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Autore: kioccolat    20/07/2016    2 recensioni
“Rin dai non fare così ho anche chiesto di partire da Londra prima per poterti rivedere il più presto possibile!”
“Potevi restarci a Londra! Odio quel posto e quando mi ci hai portato! Te ne eri finalmente scomparsa! Tu e la tua Londra ed avevo dimenticando tutto! L’umiliazione, la vergogna, perfino la rabbia del tradimento pensa! Perchè ti sei ripresentata?!”
Fortune lo guardò perplessa poi con un dito sotto al mento sorrise maliziosamente.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nitori Aiichirou, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Kiocco: Salve gente! Ecco il capitolo 2 ^^....vorrei ringraziare chi ha recensito Yuphie_96 e Fire Emblem, ed anche RinMatsuoka che ha inserito la storia fra le preferite. Grazie a tutte <3.
Appena leggerete questo capitolo direte:Maddai, Impossibile...ma hey! questi vivono in un mondo dove c'è un tipo dai capelli blu e un tipo dagli occhi rosa xD....detto ciò buona lettura e grazie in anticipo. Ciao!


Alle ore 10.00 della mattina seguente, Fortune se ne stava dormendo nel suo letto. Fra le sue lenzuola rigorosamente blu.
Amava quel colore ed ogni sua sfumatura, celeste, indaco, azzurro etcetera. Infatti la camera era per la maggiorparte arredata in bianco e celeste ma ciò non la rendeva per nulla maschile, dava soltanto un’aria di calma a chi vi entrava. Ma se era la prima volta,  naturalmente, ci si chiedeva perchè il celeste il colore dominante...
La porta della stanza si aprì silenziosamente e Claudio entrò con un grande vassoio, sopra il quale vi erano poggiati numerosi fogli insieme a quella che sarebbe stata la colazione della ragazza, lo appoggiò sul comodino poi piano iniziò a chiamare quest’ultima per svegliarla.
“Miss Fortune...Miss Fortune è tardi si svegli..”
 Quella per tutta risposta si girò lasciando cadere il telefono che aveva in mano. Claudio sospirò andando ad aprire le tende. La luce del sole sicuramente l’avrebbe svegliata, o almeno sperava.
“Claudio chiudi quelle cazzo di tende o ti licenzio...Mi merito una dormita, sono stanca...”
“Signorina non usi termini volgari, non è da lei. Non ha tempo per pensare a questo ora. C’è una cosa che devo chiederle e...Non si gioca col cellulare la notte!”
Fortune sbadigliò mettendosi seduta ed appoggiando la schiena al muro in modo da avere la situazione un po’ sotto controllo. Notò il vassoio sul comodino e lo prese senza complimenti, cappuccino e cornetto alla marmellata. Che bravo Claudio! Guardò anche i fogli ma appena lesse il titolo pensò bene di buttarli tutti a terra. Facendoli sparpagliare per bene, ignorando così tutto il resto che vi era scritto.
“Miss Fortune...Capisco che la scuola è per voi come per tutti quelli della vostra età una cosa complicata e impegnativa...ma dovete sceglierne una...”
Il buon maggiordomo si abbassò ed iniziò a raccogliere i fogli.
Su ognuno era segnato il nome di una scuola e relativa descrizione, aveva fatto quell’elenco in modo da rendere più semplice la scelta alla ragazza che, a quanto pareva, era ‘molto indecisa’ su quale scegliere. Ma questo secondo lui...
“Sono in piedi da questa mattina alle sei,  ho cercato molte cose. Insegnanti privati, scuole femminili, gli istituti privati e anche istituti pubblici. Il più vicino a noi e che vi consiglio io è l’Iwatobi, non è molto grande ma così non corre il rischio di sbagliare il pullman al ritorno. Ricordo quando son dovuto venirla a recuperare e l’ho trovata a piang...mi sta ascoltando?”
Fortune aveva finito la colazione ed appoggiato il vassoio dov’èra prima. Adesso era davanti al suo gigantesco armadio -celeste pastello-  e stava scegliendo con cura il vestito da indossare.  Appena non sentì più la voce di Claudio si voltò a guardarlo.
“Scusa, dicevi?”
Claudio sospirò scuotendo la testa.
Capiva abbastanza bene come si sentisse la sua signorina, doveva ancora andare a scuola per forza. Un’educazione ci voleva! Anche se le aveva fatto tutto quell’elenco ricordava benissimo che Fortune, prima di partire per Londra, aveva fatto esaurire tre insegnanti privati essendo di proposito maleducata con loro, nelle altre scuole frequentate, invece, o aveva saltato le lezioni per andarsene nei centri commerciali o direttamente non studiava. E quando veniva il momento delle verifiche finiva col fare cuoricini sul foglio ed essere cacciata dalla classe.
Sperava davvero non accadesse di nuovo, e per questo aveva scritto una lunga lista di scuole e maestri privati scegliendole ognuna per un diverso aspetto, dalla popolarità alla vicinanza a casa, dalla gente che ci andava (se c’èrano compagni di classe delle medie che alla sua signorina risultavano antipatici) all’aspetto esteriore, aveva pensato a tutto...ma ora voleva un po’ di collaborazione.
“Dell’Iwatobi.”
“Mai e poi mai andrò in quella scuola Claudio. Me l’hai proposta anche l’anno scorso ed ho rifiutato anche l’anno scorso...perchè devo ripetermi...”
“Non mi avete detto il motivo...ce ne sarà uno, no? Perchè è brutta, piccola, la mensa fa pasti scadenti, non ha i club che desiderate? Cosa signorina Fortune?”
“Li. C’è. Nanase. Haruka.”
Fortune prese dall’armadio un vestito corto senza maniche, celeste, decorato in giallo chiaro. Davanti aveva una catenina color oro e lo tirò sul letto, iniziando a togliersi il pigiama. Non si vergognava del suo maggiordomo, per lei era come un padre....no, Fortune si vergognava di cambiarsi davanti a suo padre, ma di Claudio no. Con Claudio aveva un rapporto speciale. Questo diceva lei...
“Scusi se mi permetto ma...chi è questa Nanase Haruka? Una sua rivale in amore?”
“Oh guarda caro Claudio. Per quanto ci era fissato Rin per un attimo l’ho creduto sai? Dal primo momento che ho sentito il suo nome ho provato odio. Odio profondo. Poi quando ho saputo quello che ha fatto al mio povero amore gli ho giurato guerra eterna.”
“Oh buon Dio, cosa gli ha fatto?”
Fortune finì di mettersi il vestito allacciandolo di lato e con rabbia si girò verso Claudio e gli rispose alzando un po’ la voce.
“Mi ha raccontato tutta la storia, ora sono di nuovo amici ma... Rin è stato troppo buono, quell’Haruka lo aveva deluso! Tradito!”
“Oh...capisco...povero ragazzo. Una storia che si ripete...tradimenti, delusioni...eh...”
“CLAUDIO!”
“Oh scusate, non intendevo, io......dicevamo per la scuola?”
La ragazza prese un paio di collant color giallo chiaro e mise delle scarpe col tacco marroni. Pettinò i lunghi capelli per poi legarli in una coda.
“Ma perchè vi siete vestita così? Oggi non volete restare in casa?”
“Claudio...andiamo a fare shopping. Ho bisogno di vestiti!”
Strinse il pugno in segno di vittoria poi guardò il suo maggiordomo convinta e vittoriosa.
“Direzione negozi da uomo, ci si iscrive alla Samezuka!”
 
Alla sopracitata scuola Samezuka, nel cortile della scuola, due ragazzi stavano passeggiando tranquillamente. No, non erano al club di nuoto fanno anche altre azioni, strano eh?
“Etciù...”
“Eh? Senpai? hai il raffreddore?”
“Speriamo sia quello Nitori....spero davvero sia quello.”
Il più piccolo non capì molto il senso di quella frase ma fece finta di nulla per non fare brutta figura davanti al suo senpai preferito. I loro discorsi volgevano sempre al club di nuoto oppure sul nuoto e per oggi la conversazione si era spenta. Doveva in qualche modo riportarla in vita! insomma voleva parlare ancora con Rin, la ragazza di ieri gli aveva detto che era timido quindi forse non iniziava una conversazione per quello. Giusto, la ragazza di ieri! Poteva iniziare da lei.
“Senpai! Sappi che io....Ti trovo molto maturo!”
“Hmn?”
Rin si girò verso Nitori alzando un sopracciglio chiedendosi cosa frullasse ora nella  testa del suo amichetto.
“La ragazza di ieri! E’ molto simpatica! Non sapevo che tu..si insomma...è simpatica e sono contento tu abbia trovato l’amore! Poi mi ha dato un soprannome, Ai-chi, se è la tua ragazza sarò felice di farmi chiamare così! All’inizio non volevo ma ora che so ciò mi va bene!”
Dopo tutta la frase Rin si trattenne da far diventare Nitori parte integrante del muro. Ora anche il suo kohai era contro di lui. Quella maledetta lo aveva trascinato dalla sua parte in qualche modo e costretto a tifare per lei.
 Ora nella mente del ragazzo dai capelli rossi si era formata l’immagine di Fortune che rideva sadica con Nitori sorridente al fianco che veniva accarezzato. Aveva appena perso un alleato.
“Nitori, non è la mia fidanzata e non la amo p....com’è che ti chiama?”
“Ai-chi.  Trovo sia molto tenero!”
Rin si fermò un attimo a riflettere. poi guardò Nitori per bene assottigliando lo sguardo.
“Senpai?”
“Mi aveva fatto vedere delle foto di quando era piccola...aveva un gatto dal pelo grigio e gli occhi celesti...si chiamava Aiko...”
 
Dopo una settimana tutto era stato ultimato e la cara Fortune, trionfante, era con due persone davanti alla Samezuka. Di tutte le scartoffie, ossia il lavoro sporco, se ne era occupato Claudio e quando il preside aveva chiesto spiegazioni sui lineamenti femminili del ragazzo, il maggiordomo con aria molto teatrale e convincente aveva risposto che Fortune (si perchè mica si  era degnata di pensare a trovare un nome maschile...no, aveva voluto tenere il suo) era sempre stato bullizzato psicologicamente per questo suo somigliare ad una ragazza, ed il nome era così perchè i genitori desideravano tanto una femmina.
A queste parole il preside passò oltre ed approvò l’iscrizione, con grande sollievo di Claudio.
Dal canto suo Fortune si occupò del campo “estetico” insieme al suo fidato parrucchiere Teo che le aveva fatto trucco & parrucco. Il vero nome di Teo era Leonard ma la prima volta che Fortune sentì chiamare “Leo” capì “Teo” e da lì, anche se le venne ripetuto più volte, per lei rimase Teo. Lo aveva incontrato durante un viaggio in Francia e, per via del suo lavoro, aveva avuto modo di farsi truccare e acconciare da lui. Dopo quel giorno si innamorò delle sue mani (no, non in senso cattivo ma estetico!) e lo assunse, anzi, lo pregò di diventare il suo truccatore personale fino allo sfinimento.
Teo aveva circa trent’anni, alto con i capelli lunghi e rossi sempre legati in una coda alta, aveva imparato più o meno il giapponese e masticava pochissimo l’ inglese nonostante il lavoro di Fortune fosse proprio a Londra e molte volte aveva dovuto interagire con gente inglese del suo settore...tutti si chiedevano in che modo comunicasse.
Per  i capelli scelsero di legarli dietro con una treccia in modo che davanti l’attenzione andasse sulla frangia. E soprattutto nessun trucco.
“Signorina Fortune...fa ancora in tempo a tornarsene a casa, è proprio sicura di quello che fa? Se la scoprono saranno guai..”
Disse Claudio con aria di autocommiserazione, quasi a scuola dovesse andarci lui e non Fortune.
S'il vous plaît, cher Claudio ! La signorina Fortune sembra proprio un petit garçon! Non preoccupiamoci! saprà  lei come comportarsi!!”
Disse felice Teo guardando Fortune, quasi a contemplare il lavoro ben riuscito nel renderla un ragazzo.
“....signorina, cos’è che ha detto questo?”
“Nulla lascia stare Claudio. Comunque non preoccupatevi andrà tutto bene.  Studierò, mi impegnerò e riconquisterò il mio Rin. Tranquilli, non mi stuprerà nessuno...ma se me lo chiede Rin sarò consens-”
“SIGNORINA!!”
Le urlò Claudio. Fortune rise insieme a Teo. Poi la ragazza diede un bacio sulla guancia ai due e, dopo aver preso il trolley blu, si avviò verso quella che sarebbe stata casa sua per il prossimo periodo. 
Claudio sospirò preoccupato mentre Teo tirò fuori un fazzoletto per asciugarsi una lacrima.
“Maintenant, je suis triste… »
 “....Eh?”

 

 

 
Arrivata dentro, il preside diede le chiavi della stanza a Fortune. Che subito andò a mettere  la sua valigia in camera. Naturalmente non vi era nessuno visto che era orario di lezione. Purtroppo il letto sopra era occupato, si sarebbe accontentata del sotto e con molta eleganza tirò la valigia nella stanza facendola sbattere al muro ed aprire e ci mancò poco che tutti i vestiti si sparpagliassero per la stanza.
In teoria avrebbe dovuto usare quel tempo per metterli nella sua parte dell’armadio ma lo usò per andare a curiosare quà e là. L’ora successiva si presentò in quella che sarebbe stata la sua classe e quando il professore l’annunciò si fece avanti.
“Buongiorno a tutti! Sono Fortune Smith! Ho un nome da ragazza ma sono un ragazzo!”
Disse con aria seria. Ricordava che il suo grande amore si presentava così quindi...poteva funzionare....credeva. Ci fu un attimo di silenzio poi l’intera classe scoppiò in una gran risata e lei arrossì.
“Smettetela! Silenzio ragazzi! E’ nuovo mostrate un po’ di rispetto almeno! Vatti a sedere vicino a Mikoshiba in seconda fila.”
“Eh? ma non c’è posto in ultima fila vicino alla finestra? di solito i nuovi arrivati vanno...”
La ragazza incontrò lo sguardo del professore che la stava guardando fin troppo male, e a quel punto capì che no. Non c’èrano posti vicino alla finestra e che anche se in tv ci si andava a sedere vicino alla finestra li si andava dove c’èra posto... Almeno quel tipo lo aveva già visto. E soprattutto era della squadra di nuoto. Poteva scoprire qualcosa forse...Andò a sedersi accanto al capitano e cercò subito di fare amicizia.
“Yo fratello!”
“....mi ricordi qualcuno, che mica ci siamo già visti?”
“Nà, me lo dicono tutti. Ho una faccia molto comune.”
“Oh...dev’èssere una brutta cosa...mi dispiace...”
La lezione andò avanti quasi normalmente, quasi perchè Fortune si beccò un gessetto in fronte per il troppo chiacchierare.
 Finirono le lezioni e come primo giorno passò in un lampo, con grande sfortuna di Fortune senza incontrare Rin, di sera arrivò il momento di conoscere il coinquilino di stanza che per tutto il pomeriggio non si era fatto ancora vivo. Probabilmente aveva avuto allenamenti o incontri del club  poi si era fatto un giro con gli amici.
Intanto Fortune era nella stanza e, convinta che non sarebbe tornato in quel secondo, iniziò a cambiarsi con l’intenzione di fare subito. Si levò la giacca della divisa, e mentre si toglieva la maglia, proprio nell’istante in cui si toglieva la maglia...la porta della camera si aprì. Capelli arancioni  ed occhi color oro. Il capitano. Si era finita in camera col capitano, proprio il suo vicino di banco, era rimasto sulla porta a guardarla. Abbastanza scandalizzato dopo aver capito la situazione.
La ragazza si riprese dallo sconforto morale, lo agganciò per la maglia, lo tirò dentro per poi chiudere la porta e...si mise a piangere a fontana.
“H...hoy! N...Non piangere dai!”
 A quelle parole il pianto si fece più forte.
“Tranquilla, non è successo niente! Non...non lo dirò a Matsuoka...scommetto che si può risolvere tutto senza ricorrere a cose legali e avvocati e...ma perchè soprattutto?”
Passò un quarto d’ora buono dove tra i singhiozzi Fortune cercò di spiegare qualcosa, ma naturalmente Mikoshiba non capì un tubo. Finalmente si calmò e si sedette sul letto.
“Allora Smith...perchè ti sei travestita da ragazzo e sei venuta quì?”
“Perchè...io voglio che tutto torni come prima...”
“Questo lo avevo capito dalla prima volta che ti ho visto in piscina ma, Matsuoka dice che sei una brutta, insensibile, lurida traditrice...”
Fortune lo gujardò male.
“Scu-scusa! Parole sue!”
“C’è stato un malinteso...e crede che io abbia fatto una cosa che ho fatto ma che in realtà non ho fatto...”
A quella frase il capitano battè piano gli occhi senza dire una parola attendendo più spiegazioni. 
Non chiese nulla, temeva che ogni frase detta potesse complicare ulteriolmente la spiegazione della ragazza.
Quest’ultima sospirò e con voce tremante e occhi lucidi si mise a spiegare al capitano la motivazione dell’arrabbiatura ed odio di Rin verso di lei.
“E questo è tutto...”
Sospirò, Fortune per poi guardare Mikoshiba. Il capitano si stava mordendo un labbro trattenendo a stento le lacrime, poi con un braccio si asciugò gli occhi ed infine prese le mani alla ragazza.
“Sono con te, farò tutto quello che posso per aiutarti! Mi dispiace per quello che ti è successo!”
   
 
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