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Autore: Vavvola    21/04/2009    1 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

Quando l'amore diventa un gioco pericoloso...sei abbastanza coraggioso per andare avanti?
Prefazione
Tum tum tum…ovunque andassi, ero sempre accompagnata dal battito frenetico del mio cuore. Tum tum tum… eppure di missioni ne avevo già fatte tante! Ero sempre agitata quando mi arrivava il fax dal capo con sopra scritta l’impresa da compire. Ormai dovevo esserci abituata! Forse era perché in gioco non c’era solo la mia vita, ma quella della persona alla quale tenevo più in assoluto. Avrei fatto di tutto per proteggerla. Non m’importava della fine del mondo; della criminalità spaventosamente alle stelle; non m’importava di niente. L’importante era proteggere il mio amato da qualsiasi male. Ecco la mia missione. Una missione fallita fin dal principio...
Genere: Romantico, Azione, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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oggi vi va di lusso!! due nuovi capitoli di seguito!
vorrei ringraziare tutti quanti per il sostegno che donate a questa fan fiction! siete splendidi!
PS Ladywolf: credo che la canzone da scelta per il 13 capitolo sia proprio azzeccata ;-)




James



Mi risvegliai presto quella mattina come tutte quante le altre mattine. Era l’alba e non mi spettavo di certo che la mia bimba si sarebbe svegliata da un momento all’altro. Così mi rivestii e mi recai al bar più vicino aperto a quell’ora del mattino, per prendere un’abbondante colazione da portare via. Quando ritornai a casa sua, aprii la porta con le chiavi di casa che le avevo fregato dalla borsetta, ed entrai sorridendo trovandola ancora a letto immersa nei suoi sogni.
Aveva cambiato posizione e, adesso, si trovava sdraiata a pancia in giù. La coperta era scesa lasciandole scoperta tutta quanta la schiena nuda.
Vederla dormire così bene mi invogliò a tornare sotto le coperte e a rilassarmi al suo fianco. Così feci. Mi svestii e mi misi sotto le coperte. Sdraiato su un fianco continuavo a guardarle le spalle scoperte e la sua schiena bianca stupenda. La sua carnagione chiara splendeva sotto la luce opaca del sole che filtrava dalle insegne della portafinestra. Mi avvicinai e le baciai la spalla. È un bacio veloce, lieve…non volevo svegliarla. Non si sveglia. Allora gliene detti un altro, tanti altri, sempre meno veloci. Mi piaceva il sapore della sua pelle. Era salata, forse per il sudore assorbito durante la notte. La annusai. Aveva un odore famigliare, che avevo già sentito tante volte.
“ho un buon odore?” era sveglia. Mi sorride e io faccio lo stesso contagiato da quella meraviglia della natura.
“ si…mi piace” le dico appoggiando la testa sul cuscino a pochi centimetri dal suo viso.
“ so di te” mi dice baciandomi lievemente il naso. La attirai a me circondandole la vita con il mio braccio e facendola aderire a me.
“ecco dove lo avevo già sentito…” le baciai la fronte accarezzandole il viso e lisciandole i capelli morbidi, in modo da spostarglieli dal viso splendido e raggiante.
“ sei stupenda questa mattina” le dissi fissandola negli occhi che brillarono al suono delle mie parole.
“ nah…ti hanno dato un colpo in testa. Non ricordi?” assunsi l’espressione di un bambino di 7 anni che cerca di calcolare 7+9 battendomi le dita sulle labbra concentrato dai miei pensieri.
“allora?” mi chiese allontanandosi di qualche centimetro per vedere a pieno a mia espressine.
“ no…proprio niente”
“ deve essere stata un botta proprio forte…” disse tornando ad abbracciarmi e ad accovacciarsi sul mio petto. Il seno morbido premeva su di me facendomi letteralmente impazzire. Sarei potuto rimanere anni luce in quella posizione. Si stava così bene.
“ Kelly dormi?” le chiesi dopo qualche minuto che avevamo smesso di parlare
“non esattamente…” la voce assonnata mi fece capire che stava per dormire e che aveva ancora bisogno di riposare. In fondo non era abituata a dormire soltanto poche ore la notte.
“hai fame?” non volevo lasciarla andare di nuovo nel mondo dei sogni. Avevo bisogno di fissarla negli occhi per ore intere in modo da riuscire a scacciare quell’immagine terribile che ancora mi perseguitava. Non rispose.
“Kelly?”
“uhm…” stava per andare. Sorrisi stringendola maggiormente a me. Mi sentivo scoppiare il cuore di felicità e tenerezza.
“ notte amore mio” le dissi baciandola sulla testa anche se molto probabilmente era già partita per un lungo viaggio.
La guardai dormire a lungo. Era così carina mentre dormiva appollaiata su di me con tutti i capelli arruffati che le coprivano il viso immerso in un lungo sonno.
Adesso capivo finalmente cosa intendeva David quando mi diceva che sembra essere caduta nel paese delle meraviglie. Ogni tanto sembrava svegliarsi, si muoveva un po’ e, dopo essersi posizionata meglio, tornava a dormire come se niente fosse. Mi teneva ben saldo sotto di lei. L’avevo accarezzata e coccolata per tutta la mattina sperando che facesse sogni belli. Soltanto dopo ore aveva riaperto gli occhi stirando i muscoli rattrappiti.
“sono un buon cuscino?” sorrise guardandomi dritto negli occhi
“ il migliore” la voce roca ancora assonnata era veramente carina. Cos’è che non lo è di lei eh? Mi baciò il petto stringendosi a me.
“buongiorno bimba”
“giorno” osservai a lungo come la luce morbida del sole le illuminava il viso e la faceva risplendere in tutta la sua bellezza. Le accarezzai la schiena ancora nuda appoggiando poi la mia mano sulla sua vita.
“ lo sapevi che sei stupenda?” arrossì vertiginosamente cercando di nascondere il rossore.
“si…forse” risi divertito dalla sua espressione così ingenua, così pura.
“hai fame? Ho preso la colazione”
Annuì sempre rossa e mi alzai per andare a prendere il sacchetto abbondante che avevo preso parecchie ore prima.
“non sapevo cosa preferivi perciò ho preso un po’ di tutto…” mi risistemai accanto a lei e aprii il sacchetto. “ c’è del caffè freddo, del cappuccino freddo, del the freddo, della cioccolata fredda…” le lanciai un’occhiata tenendola d’occhio “…poi abbiamo delle brioche al cioccolato, alla marmellata e vuote, sempre fredde, sia chiaro” rise divertita e si mise a sedere al mio fianco. La coperta le scese fino alla vita lasciando scoperto il petto nudo. Mi imposi di non fissarla in continuazione, anche se la tentazione era veramente troppo grande. Adoravo quello piccolo scricciolo che sorrideva curiosa alla ricerca di qualcosa che la stuzzicasse all’interno del mio sacchetto.
“quando la sei andato a prendere tutta questa roba?” scelse una brioche al cioccolato e prese quel che prima era un the caldo.
“ piuttosto presto…”
“non dormi mai tanto la notte vero?” sorseggiò il the e staccò un  pezzo di pasta dalla brioche che si mise in bocca assaporandola.
“soprattutto le notti nelle quali sei al mio fianco…è…bello guardarti dormire” afferrai il caffè e ne bevvi un lungo sorso. Il bar dove lo ero andato a prendere era uno dei migliori bar della città, ma anche il miglior caffè del mondo dopo quattro ore dentro un bicchiere di plastica assume un sapore irriconoscibile.
Quindi non potevo dire che si trattasse veramente di caffè. Sarebbe potuta essere anche acqua sporca, che non ne avrei notato la differenza.
“sono sicura di non essere tutto questo divertimento” era diventata di nuovo rossa e tentava ancora di nasconderlo.
“a me piace” diedi un morso a una delle due brioche rimanenti. Ancora con la bocca piena, mi sistemai il cuscino per bene dietro alla schiena e mi appoggiai contro la spalliera del letto. In un secondo momento, la trascinai al mio fianco, afferrandola per la vita e facendola appoggiare contro di me.
Facemmo colazione continuando a scherzare e a parlare di tutto. Naturalmente non le permettevo di allontanarsi più di tanto da me e quando rabbrividiva la stringevo maggiormente coprendola con le coperte di mezza stagione che erano stese disordinate sul letto. Verso mezzogiorno la vidi alzarsi e raccogliere i nostri vestiti dal pavimento.
“forse è meglio che ti rivesti” mi disse gettandomi addosso i miei abiti. La vidi sparire in bagno e per poi tornare con in mano una maglietta di cotone e dei jeans chiari. “sta per tornare a casa Chris”. Mi rivestii mentre lei era tornata in bagno per sistemarsi i capelli ancora arruffati. La raggiunsi mentre si stava raccogliendo i capelli in una coda da cavallo e la abbracciai da dietro. Appoggiai la mia testa sulla sua spalla e le baciai il collo facendole il solletico col mio respiro.
“James!” mi rimproverò bonariamente “ mi fai il solletico smettila” e così dicendo cercava di allontanarsi dal mio tocco che la faceva ridere.
Io però non la smettevo. Ero dipendente dalla sua risata fresca e soave. “smettila! Mi farai morire!” si dimenava sempre di più continuando a ridere e a ridere.
“non si può morire per il solletico” le feci notare continuando a torturarla.
“no, ma se mi fa tropo ridere io muoio per soffocamento!” non riusciva più a contenersi. Rideva coma una matta tanto che quando decisi di lasciarla stare, aveva le lacrime agli occhi.
“ adesso che so qual è il suo punto debole, dovrà fare tutto quello che le chiedo, signorina Evans” dissi cercando di imitare la voce del classico cattivone.
“non riuscirà a farmi svegliare all’alba!” mi disse stando al gioco
“alle sette”
“nove”
“sette e mezza”
“otto” non avrebbe ceduto tanto facilmente.
“andata!” sorrise voltandosi verso di me e abbracciandomi circondandomi in collo con le sue braccia.
“ adesso però dobbiamo sigillare il patto…” disse lei a pochi centimetri dalla mia faccia
“uhm…è la parte che preferisco” appoggiai le mie labbra sulle sue che schiuse immediatamente. Dopo qualche minuto che ci baciavamo sentimmo infilare le chiavi di casa nella fessura della serratura e in due secondi, Kelly si allontanò da me capendo che la sua amica era rientrata a casa.
“Ehy ciao!” la voce di Chris ci arrivò dall’ingresso di casa. Kelly la salutò con un cenno quando l’amica la venne a cercare scoprendomi ancora in casa loro.
Mi sembra di compiere un reato a stare con la mia ragazza con Chris tra i piedi.
“ Buongiorno Christin” la salutai cortesemente cercando di non sembrare maleducato anche se in realtà avrei voluto farla sparire dal resto della faccia della Terra.
“ ciao James” mi salutò per poi tornare a guardare Kelly che stringevo al mio fianco tenendole una mano intorno alla vita “spero di non aver interretto niente” e così dicendo si diresse verso la sua camera, ripose una borsa da ufficio per prendere quella della palestra.
“torno verso le sei. Hai bisogno di qualcosa? Mi fermo al supermercato”
“no. Tranquilla,  ho tutto quello che mi serve”
“Bene…” e così dicendo se andò chiudendosi la porta di casa alle spalle. In fondo capiva quando era di troppo. Saremmo andati d’accordo.
Come se ne fu andata Kelly scoppiò a ridere.
“ mi sembra di tornare indietro di dieci anni quando mia mamma mi beccava con il fidanzato che ci baciavamo. Dovevi vedere la tua faccia!”
“che faccia avevo?” le chiesi stringendola
“la faccia di una persona infastidita dalla presenza di un’ altra”
non me lo sarei aspettato. Speravo di non dare quella impressione.
“ bella impressione che ho dato!” mi si avvicinò ancora di più smettendo di ridere
“ tranquillo. Sei stupendo”
“uhm…dov’è che eravamo rimasti?” le chiesi con tono malizioso vedendomi le sue labbra sempre più vicine.
“ più o meno qui” venni travolto dalla sua passione e dal suo sapore dolce, di cioccolata. Come al solito si era completamente abbandonata a me e tra poco, avrei dovuto tenerla in braccio per non farla cascare a terra. La feci indietreggiare e pian piano, la riportai in camera da letto. Avevo ancora voglia di lei.
Non poteva essere possibile. Avevo ancora voglia di sentirla nuda, di annusare la sua pelle morbida e di baciarla ovunque. Le mie mani si infilarono sotto la maglietta stringendole la vita. Senza mai staccare le nostre labbra, feci salire le mie mani portandomi dietro anche la maglietta e scoprendola, così, tutta quanta. Non aveva messo il reggiseno e presto toccai quelle sporgenze così perfette ed eccitate che accarezzavo e stringevo delicatamente. Portai le mie labbra su uno dei suoi capezzoli e glielo leccai assaporandone il sapore. Sorrisi sentendola gemere. Risali baciandole la pelle che pareva petali di rose, così morbida e delicata. Mi mise a sedere sul letto trascinandomi con se. Si sdraiò e con lei, mi sdraiai anch’io. Le tirai via la maglia e le baciai la spalla facendo calare le mie mani lungo tutto quanto il suo corpo. Una volta arrivato all’attaccatura dei jeans, glieli sbottonai e glieli sfilai insieme alle mutandine colorate.
Rimasi qualche secondo a guardarla sotto la luce del sole. Era talmente bella da togliere il respiro. Le baciai la pancia piatta, risali lungo il suo stomaco, il seno, la spalla, il collo. Mi fermai a lungo sulla sua mascella godendo sentendola gemere e rabbrividire ad occhi chiusi. Ci baciammo appassionatamente.
Avevo le sue mani che mi torturavano i capelli accarezzandoli e stringendoli. Il cavallo dei pantaloni mi stringeva sempre più. Tutta un fremito mi accarezzò il petto afferrando l’orlo della mia maglia. L’aiutai a tirarla via buttandola poi da qualche parte. Sentendo la mia eccitazione il suo corpo si strusciò contro il mio allargando per me le gambe. Era bagnata, lo potevo sentire chiaramente. Posandomi le mani sul petto mi fece rotolare a pancia in su sedendosi, poi, a cavalcioni su di me. Mi slacciò la cintura, poi i bottoni, la zip. Mi sfilò i pantaloni e poi anche i boxer. Chiusi gli occhi cercando di recuperare un po’ di lucidità. Sentii la sua mano accarezzarmi e stringermi. Mi lasciai fuggire un gemito quando cominciò a masturbarmi lentamente. Quello scricciolo sapeva sempre come farmi impazzire. Dio fa si che tutto questo non finisca. Mi stava procurando scosse di piacere che si espandevano in tutto quanto il corpo. Stavo per venire.
Mi misi a sedere cercando le sue labbra. La baciai cercando di trasmetterle ciò che mi stava donando. Mi si posizionò cavalcioni e con qualche movimento di troppo mi accolse dentro di se. Mi sdraiai continuando a baciarla con tutta quanta la passione avessi in corpo. Lei strinse le sue cosce intorno ai mie fianchi e ricambiò il bacio a lungo, cominciando a ondeggiare il proprio bacino avanti e indietro. Sempre più veloce. Dentro, fuori. Dentro, fuori. Sentii il mio pene pulsare dentro quella carne calda. Venne un po’ dopo di me abbandonandosi poi sul mio petto affaticata. Si sdraiò al mio fianco cercando di recuperare aria. Velocemente la sovrastai col mio corpo. Mi strinse baciandomi la spalla e accarezzandomi il collo. Appoggiai le labbra sulle sue senza schiuderle, sfiorandole appena. “ti voglio”. Avvicinai la sua coscia al mio bacino e la sovrastai completamente. Di nuovo, lasciai che siano soltanto i sensi a guidarmi e a troneggiare fra noi.
Mi lasciai sopraffare dal desiderio, che assunse la forma della sua bocca.
Mi baciò le labbra, succhiandole e mordendole. Mi mossi baciandole il collo. Lei cercava di riprendere fiato, faticando a respirare. Le baciai nuovamente il petto prendendole i seni tra le mani. Mi strinse a se e mi sciolsi su di lei emozionato. Ci baciammo con trasporto, con passione, eravamo soltanto io e lei, nessun altro. Eravamo felici.
La penetrai con dolcezza, ancora desideroso della sua carne morbida e calda che tanto mi faceva impazzire. Ogni movimento era una spinta lenta che gettava benzina sui nostri corpi infiammati. Le accarezzavo il viso guardandola negli occhi.
Ci baciamo e ci mordicchiamo le labbra a vicenda.
Ogni spinta era sempre più lenta, accompagnata dai nostri respiri soffocati.
La baciai con passione, tanta passione. Mi mossi con ardore dentro di lei senza smettere di guardarla negli occhi.
I suoi occhi irradiavano allegria, felicità, eccitazione. Stava provando piacere e, tutte le volte che vedevo quella scintilla crescerle sempre di più nelle pupille, il mio orgoglio maschile godeva gridando. Affondai sempre più, con più dolcezza, sospirando insieme a lei. Venni ancora e il mio corpo venne percorso da tanti mille piccoli splendidi fuochi, nel momento del piacere. Insieme restammo abbracciati ed accaldati. Mi accarezzò i capelli, mentre la strinsi sul mio petto, dopo essermi steso sul letto.


  
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