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Autore: Abigail_Cherry    19/07/2016    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 24:
Il Sesso
 
Riusciamo a trattenerci a stento una volta entrati in ascensore.
Quando arriviamo alla porta della camera ormai è palese che nessuno potrebbe resistere un momento di più.
Voglio Colin, lo voglio davvero, e il fatto che appena chiudo la porta dietro di noi lui cominci ad inondarmi di lunghi baci appassionati sulla bocca e sul collo conferma che anche lui mi vuole.
Mi tolgo velocemente il coprispalle che ho addosso e le scarpe, senza curarmi di slacciarle, Colin fa lo stesso.
Finisce poco prima di me e non faccio neanche a tempo a riprendere fiato che lui mi prende in braccio.
Rido. «Cosa fai?»
Non ho risposta se non un lungo bacio da parte di Colin che delicatamente mi appoggia sul letto a due piazze senza staccare le labbra dalle mie.
Mi tolgo la delicata camicetta che mi ero messa per l'occasione buttandola sul pavimento, poi mi inginocchio sul letto, con Colin ancora in piedi di fronte a me, la mia testa all'altezza della sua pancia.
Gli sfilo la cintura con fare malizioso e lui si toglie la maglietta. Mi bacia di nuovo, appoggiando le mani sul letto, costringendomi così a incurvare un po' la schiena. Si sporge ancora di più verso di me, facendomi cadere all'indietro sul morbido materasso con lenzuola azzurre decorate da del pizzo bianco.
Sorrido metre lui sale sopra di me e riprende a baciarmi. Le sue mani scivolano sui miei fianchi nudi e particolarmente sensibili, provocandomi un lieve solletico. Quando arriva ai pantaloni sposta il viso sulla mia pancia e mi bacia l'ombelico, slacciando intanto i bottoni dei miei pantaloni, quando finisce me li sfila e fa lo stesso coi suoi.
Riprende a baciarmi, mentre io gli passo le mani sul petto, poi d'improvviso lo spingo costringendolo a sdraiarsi supino sul letto e gli salgo sopra.
Lentamente, giusto per farlo un po' soffrire, faccio cadere una spallina del reggiseno, poi l'altra, slaccio il gancetto e finalmente lo lascio cadere a terra.
Colin sorride. «Beh, non c'è molto da vedere.»
Arrossisco un po'. «Stronzo» dico scoppiando poi in una risata.
Lui mi afferra le spalle e mi attira a sé, accogliendomi in un abbraccio finché non mi rigira ritrovandosi di nuovo sopra di me.
«Sai,» comincia in tono dolce «alla luce è decisamente meglio.»
Mi alzo sui gomiti e lo bacio «Concordo.»
Lo guardo attraverso i suoi occhiali appannati e in quel momento riesco proprio a sentirla. La certezza. Il mio porto sicuro.
Gli prendo una mano con le mie e lo porto a toccare il mio seno destro, e so che quello è solo l'inizio di una notte di lunghi e piacevoli momenti.
 
****************
 
I miei occhi si aprono lentamente, svegliati da un velo di luce leggero che entra dalla finestra. Il color crema del soffitto mi porta alla mente i ricordi della notte appena passata accompagnata da molte piacevoli sensazioni. Giro la testa verso destra e sono felice di trovarci Colin, ancora addormentato. Ha dei lineamenti molto più dolci senza gli occhiali.
Decido di alzarmi dal letto facendo attenzione a non svegliare Colin, di raccattare i miei vestiti e di andare in bagno.
Mi faccio una breve doccia calda ma, mentre mi vesto, noto che mancano i miei slip.
Esco dal bagno con indosso solo il reggiseno e la camicetta e comincio a cercare in giro sempre facendo attenzione a non fare troppo rumore.
Controllo sotto il letto, sul comodino, nei cassetti, di nuovo in bagno, ma ancora non trovo nulla, e anche se cerco di sforzarmi non riesco a ricordare che fine abbiano fatto. L'ultimo posto dove posso guardare, anche se dubito siano lì, è sotto la cassettiera di fronte al letto. Così mi abbasso sul pavimento e scruto sotto al piccolo spazio tra mobile e pavimento.
«Ma che bel panorama» sento dire dalla voce di Colin, ancora assopita dal sonno.
Sobbalzo e sento il mio viso scaldarsi. Mi rimetto in piedi il più in fretta possibile, tirando verso il basso la camicetta per coprirmi.
«Non serve agitarsi» continua Colin. «Niente che non abbia già visto stanotte.»
Non sapendo che rispondere, mi limito a fare una risatina imbarazzata. «S-stavo... stavo cercando le mie mutande e...»
«Calmati» mi sorride Colin, comprensivo. «Sembra quasi che ti voglia scusare.»
«Io...» Ma che mi prende? Perché sono così impacciata tutta d'un tratto?
«Comunque, se ti fa sentire meglio, ce li ho io i tuoi slip.»
«Cosa?»
Colin si raddrizza sul letto, scoprendo il petto e mi mostra il polso, a cui ha legato qualcosa di lilla... le mie mutande!
«Me le hai date tu ieri sera, ricordi?» continua lui.
«Oh.» Sì, adesso ricordo! Quando me le sono tolte la sera scorsa gliele ho legate al polso subito dopo.
Prendo un gran respiro.
«Beh,» vado da lui e gli sfilo le mutande dal polso «grazie per avermele tenute, ma ora mi servono.» Cammino verso il bagno, sentendo il mio fondoschiena scrutato dagli occhi di Colin.
«Davvero?» fa lui. «Secondo me stai meglio senza.»
Sorrido e gli rivolgo una linguaccia prima di rientrare in bagno.
 
****************
 
«Com'è andata dalla tua amica, tesoro?» mi chiede mia madre subito dopo essere tornata a casa.
«Bene. Abbiamo guardato un film e poi abbiamo dormito, niente di sofisticato ma mi sono divertita.» rispondo. Un po' mi dispiace mentirle ma dopotutto non posso dirle cos'è successo davvero, soprattutto perché lo direbbe di sicuro a papà e lui andrebbe direttamente a uccidere Colin.
«Sono contento che cominci a frequentare delle ragazze, hai fin troppi amici maschi per i miei gusti» dice papà.
«In effetti è strano, tesoro. A te non è mai piaciuto dare confidenza alle ragazze» dice mamma.
«Semplicemente, con lei mi trovo bene, non so come mai» rispondo, cercando di chiudere il discorso.
Fortunatamente, la suoneria del mio telefono mi viene in aiuto.
«Devo rispondere» dico, prima di ritirarmi in camera mia.
Premo la cornetta verde. «Pronto?»
«Pronto? Ciao, Erika, sono Theo.»
«Theo? È un piacere sentirti! Tutto bene?»
«Sì, tutto bene. Ti chiamavo per sapere se ti andasse di uscire, uno di questi giorni.»
«Con piacere» dico recitando una voce tenera. «Niente di formale come un altro gala spero.»
«Oh, beh, non penso che i miei mi permetteranno più di invitarti ai loro gala.»
Rido. «Quindi? Dove mi porti?»
   
 
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