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Autore: Abigail_Cherry    14/07/2016    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 23:
La Certezza
 
Sono passate ormai due settimane da quando i miei genitori sono partiti e Cameron è entrato in casa mia.
In questo lasso di tempo sono successe un sacco di cose: la scoperta dell'amore segreto di Thomas che prova per me, io e Colin che stavamo per fare sesso sul divano di casa sua, la decisione di mettermi con Andrew e conoscere le sue due mamme, la cena coi genitori di Chris e il gala con Theo ed i suoi parenti.
E adesso, dopo tutto questo tempo, è venuto il momento di salutarci.
I miei genitori hanno telefonato ieri sera ed hanno detto che oggi sarebbero tornati, mio fratello ormai sta bene. "Purtroppo la testa è sempre quella" hanno aggiunto scherzosamente.
«Hai preso tutto?» chiedo, Thomas al mio fianco che tiene sotto controllo la situazione.
«Non che avessi molto. Comunque mi dovete restituire la pistola» risponde Cameron.
Mi irrigidisco.
«Vado io» dice Thomas e, toccandomi per un momento la spalla, lo vedo scendere le scale.
«E l'articolo, alla fine?» chiede Cameron.
«Ci sto ancora lavorando.»
«Bene.»
C'è un attimo di silenzio.
«Spero potrai stare bene» dico. «Stai attento a dove ti vai a cacciare.»
«Ah, adesso ti importa di me?» dice con un sorriso sarcastico.
«Beh, sei stato un amico in questi giorni... forse più un confidente che un amico, in effetti. E di questo ci tenevo a ringraziarti.»
«Tuttavia hai ancora paura di me.»
«Non...» abbasso la testa e lascio un po' di tempo ai miei pensieri, accavallati l'uno all'altro, che cercano, molto a disagio, di trovate le parole giuste. «Vorrei riprovarci.»
Cameron resta un attimo stupito, ma non troppo. «Sicura di reggerlo?»
«No.» Incrocio le dita davanti al busto. «Ma ora o mai più, giusto?»
Cameron si avvicina a me di un paio di passi e sento già il mio cuore aumentare i battiti. Lentamente, avvicina le sue mani al mio viso e io mi sforzo di tenere gli occhi aperti.
Quando il suo viso si avvicina al mio mi irrigidisco, Cameron lo nota e fa per staccarsi, ma gli prendo i fianchi e li avvicino ai miei, invitandolo a continuare, a quel punto sento le sue labbra che, decise, si appoggiano sulle mie.
Inaspettatamente, il bacio è dolce e sa di fragola, da Cameron non me lo sarei mai aspettato.
Quando si stacca, mi sorride. «Molto brava, principessa.»
Ricambio il sorriso, un po' arrossata. Thomas ritorna e dà a Cameron i suoi oggetti sequestrati.
Poi, chiudendo la porta d'ingresso con Cameron fuori, do il mio ultimo addio al capitolo del ribelle.
 
****************
 
«Allora? Come sta andando l'articolo?» chiede Colin, tagliando la sua bistecca col coltello.
«Direi che posso già cominciare a scrivere il capitolo sul ribelle e molto presto potrò cominciare anche quello sullo sportivo e sul nerd» rispondo.
«Oh, e invece sull'intellettuale?» Fa un sorriso malizioso. «Niente da dire?»
Avvicino un po' il viso al suo, copiando il suo sorriso. «Non so. Non è che mi convinca molto ancora.»
Colin ridacchia. «E tu? Ti senti bene? Non deve essere facile questa situazione.»
«Mi ci sto abituando. Ma non parliamo di lavoro stasera.»
«Giusto. Non ti ho portata in un ristorante per questo.»
«E allora per cosa?»
«In parte, ci tenevo a farti le mie scuse per come è finita l'altra sera.»
I miei ricordi ritornano a qualche giorno fa, quando io e Colin stavamo per fare l'amore sul divano di casa sua. Arrossisco. «Non ci pensare, Colin, davvero.»
«Mi dispiace di non aver potuto "finire".»
Per poco non mi va di traverso il boccone di cibo che ho in bocca. «D-davvero?»
Colin sorride. «Sei bellissima. Sentire il tuo corpo così vicino al mio mi ha dato un piacere che non puoi neanche immaginare.»
«Esagerato.» Perché Colin sta parlando di queste cose proprio adesso?
Lui allunga una mano sul tavolo e afferra la mia, poi ne accarezza il dorso. «Ti andrebbe di... continuare da dove ci siamo fermati?»
«Cosa? Qui? Adesso?» il mio battito cardiaco accelera sempre di più.
«No, no!» ride Colin. «Ma se accetti, chiederò subito il conto e prenoterò alla reception di questo hotel una stanza per la notte. Dove saremo solo tu ed io. Nessun altro.»
Se l'era già programmato? Per questo mi ha portato in un ristorante di un hotel? Voleva solo...
Le mie labbra diventano una linea sottile.
«No» dico.
Colin resta di sasso. Penso che non avesse in programma un rifiuto. «Cosa?»
«Ho detto di no.» Mi alzo dal tavolo prendendo il mio tovagliolo ed una volta in piedi lo tiro addosso a Colin, colpendolo in pieno petto. «Il conto pagatelo da solo!» dico, così giro i tacchi ed esco dal ristorante.
Una volta superata la porta, cerco quasi barcollando qualcosa a cui appoggiarmi.
Odio il momento in cui la rabbia è talmente forte che le lacrime cominciano a scendere.
Credevo... credevo che la mia fosse una storia d'amore. Lo credevo davvero. Pensavo di piacere sul serio a Colin. O forse... forse era solo il mio cuore innamorato a imbrogliarmi e a farmi credere ciò che voleva.
Colin vuole solo portarmi a letto. Pensavo fosse il migliore dei ragazzi che frequento ma... si è rivelato persino più superficiale di Chris.
Che cosa faccio adesso?
Dopo poco tempo, anche Colin esce dalle porte del ristorante e subito mi vede, appoggiata alla colonna dell'ingresso.
«Vattene» gli dico.
«Cos'ho sbagliato? Dimmelo» risponde lui.
«Ancora continui a fingere?»
«Ma cosa stai dicendo?»
«Dimmi, perché mi hai portato in questo ristorante, eh?»
«Volevo... passare una bella serata con te, tutto qui.»
«Oh, lo so io che tipo di serata volevi passare! Lo so bene, si è visto!»
«Cos'è che ti dà così fastidio? L'altro giorno stavamo per farlo sul divano di casa mia! Pensavo che ti sarebbe piaciuto finire in un posto un po' più appartato.»
«Come ho detto a tuo padre, Colin, se non ci fosse stato il blackout niente sarebbe mai successo.»
«Oh.» Lui resta in silenzio per qualche secondo. «Non avevo capito.»
«Sai, in questo periodo, un amico mi ha detto che dovevo fare attenzione con te, che era tutta finzione. Io non gli ho creduto ma... forse avrei fatto meglio ad ascoltarlo.»
«Aspetta, è per questo che sei arrabbiata? Perché qualche idiota ti ha messo una pulce nell'orecchio facendoti dubitare di me?»
Ci rifletto un attimo.
Se Cameron non mi avesse mai detto ciò che mi ha detto riguardo a Colin... avrei reagito così?
«Scusa» riesco a sussurrare dopo parecchi secondi in silenzio.
Colin sembra addolcirsi. «Vieni qui» mi dice con tono dolce, spalancando le braccia.
Io non esito un attimo e affondo tutto il mio corpo contro il suo.
«Scusa» ripeto tra i singhiozzi. «Non è vero che mi sto abituando a questa situazione. È tutto così confuso... i miei pensieri, gli appuntamenti, lo studio, il dover fare tutto di nascosto, i sentimenti che provo... tutto si mischia ed io non capisco più nulla.»
Ci abbracciamo ancora per qualche secondo finché Colin non mi solleva il viso. «Allora fra tutti questi dubbi ti posso donare una certezza» dice.
«Cioè?»
«Me.» Colin mi dà un bacio a stampo sulla bocca. «Io sarò la tua certezza in questo periodo che stai attraversando.»
I nostri nasi si sfiorano ed io riesco solo a sussurrare un debole "grazie" prima che Colin riprenda a baciarmi come mai ha fatto prima, neanche la sera del blackout.
Questi baci sanno di futuro, speranza. Sento che in qualche modo entrambi abbiamo appreso qualcosa l'uno dell'altra e che adesso siamo più uniti di prima.
«Magari la stanza d'albergo la prenotiamo la prossima volta, quando sarai pronta» dice lui.
Sorrido, sentendo nel cuore una seconda certezza.
«Colin... io sono pronta
   
 
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