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Autore: kiku77    16/07/2016    4 recensioni
Chi possiede la ricetta perfetta per crescere senza cadere, senza sbagliare?
Nessuno.
Non la conosce chi non sa bene cosa vuole, come Yukari.
Ma nemmeno chi sembra avere le idee chiare da sempre, come Genzo…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Yukari si sveglia un’ora prima del solito.
Scivola in bagno come una biscia, si lava, si veste, trattiene il respiro per non fare rumore. Tiene il rubinetto aperto un filo.
In punta di piedi raggiunge la cucina e beve un bicchiere d’acqua.
Prende lo zaino, indossa le scarpe ed esce di casa.
A passo spedito si dirige verso il piccolo mercato ambulante del quartiere.
Non ci va spesso perché i prezzi sono decisamente alti e per comprare bene bisogna avere tempo, girare banco per banco, scambiare qualche parola con i venditori.
Tuttavia non vuole fare brutta figura e crede sia il caso di trattare il suo ospite con riguardo.
Compra un po’ di tè, di due qualità differenti, della frutta fresca, dei pomodori e riso di prima scelta.
Di tanto in tanto controlla l’orologio sul telefonino: oggi comincia un seminario nuovo e, alla luce della situazione, non può permettersi di arrivare in ritardo.
Quasi correndo, raggiunge i pressi di casa sua. Proprio a ridosso dell’entrata riprende fiato, cerca di calmare il suo battito cardiaco, di recuperare un attimo di lucidità, poi scompare all’interno.
Una volta dentro, cerca di disporre la spesa nel modo più ordinato ed accurato possibile.
Prende una ciotola azzurra per la frutta, un piccolo barattolo per il riso e due scodelle per il tè.
E’ tutto in bella vista così che Genzo, al suo risveglio, avrà l’imbarazzo della scelta.
Afferra lo zaino e scivola via nuovamente.
Si sente strana, anche se non sa dire in che misura, in che termini.
Avverte che tutta la sua persona è come avvolta da quella sensazione di novità, mista ad inadeguatezza, tipica di quando si ritrova con lui.
Non è capitato molto spesso in passato, ma quella riverenza ritorna ogni volta: così palese negli altri, ora se la ritrova addosso e un po’ le dà fastidio, un po’ le piace.
Forse è solo perché è del tutto inaspettata in una routine che in sostanza, stava quasi cominciando a diventare noiosa.
Yukari è così: si abitua alle situazioni con fatica, anche a questa vita di città che non le piace per niente.
Ma quando succede, quando tutto piano piano diventa un’abitudine, lei tende un po’ a spegnersi.
E’ pericolosissimo: il rischio è quello di perdersi, di lasciarsi andare, di farsi sfuggire il focus sugli obbiettivi che si è posta.
Ce la sta mettendo tutta per non cadere, per resistere, e da oggi si butterà anima e cuore al suo manuale per ridare l’esame.
Cerca di restare vigile, di mandare via tutte le distrazioni, ma la riverenza, quella sensazione di novità, sta passando sopra a tutto il resto.
In treno si cerca nel vetro del finestrino e scruta il suo volto come un’adolescente.
Con le mani si raccoglie i capelli e pensa che forse starebbe meglio se li tagliasse, poi dalla tasca tira fuori un rossetto e se ne dà un po’, con molta disinvoltura per convincersi che è un gesto indifferente e senza motivo.
Invece una voce dentro le sta dicendo chiaramente che quelli sono i primi segnali della ricerca della bellezza.
Vorrebbe essere carina, sì.
Abbassa la testa e gli occhi ricadono sui titoloni del suo libro.
In fondo non c’è poi niente di male a voler essere belli.
Per poco non manca la sua fermata, così scende goffamente dal treno e rischia di inciampare su un bambino che stringe la mano a sua madre.
La donna la trafigge con lo sguardo, Yukari fa un inchino per scusarsi e poi scappa via.
Alla prima fontanella si ferma e si sciacqua il viso, dimenticandosi che ha messo il rossetto, così si ritrova con la faccia tutta stropicciata di rosa.
Prende una salvietta e si pulisce, riflettendo la sua figura sulla prima vetrina disponibile.
Stupida! esclama.
Sosta ancora qualche minuto, poi s’incammina verso la facoltà, ma questa volta con calma, cercando di ritrovare la Yukari di sempre.
Non sa che se ne sta andando. Non immagina che quella Yukari, la solita Yukari sta cambiando, sta diventando altro.
Non è ancora in grado di comprenderlo.
Continua solamente ad avvertire che c’è qualcosa di strano.

Il seminario è interessante e riesce a seguire abbastanza bene. Durante la pausa pranzo si apparta e controlla il telefono.
Va in caffetteria e prende qualcosa da bere.
E’ a digiuno da ieri sera eppure ancora non ha appetito.
Yoshiko è seduta ad un tavolo con alcuni suoi compagni, le fa cenno di avvicinarsi.
“Buongiorno.”
“Ciao Yukari, allora? Come va?”
Lei abbassa la testa e sorride.
“Bene, grazie. Ho comprato il manuale. Più tardi inizio a leggerlo.”
Yoshiko annuisce compiaciuta.
“Che idea ti sei fatta del seminario?”
“Notevole…“
“Oggi sono un po’ impegnata, ma domani sono a disposizione in sala studio. Per qualsiasi cosa puoi trovarmi là.”
“Grazie Yoshiko.”
Yukari fa un altro inchino poi se ne torna in classe.
Le sue compagne sono già sedute, intente a parlare di altro.
Ci sono un sacco di eventi, serate, feste, e nei loro occhi, nelle loro voci c’è tutto l’entusiasmo di chi si affaccia ad una vita nuova, piena di cose da scoprire.
Lei, sarà per via del suo anno sabbatico, si sente un po’ fuori posto rispetto a loro, un po’ vecchia.
Ha ricevuto mille inviti, ma ancora non è andata da nessuna parte.
Sta facendo molta fatica ad uscire dal suo piccolo circuito di amicizie, nonostante da parte di tutti ci sia grande apertura, grande disponibilità.
Il problema non sono gli altri. Il problema è lei.
“Yukari, sabato non puoi mancare! C’è la festa delle matricole! Non puoi dare buca!” esclama Atsuko.
La ragazza sorride, si chiude nella sua sedia, come se volesse svanire.
“Beh… in effetti sono una matricola anch’io…”
Tutte scoppiano a ridere, come se avesse fatto la battuta più divertente del mondo.
Lei diventa rossa come un peperone e avrebbe ancora più voglia di sparire.
“Cercherò, sì ecco cercherò di esserci…”
“Puoi portare chi vuoi!”
“Ah sì? Cioè… bisogna portare qualcuno?”
“No, non è che bisogna. Se vuoi, puoi. Tutto qua. Vedi un po’ tu!”
“Mi raccomando!” esclama Mitsume, “se porti un ragazzo, che sia bello e simpatico!”
Di nuovo tutte a ridere, mentre lei a questo punto è proprio sparita.
“Un ragazzo’? Ma non conosco…”
“Ma come! Tu sei nel giro della nazionale! Figurati!”
“Qui a Tokyo c’è Ishizaki…” replica timidamente lei.
“Guarda che va più che bene! E’ un bel tipo!”
Yukari fissa la sua interlocutrice con lieve sorpresa: Ishizaki non è certamente il più bel ragazzo sulla terra.
“Potrei provare a chiederglielo. Se non ha la partita… ora come ora non so bene com’è il calendario.”
“E’ libero. Hanno la pausa per il fatto che c’è stata la Nazionale” risponde prontamente Mitsume, “dì un po’: ma lo segui il calcio o fai finta?”
A questo punto sente di aver fatto la figura della bella addormentata e se ne vergogna tremendamente.
Nel frattempo entra il professore e in un attimo cala un silenzio assoluto.

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Grazie a tutte le persone che leggono e seguono questa ff^^

   
 
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