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Autore: Zenior    15/07/2016    2 recensioni
Per alcuni la vita universitaria è meravigliosa, piena di esperienze grandiose da ricordare in eterno, per altri è imbarazzante e da dimenticare. Derek Hale non sapeva ancora come classificare la sua.
Di sicuro gli anni che aveva seguito in precedenza erano stati gloriosi, ma la sete di fama l'aveva portato a lasciare in favore di una band che era diventata la sua più grande ragione di vita.
Si sa, però, bisognerebbe stare attenti a quando si esprime un desiderio, perché non si sa mai come si potrebbe avverare e il più grande sogno di Derek si era trasformato in pochi anni in un incubo.
Dopo l'ennesima bruciante delusione aveva deciso di lasciare il suo posto di bassista degli Sterne ed era tornato a condurre una vita tranquilla nella sua cittadina natale, Beacon Hills.
Mai più avrebbe immaginato di incontrare qualcuno che potesse diventare la sua nuova famiglia e che lo convincesse a concludere il suo ultimo anno alla CSU tra confraternite, matricole pazze, strani amori e rivalità insensate...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!
Probabilmente qua ci si è già dimenticati di me dato che più di un anno e mezzo fa avevo scelto di chiudere l'account, ma dato che sono volubile rieccomi qui!
Dato che per me dalla stagione 3b in poi il caro e vecchio Jeff è praticamente impazzito è molto improbabile che inserirò in questa storia personaggi successivi ad essa.
Per ora ho inserito Derek, un nuovo personaggio che non so ancora quante apparizioni farà, Peter, Cora, Isaac, Erika, Boyd, Stiles, Scott, Allison, Lydia, Jackson e Danny. Vengono citate Kate Argent e la Black.
Dovrebbe essere una Sterek, ma essendo ancora in corso d'opera non ho idea di cosa ne verrà fuori, non pubblicherò regolarmente o roba così perché ho una vita anche io - infelice e terribile, ma pur sempre una vita -.
Detto questo, se doveste incontrare problemi di rating, di ortografia, sintassi, etc..,, non esitate ad informarmi (anche solo tramite insulti in posta privata ;) ).


Allora... seguendo il consiglio di Larksunset (che ringrazio pubblicamente per essere così gentile da recensire) ho deciso di aggiungere 'Angst' tra i generi della storia. Ciò non significa che torneranno i toni depressi del primo capitolo, anzi, dovrebbero gradualmente andare a diminuire con il procedere delle vicende, più che altro avendo ormai assunto il punto di vista di Derek per la descrizione di tutti i capitoli (non so se in futuro qualcosa cambierà) è difficile, data la sua vita infame, escludere un certo grado di malinconia, rimorsi e tutta una serie di pensieri che portano a un limbo di furia e angoscia. Buona lettura!


Prologo

 
Il 'qualcosa'

 
La stanza era invasa dai suoni provenienti dalla televisione. Derek osservava con attenzione gli Sterne suonare il loro nuovo ultimo singolo davanti a migliaia di persone. Non sapeva nemmeno lui cosa lo disturbasse tanto di quella visione, forse le luci colorate, o le ragazzine urlanti o magari semplicemente era seccato di suo e basta, anche se un pensiero cercava di farsi strada nella sua testa per fornirgli una spiegazione. Era martellante e insistente, come un piccolo tarlo che ti rode dall'interno fin quando non rimane che un guscio vuoto che si sostiene appena, pronto a crollare in polvere al primo soffio di vento.
Così si sentiva Derek e il fatto che Jason, il cantante degli Sterne, lo avesse chiamato solo un'ora prima dell'inizio del concerto in preda alle lacrime e a qualche strana sostanza allucinogena per supplicarlo di tornare a suonare nella band non aiutava.
Ora lo vedeva lì, sorridente, a salutare il pubblico con affettato amore e battutine ambigue che facevano risuonare di risate l'intera platea. Jason era l'unico che ancora provasse a convincerlo, gli altri si erano rassegnati ormai da tempo, nonostante fosse palese a chiunque che il nuovo bassista non fosse minimamente all'altezza del suo predecessore.
Lui e Jason erano stati compagni al college e da loro erano nati gli Sterne in un locale malfamato durante una serata di esibizioni. Allora non avevano nemmeno vent'anni e avrebbero potuto aprire uno stand di sogni da quanti ne inseguivano.
Non avrebbero mai nemmeno immaginato che da lì a breve sarebbero stati scritturati da un'importante casa discografica, da un tizio impomatato dalla voce sbiasciata che a suo dire aveva intravisto in loro "qualcosa".
Derek non aveva idea di cosa fosse il qualcosa, sapeva solo che tempo due mesi si erano ritirati da scuola per andare a fare il giro della California insieme a quell'uomo e altri due giovani musicisti apparentemente raccattati su un marciapiede, un po' come loro.
Il loro qualcosa, qualsiasi cosa fosse, era, se non altro, incredibilmente remunerativo.
Gli Sterne avevano avuto subito un grande successo, forse per la loro presenza scenica o il significato profondo nascosto in ogni testo che Derek (conosciuto dal pubblico con il soprannome di Deich)  e Jason si divertivano a scrivere assieme.
Per due anni erano stati sulla cresta dell'onda, con paparazzi sempre pronti a  immortalare ogni loro mossa per qualche rivista scandalistica. Derek era sempre stato attento, Jason e gli altri no.

Almeno finché non arrivò lei.

Kate Argent aveva ventiquattro anni e un'aria seducente tale che prima ancora di rendersene conto Derek aveva finito per mettersici insieme. 
Tre anni, una laurea e una dipendenza da droghe pesanti, ecco le più grandi differenze tra loro, ma Derek ci aveva messo un po' troppo ad accorgersene, accecato dall'amore che nutriva nei suoi confronti. 
Si fidava di lei e lei aveva trascinato i suoi amici nella stessa spirale di follia. Non aveva voluto crederci quando era stato evidente a tutti che i soldi spariti dalla sua cassaforte fossero finiti in circolo a Kate sottoforma di coca e LSD, aveva riso con le sorelle e lo zio quando i paparazzi li avevano beccati a baciarsi su una panchina al parco e si era fatto adorare dalla famiglia di lei, vittima di un paraocchi forse più spesso e coprente del suo.
Nel giro di pochi mesi Kate aveva iniziato a vendere scoop su lei e Derek per pagarsi le dosi ed era stata la causa, seppur indiretta, dell'incidente d'auto in cui Laura, la sorella maggiore di Derek, aveva perso la vita.
Zio Peter era alla guida quella volta e aveva probabilmente bevuto molto di più di quanto non fosse consentito. Laura dormiva ignara di tutto mentre Kate, in preda ad un'allucinazione più pesante del solito, aveva chiamato Peter, convinta che fosse Derek.
Una leggera distrazione e... 

Kate era morta per overdose nel giro un mese da quando Derek l'aveva lasciata, devastato dal dolore della perdita della sorella e dall'improvvisa e travolgente consapevolezza che lo aveva colto quando Kate, in lacrime, era andata da lui, dicendo che Peter e Laura avevano avuto un incidente, che lei non sapeva cosa fare.
Derek non incolpava né Kate né Peter di quanto accaduto, solo se stesso. 
Aveva iniziato ad isolarsi sempre di più, fino a quando non era arrivato a comunicare solo con i membri della band e Cora, la sorella più piccola.
Peter, pur avendo riportato a sua volta delle brutte ferite per l'incidente non se la sentiva di parlargli e Derek non lo avrebbe cercato per molto tempo ancora.
I testi delle canzoni degli Sterne si erano fatti più tristi e crudeli, il pubblico piangeva per le ingiustizie della vita, per i genitori di Derek morti in un incendio, per Laura, per Kate, per Paige uccisa da un pazzo, la violoncellista con cui Derek usciva alle superiori e che gli aveva fatto scoprire l'amore per la musica. 
Il pubblico aveva pianto anche per Derek stesso, perché lo sentiva cambiato, più distante, ben diverso dal ragazzo che per inseguire i propri sogni aveva lasciato il college prima della laurea e che ora, a ventitré anni, aveva sofferto già abbastanza per tutti.
Poi c'era stata Jennifer, e né Jason, né Cora, né Peter, con cui nel frattempo aveva più o meno riallacciato i rapporti, erano stati in grado di aiutarlo.
Jennifer Blake era la metaforica goccia che fa traboccare il vaso, quella che segna l'inizio della fine, la devastazione più totale. Dopo di lei, di Derek non ne era rimasta neanche l'ombra.
Il loro era stato un amore sbocciato dal nulla, passionale ed intenso e consumatosi altrettanto in fretta. Jennifer si era avvicinata a Derek per diventare famosa e ricca, ottenendo così abbastanza potere per fare ciò che più l'aggradava, fingendo di non sapere della sua appartenenza agli Sterne, fingendo di non conoscerli nemmeno.
Quando era stata scoperta aveva tentato in ogni modo di tenerlo stretto a sé, azzardando le scuse più assurde, tirando in ballo il loro amore, il loro futuro insieme sicuramente felice e tante altre cose che avevano fatto venire un'intensa nausea a Derek, condita della voglia di urlare la sua più nera disperazione.
Così aveva lasciato la band, il sogno raggiunto poi rivelatosi incubo che rendeva chiaro ai suoi occhi quanto fosse dolorosamente vero quanto espresso dal detto 'attento a ciò che desideri, potresti ottenerlo davvero'. Jason lo aveva supplicato in ginocchio di restare, il volto scavato dalla droga e rigato dalle lacrime, ma anche lui ormai non era che un pallido fantasma di ciò che era stato e Derek non lo riconosceva che a stento. "Mi dispiace..." aveva detto, e si era chiuso la porta alle spalle, del tutto deciso a tornare nel suo paese natale in California, e farsi dimenticare dal mondo, cercando a sua volta di lasciarsi dietro ogni dolore, consapevole del fatto che difficilmente sarebbe bastata una vita intera a cancellare quei pochi anni di delusioni.

Beacon Hills lo aveva accolto con la freddezza che sperava. 

Derek avrebbe compiuto ventiquattro anni da a lì tre mesi e dall'ultima volta che era stato inquadrato da un obiettivo aveva preso almeno dieci kili di muscoli, si era fatto crescere barba e capelli e girava con degli occhiali scuri che non facevano che aumentare la sua aria da 'Bello e dannato'.
I primi giorni Jason lo chiamava ogni momento ed era riuscito persino a coinvolgerlo nella stesura via telefono di un nuovo brano. 
Quando Derek lo sentì per la prima volta alla radio, percepì distintamente un groppo formarglisi in gola e fu costretto letteralmente a scappare dal negozio a gambe levate per non crollare davanti a tutti, travolgendo quasi un ragazzo nella sua fuga. 
Passò i due giorni seguenti in isolamento a suonare sulle note di quella stessa canzone. 
Allentò i contatti con Jason e perse definitivamente quelli con il resto degli Sterne. 
Avevano un nuovo bassista ora, lui non serviva più. 

Lo avevano sostituito.

La cosa lo rese molto triste e incredibilmente felice insieme, ma non ebbe il tempo di analizzare troppo il motivo delle due sensazioni contrastanti perché quello stesso giorno si imbatté in un ragazzo.
Isaac Lahey aveva a malapena diciassette anni ed era svenuto davanti a casa sua. Era scappato di casa, dal padre e dalla violenza che lui gli muoveva per ogni piccola cosa. Dopo essere stato picchiato e rinchiuso per l'ennesima volta in un frigo nello scantinato il ragazzo aveva raccolto le poche cose a cui era più affezionato e se ne era andato senza voltarsi indietro, ma le percosse ricevute lo avevano indebolito troppo e così la sua fuga si era arrestata davanti a una villetta della periferia di BH non molto distante dalla stazione.
Derek lo aveva portato dentro e gli aveva curato le ferite senza porre domande. Non aveva chiamato nè ambulanza nè polizia perchè il ragazzo lo aveva supplicato di non farlo, però lo aveva guardato a lungo, intensamente, fino a quando Isaac non si era messo a piangere, farfugliando in maniera confusa parte della propria storia, e Derek per farlo calmare si era costretto a tentare di abbracciarlo.
Era stato un contatto freddo e impacciato che non avrebbe fatto sentire meglio nessuno dei due se solo non fossero stati così disperati.
 Isaac passò i due giorni seguenti a dormire e delirare per la febbre. La settimana seguente il signor Lahey era in ospedale con in corpo più osse rotte che sane.
Non cercò mai più il figlio.

Derek propose ad Isaac di restare purchè facesse le faccende domestiche al suo posto e il ragazzo non potè che accettare, commosso dalla generosità e il buon cuore di quel giovane uomo apparentemente tanto burbero che lo aveva salvato senza chiedere nulla in cambio.
A Derek piaceva Isaac, non era invadente e capiva i suoi stati d'animo, lo lasciava in pace quando era arrabbiato o triste ed aveva quel sarcasmo pungente tipico di chi ha sofferto molto. 
Il suo stesso sarcasmo. 
I due erano anime affini incontratisi per caso e che avevano preso ad aggrapparsi l'uno all'altro nel tentativo di rialzarsi. Talvolta inciampavano nel loro baratro oscuro ed intriso di dolore, ma il più delle volte erano quasi tranquilli, in un equilibrio malfermo costituito da una ferrea routine e il sostegno reciproco.
Cora e Peter erano felici del nuovo amico di Derek e lo trovavano alquanto divertente, Jason ne era quasi geloso.
Derek non aveva idea del perchè gliene avesse parlato, forse per vendetta, per fargli capire che anche lui poteva andare avanti, trovarsi dei nuovi amici, costruirsi una nuova famiglia, forse semplicemente perchè non voleva che il cantante degli Sterne si preoccupasse per lui, forse ancora perchè non ne poteva davvero più di sentirsi ripetere sempre, con la stessa voce roca e disperata che piaceva tanto alle ragazzine la sua litania infinita di 'Ti prego, torna'.
Isaac ci aveva messo un po' a capire dove avesse già visto Derek, quando avesse sentito il suo nome... lo aveva compreso una notte di quasi due mesi dopo l'inizio della loro convivenza. Stavano guardando la TV e al telegiornale avevano parlato di un certo Jason Annex, chitarra e voce degli Sterne, che si era fatto ricoverare in una clinica di riabilitazione per tossicodipendenti. Derek aveva percepito chiaramente lo sguardo preoccupato di Isaac su di lui quando i suoi muscoli si erano contratti tanto da farlo sembrare una statua di rigido marmo, poi aveva sospirato e si era rintanato in camera.
Per la prima volta da quando Isaac era entrato nella sua vita aveva suonato il basso. 

Non scendevano mai in confidenze troppo personali e il ragazzo chiedeva sempre il permesso prima di invitare qualcuno. Derek in quei momenti spariva, spesso andava in biblioteca o a correre nel bosco e tornava a casa a notte inoltrata, non gli piaceva interagire con gli altri, non più, e apprezzava anche che Isaac lo capisse così profondamente. Lo sentiva vicino quasi come un fratello minore, voleva proteggerlo come con Cora, ci scambiava frecciatine come con Peter e ci parlava come aveva sempre fatto con Jason, anche se il livello di confindenza non era ancora quello. Con lui però condivideva qualcos'altro, un dolore speciale, profondo e devastante, vedeva il ragazzo come un cucciolo abbandonato che aveva raccattato per strada e che ora allietava le sue giornate con una devozione estrema e sapeva esattamente come comportarsi con lui in ogni situazione, come assecondare ogni suo stato d'animo.
Derek avrebbe voluto prendersi un cane prima di Isaac, ma non avrebbe avuto voglia di portarlo fuori, in quel modo aveva ovviato ad entrambe le questioni. 
Quando glielo disse, Lahey rise.

Un giorno, dopo la consueta telefonata settimanale che Jason gli faceva dalla clinica -Derek lo sentiva ora molto più lucido in salute e ne era davvero felice- Isaac arrivò in casa sconvolto. La cosa turbò Derek più di quanto diede a vedere e, dopo ore di strani silenzi e occhi bassi, impose al ragazzo di spiegare la ragione del suo turbamento.
Si rese conto di aver praticamente ringhiato solo quando si scontrò con la sua espressione spaesata. Bofonchiò delle scuse ma la questione rimase.
Isaac non disse niente, si limitò a trascinarlo in un locale a luci rosse di un quartiere piuttosto malfamato dal pittoresco nome "Paradise Lost". Come lo vide Derek scosse la testa, convinto che Milton in quel momento si stesse come minimo rivoltando nella tomba.
Non capiva perchè lo avesse portato lì, tra luci soffuse e cameriere mezze nude, sino a quando non gli indicò una ragazza truccata pesantemente che serviva da bere ad un tavolo. Sembrava essere l'unica vestita ed era come un gatto randagio che soffia e graffia chiunque gli si avvicini, perchè cercava in ogni modo di scansare le attenzioni indesiderate della maggior parte degli avventori.
"è una mia compagna di scuola". Derek fu sorpreso di sentirgli dire una cosa del genere, non tanto perché lei dimostrasse più anni -cosa per niente vera- quanto per il fatto che gli unici di cui Isaac gli avesse mai parlato oltre suo padre fossero due suoi compagni della squadra di lacrosse che si cacciavano in situazioni sempre imbarazzanti e paradossali, tali Scott e Bilinski, Dandinskij, o comunque un nome simile... 
Non ci volle poi molto perché anche Erica si unisse al loro club di quelli che hanno ricevuto più calci in culo che altro dalla vita.
Erica Reyes aveva la stessa età di Isaac e fin da bambina aveva sofferto di epilessia. Le crisi si erano attenuate con il passare degli anni ma non per questo lei girava per le strade tranquilla. Suo padre era un avvocato ma non si era mai molto curato di lei, tanto da essersi trasferito a New York senza portarsela dietro, lasciandola da sola a Beacon Hills e mandandole di tanto in tanto lo stretto necessario per vivere. Per questo Erica era stata costretta a scegliere se vivere di espedienti o andare a lavorare come cameriera in un locale simile.
Derek la costrinse a licenziarsi nonostante le numerose proteste e le disse senza troppi giri di parole che se gli faceva da cuoca avrebbe provveduto lui a tutte le spese. Isaac fu ben felice della nuova situazione, anche perchè  odiava cucinare. Lui e Erica divennero subito amici, lei era esuberante e vivace e non si preoccupava di tenere un basso profilo.
Era bella, molto, e sapeva esattamente come sedurre, ci aveva provato anche con Derek, arrivando a baciarlo, ma lui l'aveva scansata freddamente, dicendo che se ci avesse riprovato poteva benissimo tornare per strada.
Erica era stata ferita dalla brutalità delle sue parole, a modo suo lo amava e lo vedeva come un salvatore, le sarebbe davvero piaciuto se lui l'avesse accettata come sua compagna, ma allo stesso tempo era incredibilmente grata per il suo rifiuto. All'ennesima ripetizione di quel discorso ad Isaac, il ragazzo, esasperato, aveva preso il portatile di Derek e digitato frettolosamente qualcosa su Google per poi mostrarle i risultati. Lei aveva deglutito sonoramente. 
Per due giorni ogni volta che il suo sguardo e quello di Derek si incrociarono lei abbassò gli occhi, mortificata.

Quando Peter e Cora venivano a trovare Derek, più o meno ogni due settimane, l'atmosfera in casa si faceva improvvisamente più serena, una volta Derek accettò persino di suonare per loro quattro in salotto. 
Gli mancava suonare in pace, al buio, da solo o con Jason che improvvisava parole sulle sue note. Gli mancava l'emozione che provava prima di un concerto, l'adrenalina che gli scorreva nelle vene, sentire il cuore che batteva al ritmo della musica. Gli mancava inspirare l'aria fredda del mattino quando tornava a casa, litigare con Jason ogni volta che apriva le tende a orari improbabili per trascinarlo a provare...
Le dita gli tremarono sull'ultimo accordo e Peter esplose in un applauso. Isaac e Erica avevano le lacrime agli occhi e Cora si limitava a guardarlo con un sorriso triste e al contempo fiero.
Iniziò di nuovo a suonare, prendendo di nuovamente in mano anche la sua vecchia chitarra e la tastiera che gli arrivò per posta come regalo di Peter.
Dapprima canzoni già note, poi componimenti nuovi. 
Spesso si chiudeva per ore nella sua stanza a elaborare testi e melodie diverse, sempre più complicate e varie. Un giorno Erica cucinava il suo piatto preferito e usciva fuori una ballata, il giorno dopo i due ragazzi lo trascinavano a peso al cinema e veniva fuori un ritornello sghembo e divertente, se la squadra di Isaac vinceva una partita di lacrosse veniva fuori una sorta di inno alla "We are the Champions" dei Queen, se invece andava male in un compito ecco scattare subito una litania funebre che faceva ridere Erica e far venire voglia di gelato a Isaac.
Derek non era bravo a comunicare a parole, ma ciò che aveva dentro riusciva perfettamente a esprimerlo con la musica.

Jason piombò da loro per passare le vacanze di Natale da Derek. 
Quando Isaac gli chiese come mai fosse arrivato il 6 di Dicembre si limitò a fare spallucce.
Era pallido e più magro di come Derek lo ricordasse, ma il suo viso era luminoso e sulla via della guarigione. Si lanciò addosso a Derek come un koala e ignorò stoicamente le sue pacche imbarazzate sulla schiena per farlo staccare. Derek era incredibilmente felice di vederlo ma dopo due minuti quella stretta più che amichevole era divenuta inquietante. 
Nel tempo che passò con loro cercò in ogni modo di insegnare a Isaac a suonare la chitarra -con risultati pessimi, roba che secondo lui sarebbe riuscito a steccare con un triangolo- e a Erica a cantare. Tutto sommato la ragazza non era questo gran caso disperato e entrambi ci presero gusto a provare insieme delle canzoni. Secondo Jason avrebbero potuto duettare insieme su un palco un giorno. Derek lo guardava male quando faceva queste uscite, sapeva benissimo che si trattava di frecciatine rivolte a lui.
Suonavano insieme di tanto in tanto, quando non rivangavano i bei tempi prima di Kate, quando gli Sterne non erano ancora famosi e la loro più grande preoccupazione era quella di preparare esami che avrebbero poi passato con una facilità disarmante.
Derek si rendeva conto di ridere di più con Jason che con i ragazzi e di come questo li rendesse tristi, ma non ebbe molto tempo per cercare di capire come rimediare perchè immancabilmente arrivò la Vigilia e Cora e Peter si presentarono alla porta con centinaia di regali.




 
   
 
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