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Autore: Scarlet Jaeger    17/07/2016    1 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Do you remember me?

 

 

Il giorno dopo, mentre mi apprestavo a raggiungere l'istituto, ripensavo al giorno prima. Ero uscita sconfitta dal covo degli Shall Killer, dopo aver rivelato la mia identità a Kai. Lui non mi aveva riconosciuto, o se lo aveva fatto per lui non aveva avuto alcun significato. Sembrava come se gli avessero fatto il lavaggio del cervello e fosse diventato un'altra persona. O meglio, due persone, perché a scuola si comportava solamente da asociale, mantenendo un'espressione triste ed a tratti malinconica -oppure era solamente una copertura- e fuori diventava uno spietato Beyblader alla ricerca di qualcosa che a quanto pareva non riusciva a trovare.
Era stato categorico quando mi aveva “invitata” ad andarmene, ed io non avevo insistito più di tanto. Era una guerra persa in partenza, lo dovevo ammettere. Ogni giorno che passava potevo essere sempre più vicina a lui, invece sembrava come se mi stessi allontanando sempre di più.
Sospirai, fermandomi per qualche secondo ad ispirare l'aria tiepida di quella mattinata. Il vento fresco mi scuoteva i capelli che avevo tenuto legati in una coda di cavallo e faceva svolazzare la gonna della divisa scolastica, che mi toccava reggere con le mani.
Raggiunsi la mia classe che avevo ancora la testa sulle nuvole, così tanto che non mi resi conto che ero appena andata a finire contro le spalle di qualcuno, finendo seduta a terra dolorante. Quando alzai gli occhi per scusarmi, vidi due profonde ametiste che mi fissavano taglienti.
Kai era di fronte a me, con l'aria di chi era stato disturbato e non gli era affatto piaciuto.
Soffiai il suo nome con un tripudio di scuse, calibrando le parole ed il tono di voce con cui le dicevo, perché non volevo farlo alterare più del dovuto o non avrei mai avuto altre occasioni per avvicinarlo.
Lui però, differentemente da quello che mi ero immaginata facesse, girò le spalle e si diresse dentro la classe sotto i miei occhi tristi. Lo guardavo un po' tristemente, mentre camminava in solitaria non dando confidenza a nessuno.
Quando arrivò Momoko ero ancora seduta a terra, con l'attenzione puntata a quello che rimaneva del mio migliore amico.
« Saya! » Mi schernì con dolcezza, facendomi arrossire. Se mi aveva vista lei, non volli sapere quante persone mi avevano vista in quella situazione. Ma in quel momento la mia attenzione era presa da un'unica persona, che non mi aveva neanche rivolto la sua minima attenzione.
Avevo sperato invano di poterci parlare, o vedere nel suo volto un minimo accenno di gentilezza, invece mi tornavano alla mente le sue espressioni serie ed irate e la voce sprezzante con cui mi aveva parlato l'ultima volta.
Trattenni di nuovo un boccone amaro, che mandai giù tutto in una volta mentre mi alzavo da terra, sistemandomi le pieghe della gonna.
« Cosa ci facevi lì? » Mi chiese poi Momoko con curiosità, una volta raggiunti i nostri banchi, alludendo alla mia posizione seduta sul pavimento del corridoio, anche se il suo tono era di molto divertito.
Feci spallucce, cercando di non dare troppo a vedere quel che restava del mio stato d'animo mentre ripensavo a Kai. Gli lanciai anche una fugace occhiata prima di rispondere alla mia compagna di banco.
« Sono caduta... » Iniziai, cercando di tenere un tono di voce abbastanza convincente. Ma ovviamente persi su tutti i fronti. Momoko ancora una volta scoppiò a ridere ma per fortuna non mi chiese altro, perché veramente non avrei davvero saputo cosa risponderle. Non ero pronta a farle sapere di lui, come non ero pronta a farlo sapere a Takao e gli altri.
Le lezioni trascorsero lente e noiose come al solito e, come di consueto, appena suonata la campanella tutti corsero verso l'uscita come se non vedevano il sole da chissà quanto tempo.
Io cercai di fare il più lentamente possibile, perché avevo notato che Kai stava facendo lo stesso. Evidentemente non voleva stare a contatto con la massa di persone che correvano come forsennati e di nuovo, la mia nuova amica accennò un piccolo sorrisetto divertito mentre mi salutava, facendomi arrossire. Non ero evidentemente brava a mentire, ma qualsiasi cosa le fosse passata per la testa, ebbe il buon senso di tenerselo per sé.
Quando terminai di mettere nella cartella la mia roba, senza staccare l'attenzione dalle spalle di lui, rimasi per qualche secondo ad osservare i suoi movimenti. Le sue spalle erano larghe ed equilibrate con il resto del corpo. Non c'era più neanche l'ombra del bambino che conoscevo, forse solo il colore e la pettinatura dei capelli, tutto il resto sembrava sepolto da un pesante strato di cattiveria.
Lui sembrava non essersi accorto di me, neanche quando Momoko mi aveva salutata uscendo. Forse pensava che l'avevo seguita poco dopo, non mostrando la minima attenzione verso di lui, ma non riuscivo più a guardarlo inerme ed in silenzio, perché da lì a poco mi sarebbe sfuggito di nuovo. Così richiamai la sua attenzione.
« Kai? » Sussurrai quasi sottovoce per non farlo sussultare, cosa che non accadde. Si bloccò all'istante, interrompendo i suoi lenti e studiati movimenti a mezz'aria, senza però voltarsi nella mia direzione.
Rimase in silenzio, forse quasi scocciato dalla mia presa di parole. Purtroppo non potei dirlo con certezza, perché dalla mia posizione non riuscivo a guardarlo negli occhi come avrei sperato e non mi azzardai neanche a superarlo per fronteggiarlo. Rimanemmo così per degli interminabili istanti, lui a guardare un qualsiasi punto di fronte e sé ed io ad osservare le sue spalle con la speranza che da un momento all'altro si fosse girato, ma di nuovo non accadde.
Sospirai rassegnata, d'altronde cos'altro potevo aspettarmi da lui?
Decisi comunque di non lascialo andare, non in quel momento in cui eravamo finalmente soli come il giorno prima. Forse a scuola, che era così stranamente diverso dal solito, era più facile parlare con lui...
« Davvero non ti ricordi di me? » Chiesi dolcemente, quasi con tono supplichevole. Al che sentii un sospiro provenire dalla sua posizione, prima che, finalmente, si girasse e mi mostrasse un'espressione pressoché indecifrabile. Aveva tenuto la mascella serrata, ma i suoi occhi esprimevano qualcosa che in quel momento non ero riuscita a capire.
« Che importanza ha? Perché ci tieni a sapere se io ti ho riconosciuta o no? Per me non cambia nulla! » Mi rispose scocciato, prima di voltarmi di nuovo le spalle e continuare quello che stava facendo, ultimandolo sotto il mio sguardo silenzioso e supplichevole. Ero rimasta talmente scioccata dalla cattiveria che aveva mostrato e dal suo stato d'animo a tratti malinconico ed a tratti seccato che non seppi più cosa pensare. Kai Hiwatari non era più il libro aperto che ero riuscita a leggere anni addietro. Era come un imponente tomo scritto in una sconosciuta lingua e che avrei dovuto imparare pian piano a comprendere. E dovevo farcela, anche se in quel momento ero quasi intenzionata a mollare tutto così come stava. Mi faceva male, mi aveva fatto male sentire quelle sue parole dalla sua voce, sopratutto con quello sguardo. Mi ripromisi di non piangere, ma fu inutile. Una lacrima mi scese prepotente sulla guancia, che cercai di asciugare prima che lui se ne accorgesse. Ma ovviamente lui non si girò verso di me. Raggiunse spavaldo la porta e la varcò senza ripensamenti.
Abbassai sconfitta lo sguardo fino al pavimento, sentendo le gambe che mi tremavano. Quella volta la rabbia aveva superato la tristezza. Chiunque avesse cambiato così tanto il mio amico me l'avrebbe pagata! Strinsi i pugni e sorrisi amaramente, non avevo neanche la forza di uscire dalla scuola, da quella classe che avrei condiviso con lui ancora per qualche anno -a meno che lui non fosse scomparso di nuovo-.
Dopo che mi fui calmata raggiunsi con un sospiro la porta, dove mi accorsi con stupore che Kai era poggiato allo stipite e guardava dritto di fronte a sé senza degnarmi di uno sguardo. Ma ovviamente speravo che si fosse trattenuto per me.
Mi fermai di colpo, smettendo addirittura di respirare per captare le sue intenzioni, ma non parlò prima di una manciata di secondi. Quando si decise a farlo, con tutta la sua calma, voltò leggermente lo sguardo su di me.
« Ho un vago ricordo di te, ma se posso darti un consiglio... » Iniziò, interrompendosi subito dopo e piantando quegli occhi ametista nei miei. « Stammi lontana! »
Terminò così, quella volta lasciandomi veramente sola nel corridoio. Avevo il cuore che batteva all'impazzata per il tripudio di emozioni contrastanti che stavo provando. Non sapevo se essere felice perché lui si ricordava, anche se vagamente, o spaventata per l'avvertimento.
E se io, come mio solito, non avessi dato ascolto? Volevo scoprire di più sul suo passato, su dov'era stato tutti quegli anni e cosa aveva fatto, o gli avevano fatto, per ridurlo in quello stato così rabbioso.
Purtroppo le mie domande erano destinate a rimanere tali ancora per molto. Le risposte non arrivarono così velocemente.

 

Quando tornai a casa pranzai con la testa sulle nuvole per tutto il tempo. Ripensavo a Kai, alla scuola, ed al fatto che ancora dovevo andare a trovare i miei nuovi amici dopo lo scontro in quel magazzino abbandonato.
Non erano di moda di telefoni cellulari al tempo, quindi ci eravamo scambiati solo i numeri dei telefoni fissi di casa e non potevo certo disturbare suo nonno per sapere se Takao era in casa. In fondo poteva essere a giocare a Bey con il prof Kappa ed Akira da qualche parte nel quartiere ed io avrei fatto prima a scandagliare tutti i parchi alla loro ricerca. Ovviamente dopo aver finito i compiti che quel giorno non erano assai pochi.
Rimpiangevo le scuole primarie!
Riuscii però a finire in tempo per avere qualche ora libera prima di tornare a casa per cena. Indossai così degli abiti comodi e raccolsi i capelli in una coda di cavallo, sfrecciando fuori casa a gambe levate.
Ma mentre stavo per aprire la porta d'ingresso della nostra villetta, ecco che quella si aprì dall'esterno e comparve mio nonno con il suo sorriso smagliante ed il cappello in mano. Con l'altra reggeva il bastone da passeggio, anche se quel giorno mi sembrava più arzillo del solito con quell'aria meravigliosamente gioiosa.
« Ciao tesoro! » Mi salutò stampandomi un bacio in fronte, lasciando sulle labbra il suo gioviale sorriso. « Ho buone notizie! » Finì, lasciandomi con un sopracciglio alzato ad osservarlo imbambolata. In quel momento non avevo la minima idea a cosa avrebbe potuto riferirsi.
Per fortuna fu lui a dissipare ogni mio dubbio, perché riprese parola subito dopo aver visto la mia espressione confusa.
« Tra non molto inizierà il torneo di Beyblade e proprio nella nostra città! Abbiamo fatto le cose in grande quest'anno! » Ridacchiò soddisfatto ed io mi ero ritrovata la mascella a terra dallo stupore.
I tornei di Beyblade erano sempre stati il mio sogno. Poter vedere degli incontri da vicino, e non solo gli allenamenti che di tanto in tanto mio nonno mi portava a vedere nella sede della BBA, era finalmente un sogno che si realizzava. Avrei potuto conoscere ed incontrare i campioni di questo sport e già non stavo più nella pelle!
« Ma è magnifico! Potrò assistere a scontri memorabili! » Mi lasciai andare allo stupore, saltellando sul posto come una forsennata e facendolo ridere di gusto.
« Oh, potrai fare molto di più! » Mi interruppe ancora, lasciandomi basita e con la bocca ancora aperta. Lo guardai con un sopracciglio alzato, prima che lui riprendesse a parlare con un sorrisetto soddisfatto.
« Vi potrai partecipare! » Concluse, lasciando che la mia testa metabolizzasse il concetto prima di esplodere.
« P-Partecipare?! Io? Potrò partecipare al torneo di Beyblade? » Balbettavo dall'emozione che non riuscivo più a contenere e dalla felicità lanciai un grido emozionato prima di attaccarmi al collo di mio nonno e stringerlo quasi fino a soffocarlo.
Quando mi staccai, credendo di aver esagerato, lui prese due copiosi respiri e riprese:
« Certo che potrai! » Mi sorrise. « E parteciperanno anche Takao ed il suo nuovo amico! »
A quelle parole mi ammutolii e cambiai espressione. Possibile che parlasse di...? No, ovviamente non poteva trattarsi di Kai, non era il nuovo amico di Takao, non avrebbe avuto alcun senso se il giorno prima gli aveva giurato che si sarebbero scontrati presto.
A meno che...
« Parteciperà anche lui? » Chiesi di getto, senza quasi pensarci. Solo dopo aver pronunciato quelle parole arrossii violentemente, credendo di aver fatto una mera figura con mio nonno. Ma lui mi sorrise teneramente, evidentemente ricordava l'affetto che mi legava al mio vecchio amico.
Lui annuì leggermente ed io non mi azzardai a continuare. Feci cadere così la conversazione, ma un'altra domanda mi arrivò alla mente.
« Chi è il nuovo amico di Takao? » Chiesi curiosa, visto che mi ero sicuramente persa qualcosa nei giorni in cui non ci eravamo visti.
« Suo padre è un mio caro amico, ha un negozio di pezzi di ricambio in fondo alla via della sede. È il nostro fornitore ufficiale il caro Mizuhara, e suo figlio Max è un ottimo giocatore! È appena tornato in Giappone dopo aver trascorso qualche anno con sua madre negli Stati Uniti. Dovresti conoscerlo! » Ridacchiò, entrando in casa dopo avermi salutato, ma io in quel momento non lo stavo per nulla ascoltando. Mi ero voltata di scatto ed avevo iniziato a correre verso il negozio citato dal nonno, con passo abbastanza frettoloso.
Sapevo dove trovare Takao e dovevo assolutamente parlare con lui del torneo. Chissà se sapeva che Kai avrebbe partecipato?

 

Quando entrai nel negozio mi accolse un uomo di grande corporatura, coi capelli castani e la barba incolta, ma il suo viso era talmente sorridente che non ebbi il minimo dubbio che potesse essere amico di mio nonno.
« Ciao Saya! » Mi salutò quando chiusi la porta d'entrata alle mie spalle. Rimasi imbambolata in seguito al suo saluto, che ricambiai titubante. Lo avevo già conosciuto e non mi ricordavo? No, altrimenti il nonno me lo avrebbe detto...
Un vortice di pensieri mi frullavano nella mente, alla ricerca di un qualsiasi momento trascorso con l'uomo, ma non mi venne in mente nulla fino a che la sua risata non mi riportò con i piedi a terra.
« Scusami, non ci siamo mai incontrati, ma tuo nonno mi parla così in continuazione di te che quasi mi sembra di conoscerti da sempre! » Mi disse scusandosi ed io allargai finalmente il sorriso e lasciai andare la primordiale tensione.
« Piacere di conoscerla signor Mizuhara! » Lo salutai con gentilezza. « Sto cercando Takao Kinomiya, ho saputo che ha conosciuto suo figlio Max. Anche noi ci siamo conosciuti da poco, è stata la passione comune per il Beyblade a farci conoscere! » Gli spiegai a grandi linee, anche se essenzialmente non capivo cosa potesse centrare o solamente cosa potesse fregare a lui, ma tenne un sorriso cordiale in ogni mia parola fino a che non mi fece strada in quello che sembrava essere lo scantinato.
Mi sarei aspettata di vedere scaffali colmi di scatole o tanto disordine per essere una cantina, invece era perfettamente pulito, illuminato e per niente umido che rimasi con mio grande stupore a bocca aperta. Anche dopo che i miei occhi si furono abituati alla luce artificiale rimasi stupita da tutto ciò che mi circondava. Due beyblade stadium capeggiavano in mezzo alla stanza spoglia e sembrava che Takao e Max avessero appena finito di combatterci.
Poco lontano da loro c'era anche il professor Kappa, che vidi in ultimo seduto a terra con le gambe incrociate e con il suo immancabile pc acceso di fronte a sé.
« Saya! » Mi richiamo Takao, meravigliato di trovarmi lì. Entrambi i ragazzi conosciuti avevano la stessa espressione meravigliata, mentre quello che doveva essere Max, il ragazzo biondo e con due espressivi occhi azzurri, aveva un'espressione confusa.
« La conoscete guys? » Chiese verso di loro, indicandomi delicatamente.
« Sì Max, è nostra amica. » Lo tranquillizzò il prof e sembrò funzionare. Si voltò verso di me, osservandomi dalla testa ai piedi con un grande sorriso.
« I friends dei my friends sono miei amici! » Disse tutto d'un fiato, balzandomi di fronte in un baleno e porgendomi la sua mano in segno di presentazione. Non capii al cento per cento le sue parole, ma in quel momento mi sembrò brutto fargliele ripetere, così strinsi la sua mano calda e sorrisi di rimando.
« Sono Saya Ditenji, nipote del presidente della BBA. » Mi presentai, ma quando finii di parlare Max sgranò gli occhi come se avesse appena visto qualcosa di anormale. Io ovviamente non capii quell'atteggiamento ed alzai un sopracciglio aspettando che lui continuasse a parlare.
« Oh, nice to meet you Saya! È un piacere conoscere la nipote di un uomo così importante! Quindi anche tu sei una Blader! » Batté le mani soddisfatto, continuando prima che io potessi interromperlo. « Parteciperai anche al torneo quindi! »
La sua non era una domanda, ma un'affermazione che attendeva il mio assenso. Io mi voltai verso Takao, visto che eravamo entrati nell'argomento e, delicatamente, potevo intromettere l'argomento “Kai”.
« Certo! » Risposi a Max con un sorriso, tornando per un secondo a guardarlo negli occhi prima di rigirarmi verso gli altri due. « Ho saputo che parteciperà anche Kai, mio nonno me lo ha appena detto! » Rigettai tutto d'un fiato e vidi l'espressione di Takao farsi seria e la sua mascella serrarsi.
« Bene, questo mi motiva a sconfiggere chiunque si trovi sul mio cammino! » Fece così seriamente che quasi stentavo a riconoscerlo. Ma la tensione creatasi ed il silenzio pesante che era sceso su di noi fu spezzato da Max, che scoppiò a ridere con una cristallina risata.
« Non conosco questo Kai, ma a quanto ho capito avrò il piacere di incontrarlo al torneo ma...ti ricordo che parteciperò anche io my friend! » Ridacchiò il biondo in direzione di Takao, che sorrise a sua volta mettendosi in posizione di lancio ed aspettare che l'altro accettasse la sua sfida.
« Motivo in più per allenarsi! »
Finirono a scontrarsi l'uno con l'altro per chissà quanti match. Io mi sedetti accanto al prof Kappa, osservando di tanto in tanto il computer che raccoglieva i dati su ProtoShell, quello che seppi in seguito essere il beyblade di Max, senza dare loro troppa importanza. La mia mente era lontano dal campo di gioco, lontano dal negozio e dai miei amici.
La mia mente era alla ricerca di un amico che, forse, non avrei dovuto più chiamare così.
Fine capitolo 7

 

 

Angolo autrice:

Salve a tutti e ben trovati :3 questa volta il ritardo non è stato così catastrofico come nel precedente aggiornamento D: ma mi scuso ugualmente perché sono comunque trascorsi un bel po' di giorni...ehm... purtroppo il lavoro estivo mi porta via un sacco di tempo, come la stanchezza a fine giornata (infatti, siccome correggo da sola il testo, non immagino quanti orrori di ortografia ho fatto D: in tal caso mi dispiace!).

Bene, direi che stiamo entrando nel “vivo” della storia! Inizia il campionato di Beyblade della prima serie :3 e chissà quante avventure aspettano i nostri protagonisti (come se tutti noi già non le sappiamo xD) ma sopratutto cosa succederà a Saya con Kai, o cosa succederà a lui ehehe ma sopratutto, ora che manca il nostro quarto personaggio dei bladebreakers :3

Beh, che altro dire, ringrazio voi cari lettori che siete giunti fin qua e che, se magari volete lasciare due paroline, siete i benvenuti <3 ringrazio poi tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate <3 davvero grazie mille!

Prometto di essere più tempestiva nel prossimo aggiornamento...spero... xD

Un bacione!

Alla prossima!

  
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