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Autore: shelivesforhim    17/07/2016    6 recensioni
Il vecchio Sofocle diceva: "Una sola parola ci libera di tutto il peso e il dolore del mondo, e quella parola è amore."
Magnus, o meglio dire, la sua mente che non smette un secondo di pensare, spera che questa parola lo liberi ancora.
Post City of Lost Souls.|| Magnus POV.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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<< So smoke 'em if you got 'em
'cause it's going down
all I ever wanted was you.
I'll never get to heaven
'cause I don't know how,

Let's raise a glass,
or two,

to all the things I've lost on you.>>

 Reagisci.
Il tuo stare steso, inerme, in questo prezioso divano, mentre i tuoi capelli diventano più sporchi, le tue palpebre più struccate e lo smalto sulle tue unghie sempre di meno non può farti altro se non male.

Sempre meno male del dolore che ti ha causato Alexander.

Pensi ad una soluzione per evitare di restare ad osservare questa infinita serie di gocce di pioggia che scende lentamente lungo le vetrate.
Opti per un bagno caldo, rilassante, con tanto di candele.
Ma l'idea ti rattrista, perchè uscito dalle tenere coperte di schiuma non ti truccherai, non ti preparerai, perchè non hai nessuno ora, per cui vale la pena farsi bello.
L'idea di una serata nei club di Brooklyn, per quanto siano stati tuo pane quotidiano nei lunghi secoli di insensibilità che hai passato, quasi ti fa schifo.

Reagisci.
E per un attimo lo fai.
Ti sollevi, sistemandoti la soffice vestaglia a stampe floreali e ti dirigi verso il box doccia.
Meglio una doccia, più pratica,quotidiana e veloce.

Ti ammiri allo specchio e per un momento resti colpito del peso perduto negli ultimi giorni. Il tuo fisico sinuoso è sempre stata la tua carta d'identità, ma ora c'è qualcosa di vuoto nel petto, un senso di vuoto.
Odi il silenzio, ora più che mai, nonostante i tuoi ottocento anni di vita, ed è per questo che fai in modo che la musica indie di cui ti sei drogato ultimamente, aleggi nell'aria come un profumo caro, familiare e che immediatamente ti solleva gli angoli delle labbra in un sorriso accennato.

Acqua rigorosamente calda in questo appena iniziato autunno, uno dei più tristi e assurdi mai passati, e bagnoschiuma rigorosamente al sandalo, perchè noi amavamo il profumo del sandalo.
Ora sembri amarlo solo tu.

Fai scorrere l'acqua calda su tutto il tuo corpo, come un desiderato caldo abbraccio, ed ecco che lo vedi.

Vedi te stesso, rilassato in quelle lenzuole rosso bordeaux del tuo letto a baldacchino, che senti e vedi il tuo piccolo Nephilim dal volto perfettamente scolpito dal migliore degli angeli, che rientra in casa sconvolto e stanco dopo l'ennesima giornata di questa silenziosa e sottintesa guerra.
Abbandona i suoi vestiti in una scia lungo il pavimento, come fossero indizi di una maliziosa caccia al tesoro ed entra nel box doccia, per cercare di ripurificarsi, di togliere la sua sacra pelle dall'icore demoniaco e tu ovviamente non ci pensi due volte: abbandoni la tua tenuta da notte affianco alla tenuta da cacciatore, del tuo cacciatore, ed entri anche tu con un sorriso dolce, desideroso e ammiri il dio greco che hai di fronte a te.

Ti senti folgorato di amore e desiderio, come l'Apollo di Euripide, un dio tanto pregato quanto desiderato, potentissimo, mai toccato dalla morte, che cade nell'amore per il mortale Admeto.

Senti le sue braccia stringerti da dietro e ammiri i suoi bicipiti ricoperti di rune, cicatrici.
Senti le sue labbra poggiarsi delicatamente sul tuo collo, mentre l'acqua purifica quest'amore impuro.

E sono baci, baci ovunque.
Labbra contro labbra, contro il collo, sulle clavicole, sulle spalle, le sue, che si sollevano insieme alle braccia possenti che ti prendono come un bambino.

E tu la ami questa sensazione: sei consapevole di essere il più potente, l'immortale, eppure tra le braccia del tuo angelo diventi piccolissimo ed impotente e ti lasci prendere in braccio per essere trascinato sulla camera da letto, il palcoscenico del vostro peccato più innocente.
Senti la sua attenzione nel non cadere, nel non lasciarti andare anche quando ti appoggia contro il tessuto.
E senti improvvisamente il calore e la forte necessità di fonderti in una sola cosa con lui.

Lo brami e tracci una mappa di morsi, di baci, di segni, come a marcare la proprietà di quel gioiello di Raziel e ci tieni ad essere più delicato, mentre con la punta delle labbra passi lungo le cicatrici e i segni delle sue battaglie esteriori ed interiori.
Sai che quella è l'essenza di ciò che lui è e di ciò che è stato.

E lo ami, Dio se lo ami.

Piangi e gli chiedi "di più, di più" e inizialmente lui sembra non capire, ed è allora che intervieni.
Prendi il comando cambiando i posti; ora sei sopra di lui e fai scorrere la tua mano lì, nella fonte del tuo piacere e glielo sussurri: "rendimi tuo."
E glielo gridi: "rendimi tuo."

Lo gridi fino allo sfinimento, ora che lui ha capito e che è una sola cosa in te.
Spinge, lo fa sempre più forte, quasi non ragionasse più e tu adori vedere la creatura più pura che conosci bruciata dalla passione.

E' in quelle grida, è in quelle spinte, in quei baci rubati, in quei sussurri, in quei graffi e in quelle carezze proibite che fate l'amore, il vostro amore.

Ed è piacevole osservare come viene in contemporanea con te, con quel viso contorto dall'estasi mentre ti riempe di lui, inarcando la schiena e alzando la testa, per poi ricadere nei morbidi cuscini sotto di lui.

E tu cadi sopra lui e anche se sei sfinito, non smetti un secondo di baciarlo e dirglielo: "Amore, amore, amore."

Il vecchio Sofocle lo diceva: "Una parola ci libera di tutto il peso e il dolore della vita: quella parola è amore."

E vorresti che ti liberasse ancora.



REAGISCI.
REAGISCI.
REAGISCI, STUPIDO STREGONE.


Perchè ancora non te ne sei accorto, ma nel tuo sovrappensiero, nel tuo ricordare il tuo personale paradiso perduto, sei entrato in doccia con ancora indosso la vestaglia, mezza slegata, che ricade quasi da un lato.
Esci, pieno di vergogna e confuso, perchè mai ti è capitato di essere così debole e incoerente dopo aver preso una decisione.
Lo hai lasciato te.

E te lo ripeti solennemente, come una preghiera, mentre riempi per l'ennesima volta il tuo bicchiere di vino.
Non capisci come possa aver tradito la tua fiducia con lei, Camille, regina di manipolazioni e bastarda fino al midollo; ritenevi Alexander furbo, intelligente, ma più passano i giorni e più capisci che troppe cose c'erano che non hai mai capito di lui.
E capisci anche che non riesci a reagire, non ora.

Allora alzi un bicchiere, o forse due, a tutte le cose che non hai capito di lui.

Let's raise a glass, 
or two,

to all the things I've lost on you.


 ***ANGOLO AUTRICE***

Salvee!

Non scrivevo qualcosa di "personale" da 3 anni circa, e in questo periodo, tra tante riflessioni e riflessioni e con la mia ossessione per questi due bimbi, mi è ripresa un po' di ispirazione.
Questa sarà una raccolta di one shot, che spero di arricchire il più possibile.
Fatemi tante recensioni, sono curiosa di ascoltare le vostre opinioni.

Aku cinta kamu little nephilims!
  
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