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Autore: Giuls_BluRose    15/07/2016    1 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da due anni e mezzo e i loro sogni stanno diventando realtà, hanno una vita felice a New York e lavorano come protagonisti in un moderno musical di Broadway; manca solo una cosa affinchè raggiungano il massimo della felicità: un figlio.
I due cercheranno quindi una madre surrogata, che troveranno nella loro cara amica Rachel; tutto pronto quindi?
Prima di iniziare le procedure si sottopongono ai test di routine, dai quali uscirà fuori un "piccolo dettaglio" molto inquietante, che sconvolgerà la vita dei coniugi Hummel-Anderson, minacciando il loro lieto fine in modo quasi indelebile.
Sarà proprio nel momento più cupo, quello dove tutto sembrerà perduto e senza speranza, che un vecchio conoscente tornerà nella vita dei due ragazzi. Un aiuto morale o il pezzo mancante affinchè tutto il loro mondo crolli?
Tutto è possibile finchè c'è l'amore, basta solo avere coraggio.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – Prime visite

“Grazie.”
Un dolce bacio che ci posa sul collo del più grande, facendolo sorridere istintivamente.
“Grazie.”
Ancora un altro bacio, ancora il collo del mezzo soprano che viene sfiorato da quelle labbra calde e morbide, senza paura.
“Grazie.”
Un bacio a labbra schiuse, un bacio dolce e delicato, che si sposa sempre di più verso le scapole del castano.
Kurt sorrise a quel tocco, quel tocco che lo fa tremare leggermente, che gli dona una calda e piacevole sensazione allo stomaco.
“Grazie.”
Blaine continuava a baciare il collo e le spalle del ragazzo, sorridendo e parlando con il cuore pieno di gratitudine, non erano baci violenti, ma dolci e pieni d'amore, d'amore per quell'uomo che lo aveva reso una delle persone più felci al mondo, se non proprio la più felice.
“Grazie.”
Il moro continuava a ripetere quella parola ad ogni singolo bacio, continuava a ringraziare la persona più importante della sua vita per aver fatto in modo che i loro sogni potessero divenire realtà: era felice in quel momento e sapeva che nulla gli avrebbe mai portato via quella gioia.
“Grazie.”
Blaine si alzò leggermente per baciare il mezzo soprano sotto il lobo dell'orecchio, facendolo sussultare leggermente, poi sorrise e posò la testa sulla spalla del marito, che lo strinse a sé, sorridendo a sua volta.
“Smetti di ringraziarmi, non ho fatto niente io.”
Kurt accarezzò la schiena di Blaine, inspirando l'odore del suo shampoo, beandosi di quel profumo che lo faceva innamorare sempre di più, quel profumo che lui ormai riconosceva come casa propria.
Il moro alzò appena lo sguardo per poter incatenare i suoi occhi color del miele a quelli cristallini del marito, per rivolgergli un ulteriore e sincero sorriso.
“Non hai fatto niente? Mi hai solamente reso l'uomo più felice al mondo.”
Blaine scattò sulle labbra del marito per chiuderle in un bacio, che venne immediatamente ricambiato dal più grande.
“E io sono l'umo più fortunato dell'intero universo, invece.”
Kurt si staccò leggermente dal bacio per poter sussurrare quelle parole, mentre teneva ancora gli occhi chiusi per poter assaporare ogni minimo dettaglio di quel bacio e di quel momento.
“Come mai?”
Blaine sorrise piano e passò una mano tra i capelli del castano, giocandoci appena: sapeva che era una cosa che dava noia al più grande, ma lui era forse l'unica persona che aveva il permesso di poter toccare i capelli castani e sottili di suo marito senza essere preso a parole o minacciato in qualche modo.
Prima che suo marito potesse rispondere baciò nuovamente le labbra e carezzò le guance stringendolo ancora di più a sé, come se non ne avesse mai abbastanza di lui.
“Perchè ho te al mio fianco.”
E a quelle parole Blaine si sciolse, il suo cuore non si sarebbe mai abituato a quelle uscite estremamente dolci e melense di Kurt, quelle frasi che uscivano spontanee dalla bocca del più grande solo quando erano da soli e che facevano diventare liquido il cuore del più piccolo.
“Ti amo, lo sai?”
Fu Kurt a porre quella domanda al compagno, mentre le sue labbra cercarono nuovamente quelle dell'altro, trovandole subito a pochi millimetri dalle proprie e le chiuse in un bacio, non dando neanche il tempo a Blaine di rispondere.
Quelli erano i momenti in cui il moro credeva di poter avere un assaggio di quello che lui credeva essere il paradiso: Kurt era ciò che più lo faceva stare bene, quello che lo faceva sentire vivo e sapeva che anche se fossero andati all'inferno essere con lui avrebbe fatto in modo che si trasformasse nel paradiso.
“Ti amo Kurt.”
Il moro sussurrò quella riposta sulle labbra del marito, prima di premerle alle sue e cingergli la vita con le braccia, carezzando i suoi fianchi e la schiena: si, lui lo amava con tutto il suo cuore e non avrebbe permesso a nessuno di farlo allontanare da lui. Lui lo amava fin dal primo momento che lo aveva visto alla Dalton, anche se se ne era reso conto solo mesi più tardi. Lui lo amava ogni giorno di più e aveva avuto paura quando aveva rischiato di perderlo per sempre, aveva avuto tanta paura. Non poteva immaginare un vita senza Kurt e solo il fatto di averlo come marito e poter stare insieme a lui ogni giorno della sua vita lo faceva sentire un uomo fortunato.
Lui lo amava e sapeva benissimo che quello era un sentimento ricambiato al cento per cento.
Erano fatti per stare insieme, non avevano nessun dubbio a riguardo, le loro mani erano nate per stringersi l'un l'altro e i loro cuori erano fatti per battere all'unisono tra loro.
Sapevano che tra loro c'era un filo invisibile che qualunque cosa fosse successa li avrebbe sempre fatti tornare insieme, ovunque fossero e qualsiasi cosa stessero facendo nella loro vita.
Erano anime gemelle, e le anime gemelle non possono vivere separate.

“Perfetto! Siamo in ritardo!”
“Calmati Kurt, sono solo 3 minuti di ritardo, non è la fine del mondo.”
“Non è la fine del mondo!? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Se Rachel non si presenta entro adesso giuro che la faccio fuori.”
Blaine sospirò, quando ci si metteva Kurt sapeva essere veramente stressante: erano davanti alla clinica dove Rachel si sarebbe dovuta sottoporre alle prime visite di controllo e la ragazza era in ritardi di tre minuti. Per una persona normale quello non sarebbe stato un problema, ma si stava parlando di Kurt in quel momento: quel ragazzo che odiava il ritardo e che poteva restare arrabbiato con te per giorni anche solo per cinque minuti.
Per fortuna proprio in quel momento la ragazza castana corse verso di loro e li salutò con un sorriso, peccato che Kurt rispose con un'occhiata di fuoco e, se fosse potuto essere reale, Blaine e Rachel avrebbero giurato che da un momento all'altro dagli occhi del mezzo soprano sarebbero usciti fulmini e saette.
“Finalmente cara.”
Rachel lo guardò vagamente spaventata, possibile che quel ragazzo non avesse pazienza fino a qual punto?
“Kurt calmati, non ho fatto niente.”
“Non hai fatto niente!? Tre minuti, tre fottuti minuti di ritardo e tu mi vieni a dire che non hai fatto niente? Sai che il tempo è prezioso?”
Okay, quel ragazzo stava dando i numeri, assolutamente. Se faceva così adesso non osava immaginare durante la gravidanza oppure quando il bambino sarebbe nato.
“Calmati amore.”
Blaine sospirò e strinse la mano del mezzo soprano, sorridendogli cautamente; il castano lo guardò e sospirò anche lui leggermente: si, forse era il caso di darsi una calmata.
“Okay, okay, ma la prossima volta sii in orario.”
Rachel annuì arresa e strinse l'altra mano del castano: faceva così forse perchè era veramente teso e non voleva darlo a vedere. Voleva che tutto andasse bene, che la ragazza fosse idonea e che non ci fossero complicazioni. Blaine era nelle stesse sue condizioni, ma sapeva regolare meglio l'ansia.
I tre ragazzi si diressero quindi verso la stanza dove Rachel avrebbe fatto gli esami del sangue e avrebbe incontrato la ginecologa per una visita di controllo.
“E Jessie?”
“Dovrebbe uscire a breve dalla visita di routine, ci raggiungerà tra meno di mezz'ora.”
“Vedo che è tempo di visite oggi.”
Rachel annuì e si sedette in mezzo ai due futuri papà attendendo di essere chiamata.
“Non essere nervosa, andrà tutto bene.”
Blaine si era accorto della tensione nel corpo della ragazza e cercava di calmarla: in cuor suo sapeva che non doveva preoccuparsi di nulla, che sarebbe andato tutto bene.
Kurt sorrise appena alla ragazza, anche lui teso come una corda di violino e i due coniugi strinsero le mani della moretta, dandole tutto il calore e il coraggio necessari.
“La signorina Berry?”
Un medico sulla cinquantina si affacciò dalla porta dello studio con un sorriso in volto e cercava con lo sguardo la sua prossima paziente.
“Sono io.”
La mora alzò lo sguardo per incontrare quello dell'uomo e si alzò per andare verso di lui.
“Analisi di routine?”
Lei annuì piano e diede uno sguardo ai suoi due accompagnatori, che le sorrisero e le fecero l'occhiolino, quasi come incoraggiamento.
“Loro devono entrare con lei?”
“Credo di farcela a fare delle analisi.”
Lei sorrise piano e si voltò nuovamente verso il medico, per poi entrare nello studio e chiudere la porta.
“Andrà tutto bene, vero Blaine?”
Il ragazzo annuì al marito, stringendolo a sé aspettando che la ragazza uscisse: non ci avrebbe messo molto, questo era chiaro, ma le risposte degli esami sarebbero arrivate tre giorni dopo e non sapevano come avrebbero retto l'ansia, anche solo se per una manciata di giorni.
“Credi che Rachel sarà forte abbastanza per portare a termine questa gravidanza?”
“Sai Kurt, ho la sensazione che saremo noi quelli che non saranno sempre forti abbastanza e che sarà lei a doverci consolare più volte. Mi sono reso conto che sappiamo essere due mammolette alle volte.”
Kurt rise piano a quella veritiera insinuazione del marito e posò la testa sulla sua spalla, leggermente assonnato: aveva dormito poco quella notte e aveva assoluto bisogno di riposarsi un po' non appena sarebbe tornato in casa.
Per fortuna dovettero aspettare solo pochi minuti, forse neanche dieci e Rachel uscì dalla stanza, seguita dal dottore.
“Bene signorina Berry, i risultati degli esami saranno pronti tra tre giorni, adesso può accomodarsi nell'altra sala ed aspettare l'arrivo della ginecologa. Io invece vorrei parlare un attimo con questi due ragazzi.”
Lei annuì e scomparve nell'altra sala, mentre i coniugi Hummel-Anderson guardavano interdetti il medico.
“La signorina mi ha detto che sta facendo le visite per vedere può farvi da madre surrogata. Sapete bene che non deve fari controllare solo lei, vero? Che ne dite se facciamo tutto oggi e vi sottoponete pure voi agli esami del sangue? Almeno vi togliete subito un pensiero.”
Nella voce del medico si poteva cogliere un tono dolce e per niente severo, pareva essere un uomo molto aperto e tranquillo e la vista di due ragazzi così giovani con un sogno tanto grande gli aveva intenerito il cuore.
Kurt e Blaine si guardarono per un attimo, stringendosi le mani per darsi coraggio l'un l'altro, poi in sincronia annuirono e seguirono il medico per farsi gli esami: ormai erano lì, meglio cogliere l'occasione.


Note dell'autrice:
Salve a tutti ragazzi, ecco qua anche il quindo capitolo di questa Long.
Fluff, questa cosa non è da me, ma mi sono cimentata in una scena assolutamente Fluff che mi ha cariato i denti e mi ha fatto venire il diabete (?)
Non sono solita scrivere certe cose, in realtà avevo in mente di scrivere una scena smut, poi mi sono ricordata che è a rating arancio e non rosso, quindi non ho potuto.
Mi piacerebbe però scrivere una smut Klaine o addirittura CrissColfer, se mi date la vostra benedizione (?) vedrò di pubblicarla a breve!
Come sempre ringrazio chiunque abbia messo questa long tra le preferite\ricordate\seguite, siete molto gentili.
Quindi!
Aspetto con ansia di sapere che ne pensate fino a qua e se volete una smut (?)
Per chi fosse interessato ho una pagina su Facebook, se volete mandatemi un messaggio personale e vi mando il link, così almeno possiamo anche parlare un po' e mi farebbe davvero piacere.
Detto questo vado a deprimermi guardando ancora Struck by Lightning, amo incredibilmente quel film, anche se mi fa piangere.
Alla prossima e buona lettura.

Giulia Pierucci

 

   
 
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