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Autore: Ehyca    19/07/2016    9 recensioni
Minseok non è davvero bravo in cinese, Luhan è lo studente nuovo con dei segreti, Jongdae dà pessimi consigli, ma Kyungsoo no. Sehun apprezzerebbe davvero tanto se Kim Jongin smettesse di interessarsi a lui, Baekhyun e Chanyeol sono davvero sul confine del più-che-solo-amici, e niente, la loro vita si incasina giusto un po'.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Un po' tutti, Xiumin, Xiumin
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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A volte, Baekhyun trovava che il suo problema più grande non era essere innamorato del suo migliore amico, ma che Chanyeol era troppo perfetto. Dopotutto, non era colpa di Baekhyun se si era innamorato di lui! Era colpa di Chanyeol perché era troppo amabile. Baekhyun poteva gestire l'essere innamorato di lui; si era esercitato per tanti anni, era bravo a nasconderlo, era fattibile. Era Chanyeol che lo rendeva difficile.
Non era che Chanyeol non avesse difetti, perché ne aveva, e a Baekhyun non piaceva nemmeno pensare che non li avesse. Chanyeol era troppo rumoroso, a volte troppo insensibile, troppo ottuso e troppo irrazionale, e per metà del tempo infastidiva a morte Baekhyun. Ma in qualche modo, tutte queste caratteristiche sembravano rendere i momenti di assoluta perfezione di Chanyeol ancora più insopportabili. Come poteva qualcuno che faceva regolarmente venire voglia a Baekhyun di strangolarlo essere così inspiegabilmente fantastico?
A volte rendeva Baekhyun un po' acido, il modo in cui Chanyeol riusciva ad essere così e farsi amare così tanto, e fu per questo che, la domenica pomeriggio, si trovò ad aggrottare le sopracciglia al diorama che lui e Chanyeol stavano mettendo insieme per un progetto.
“Stai bene, Baek?” gli chiese Chanyeol, probabilmente già per la quinta o sesta volta quel giorno. “Non hai freddo, vero? So che senti freddo molto più facilmente di me. Posso procurarti un maglione o qualcosa del genere.”
Baekhyun scrollò le spalle miseramente, e Chanyeol lasciò il tavolo della cucina per correre in camera, tornando un momento dopo con una delle proprie felpe e aiutando Baekhyun ad indossarla. Era enorme, perché Chanyeol era già molto più alto di Baekhyun, e poi comprava sempre le felpe di una misura più grande, per qualche motivo, ma Baekhyun era abituato ad indossarle. Aveva perfezionato l'arte di arrotolare le maniche, a questo punto.
“Così va meglio, vero?” disse Chanyeol, sorridendo mentre sollevava il cappuccio e stringeva i lacci in modo che coprisse gli occhi di Baekhyun.
Il ragazzo rise, togliendosi il cappuccio e appiattendosi i capelli. “Sì. Grazie, Yeol.”
“Vuoi qualcosa da bere?” chiese Chanyeol, toccando un pezzo del loro diorama per assicurarsi che fosse attaccato bene. “Abbiamo quasi finito tanto. Dobbiamo solo dipingere una paio di cose, posso farlo da solo.”
“Non devi farlo,” disse Baekhyun, sospirando. “Hai già fatto tutto il lavoro più difficile.”
“Voglio farlo!” esclamò Chanyeol. “Dipingere non è nemmeno un lavoro. E poi, sei già abbastanza impegnato con tutte le tue cose. Posso farlo io.” Si rialzò e disse, “Vado a fare un po' di cioccolata calda. Stai seduto!”
Baekhyun sbuffò e diede un colpetto ad un filatoio del loro diorama mentre Chanyeol spadellava in cucina. Poteva sentire l'acqua che riempiva il pentolino, e quando sollevò lo sguardo, vide Chanyeol prendere due tazze – una completamente bianca, e l'altra con dei cagnolini disegnati sul bordo. Quella era la tazza preferita di Baekhyun. Chanyeol versava sempre le sue bevande in quella tazza, sebbene Baekhyun avesse fatto quel commento solo una o due volte. Mentre Baekhyun guardava, Chanyeol mise la polverina di cioccolata calda in entrambe le tazze, e poi mise un piccolo bastoncino di caramella alla menta rossa e bianca in quella dell'amico, e un po' di latte e sei o sette mini marshmallows. Non mise niente di speciale nella propria tazza.
Baekhyun non aveva mai detto a Chanyeol come gli piacesse la cioccolata calda. Poteva solo presupporre che l'amico lo avesse visto prepararla una volta, e avesse messo da parte quelle informazioni con lo scopo di essere dolorosamente fantastico in futuro.
Chanyeol tornò con le loro bevande qualche minuto dopo, e Baekhyun sorseggiò dalla propria tazza mentre l'amico toccava diverse parti del diorama per assicurarsi che fossero ben fissate e gli diceva di quanti problemi gli avesse causato quel filatoio la notte precedente.
“Funziona perfettamente ora che sei qui, però,” disse Chanyeol con un sorriso. “Ora capisco che tutto quello che mi serviva per aggiustare tutto era un Baekhyun. Non dovrebbe essere una sorpresa. Ho imparato che i Baekhyun sono gli aggiusta-tutto della vita.”
Baekhyun grugnì, sentendo un stretta particolarmente dolorosa al cuore. “Ah sì?”
Chanyeol annuì deciso. “Davvero e veramente.”
“Che mi dici di quando rovinano tutto e hanno attacchi di panico perché si sono iscritti a troppe attività extra-scolastiche?”
Hmm.” Chanyeol si picchiettò il mento pensieroso. “Allora è perché Chanyeol non sta facendo correttamente il proprio lavoro.”
“E quale sarebbe il lavoro di Chanyeol, esattamente?”
“Rendere perfettamente felici i Baekhyun tutto il tempo!” dichiarò il ragazzo. “Tutti sanno che i Baekhyun non funzionano bene senza i propri Chanyeol, e viceversa.”
Chanyeol era tutto ciò di cui Baekhyun aveva bisogno, e tutto ciò che Baekhyun non poteva avere. Non nel modo in cui voleva. “Già,” disse debolmente.
Hey, ti va di guardare un film? Ti lascio scegliere quale,” suggerì allegro l'amico.
Baekhyun si morse il labbro e per un minuto pensò egoisticamente al proprio cuore. “A dire il vero, Yeol, io…pensò che andrò da Minseok-hyung oggi.”
Le sopracciglia di Chanyeol si alzarono per la sorpresa, e Baekhyun trattenne il fiato, aspettando una risposta. Forse, se Chanyeol avesse voluto che restasse, questo avrebbe significato— “Oh. Okay, penso. Non sapevo foste così amici, ma... voglio dire, se vuoi andare, fai pure. Chi sono io per fermarti?” rise piano.
Baekhyun deglutì a fatica. Non si sarebbe dovuto aspettare un'altra risposta. “Già. Ho solo... voglia di stare un po' con Minseok-hyung oggi.”
“D'accordo. Posso finire di dipingere questo, allora, e sarà pronto per essere consegnato domani!”
Baekhyun desiderava non facesse così male. “Posso stare, se vuoi,” disse, cercando disperatamente qualcosa che lo trattenesse dall'andare, un segno positivo, qualsiasi cosa.
Ma Chanyeol disse semplicemente, “Nah, vai pure! Se vuoi stare con Minseok-hyung, allora... vai e fallo. Non è che sono il tuo solo amico!”
Baekhyun dovette usare tutto il proprio autocontrollo per non sussultare. “Okay. Allora... io vado. Grazie per tutto, sai, il progetto e la cioccolata calda e tutto.”
Chanyeol sorrise. “Tutto per il mio Baekhyun!”
Perché doveva fare così male?
Baekhyun non aveva davvero pianificato di andare da Minseok quel giorno, ma a questo punto, pensava davvero di averne bisogno. Minseok era l'unica persona che capiva. Oltre ad aver fatto in effetti coming out, Minseok non era proprio in una situazione migliore di quella di Baekhyun, e a volte aveva semplicemente bisogno di qualcuno tanto miserabile e perso quanto lui.
Sperando di non interrompere niente, Baekhyun andò dritto da casa di Chanyeol a casa di Minseok, affrontando il freddo invece di prendere l'autobus perché pensava che l'aria fresca lo avrebbe aiutato a sentirsi meglio. Tutto ciò che fece fu deprimerlo ancora di più.
Minseok rispose alla porta, sembrando un po' più che sorpreso di vederlo. “Oh, hey. Che succede?”
Baekhyun scrollò tristemente le spalle. “Non lo so. Mi sento una merda. Tu ti senti una merda?”
Minseok lo fissò per un lungo momento, poi disse, “Sì, più o meno. Ti va di entrare?”
“Mi piacerebbe.” Baekhyun lo seguì dentro e si tolse il giubbotto, sfilandosi le scarpe mentre diceva, “Scusa se ti disturbo tutto il tempo.”
Minseok rise leggermente e disse, “Non è un problema, essere triste con qualcun altro piuttosto che essere triste da solo.”
“Sono felice la pensi così,” sospirò Baekhyun. Entrò in camera di Minseok seguendo il maggiore.
“Ti va di parlarne, o metto un po' di musica?” chiese Minseok, attaccando già l'iPod alle casse.
Mi farebbe piacere un po' di musica,” disse lui, e si sdraiò sul pavimento, sollevando la gambe per poggiarle sul letto di Minseok. Il maggiore finì di far partire la musica, e si voltò a guardarlo, fissandolo a lungo prima di raggiungerlo senza dire una parola. Baekhyun sorrise leggermente. Il pavimento era il miglior posto per compatirsi, ed era sempre piacevole avere qualcuno che si compativa volontariamente con te.
Rimasero a lungo in silenzio, semplicemente ascoltando la musica e pensando, e Baekhyun sentiva come se Minseok stesse aspettando che dicesse qualcosa, ma non lo stava spingendo a parlare, e lo apprezzava. Chiaramente, Minseok aveva molta esperienza col non essere pronto a dire qualcosa ancora.


In effetti, Minseok aveva davvero esperienza, ed era per questo che aspettò in silenzio che Baekhyun fosse pronto, anche se non fosse stato oggi, ammirava il più piccolo per essere stato in grado di amare qualcuno così a lungo senza dire niente. Ovviamente era molto più bravo con tutta questa cosa dei sentimenti rispetto a Minseok.
Ma tutti avevano i propri limiti, e Baekhyun sembrava aver raggiunto il proprio, perché le prime parole che lasciarono la sua bocca da quando Minseok aveva messo la musica furono, “Essere innamorati è così difficile.”
Minseok fece un suono vago, guardando il ragazzo accanto a sé, e disse gentilmente, “Non sapevo che fossi innamorato,” perché Baekhyun non aveva mai ammesso nulla, e Minseok non lo avrebbe forzato a fare niente.
Baekhyun lo guardò, sorridendo grato, e poi disse, “Potrei esserlo.”
“Vuoi dirmi di chi si tratta?” chiese Minseok. “O preferisci di no?” Minseok sapeva chi era, comunque (perché non poteva essere nessun altro), ma se Baekhyun voleva tenerlo anonimo, era una scelta sua.
Il più piccolo sospirò. “Non l'ho mai detto a nessuno prima.”
“Non devi farlo. Fa molta paura. Io lo so bene.”
Baekhyun rimase in silenzio per molto tempo, e poi disse, “Sono innamorato di Chanyeol.”
“Sono innamorato di Luhan.”
Baekhyun lo guardò. “Lo sapevo.”
Minseok sorrise. “Anche io.”
Ci fu un breve momento di assoluto silenzio quando cambiò canzone nell'iPod, e poi Baekhyun mugolò e chiese, “Quanto è ovvio?”
“Non lo è,” gli assicurò il maggiore. “A meno che non lo sappia già. Mi hai dato un sacco di indizi, però. Non ti preoccupare, non è che lo sappiano tutti. Non come tutti sanno di me.”
Baekhyun sbuffò una piccola risatina triste. “Siamo un po' patetici, non è così?”
“Forse.” Minseok fissò il soffitto. “Non è una situazione facile, comunque.”
“Non dirlo a me,” mormorò Baekhyun. “Più il tempo passa, più diventa difficile.”
Minseok grugnì. Non era quello che avrebbe voluto sentire. “Come posso uscirne?”
Baekhyun rise amaramente. “Se ci fosse un modo, l'avrei fatto tipo sei anni fa.”
“Sei una leggenda nel mondo dell'amore non corrisposto.”
Baekhyun sospirò pesantemente. “Non pensi sia strano, però? Che sia innamorato di Chanyeol?”
Minseok scrollò le spalle. “Non proprio. Voglio dire, se devo essere onesto al 100%, mi rende un po' egoisticamente felice, perché sono stato l'unico ragazzo gay della scuola per anni. Diventa stancante.”
Io non sono gay,” mormorò Baekhyun.
“Lo so,” gli assicurò Minseok. “Ma il fatto che ti piaccia un altro ragazzo mi fa sentire un po' meglio per me stesso. In ogni caso, non lo trovo strano.” Sorrise, poi disse, “Mi piace pensare che tutti siano un po' gay.”
Baekhyun rise. “Jongdae dice che glielo dici tutto il tempo.”
È vero,” rise Minseok. “E lo credo fermamente.”
“Dovrei chiederlo a Chanyeol,” disse un po' amaramente Baekhyun. “Vedere cosa ne pensa.”
“Potrebbe essere una buona idea, onestamente,” disse Minseok. “Potrebbe aiutarti a capire come gestire le cose, se sei stanco della posizione in cui ti trovi.”
“Sono davvero stanco,” si lamentò il ragazzo, e Minseok non soffriva nemmeno lontanamente da tanto quanto Baekhyun, ma in un certo senso capiva.
Regnò il silenzio, ancora, ma a Minseok non dispiaceva. Ascoltò la musica che usciva dalle casse, pensando ai suoi sentimenti, all'amore e a tutte le cose che Luhan gli aveva detto la mattina precedente.
Quando alla fine Baekhyun riprese a parlare, fu per dire, “Non sarebbe da pazzi se tu dicessi a Luhan che usciamo insieme e io dicessi a Chanyeol la stessa cosa? Sarebbe pazzesco, vero? Mi chiedo cosa farebbero.”
Minseok grugnì. “È un'idea terribile.”
“Lo so,” disse Baekhyun. “Ma ci stavo solo pensando.”
Ora ci stava pensando anche Minseok, e sì, era ancora una cattiva idea, ma era comunque qualcosa da chiedersi. Cosa avrebbero fatto? Avrebbe risposto a un paio di domande, no? Come avessero reagito ad una cosa del genere avrebbe detto un bel po' su cosa provassero. (Fu un'idea allettante, per un secondo, prima che Minseok si ricordasse quanto sarebbe potuta finire male.)
Hey hyung,” disse Baekhyun un minuto dopo. “Come ti sentiresti se ci tenessimo per mano per un po'?”
Minseok si voltò verso di lui con un sopracciglio alzato incredulamente. “Cominci a sembrare Luhan.”
Baekhyun rise. “È solo che – Chanyeol si offre sempre di tenermi la mano quando sono in un momento difficile. E ho pensato che forse sarebbe una buona idea tenere la mano di qualcun altro, per cambiare.” Si morse il labbro per un momento, poi aggiunse, “A volte mi chiedo com'è tenere la mano di qualcuno che non sia Chanyeol.”
Minseok osservò il ragazzo per un momento, e davvero, quest'idea era nettamente migliore rispetto alla precedente, quindi disse, “Certo.”
Baekhyun intrecciò le loro dita immediatamente, lasciando cadere le mani tra di loro sul pavimento, i loro palmi premuti insieme ma non troppo stretti. Non era intimo o niente del genere, più confortante che altro, come se stessero prendendo forza e supporto l'uno dall'altro. Nonostante questo, era... strano. Certo, Baekhyun e Minseok non erano gli amici più stretti, nonostante le simili circostanze, ma tenere la mano di Baekhyun non sembrava... giusto.
“La tua mano è troppo piccola,” disse piano Baekhyun. “La mano di Chanyeol è molto più grande. E calda. Le nostre mani stanno meglio insieme rispetto alla mia e a quella di Chanyeol, ma non è... la grandezza giusta.”
“Già,” disse Minseok, perché sapeva cosa volesse dire il più piccolo.
Ma nessuno dei due lasciò la presa, e Minseok alzò il volume della musica, e non parlarono più, si limitarono a rimanere sdraiati sul pavimento di Minseok, tenendosi per mano, in una domenica pomeriggio, con la musica un po' troppo alta e autocommiserandosi, perché questa era l'unica cosa che potessero fare. Probabilmente era strano – probabilmente molto strano – ma a Minseok non dispiaceva, e nemmeno a Baekhyun, quindi questo era quello che fecero.
E avrebbero continuato a farlo per molto tempo, se la porta di Minseok non fosse stata aperta all'improvviso e Luhan non fosse entrato nella stanza. Minseok dovette inclinare la testa in modo scomodo per vederlo, e lo guardò sorpreso, perché cosa ci faceva lì Luhan? Il ragazzo ricambiò lo sguardo, vedendo Minseok con Baekhyun accanto, e Minseok non sapeva assolutamente cosa dire.
Uhhhh,” disse stupidamente Luhan, gli occhi si spostarono sulle mani unite dei due ragazzi.
Minseok si rese conto all'improvviso di quanto strano potesse sembrare e cercò immediatamente di ritrarre la mano, ma Baekhyun strinse la presa, sorprendentemente forte e testardo. Minseok cercò nervosamente di trovare un modo per spiegare la situazione (senza che sembrasse sospetto). “Hey, uh—”
“Ero a casa di Kyungsoo,” disse lentamente Luhan, continuando a guardare Minseok e Baekhyun con le sopracciglia leggermente aggrottate. “E ho sentito la musica. Ho bussato, ma non ha risposto nessuno, quindi sono entrato.”
Minseok deglutì, provando a mettersi a sedere nonostante Baekhyun si rifiutasse ancora di lasciargli andare la mano. Il più piccolo si spostò in modo che potessero rimanere attaccati, sedendosi accanto a lui, e Luhan seguì il movimento con gli occhi. “Già, uh, scusa,” balbettò Minseok. “Non sapevo saresti passato.”
“Non sapevo che Baekhyun sarebbe stato qui,” disse Luhan. “Non sapevo che voi due foste così... intimi.”
Minseok aprì la bocca per dire qualcosa (probabilmente qualcosa di stupido), ma prima che potesse farlo, parlò Baekhyun, “Solo ultimamente mi sono interessato ad avvicinarmi a Minseok-hyung.” Il suo tono era deciso e sicuro, non lasciava spazio alla conversazione.
Luhan lo fissò per un momento, poi chiese, “Che mi dici di Chanyeol?”
Minseok guardò velocemente Baekhyun, giusto in tempo per vedere la sua espressione incupirsi e il suo mento sollevarsi in un gesto di sfida, anche se nei suoi occhi ci fu un breve lampo di paura. “Cosa dovrei dirti di Chanyeol?” chiese con fervore.
Luhan abbassò immediatamente la testa, tirandosi indietro. “Niente. Ho solo... pensato—”
“Il rapporto che ho con Chanyeol è molto diverso da quello che ho con Minseok-hyung,” puntualizzò Baekhyun.
Oh,” disse piano Luhan, e tornò a guardare Minseok, il quale distolse lo sguardo velocemente.
Alla fine, Baekhyun lasciò la presa ferrea che aveva sulla mano di Minseok e si alzò in piedi. “Devo andare,” disse. “Ciao, Minseok-hyung.” Lo guardò e gli sorrise leggermente, gli occhi si addolcirono per un momento mentre diceva, “Grazie per avermi ospitato oggi.” Minseok annuì stupidamente, e Baekhyun spostò lo sguardo su Luhan. “Ciao, Luhan-hyung.”
“Ciao,” ricambiò Luhan, sembrando ancora confuso e turbato, ma comunque impassibile.
Baekhyun uscì lanciando uno sguardo a Minseok, il quale però non lo comprese, e lasciò il maggiore e Luhan nella stanza, in silenzio e ovviamente a disagio. Minseok non sapeva dove guardare e cosa dire, quindi si tenne impegnato alzandosi da terra e abbassando la musica, e spolverandosi i pantaloni.
Luhan rimase al suo posto sulla porta, guardando Minseok senza dire una parola, fino a che all'improvviso non disse, “Baekhyun è gay?”
Minseok si irrigidì, il cuore gli batteva nervoso, e non aveva idea di come rispondere. Cosa avrebbe voluto che dicesse Baekhyun? Alla fine disse semplicemente, “Sai cosa ti ho detto sulle persone che fanno un'eccezione per la persona giusta? Credo che Baekhyun sia così.”
E Luhan continuò a fissarlo, le dita si stringevano attorno al giubbotto che aveva tra le braccia, e disse, “Oh.”
Minseok deglutì e si strofinò i palmi sudati sulle cosce. “Allora, uh, stai qui per un po'?”
Luhan ci mise stranamente tanto a rispondere, “No, devo andare. Volevo solo passare a vederti.”
Oh. Okay. Fra – fra un po' faccio merenda, se vuoi rimanere almeno per quello,” disse Minseok, innervosito da quanto Luhan sembrasse passivo al momento.
È tutto okay,” rispose Luhan. “Devo davvero andare. Ci vediamo a scuola. Ciao, Seok-ah.”
“Ciao,” disse debolmente Minseok, e Luhan si voltò e si diresse alla porta.
Non appena se ne fu andato, Minseok si sdraiò sul letto e ripensò ai minuti appena passati, confuso, turbato e incerto. Minseok era terribile a leggere le persone – il peggiore, davvero - ma non sapeva nemmeno cosa Luhan pensasse che lui avesse voluto dire. Pensava che significasse che a Baekhyun piaceva Minseok, o aveva automaticamente presupposto che si riferisse a Chanyeol?
Minseok voleva fingere che non gli importasse cosa pensava Luhan, perché per lui non avrebbe fatto alcuna differenza, ma avrebbe solo mentito a se stesso.
Ci pensò molto, per il resto della giornata. Ripensò alla prima, cattiva idea di Baekhyun. Cosa avrebbe detto Luhan se Minseok gli avesse detto che stava uscendo con Baekhyun. Gli sarebbe importato? Avrebbe reagito con la stessa espressione impassibile? Si sarebbe congratulato? E l'avrebbe fatto con sincerità?
Minseok aveva il presentimento che Kyungsoo lo avrebbe rimproverato per averci pensato per più di pochi minuti. Di solito, questo significava che doveva smetterla di pensarci. Ma Minseok non era mai stato sveglio per queste cose quanto Kyungsoo.


Sehun non aveva un lungo trascorso di felicità. C'era stato davvero poco spazio per la felicità nella sua vita, non quando aveva passato i suoi primi anni in custodia del suo terrificante vicino spacciatore di droga mentre sua madre lavorava per comprarsi una dose, non nei suoi anni alle elementari e alle medie in cui passava da una famiglia adottiva ad un'altra, bullizzato o rifiutato a scuola e ignorato o usato a casa. Sehun aveva smesso di sperare nella felicità, e aveva imparato a sopravvivere senza di essa. Era diventato qualcosa di cui non aveva bisogno, qualcosa che avrebbe portato solo delusione e rimorsi in futuro, qualcosa per cui non c'era spazio nella sua vita.
Ma le cose erano diverse ora. Il primo assaggio di Sehun di quello che sarebbe potuto essere felicità era stato quando lui e Luhan erano andati a prendere il bubble tea, e Luhan si era comportato come... come un amico. Come se gli fosse piaciuto Sehun. Luhan si era sempre comportato così, ma quel giorno era stato la prima volta in cui Sehun, forse, gli aveva creduto. Ed era successo così tanto da allora. Per la prima volta in tutta la sua vita, Sehun aveva sentito di piacere, di essere apprezzato e ben voluto. Aveva condiviso qualcosa della propria vita con qualcuno, e in cambio quel qualcuno aveva condiviso qualcosa della propria. Era stato spaventoso, e ci era voluto tanto perché Sehun si sentisse a proprio agio con l'idea, ma aveva imparato che sorridere di tanto in tanto non faceva male a nessuno, e aveva imparato che ridere era un'emozione incredibilmente liberatoria,
Sin dal giorno di San Valentino, Jongin era diventato... diverso. Solo un po', ma Sehun l'aveva notato. Guardava Sehun, lo guardava e basta, e non diceva davvero niente ma l'espressione sul suo viso era diversa. Cercava di far ridere Sehun con ogni mezzo, e sebbene non avesse successo molto spesso, riusciva comunque a farlo sorridere di frequente. Sehun non cercava più di trattenersi. Jongin era diventato anche più intraprendente con il contatto fisico, gettando un braccio sopra le sue spalle o guidandolo con un braccio attorno ai fianchi. Una mattina, sorprese Sehun abbracciandolo da dietro davanti agli armadietti, posando la testa sopra la sua spalla, e Luhan lo aveva abbracciato qualche volta, ma questo gli era sembrato... molto diverso. Sehun non era sicuro in che modo fosse stato diverso, ma era così, e forse non in modo negativo. Pensava avesse qualcosa a che fare con il modo in cui il suo cuore avesse accelerato, e di come si fosse sentito freddo quando Jongin lo aveva lasciato andare.
Febbraio diventò Marzo, e il tempo si fece lentamente un po' meno terribile, e con ogni giorno che passava, Sehun sorrideva di più, e si sentiva più leggero. Cominciava a sentire come se la felicità non fosso proprio fuori questione, dopotutto.
Avrebbe dovuto sapere bene che non era così.
Come parte del suo programma adottivo, Sehun di tanto in tanto doveva stare a scuola dopo le lezioni per parlare con il consulente scolastico e con il preside, e doveva essere visitato dall'infermiera per controllare che andasse tutto bene sia a scuola che a casa. Di solito questo avveniva di venerdì, quindi Jongin non poteva aspettarlo perché aveva le lezioni di danza, ma questo volta era un giovedì, perché il giorno seguente sarebbe stato vacanza, e Jongin aveva detto a Sehun di incontrarlo subito dopo in modo da poter fare qualcosa insieme. L'incontro andò esattamente come tutte le altre volte, forse un po' meglio del solito perché Sehun disse loro le cose senza essere costretto, e uscì in meno di un'ora.
Uscì dall'ufficio e si guardò intorno, rendendosi conto all'improvviso che non aveva idea di dove avrebbe dovuto incontrare Jongin. Probabilmente da qualche parte dentro la scuola, dato che c'era troppo freddo per aspettare fuori così a lungo. Scrollando le spalle, si diresse verso la propria classe, immaginando che il ragazzo potesse essere lì.
Jongin non era in classe, non era agli armadietti, e non era nemmeno ai bagni del secondo piano. Sospirando con un piccolo sorriso che gli tirava le labbra, Sehun si diresse verso le scale per vedere se Jongin lo stesse aspettando da qualche parte al piano di sotto, e passò vicino ad un paio di ragazzi che si lamentavano dei turni delle pulizie.
Sehun era riuscito a non farsi notare da nessuno tranne Luhan e Jongin fino ad ora, e avrebbe dovuto sapere che non sarebbe potuta durare a lungo.
Superò il gruppetto di ragazzi rumorosi senza guardarli due volte, ma quando raggiunse il pianerottolo tra la prima e la seconda rampa di scale, un ragazzo con dei capelli neri e scompigliati e un'espressione irritata sul viso gli passò davanti dandogli una spallata, e per istinto, Sehun fece lo stesso; il ragazzo inciampò di lato. Immediatamente, il ragazzo si fermò e si voltò verso di lui, e una familiare sensazione di terrore fece gelare Sehun.
Non chiedi scusa, huh?” abbaiò il ragazzo, e Sehun cominciò ad ansimare. Non poteva accadere di nuovo. Non poteva ricominciare, quando Sehun aveva finalmente pensato di essere riuscito a scamparla.
“Mi vuoi spingere ancora?” gli chiese, spingendo violentemente Sehun con un gomito. Era considerevolmente più grande di lui, fisicamente, e Sehun indietreggiò, evitando il suo sguardo mentre rimbalzava leggermente contro il muro. “Non sei più tanto coraggioso ora, vero? Pensi di poter spingere le persone sulle scale, e poi scappare via prima di affrontare le conseguenze?”
Sehun non fece niente, non reagì, non alzò la testa e non si mosse o parlò. Tutto quello che fece fu sussultare quando il ragazzo gli afferrò l'uniforme e lo tirò in avanti leggermente prima di sbatterlo nuovamente contro il muro, abbastanza forte da fargli sbattere la testa e renderlo vagamente intontito prima che il dolore cominciasse a pulsare. Trattenne un lamento di dolore.
“Non ti ribelli, ragazzino? Non riesci nemmeno a difenderti, huh? Andiamo, colpiscimi,” lo derise il ragazzo, spingendo Sehun di lato e colpendolo leggermente sulla guancia. “Colpiscimi, vediamo cosa possono fare quelle braccina magre.” Lo spinse ancora contro il muro, e Sehun ansimò quando la testa gli pulsò. Si guardò intorno disperato, tremante, sentendosi nauseato mentre il ragazzo lo scuoteva, cercando di farlo reagire. Riusciva a sentire vagamente i ragazzi di prima chiamare il ragazzo che lo stava mettendo all'angolo, ma a malapena sentiva qualcosa sopra il proprio battito. Tremava violentemente a questo punto, l'unico movimento permesso dal suo terrore agghiacciante, e sapeva di non dover lottare, o dire niente, ma doveva fare qualcosa perché sentiva di poter svenire da un momento all'altro.
E proprio mentre pensava che il panico gli avrebbe fatto fare qualcosa di cui si sarebbe davvero pentito, con la coda dell'occhio vide un movimento alla fine delle scale, e guardò in basso vedendo Jongin che lo fissava.
Il ragazzo che gli stava punzecchiando il petto smise quando notò gli occhi spalancati di Sehun, e si voltò verso Jongin. Grugnì forte. “Oh, hai chiamato quella femminuccia di Kim Jongin per venire a salvarti?” sghignazzò.
Sehun aspettò che Jongin facesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma il ragazzo rimase lì, immobile, e qualcosa si strinse e morì nel petto di Sehun. Un altro ragazzo apparve in cima alle scale, richiamando quello che lo stava infastidendo, il quale sbuffò e gli diede un'ultima spinta per poi andare a raggiungere gli amici. Risero mentre si allontanavano, abbastanza forte perché Sehun capisse che stavano ridendo di lui, e la sensazione di vergogna e disgusto erano tanto forti quanto il dolore che provava alla testa. Sehun non riusciva a muoversi dal suo posto all'angolo del pianerottolo; continuò a fissare Jongin, il quale ricambiava lo sguardo con occhi sgranati e spaventati.
Alla fine, Sehun prese un profondo respiro, e poi scese le scale e superò Jongin, scrollando via la mano che cercò di afferrargli il braccio, e si diresse in fondo al corridoio.
Sehun!” lo chiamò Jongin, come se si fosse risvegliato dalla sua trance.
Sehun continuò a camminare, a malapena riusciva a respirare mentre la gola gli si chiudeva e gli occhi cominciavano a bruciargli; non si voltò e aumentò il passo.
Sehun, aspetta!” lo chiamò ancora Jongin, e Sehun cominciò a correre.
Una mano si posò sulla sua spalla, e Sehun la colpì forte, per poi aprire per la prima volta la bocca e urlare, “Non toccarmi! Ti odio!”
Sehun, ti prego, lasciami – lasciami solo—” disse disperatamente il ragazzo.
Ma Sehun non si fermò, nemmeno per un secondo, continuò a cercare di allontanarsi da Jongin, non era sicuro di volere che Jongin lo seguisse. Ma ovviamente, Jongin lo fece, fermandolo e dicendo, “Mi dispiace, Sehun, io—”
E Sehun lo interruppe, rifiutandosi di guardarlo, e disse, “Non hai nemmeno fatto niente! Non hai nemmeno finto che ti importasse.” La sua voce era pericolosamente vicina al punto di rottura, e Sehun era così arrabbiato, così umiliato, così incredibilmente distrutto.
“Mi dispiace, Sehun, non sapevo cosa fare, mi sono bloccato, ti prego lasciami parlare,” disse Jongin, e sembrava stesse per mettersi a piangere, ma a Sehun non importava.
“Non voglio parlare con te,” scattò Sehun. “Non voglio parlare con nessuno. Lasciami—”
Prima che potesse finire, delle forti mani lo fecero voltare e lo tirarono in avanti, e Sehun inciampò e cadde contro un robusto petto mentre delle braccia calde lo circondavano. Sehun lottò per districarsi, gridando contro Jongin, ma il ragazzo non lo lasciò andare, stringendolo più forte e nascondendo il viso nella sua spalla. “Mi dispiace,” singhiozzò. “Mi dispiace, mi dispiace, volevo aiutarti.”
E qualcosa in Sehun si ruppe, e si lasciò andare, completamente e senza riserva, collassando contro Jongin e singhiozzando forte. Il ragazzo lo abbracciò, poggiandosi contro il muro e scivolando sul pavimento mentre Sehun si aggrappava a lui disperatamente, incapace di fermarsi mentre crollava del tutto. “Dico davvero,” disse rocamente, “Mi dispiace, non vorrei mai che ti facessi male.”
E tutto quello che Sehun poté fare fu attaccarsi a lui, nascondere il viso contro il petto di Jongin mentre piangeva. “Non hai il permesso di smettere di tenere a me. Non puoi.”
Jongin lo strinse più forte, chiudendo i pugni attorno alla sua camicia. “Non potrei mai, mi importa sempre, mi importerà sempre di te, lo giuro.”
Sehun pianse fino a non avere più lacrime. Le lasciò cadere liberamente, con i singhiozzi che gli dilaniavano il petto; pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto per anni, pianse per il bambino che non aveva mai avuto un'infanzia normale e per il ragazzino che non aveva mai saputo cosa significasse essere amati. Ci volle molto tempo perché si calmasse, probabilmente troppo, ma Jongin lo tenne semplicemente stretto e non disse nulla, lasciando che Sehun si sedesse sulle sue gambe e si poggiasse contro il suo petto mentre piangeva. Anche Sehun non disse niente, ma nella sua testa, ogni singhiozzo inespresso era un'altra spiegazione, un altro 'nessuno ha mai voluto aiutarmi, a nessuno è mai importato di me, nessuno mi ha mai voluto'. E nella sua testa, immaginava Jongin che gli sussurrava, “Io sì, io si, io sì.”
E forse, se l'avesse lasciata, la voce interiore di Sehun avrebbe detto, 'Nessuno mi ha mai amato,' e la voce di Jongin nella sua testa avrebbe sussurrato, “Io sì.”
Alla fine, i singhiozzi di Sehun si placarono fino a diventare respiri interrotti, e Jongin lo tenne contro il proprio petto e gli accarezzò i capelli, confortandolo in silenzio. Con un ultimo respiro tremante, Sehun si strofinò gli occhi, poi sollevò con esitazione la testa per guardare Jongin. Il ragazzo incontrò il suo sguardo senza riserva, la sua espressione era completamente sincera e aperta, e Sehun non riusciva a respirare, e non riusciva a distogliere lo sguardo, e quella cosa che gli era morta nel petto tornò in vita in un istante.
Sehun,” sussurrò Jongin, e lo sguardo che gli lanciò era troppo lungo, troppo intenso, significava troppo. E poi si chinò in avanti, e Sehun era completamente immobile mentre Jongin lentamente – terribilmente lento – eliminò i pochi centimetri che li separavano e premette le loro labbra insieme.
Il bacio fu abbastanza lungo e deciso da scioccare Sehun nel profondo. Jongin si ritrasse un momento dopo, continuando a guardarlo, e Sehun ricambiò lo sguardo, non sapendo cosa dire mentre Jongin sembrava diventare sempre più nervoso e insicuro.
Sehun?” disse Jongin, con voce piccola e titubante.
Ci volle un altro momento perché Sehun ritrovasse la voce. “Perché l'hai fatto?”
Jongin deglutì a fatica, tutto il coraggio di prima evaporato. “Sehun, io ti piaccio?”
“Perché l'hai fatto, Jongin?”
Un profondo respiro, e poi, “Perché volevo farlo.”
“Perché?” Premette Sehun.
Jongin emise un suono di frustrazione, e alla fine rispose, “Perché mi piaci, e a volte è difficile non baciare la persona che ti piace.”
“Io ti piaccio.” Più che una domanda, era un'affermazione incredula.
“Davvero tanto.”
“Perché?”
Jongin rise leggermente. “Non lo so di preciso nemmeno io. Queste cose accadono e basta a volte. Tu mi piaci da tanto, però.”
Sehun deglutì, la testa gli girava. “Ti piaccio senza motivo.”
“Mi piaci per diversi motivi,” ribatté Jongin.
“Hai appena detto che non sai perché.”
Jongin si morse il labbro, guardando Sehun con intensità, poi disse, “Mi piaci perché sono sempre felice quando ti vedo, e perché sono triste quando non posso. Mi piaci perché ogni volta che ti guardo, provo quest'intensa ondata di emozioni e affetto e il mio cuore palpita per tutte queste sensazioni. E quando mi sorridi, vorrei davvero baciarti. Praticamente vorrei baciarti tutto il tempo. È per questo che so che mi piaci.”
Sehun lo fissò, senza fiato e totalmente scioccato. Non sapeva come rispondere. “Non sono mai piaciuto a nessuno prima,” disse debolmente.
“Beh, a me sì.”
Ricordò a Sehun la conversazione immaginaria di pochi minuti fa nella sua testa. “Non so cosa fare,” disse onestamente.
Jongin lo guardò con occhi gentili. “Puoi fare quello che vuoi.”
“Non ti interessa?”
“Mi interessa molto. Ci sono un paio di cose che spero farai, e altre che spero vivamente non farai. Ma non ti voglio pressare,” disse deciso Jongin.
Sehun si sentiva frastornato. Era troppo, aveva provato sin troppe emozioni nell'ora passata ed era stravolto e non sapeva cosa fare, o cosa provare. “Cosa speri che faccia?” chiese, perché voleva sapere a cosa puntasse Jongin. Sehun sapeva più di chiunque altro che alcune persone avevano idee diverse circa le relazioni, che fossero romantiche o no.
Jongin si leccò le labbra nervosamente. “In tutta onestà?”
“In tutta onestà.”
“Speravo ricambiassi il mio bacio,” ammise Jongin, abbassando la testa imbarazzato. “E che mi dicessi che anche io ti piaccio. E poi speravo che avremmo potuto avere alcuni appuntamenti davvero smielati e che ti avrei potuto tenere per mano in corridoio e magari baciarti qualche volta, e avrei potuto aiutarti con tutti i tuoi problemi e tu avresti potuto ridere alle mie battute e, sai, cose così. Ma, voglio dire, non sono troppo esigente.” Sorrise leggermente, le guance rosse mentre abbracciava Sehun gentilmente, così delicatamente, ma abbastanza stretto da far sentire Sehun al sicuro. Un senso di sicurezza non era qualcosa a cui Sehun era abituato.
Un sorriso tirò le labbra di Sehun – qualcosa che, fino a pochi minuti fa, non pensava sarebbe successo di nuovo così velocemente, se mai fosse successo ancora. “Ci hai pensato davvero tanto.”
“Già,” ammise Jongin.
Il cuore di Sehun cominciò a battere velocemente, e qualcosa gli si strinse nel petto, ma qualcosa di positivo. Sehun conosceva il dolore, e questo era esattamente l'opposto. (Questa era la cura) “Devo prendere la mia decisione ora?”
Gli occhi di Jongin si spalancarono immediatamente, e scosse la testa. “No! No, certo che no. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. Io posso aspettare. Posso aspettare per sempre.”
Nessuno dei due si mosse, e Sehun guardò a lungo Jongin, lo guardò dritto negli occhi, e vide sincerità e onestà senza confini, e qualcos'altro, qualcosa come affetto, qualcosa che forse Sehun avrebbe dovuto vedere tempo fa. Sehun lo guardò, semplicemente provando, e la sua testa era troppo confusa per gestire le cose, quindi si affidò solo all'istinto. Sehun non aveva mai lasciato che fosse il suo cuore a pensare per lui, perché il cuore dimenticava il dolore e il rimorso troppo facilmente, ma in questo momento, Sehun pensava che il suo cuore conoscesse la risposta migliore. “Okay,” sussurrò, e si chinò molto lentamente, come Jongin aveva fatto poco prima. Gli occhi del ragazzo si spalancarono, e Sehun gettò al vento l'apprensione e la paranoia, perché sentiva che questo era giusto, sentiva che era una buona idea, e lo sentì ancora di più quando prese il viso di Jongin tra le mani per baciarlo gentilmente. Le cose erano davvero incasinate, e davvero confuse nella testa di Sehun, ma questo era davvero semplice. A volte, Jongin era l'unica cosa che brillava luminosa e chiara nella vita offuscata di Sehun.
Quando Sehun si ritrasse un momento dopo, Jongin lo stava guardando con occhi meravigliati, come se non riuscisse a credere che questo stava succedendo. Sinceramente, Sehun conosceva quella sensazione. “Sai,” disse Jongin, fermandosi per schiarirsi la voce. “Spero tu sappia che questo significa che non ti libererai mai più di me.”
E Sehun sorrise, luminoso e non trattenuto (rotto, ma curato), e Jongin lo tirò in un altro bacio. “Non mi è mai piaciuto nessuno prima,” sussurrò Sehun contro le sue labbra calde.
Jongin annuì, e la sensazione travolse Sehun come un brivido di felicità. “Penso mi piacerebbe essere il tuo primo.”
Sehun rise, troppo stravolto per trattenersi (o forse non ne aveva semplicemente bisogno), e sussurrò, “Sì, forse.”

  
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