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Autore: FantaDJ_CA    16/07/2016    1 recensioni
Quando Ally ha diciassette anni, scopre di essere incinta da parte di Austin. Cosa succede quando trova lui nel letto con qualcun altro che non è lei prima che potesse dirgli la notizia? Decide di spostarsi in California dove inizierà una nuova vita e dimenticherà quella che avuto con Austin. Ma sarà tutto così semplice?
TRADUZIONE DELLA STORIA "How Could You?" - COMPLETA, CAPITOLO 30 (14/08/07)
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ally POV

"Tesoro, sei pronta?" domandò Austin dal bagno.
"Sì!" gridai.
Stavamo andando via da Miami oggi e dovevamo essere all'aeroporto tra due ore per prendere il nostro aereo. Abbiamo salutato tutti ieri in quanto non volevamo disturbarli oggi. Ah, avrò mica dimenticato di dirvi che sono le tre del mattino?
"Mamma, sono stanca." mormorò Aria, stropicciandosi gli occhi delicatamente. Era in piedi di fronte alla porta, con il suo Cocoa in braccio.
Mi avvicinai a lei e mi misi alla sua altezza. "Lo so, piccola. Una volta nell'aereo potrai riposarti un po'." Le baciai la fronte e mi rialzai.
"Bene, andiamo." disse Austin, uscendo dal bagno. Prese una delle valigie, e io ne afferrai un'altra.
"Su, principessa." sussurrai, e feci per prenderle la mano ma lei sollevò le braccia, evidente segnale che voleva che io la prendessi in braccio. Sospirai ma non potei che fare ciò che voleva. Dopotutto era stanchissima.
Uscimmo dalla camera come tutti gli altri. Non tutti quelli del piano, s'intende i nostri amici.
"Non potevamo prendere un aereo oggi pomeriggio?" brontolò Trish. Sì, non era una persona molto mattutina.
"Fattene una ragione e cammina." Le disse Dez.
Lei gli lanciò uno sguardo mortale. "Che mi hai detto?" gli domandò con i denti stretti.
Dez spalancò gli occhi e si coprì con il corpo di Austin. "Possiamo andare?" chiesi, non avendo voglia la morte di Dez per mano di Trish.
"Sì, andiamo." disse Ash. Ci avvicinammo all'ascensore, vi entrammo, e, dopo aver schiacciato il pulsante, arrivammo a piano terra.
Quando uscimmo all'esterno, vidi il taxi che avrebbe dovuto portarci in aeroporto. Anzi, era un van dal momento che eravamo in sette. Presi posto dietro mentre tutti gli altri mettevano le loro valigie nel cofano. Siccome non c'era un posto per Aria, doveva sedersi sulle mie cosce.
"Prova a riposarti un pochino." le sussurrai. Appoggiò la testa sul mio petto e vidi i suoi occhi chiudersi.
Tutti entrarono nel van, Austin prese il posto affianco a me e Dez quello affianco ad Austin. Ethan, Trish, e Ashley si misero davanti.
"Si è addormentata subito." mi sbisbigliò Austin, indicando Aria.
"È comprensibile, era esausta." bisbigliai a mia volta. "E così anch'io." affermai, appoggiando il capo sulla spalla di Austin. Chiusi gli occhi e mi concessi un riposino.

Quando sentii qualcuno scuotermi, capii di essere arrivati all'aeroporto. Aprii gli occhi e immediatamente posai lo sguardo sulle mie gambe, dove Aria dormiva. O almeno così pensavo. Non era più seduta sulle mie cosce.
Mi girai verso Austin, avendo realizzato che era lui a scuotermi. "Dov'è Aria?" domandai, togliendo la cintura.
"È con Ash. Dai." Annuii mezz'addormentata e scesi dall'auto. Ethan stava pagando il conducente e Trish e Dez stavano prendendo le loro valigie. Ero onestamente sorpresa nel veder Trish lavorare, ma non le dissi niente.
"Ash, dalla a me." dissi a mia sorella, sporgendo avanti le braccia. Lei assentì e cautamente mi passò mia figlia, ancora nel mondo dei sogni. La testa di Aria subito andò a posarsi sul mio collo, e potevo sentire il suo flebile respiro.
Entrammo in aeroporto, facemmo controllare i nostri bagagli, e poi andammo verso la sicurezza. Ma durante la strada, piccolo intoppo. C'erano un sacco di paparazzi.
"Accidenti," sibilò Austin. "Come diamine ci hanno trovato?"
"Chissà. Ignoriamoli e basta." rispose Trish.
Continuammo a camminare, ma i flash delle fotocamere dei paparazzi cominciavano a dar fastidio. Per non parlare delle domande.
"Austin, perché sei a Miami?"
"Perché hai lasciato la Starr Records?"
"Quando vi sposate tu e Ally?"

Quella domanda mi colse di sorpresa. Nessuno avrebbe dovuto saperlo, e l'avevamo detto ai nostri genitori solo qualche giorno fa.
"Continua a camminare e non dire nulla." sussurrò Austin nel mio orecchio. Lo guardai e annuii.
Una volta arrivati dalla sicurezza, finalmente i paparazzi erano spariti. Trovammo il nostro gate e ci sedemmo in sala d'attesa.
"Come facevano a sapere del nostro matrimonio?" domandai ad Austin che stava accarezzando la schiena di Aria.
"Non ne ho idea. Siamo stati fidanzati ufficialmente per mesi e nessuno l'aveva scoperto prima d'ora." disse. "Ma comunque prima o poi tutti l'avrebbero scoperto."
"Lo so, ma pensavo che saremmo stati in grado di organizzare il matrimonio in pace." spiegai. "E non voglio assolutamente che ci gironzolino attorno durante la cerimonia, né prima né dopo."
"Als, ti prometto che non ci saranno paparazzi al nostro matrimonio. Ingaggerò una miriade di guardie del corpo se sarà necessario." Scherzò, o comunque credo fosse uno scherzo.
"Voglio solo che il nostro matrimonio sia perfetto."
"Lo sarà." Mi baciò la fronte.
Quando il numero del nostro volo fu disponibile, salimmo sull'aereo. Austin e io avevamo due posti adiacenti al corridoio, mentre Trish, Dez, Ashley e Ethan erano nella fila centrale, così da esser seduti tutti insieme.
"Spero che dorma per tutto il viaggio." Sussurrai, guardando Aria che nel frattempo si era riaddormentata.
"È molto probabile." Appoggiò la schiena sul sedile e chiuse gli occhi.
Feci lo stesso, ma non prima di dare un bacio a mia figlia. Tutto ciò che volevo era tornare nel mio letto.

"Alleluia!" urlò Austin, buttandosi a pancia in giù sul nostro letto.
Eravamo appena tornati dall'aeroporto e dopo aver messo Aria a letto, io e Austin ci eravamo diretti subito nella nostra stanza. Ridacchiai per quel biondo idiota che chiamo il mio fidanzato e cominciai a disfare i bagagli.
"Als, fallo dopo. Siamo appena tornati a casa." affermò Austin.
Lo ignorai e continuai quello che stavo facendo. Sentii delle braccia circondarmi la vita, e mi ritrovai sopra la spalla di Austin.
"Austin!" strillai. Mi gettò sul letto, e ci misi qualche secondo a smetterla di rimbalzare su e giù. "Ti odio." gli dissi, impassibile.
Fece un sorriso compiaciuto. "Lo so che mi ami."
Mi sollevai sui gomiti e cominciai a fissarlo. "Forse sì, forse no."
Scesi dal letto e uscii dalla stanza per dirigermi in cucina.
Aprii il frigo, cercando qualcosa da mangiare. "Sì, dovremmo fare un po' di spesa." sentii dire da Austin, dietro di me.
"Concordo." risposi chiudendo il frigo e voltandomi in modo da essere faccia a faccia con lui.
"Ma ti accompagno quando vai."
Alzai un sopracciglio. "Perché mai?"
Mi lanciò un'occhiataccia come per dire "scherzi?". "Non ti ricordi quel che è successo l'ultima volta che sei andata a fare la spesa?"
"Sto cercando di allontanare quel ricordo." mi lamentai, sedendomi sul divano, aspettando che Austin facesse lo stesso.
"Senti, mi dispiace di avertelo ricordato, ma mi preoccupa il fatto che tu possa sparire nuovamente appena distolgo lo sguardo."
Afferrai la sua mano con la mia, intrecciando le dita. "Austin, Kira è in prigione ed Elliot è morto. Sono al sicuro." Quell'ultima frase la sussurrai.
"Questo lo so, ma c'è una parte di me che non può che preoccuparsi." Strinsi ancor di più la sua mano. "Quando sei scomparsa, non sapevo più che fare." Capii che era difficile per lui dirmi tutto questo, infatti sembrava fosse sul punto di piangere.
"Mi dispiace che tu sia andato incontro a tutto ciò..."
"Als, se per questo, mi sarebbe piaciuto che tu non fossi andata incontro a tutto quel dolore. Non te lo meritavi."
A quel punto, mi sentii in procinto di piangere. Nonostante avessimo già discusso di quel che era successo, non ne avevamo mai parlato dettagliatamente. Era un argomento che cercavamo di evitare costantemente, ma ormai non si poteva più fare.
"Ogni singolo giorno che passava, e io ero ancora lì, in quel seminterrato, pensavo che prima o poi sarei morta." dissi, mentre la mia voce si spezzava. "C'erano dei momenti in cui pensavo di farla finita, così che non potessero più torturarmi." Abbassai lo sguardo, e alcune lacrime scivolarono sul mio viso.
"Non me l'avevi mai detto." asserì Austin.
"Non volevo che ti preoccupassi ancora di più. Dopo la mia fuga, ero convinta che tutto quel dramma sarebbe finito, e che tutto sarebbe tornato alla normalità." Mi asciugai gli occhi, ma non ero ancora pronta a sollevare lo sguardo.
"Als, per favore guardami." Lo guardai con esitazione, e notai le lacrime nei suoi occhi.
"Avrei dovuto dirmelo. Tenersi tutto dentro non è una cosa buona. So che parlare di quel che è successo è difficile per te, ma non farlo sarebbe una cosa peggiore che farlo." Si fermò. "Ha senso quel che ho detto?" domandò, con una piccola risata.
Sorrisi. "Diciamo di sì, ma ho capito quel che intendevi." Mi misi sulle sue gambe e avvolsi le mie braccia attorno al suo collo. "Ti amo."
Lui avvolse le sue attorno alla mia vita e mi tenne stretta. "Ti amo anch'io, Als." Stemmo in quella posizione per qualche minuto, godendoci la tranquillità del momento.

"Che ne dici se andiamo a letto e ci riposiamo?" suggerì Austin, staccandosi.
Annuii. "Sì, sarebbe la cosa più adatta." Scesi dalle sue gambe, e gli presi la mano.
Arrivati in camera, ci mettemmo subito nel letto, senza preoccuparci di cambiarci. L'unica cosa che Austin si tolse fu la maglietta, mostrandosi a torso nudo. Dannazione, i suoi addominali.
Mi strinsi al suo fianco. "Notte." mormorò.
"È giorno." lo corressi.
"Hai capito. Buonanotte."
"Buongiorno."
"Ally," si lamentò, richiamando il mio nome.
"Sì?" chiesi, dolcemente.
"Per piacere, dormi."
"Beh, questo è cattivo da parte tua." misi il broncio.
"Ho detto per piacere." si difese.
"Sì, certo, come no. Buonanotte."
"E io che pensavo fosse buongiorno." disse, con tono divertito.
"Chiuderesti la bocca, grazie?" Quando non rispose, capii che doveva essersi addormentato. Lo guardai e infatti era così. Decisi di fare lo stesso e lasciare che il sonno prendesse il sopravvento, il che avvenne in meno di un paio di minuti.

SPAZIO TRADUTTORE

Sono un po' in ritardo? Ah sì, giusto, lo sono di circa un anno.
Mi dispiace aver fatto aspettare tutte quelle persone che volevano sapere come continuasse la storia. Avrei voluto riprendere a tradurre questa fanfiction, ma tra lo studio e tutto il resto non ce l'ho fatta. 
Comunque, ho notato come questo fandom sia praticamente dimezzatosi. E mi dispiace tantissimo perché ci tenevo veramente tanto. Sarebbe un sogno se tutti tornassimo a scrivere, o a commentare, o anche solo a leggere le magnifiche storie di questa sezione. Ma è totalmente comprensibile che tutti siamo cresciuti e gran parte di noi abbia deciso di proseguire per altre strade. Totalmente comprensibile.
E niente, spero che questo capitolo sia stato tradotto in maniera perlomeno corretta, e che vi sia piaciuto. Adesso che ci penso mi dispiace aver aggiornato con un ritardo di un anno, perché ricordo come, circa a marzo 2014, io fossi entusiasta di avventurarmi nella traduzione di una fanfiction inglese.
Mi raccomando, commentate con tutto ciò che pensate riguardo questo nuovo e ritardatario capitolo.
Alla prossima, e ve lo prometto: non dovrete aspettare un altro anno.



 
  
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