". Dopo aver pagato mi diressi verso casa, non balbettavo più e una strana energia mi era entrata in circolo, un' energia che non si può vedere con il byakugan, un' energia che mi rendeva euforica. Non ero più Hinata Hyuga, ero diventata per 20 minuti una normale bambina, ma mentre iniziavo a comprendere tutto questo svoltai l'angolo senza guardare, senza pensare e ...Tump...caddi a terra, i fiori caddero con me, avevo sbattuto contro qualcuno che cammina tranquillo accanto al muretto dietro a casa mia. "Mi perdoni, sono di-di-spiaci-u-u-ta", non alzai gli occhi per vedere, ero troppo impaurita all'idea di essere tornata la fragile e timida Hinata, ma quando feci per raccogliere i fiori, una mano mi afferrò il braccio sinistro e mi tirò su, con l'altra mano raccolse i fiori e mi li diede.
"Tranquilla capita a tutti di cadere, l'importante è tirarsi su e non preoccuparsi dell'accaduto!", non era una voce autorevole da adulto vissuto, era piuttosto la voce di un bambino che sembrava, però avere un non socché di magico. Quando alzi gli occhi vidi per la prima volta a 3 centimetri dal mio naso due occhi scuri, guardi le mie mani e vidi che erano strette da altre due mani delicate, quando quel bambino mi salutò per tornare a casa. Lo guardai correre via salutandomi con il braccio, lo osservai mentre abbracciava un ragazzo dai capelli e dai tenebrosi occhi neri, lo guardai andarsene via sempre scuotendo la mano per salutarmi prima di scomparire dietro ad una casa con quel ragazzo. Ero rossa, un bambino mi aveva toccato le mani, un bambino aveva raccolto dei fiori e me li aveva porti, un bambino mi aveva salutato, un bambino di cui non sapevo neppure il nome. Sentii il fiato mancarmi, come se stessi svenendo, pensavo di essere una stupida a non avere detto neppure grazie a quel gentile bimbo che tanto assomigliava ad un principe. Tirai un profondo sospiro e girai la maniglia del portone di casa mia, "Sono a casa pa-pa-dre!", era una giornata speciale, il 5° compleanno della piccola Hanabi Hyuga, secondogenita del grande Hiashi Hyuga, di certo a nessuno sarebbe mai potuta interessare la mia giornata perfetta, così mi tolsi le zori (*sandali tipici giapponesi) e le riposi accanto a quelle di mio padre. La casa sembrava più bella del solito, mio padre e Hanabi erano seduti in giardino a bere the, sembrava tutto così semplice che in un primo momento non mi accorsi neanche della cura con cui le tazze erano state preparate. Trascorremmo una serata felice e gioiosa, tutto andava per il verso giusto, ma poi Hanabi mi chiese: "Com'è andata oggi?". Comunicai a mio padre il desiderio che nutrivo nell' andare alla festa di Sakura e raccontai quello che era successo in quel movimentato pomeriggio tralasciando il fattore "BAMBINO". "Mi dispiace Hinata, non puoi andare alla festa di quella bambina, saresti esposta a troppi rischi, è già difficile per me lasciarti libera pochi giorni al mese per il villaggio, lo sai bene...", avrei voluto dire di NO, avrei voluto piangere, avrei voluto fare tante altre cose, risposi semplicemente così, rinsaldando la mia posizione di ragazzina insicura e incapace:"Si padre, capisco.". Agli Hyuga di sangue principale non è concesso rapportarsi con gli altri come è normale per tutti gli altri ninja, gli Hyuga di sangue cadetto considerano i primi come creature da proteggere anche a costo della propria vita, avrei tanto voluto non essere una Hyuga. Per la prima volta mio padre mi osservò con uno sguardo che non rispecchiava per niente i suoi freddi occhi bianchi, mi scrutò come se per la prima volta fosse diventato un vero padre e poi disse a Hanabi: "Hanabi, và a chiamare Neji". Mentre mia sorella si allontanava, mio padre mi si avvicinò e mi disse: "Hinata, oggi è un giorno speciale e felice per la nostra famiglia, per cui voglio che anche tu oggi sia felice, andrai alla festa di Sakura anche se verrai accompagnata dal signorino Neji?", i miei occhi si riempirono di una gioia mai provata al cospetto di mio padre e non potei che annuire entusiasta, mentre le mie guance iniziavano a bagnarsi di una pioggerellina primaverile. Stavamo entrando al coperto quando arrivò Hanabi, ancora vestita del suo bel kimono dorato, accompagnata da un bambino che aveva gli occhi bianchi come i miei, ma l'umore decisamente diverso, era Neji Hyuga. "Neji, voglio che domani accompagni la Signorina Hinata ad una festa, tu sarai la sua guardia e la proteggerai solo in caso di bisogno, per il resto siete entrambi liberi di rapportarvi con gli altri fanciulli.", Neji tacque, era un silenzio che avevo osservato più volte, era lo stesso silenzio che nascondeva la rabbia di un bambino di sangue cadetto davanti al capo famiglia della casata principale. "Padron Hiashi, accetto molto volentieri il ruolo di accompagnare la Signorina Hinata a questa festa, se ella sarà in pericolo la difenderò, state pure certo.". La pioggia batteva rumorosa sul tetto e creava un'aria carica di tensione, contrapposti c'erano il giovane genio degli Hyuga ingannato dal destino e relegato in una posizione di accompagnatore e poi c'ero io, la piccola fallita della casata Hyuga, relegata in una posizione di vantaggio. Mio padre scrutava Neji in cerca d'ogni suo minimo ripensamento, sapevo che anche a Neji un giorno sarebbe toccata la sorte del padre e avrebbe sofferto per il sigillo sulla fronte. Gli occhi di Neji brillarono in un solo puro istante di sentimento d'odio e mio padre alzò le mani, ebbi paura per mio cugino. Mio padre però, data la situazione di festa che scoppiettava in casa mia, sorvolò e congedò Neji, che si allontanò senza neppure incrociare il mio sguardo, uno sguardo che avrei rivisto la sera dopo. Il 28 marzo per me iniziò veramente alle 17.30, ora in cui iniziai a prepararmi, presi il mio homongi preferito, quello che mia madre aveva cucito per me anni prima. Si respirava ancora l'aria sommersa dalla pioggia del giorno precedente in quel nuvoloso pomeriggio, ma sapevo che alla festa di Sakura tutto sarebbe stato perfetto e forse avrei rivisto quel bambino dalla voce magica. "Bene i tabi (*calzini giapponesi) sono apposto, ora manca solo il mio ombrellino azzurro.", dissi guardando allo specchio la figura di una bambina di 10 anni che assomigliava vagamente alla figura sicura e decisa di un ninja. Mi sentivo una figura angelica, non pensavo che un giorno sarei veramente andata ad una festa di primavera con dei bambini, che avrei giocato con loro e mi sarei divertita, presi i fiori per Sakura e mi diressi al portone. Poco prima dell'uscita mio padre stava parlando con Neji riguardo a come la mia incolumità fosse basilare e primaria, quando arrivai però fece finta di niente e mi diede il mio ombrellino in caso sarebbe sopraggiunta la pioggia. Facemmo 20 passi fuori di casa, quando Neji si fermò a guardarmi, avrebbe potuto eliminarmi quando voleva e io lo sapevo, era giunto per me il momento di alzare la testa e di parlare: "Neji-ni-san non devi preoccuparti per me, ormai ho appresso il sentimento di odio che provi nei miei confronti, io però non lo nutro affatto e ti considero invece come un fratello maggiore. Ti prego dunque di divertirti alla festa e di non pensare a me.". La mia voce era ferma e i nostri occhi s'incontrarono e fu allora che mi gridò: "Come potrei divertirmi sapendo che tu sei lì e che con un solo dito potresti uccidermi?!".
[Che colpa ha un bambino che piange? Che colpa ha una bambina che sorride? Che colpa hanno due bambini che sono legati a malincuore da uno stesso destino beffardo? Me lo sono chiesta molte volte e ripercorrendo la mia vita e questi ricordi, mi accorgo di come la mia famiglia abbia rovinato l'esistenza di mio cugino Neji.]
Non seppi cosa rispondere a Fratello-Neji e feci finta di niente, continuammo a camminare fin quando non ci trovammo di fronte ad un maestoso albero di ciliegio sotto al quale erano stesi delle coperte e dove 8 bambini stavano giocando a palla. Un bambino dai capelli biondi mi corse in contro e mi disse: "EHIIIIIIII tu devi essere Hinata, la bambina di cui ci ha parlato Sakura! Io sono NARUTO UZUMAKI piacere!!!!!!!!". Ero tramortita da tutta quella dose d'allegria concentrata in un unico bambino. Ben presto Sakura mi presentò agli altri bambini: Kiba Inuzuka, Shino Aburame, Rock Lee, Ino Yamanaka, Tenten. Avevo contato 8 bambini e ora ne vedevo 7, dove era l'ottavo? Sakura alzò un braccio e chiamò a se un bambino che era seduto in disparte vicino ad un cespuglio, ma che non si degnò di raggiungerci: "Perdonalo- mi disse Sakura- lui è fatto così, se vuoi conoscerlo vai a presentarti di persona!". La piccola Hinata che si presenta a qualcuno? No, no questo era troppo, sarei di sicuro collassata davanti a tutti e Neji mi avrebbe riportato a casa con la forza.  La festa continuò spensierata e mi sentivo anche un po' in imbarazzo quando Naruto mi faceva gli scherzi. Alla fine salutai tutti e sempre del mio naturale rossore mi diressi verso Neji e gli dissi: "Fratello-Neji puoi andare a casa, io posso tornare da sola visto che sono solo le 9.00, non temere.". Neji, sorpreso, annuì e si diresse verso casa, io avevo intenzione di andare a conoscere il bambino solitario, mi ero fatta coraggio, ero decisa a cambiare, ma quando arrivai nei pressi del cespuglio, lui non c'era più. ...Boom... Era il rumore di un tuono in lontananza, uno di quei tuoni che segnano l'arrivo di un acquazzone. Mi sedetti a terra e gridai mentre la pioggia iniziava a scendere: "L'ombrello! L'ho lasciato a Neji!","Non ti preoccupare piccola Hinata, ci sono io qui per te". Di colpo la pioggia aveva smesso di bagnarmi i capelli e l'aria era diventata calda, calda di quella voce magica. Guardai verso l'alto e un ragazzo mi fissava, aveva un ombrello rosso tutto ricamato sul quale era disegnato un ventaglio, il ventaglio dei domatori di fuoco, il ventaglio degli Uchiha.
Mi tirò su, Sasuke Uchiha, mi prese poi in braccio perchè altrimenti mi sarei bagnata i piedi.
Ero una bambina in braccio a un bambino, lui era il mio principe, il principe dai capelli neri, un principe diverso dagli altri, lui era il mio principe. Mi accompagnò a casa e poi mi diede un bacio sulla fronte e aggiunse: "Un giorno ti rapirò e ti porterò in un palazzo e vivremo per sempre felici e contenti!!!!Ciao HINATAAAAAA!!!" e corse via sotto la pioggia lasciandomi l'ombrellino.
Ora rido quando penso al nostro primo incontro, Sasuke....e poi rido al nostro primo bacio ripensando al nostro primo appuntamento ufficiale e autorizzando da mio padre in persona.  Eravamo sotto allo stesso albero di ciliegio di 6 anni prima, ma questa volta eravamo  due giovani ninja. Ad un tratto la pioggia, nessun ombrello, "Ho freddo Sas..." Di colpo sentii caldo...la tua lingua era calda, aveva un sapore dolciastro, come se tu stessi mangiando dei dango, e quando mi laccasti il collo sentii il freddo scivolarmi via. La mia mente era annebbiata, ero persa, ero tua, sarò sempre tua, tra di noi c'era solo il tuo profumo e l'aria che respiravo profumava un po' di Sasuke e un po' di fiori di ciliegio.
Sono stati loro, i fiori di ciliegio, a farmi innamorare di te e finché continueranno a sbocciare io ti amerò sempre e anche quando smetteranno io ti amerò per sempre. Tu sei il mio principe nero.
Ti amo Sasuke.                                                                                                                                         Tua Hinata.
   
 
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