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Autore: Redferne    16/07/2016    11 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10

 

 

 

RENDIMI FIERO DI TE (PRIMA PARTE)

 

 

 

 

Judy si trovava di fronte all’ingresso del dipartimento.

Era il suo ultimo giorno di lavoro: l’indomani, nel pomeriggio, avrebbe preso il treno per Wyndham, dove avrebbe iniziato la sua nuova attività di detective.

Quella mattina era dovuta venire da sola: Nick era praticamente irreperibile, nonostante stesse cercando di contattarlo da più di un’ora.

Ci siamo, Judy. Chissà se i ragazzi ti avranno preparato qualche sorpresa, pensò.

Si fece coraggio ed entrò nella hall.

La scena che gli si presentò davanti era quella consueta di ogni giorno: il solito viavai di civili ed agenti indaffarati nelle proprie mansioni.

Judy puntò decisa verso la reception e…

Vuota. Sembrava che Clawhauser si fosse volatilizzato, insieme alle sue ciambelle.

 

 

 

Judy proseguì per la sala riunioni. Dopo averla raggiunta, si fermò un istante sulla soglia.

Ma certo. Avranno senz’altro organizzato qualcosa qui dentro, pensò, mentre apriva la porta. Probabilmente é stato Nick ad architettare tutto quanto, senza dirmi niente. Ecco perché stamattina non si é fatto trovare.

Ma anche lì, tutto nella norma.

Johnson e Snarlov stavano gareggiando a braccio di ferro.

Delgato ed Andersen, alle loro spalle, li incitavano.

Grizzoli e Wolfard erano seduti e parlottavano tra loro. McHorn e Rhinowitz facevano altrettanto.

Trunkaby sonnecchiava, stravaccato su di una seggiola.

Nessuno sembrò fare caso a lei. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo, mediante qualche misterioso sortilegio: al suo primo giorno come recluta.

E quel che era peggio, nessuna traccia di Nick.

Judy si sistemò al suo posto, sospirando.

Che cosa ti eri messa in testa? Sei soltanto uno dei tanti agenti passati per questo distretto. Gli agenti vanno e vengono, dopotutto. Inutile illudersi che per te sarebbe stato diverso.

 

 

 

“Sull’ATT-TEN-TI!!” urlò Higgins. “Sta entrando il capitano!”

Bogo fece il suo ingresso: la sua espressione era severa, come sempre. Prese posto alla scrivania.

“Silenzio!! Ve lo devo ripetere tutte le volte?”

Detto questo, mise gli occhiali da lettura e diede una rapida occhiata al dispaccio che aveva con sé.

“Allora, il primo punto all’ordine del giorno é...bah, non me ne importa nulla.”

Appallottolò il foglio e lo gettò nel cestino all’angolo. Centro perfetto, da tre punti.

“Perché per prima cosa dobbiamo festeggiare: congratulazioni, DETECTIVE HOPPS!”

“SORPRESAAAA!!” Gridarono tutti in coro voltandosi verso Judy, che nel frattempo era rimasta sbalordita.

“Ma...ma...” balbettò.

Scoppiò un fragoroso applauso, accompagnato dagli ululati di Grizzoli e Wolfard in perfetta sincronia.

La porta della sala riunioni si spalancò di colpo.

“Ragazzi, si può?”

Entrò Clawhauser: stava conducendo un carrello sulla cui sommità vi era una grossa torta con il simbolo del dipartimento, adornata da due vassoi ricolmi di pasticcini. Nella parte inferiore alcune bottiglie di champagne erano tenute in fresco nel ghiaccio, dentro un apposito secchio.

Si alzarono tutti in piedi.

La prima a muoversi fu Francine. Andò incontro a Judy e l’abbracciò, sollevandola come un fuscello. Era visibilmente commossa.

“Sniff...sai, Judy: non sono poi molte le femmine che lavorano in polizia...” disse con un filo di voce. “...per me é come vedere andar via la mia sorellina più piccola...” e la strinse a sé ancora più forte.

Judy sentì le sue costole scricchiolare.

“Hhhhh...ti prego, Francine...non...non fare così...” disse mentre diventava paonazza in volto.

“Ah, ah, ah!! E dai, Fran: lasciala, non vedi che la stai stritolando?”

Fangmeyer diede una pacca sulla spalla dell’elefantessa, che finalmente mollò la presa.

Judy si aggrappò ad una sedia.

ARIA, pensò, mentre riprendeva gradualmente colore.

Grizzoli le diede una vigorosa stretta di zampa.

“Mi raccomando, Hopps: fa vedere a quegli smidollati di Wyndham City come lavora un vero agente di polizia!!”

“Ehi,” intervenne Wolfard. “Non ti permetto di sminuire in questo modo l’onesto operato di quel BRANCO DI VOLENTEROSI DILETTANTI!”

“Buona questa!! Dammi il la, bello!!”

“Con piacere!! OOOOUUUUHHHH!!”

“OOOOOUUUUUHHHHHHOOOOOUUUUUUHHHHHH!!!!”

I soliti lupi: ci provavano gusto. Quando iniziavano ad ululare, non la finivano più.

McHorn e Rhinowitz issarono Judy sulle proprie spalle.

“Per la detective Hopps, tre HURRA!!”

“HIP, HIP, HURRA!! HIP, HIP, HURRA!! HIP, HIP, HURRA!!” Urlarono tutti in coro.

“Ok, basta così.” disse Bogo.

A quell’ordine, i due rinoceronti la posarono delicatamente a terra.

Il capitano si avvicinò a Judy.

“Hopps...”

“Signore...”

“Sai, pensavo di averti inquadrata alla perfezione, durante la tua prima settimana qui al distretto. Ti ritenevo una piantagrane ed una che non sa stare al suo posto. E difficilmente sbaglio la prima impressione. Non vedevo l’ ora di avere un pretesto per poterti sbattere fuori.”

Judy lo ascoltava attentamente, in silenzio.

“Ed infatti non mi sono sbagliato. E’ passato del tempo, ma resti sempre una piantagrane ed una che non sa stare al suo posto.”

“C-come, signore?”

“Ma ora, grazie al cielo, levi finalmente le tende.”

Judy rimase interdetta.

“Al diavolo, Hopps! STAVO SCHERZANDO!! Non ci avrai creduto davvero, mi auguro! E comunque, é proprio grazie al tuo non stare al proprio posto che sei riuscita a dimostrare a tutti quanti ciò che vali.”

Judy tirò un sospiro di sollievo.

Intanto, Higgins stava provvedendo al taglio della torta, mentre Anderson e Trunkaby stappavano un paio di bottiglie.

“Voglio fare un brindisi” proclamò Bogo, “all’agente Hopps, per questi anni di onorato servizio e per la nuova carriera che si accinge ad intraprendere , con l’augurio che possa metterci lo stesso impegno profuso qui da noi, cosa di cui sono più che certo.”

Alzarono tutti quanti i bicchieri.

“Ascoltami, Hopps:” disse poi porgendo la mano a Judy. “ti é capitata una grande opportunità, e ritengo che tu la meriti più di chiunque altro. Sfruttala al massimo, come hai sempre fatto con tutte le altre che hai avuto nel corso della tua vita, intesi?”

Judy ricambiò con una stretta decisa.

“Lo farò, capitano.”

Bogo portò la mano destra sulla fronte in segno di saluto.

“Congratulazioni.”

Judy ed i suoi colleghi fecero altrettanto.

 

 

 

Ci fu un lungo tintinnare di bicchieri.

“Piano, con quello champagne:” li ammonì Bogo. “ricordatevi che ci aspetta una lunga giornata.”

Si avvicinò poi a Benjamin, che nel frattempo era intento ad ingozzarsi con ciò che restava della torta.

“Pssst. Clawhauser, il regalo!”

“...Eh?”

“IL REGALO, CLAWHAUSER!! SVEGLIA!!” Gli urlò.

Benjamin si precipitò verso la festeggiata con un pacchetto in mano.

“Questo é un regalo per te, Judy. Da parte di noi tutti.” gli disse, mentre glielo consegnava.

Judy scartò il pacchetto e lo aprì.

Dentro vi era una penna registratore a forma di carota, placcata in oro.

“Ma...é bellissima...” esclamò Judy.

“Sai, abbiamo pensato che sarà più adatta al tuo nuovo incarico, rispetto a quella che usi di solito. E comunque, non é tutto: prova a premere il pulsante e ascolta!” La esortò Benjamin.

Judy schiacciò il pulsante PLAY e partirono una serie di voci registrate.

“Auguri per il nuovo lavoro!!”

“Buona fortuna, Hopps!!”

“Auguri, Judy!!”

“Visto?” Aggiunse Benjamin. “Abbiamo registrato le voci di ciascuno di noi!”

Judy ascoltava senza dire una parola.

“Congratulazioni, detective Hopps.”

“In bocca al lupo!!”

Wolfard tirò uno scappellotto a Grizzoli.

“Pezzo di cretino!! Ma come si fa a dire IN BOCCA AL LUPO ad un coniglio?!”

Cominciarono a ringhiare e ad azzuffarsi. Bogo li acciuffò entrambi per la collottola.

“Ehi, EHI!! Se dovete rotolarvi per terra, fatelo fuori di qui e non durante l’orario di lavoro, CHIARO?!”

“S.si, capitano.” risposero i due, atterriti.

Intanto, il microregistratore continuava a trasmettere.

“Buona fortuna, Judy!!”

“Fagli vedere chi sei!!”

“Mi raccomando Hopps, fatti valere!!”

“Non mostrare mai i tuoi punti deboli.”

La voce di Nick.

E lui non c’era.

 

 

 

Gli occhi di Judy si inumidirono.

“G-grazie r-ragazzi, davvero...n-non so che dire...grazie a tutti, di cuore...” disse, con la voce rotta.

“Eh, no!” Intervenne Bogo. “Non te lo permetto, Hopps! Altrimenti, finirò per credere ad un tale di mia conoscenza che sostiene che voi conigli siete tutti emotivi!”

Partì nuovamente un applauso generale.

“S-si, mi scusi, capitano.” disse Judy riprendendo il controllo.

Si voltò poi verso Clawhauser.

“Scusa, Ben: hai per caso notizie di Nick? E’ tutta la mattina che lo cerco!”

“Nick? Ha telefonato stamane.” rispose quest’ultimo. “Ha detto di essere malato.”

“C-come?” esclamò Judy, sorpresa.

Perché non mi ha detto niente?

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti!!

Mi ero ripromesso di non dividere più i capitoli, ma per la serie “viva la coerenza”…

Scherzi a parte, ho preferito dividerlo in due parti perché altrimenti sarebbe risultato un po' troppo lungo, e poi per quelle che io chiamo “esigenze narrative” (capirete meglio con la seconda ed ultima parte).

Un piccolo appunto: nel capitolo precedente ho effettuato una piccola correzione.

Al posto di SCOPRIRONO DI AVERE MOLTE PIU’ COSE IN COMUNE ho messo SCOPRIRONO DI ESSERE MOLTO PIU’ SIMILI e, al posto di INOLTRE ho messo SOPRATTUTTO (grammaticalmente parlando mi piace di più, e poi c’era la fastidiosa ripetizione COMUNE-ACCOMUNARLI in poche righe…).

Come al solito, niente di trascendentale, sono io che sto male (e di brutto, ormai).

Come sempre, un grazie a chi leggerà e a chi vorrà mettere una recensione.

 

 

Alla prossima (tra non molto),

 

See ya!!

 

   
 
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