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Autore: LanceTheWolf    18/07/2016    1 recensioni
Korra è tornata a combattere sul fronte del Regno della Terra, con lei alcuni dei compagni di sempre. Una figura sconosciuta è stata in grado di mettere sotto il suo controllo alcuni dei vecchi nemici del passato e questo comporta la necessità di schierare in battaglia vecchi e nuovi amici. A Città della Repubblica continuano le selezioni per i nuovi Furetti di Fuoco.
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Iroh, Korra, Lin Beifong, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar: Storia dell’erede perduto'
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Cap. VIII: Come era andata?
La Giornata di Pabu e Naga - Seconda Parte

 
Lin era divertita dall’argento vivo che dimostravano quei due in qualunque momento eppure… Sospirò sedendosi al tavolo. Gettò uno sguardo verso i bancali per la mensa. I cuochi li stavano ancora allestendo. Abbassò lo sguardo un secondo, cercando di ritrovare un briciolo di allegria, non faceva bene a nessuno il suo muso lungo!
Rialzando il voltò si trovò davanti quel grosso canepolare.
Quella bestia la perseguitava!
Ma possibile che non capisse che lei non era tipo da animali?
Ancora sbuffo, guardando dall’altro lato, mentre quel musone cercava una sua carezza, infilandosi impertinente sotto il suo braccio.
Sospirò arrendendosi a darle quello che voleva. Infondo non sarebbe certo morta per un paio di grattate a quell’enorme coso bianco.
-Ahhh, mannaggia alle navi fatte per i dominatori! - protesto ad alta voce quasi sperando che la cagnolona capendo almeno un paio di parole decidesse di offendersi e andarsene. In effetti quelle navi erano strutturate per poter utilizzare il dominio degli elementi al loro interno e gli spazi erano abbastanza ampi per eseguire le loro tecniche e… farci passare un ingombrante canepolare.
La cosa la face sorridere, apparentemente senza motivo, o forse era quella specie di Pet therapy forzata… e a quell’idea il sorriso le si allargò maggiormente.
Da quando aveva ritrovato la pace con la sua famiglia, doveva ammettere di aver preso a ridere più spesso… troppo forse!
Decise di alzarsi, mentre la sala cominciava a riempirsi, per andare a prendere qualcosa di valido per la colazione.
La cagnolona la seguiva attenta…
-Oggi non hai nulla di meglio da fare tu? – Borbottò, per sospirare ancora al termine della frase.
Indicò, a uno dei soliti ragazzi incaricati dei viveraggi, un paio di portate che le gradivano e… si soffermò su quell’enormi fette di bacon. Uno sguardo alla pelosona bianca e, deludendosi di se stessa, chiese al soldato: -Aggiungici anche una decina di quelle! -
Il ragazzo sgranò tanto di occhi, ma lei fu rapida a indicarle, senza voltarsi, il grosso canepolare seduto al suo fianco, scodinzolante.
Le mise quanto voleva sul vassoio e lei tornò a sedersi.
Naga sembrava gradire quella colazione.
Lin non era sicura le facesse bene, ma… al massimo se la sarebbe tolta dalle scatole una volta per tutte!
Ancora sorrise alla sua stessa ironia, mentre la vedeva mangiare di gusto.
Chissà dove s’era ficcato quell’altro coso rosso che la tormentava quasi tutte le mattine da che erano lì.
Si incupì, tornando a guardare nel suo piatto, perdendo il sorriso.
Portò una mano a massaggiarsi gli occhi. Non aveva dormito molto quella notte. All’indomani sarebbe arrivato il principe del Nord con tutte le sue truppe e per quel momento sarebbe dovuto essere tutto perfetto. Purtroppo però i preparativi stavano andando a rilento, a causa di quegli stessi nemici per cui quegli uomini stavano giungendo.
Com’era andata?
C’erano state settimane in cui non gli avevano dato respiro, ma da un paio di giorni finalmente sembra tutto calmo. Questo non era un bene, tenendo conto che quello era il loro stile: intervalli di tempo tra un attacco e l’altro in cui potenziavano le forze. E ogni volta erano sempre più preparati, più forti. Era come se li studiassero, come se quegli attacchi servissero solamente a capire come strutturarsi per poter arrivare al punto di scagliare l’attacco definitivo. Il fatto che ogni volta avevano la meglio su di questi, con il loro repentino ritiro dopo i primi danni subiti, non faceva che accrescere in lei questa ipotesi.
Ancora sospirò. Secondo i suoi calcoli quello sarebbe stato un giorno tranquillo e quindi il giorno buono per recuperare il tempo perduto. L’allestimento del campo d’accoglienza sulla terra ferma stava procedendo a tentoni, ma… era convinta che se metteva al lavoro le persone giuste ce l’avrebbe fatta giusto in tempo per l’arrivo del sovrano della tribù dell’acqua del Nord.
Distrattamente accarezzò quell’enorme testona di nuovo posata sul suo grembo… quasi non se ne accorse se non a gesto compiuto.
Uno sguardo agli altri tavoli. Assurdo, lei era lì a far colazione con quel grosso cane, mentre gli altri, chi più chi meno, erano accostati a compagnie più piacevoli.
Sorrise malinconica.
“Eccolo lì quel coso fulvo.” Oggi trovava più invitante la spalla del padrone per rubacchiargli gli avanzi, mentre questo chiacchiera ridendo con Korra. Poco più in là un chiassoso Bumi, anche se ancora mezzo addormentato, stava sbraitando contro un Iroh divertito e lei… beh, lì con quella Naga. Almeno finché anche questa non si sarebbe stancata di lei per tornare da Korra. Già… lentamente un po’ tutti si erano allontanati da lei, ma era inutile rimuginarci sopra ormai. Le scelte che avevano fatto l’avevano portata a quello stato di cose e non se ne pentiva. Era orgogliosa di quanto aveva fatto, di quanto aveva ottenuto, solo a volte… doveva ammettere, di sentirsi sola!
Ancora sospirò… ancora sorridendo a quella bianca compagna.
Infondo ora che aveva riallacciato i rapporti con la sua famiglia, poteva in qualunque momento passare del tempo con loro, ma… non poteva non pensare che se lei era lì al posto di Tenzin era proprio perché Korra sapeva che tra i due era quella con i legami più deboli. Ovvio, alla fine Su aveva la sua famiglia a cui pensare e lei… ne era stata distante per quanto tempo? Troppo per sentirsene parte a pieno. Infondo per i figli più grandi era solo la figura sbiadita della sorella della madre nei racconti di quando erano piccoli, quando Suyin gli narrava le loro vicende. Opal… Opal non era male, ma era tristemente sicura che avesse preso un cammino non dissimile dal suo. Se ne dispiacque. Era una ragazza dolce e allegra quando l’aveva conosciuta, dotata di una sensibilità innata, ma col tempo aveva preferito le sue opere alla sua felicità. Stava facendo proprio come aveva fatto lei alla sua età, quell’atteggiamento all’epoca le era costato Tenzin e sua nipote… beh, aveva già perso Bolin.
Sospirò ulteriormente tornando a grattare la sua amica dietro un orecchio con la mano.
Le era passato l’appetito. Allungò quel poco che era rimasto nel piatto a Naga che non se lo fece ripetere due volte prima di approfittarne. Ancora le sorrise.
-Per assurdo, bestiona, lo sai con chi sto in buoni rapporti in questo periodo? - La cagnolona la guardava quasi la potesse davvero capire e Lin si sentì il dovere di ricambiare quell’attenzione con un’altra grattata ben assestata. -Con quei due pazzi dei figli più piccoli di Su. -
Naga socchiuse gli occhi mentre era il suo turno di cercare altre carezze strusciando il muso contro la mano della dominatrice.
–Già! - Ancora sospirò. –Per quante se ne dicono su quei due, fanno solo tanta confusione, ma non sono così insensati come si potrebbe pensare. Il metallo, signorina Naga, non è un elemento facile da manipolare. Necessita di disciplina e volontà forte. Perché pensi che quello scemo del padrone del tuo amichetto ci ha messo tanto ad apprenderlo? Ha la concentrazione di un gattopiranha. - Ancora sorrise.
Aveva trovato un punto di contatto con quei due piccoletti. La madre gli aveva pur insegnato le basi, e certo Suyin aveva un’abilità innata nel dominio proprio della loro famiglia, ma… lei ne aveva fatto da troppo tempo una maestria in ambito bellico e quei due gemelli, da bravi maschietti, erano più interessati all’utilizzo pratico, barra, pericoloso, anziché pratico, barra, elegante. Suyin aveva fondato addirittura nuove discipline artistiche e sport basati sul suo elemento, ma lei… ahhh come faceva male lei con il metallo… “Eheheheh!” ridacchiò mentalmente. Sapeva di non potersi equiparare alla sorella. Con il tempo i loro stili si erano totalmente distinti. Suyin era sottile nel combattimento quanto nella strategia, e altrettanto elegante e raffinata. Lei, sapeva che la sua forza era nell’impatto iniziale, era diretta e implacabile. Dove la sorella volgeva la forza del nemico verso se stesso, lei colpiva. Dove la sorella piegava, lei sfondava direttamente. Non si potevano paragonare, erano troppo diverse. E… quei due mocciosetti dagli occhi verdi, troppo simili ai suoi, una volta smessi i panni dei bravi bambini, avevano deciso di intraprendere la strada verso un dominio più aggressivo; ma i più si sarebbero sbagliati a pensare che, dietro il loro stile di lotta e il suo, non ci fosse tecnica. La tecnica era semplicemente adattata allo stile, non si parlava più di bloccare e voltare le situazioni a favore, adesso si trattava di apprendere come spezzare le armi del nemico.
-Quei due, signora Naga, diventeranno migliori di me e della madre. Può giurarci! – Sorrise, sorprendendosi ancora a parlare con l’unica lì che avesse vero interesse nell’ascoltare le sue sciocchezze.
–Da quando, poi, la madre ha decido di affidarmeli…- Ancora un sospiro. –Povero Mako! Ho intenzione di integrarli tra i dominatori del metallo di Città della repubblica, tanto per fargli fare le ossa, ma io… sai Naga, non ho intenzione dopo questa missione di riprendere in mano quel ruolo. Sono stato il capo della polizia di Città della repubblica troppo a lungo. Ti sembra eccessivamente pretenzioso, da parte mia, volermi dedicare un po’ a me stessa. Ahhh, certo non spero nel grande amore, ma… ho lasciato per troppo tempo che i miei doveri mi sottraessero dai miei reali desideri tanto da non ricordarmi più quali siano. Ad esempio, tu sai qual è il mio colore preferito? No!? Beh… sai, neanch’io. - Sorrise amaramente a quest’ultima riflessione.
“Ora però cerchiamo di pensare a qualcosa di più urgente. Prima risolveremo la situazione del regno della terra e prima potrò dedicarmi a riscoprire le mie passioni. Ho già un piano d’azione per finire i lavori stabiliti per domani mattina. E ce la farò anche a costo di far nottata.” Poi improvvisamente quel pensiero: –Il treno di metallo. - Le sfuggì dalle labbra.
Non sapevano molto di più, tranne che il nemico stava allestendo i binari per portare questo treno non si sa bene dove. La cosa suonava come uno scherzo di cattivo gusto ripensando a come Kuvira aveva lentamente riunificato i territori della terra. Senza contare che in parte questi ribelli si poggiavano proprio su quegli stessi binari… assurdo e decisamente inquietante!
Ancora una carezza alla cagnolona mentre con la coda dell’occhio notò appena in tempo Bumi alzarsi per accostarsi a lei.
Immediatamente, scorbutica come sempre, eruppe: -Ehi tu, ma non ce l’hai una padrona? -
Guardando storto quell’unica compagna di tavolo.
Sia mai che qualcuno, soprattutto quello sciocco di Bumi, potesse anche solo pensare che lei trovasse piacevole quell’affarona a quattro zampe.
 

   
 
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