Il
sole brillava nel cielo, avvolgeva con il calore dei suoi raggi i fiori
che, dopo
l’inverno gelido, iniziavano a sbocciare mentre gli uccelli
svolazzavano felicemente
in quella giornata calda, oramai era primavera.
Il
suo arrivo fu ben cadenzato così come l’inizio di
una nuova giornata di scuola
che avrebbe portato a una serie d’incontri inaspettati.
La
Primavera come i Ciliegi in Fiore erano uno spettacolo casuale, soave e
prezioso
che fa da sfondo a quella che sarebbe stata la scoperta del primo
amore.
Edward
come tutti i giorni si svegliò presto per andare a correre,
si dirigeva sempre
al parco dove si incontrava con i suoi amici, Key e Taemin, che di
atletico
rispetto a lui, non avevano nulla. Entrambi alti, snelli e nessun
accenno di
muscolatura.
-Puntuale
come un orologio! Ancora mi chiedo perché vengo a correre
con voi, aish… dovrei
essere a casa a farmi un trattamento per la pelle! -
Disse
il ragazzino dagli occhi felini che lo stava aspettando seduto su una
panchina
a braccia conserte e con le gambe accavallate.
Sembrava
una diva mentre sbruffava squadrando Edward al suo arrivo dalla testa
ai piedi
per vedere come si era vestito.
-Potevi
benissimo startene in casa invece di lamentarti … guarda un
po’ come ti sei
vestito per andare a correre, si salvano solo le scarpe. -
Sbottò
l’amico dalle labbra carnose e dai capelli lunghi che
cadevano sino alle spalle,
per poi essere raccolti in una morbida coda fissata da un elastico di
stoffa
nera all’arrivo di Edward.
Key
indossava un completo improponibile. Una maglietta bianca, bermuda
dello stesso
colore, una giacca lunga di cotone dai motivi astratti, e un paio i
calzini che
gli arrivavano fin sopra i polpacci. Per
non parlare degli occhiali da sole che portava, le lenti sembravano di
plastica
color giallo quasi fosforescente.
-Buon
giorno a voi … non
lamentatevi e seguitemi, un giorno mi ringrazierete!-
Rispose
Ed correndo oltrepassandoli.
Key
rassegnato, si alzò subito dalla panchina seguendolo e lo
stesso, fece Tae.
Erano
abituati al ritmo del loro amico, da quando erano diventati amici di
Edward, la
loro vita cambiò. Avevano preso più fiducia in
loro stessi e soprattutto, nelle
loro capacità.
Key
amava cucinare, leggere riviste di moda e twittare ogni cosa che
faceva. Aveva due
cani che, più di una volta aveva portato con se al parco ma,
dopo l’ultimo
incidente che vide uno di essi accasciarsi a terra per il troppo caldo
Key, non
li portò più con sé.
Tae
invece, amava dipingere e suonare il piano, nel tempo libero aiutava
suo
fratello a scuola di danza e spesso a scuola veniva scambiato per una
ragazza
per via dei suoi capelli lunghi.
Cosa
potevano mai avere in comune per essere così amici?
Beh...
il fatto che non erano popolari, come
la
maggior parte degli studenti ma, quello che li univa veramente era il
loro
amore per la Boy’s Band della scuola.
[inizio
flashback]
Era una
tipica
giornata d’autunno, le foglie oramai secche si staccavano
dagli alberi che,
trascinate dal vento cadevano per le vie della città
regalando ai passanti uno
spettacolo di colori caldi facendo da contrasto a quel clima che di
caldo non
aveva proprio nulla …
A scuola si era formata una
piccola band che,
debuttò in occasione del festival sportivo. È
stato in quel momento che Ed si
ritrovò fra due ragazzini che strillavano
all’arrivo della band sul palco.
“Tante
urla per
dei ragazzi” pensò Edward stropicciandosi gli
occhi per via delle lenti a
contatto che iniziavano a dargli fastidio. Intanto il vocalist aveva
preso la
parola iniziando a presentare membri del gruppo, mancava solo il
bassista, salì
sull’impalcatura per ultimo.
Edward nel
frattempo aveva vinto la sua battaglia contro le lenti, alzò
lo sguardo
per guardare
l’ultimo ragazzo e, come i
suoi occhi si posarono su di lui, il cuore trepidò :
si chiamava Kyuhyun e quello
…
fu AMORE A
PRIMA VISTA…
Alto,
occhi
grandi a mandorla color cioccolato e un sorriso da mozzare il fiato.
Era
l’unico della
band a non cercare attenzioni, stava in disparte rispetto agli altri
che presi
dall’euforia del momento, avevano iniziato a dare spettacolo
con la loro
simpatia e il loro muoversi sensuale provocando così, le
ragazzine presenti.
Le
presentazioni
finirono nell’istante in cui il suono delle corde del basso
iniziarono a
vibrare, Kyu voleva suonare, dare spettacolo con la musica. Era solo
per questo
motivo che era entrato nella band, a lui non importavano i pettegolezzi
o le ragazze…
a lui, importava solo della musica.
Di tanto
in tanto
provava a scrivere qualche pezzo che era sempre rifiutato dal vocalist.
Non
perché non né fosse capace ma, per il semplice
fatto che… - Le ragazzine
vogliono sentir parlare d’amore … quello
struggente che ti ruba il respiro o
quello che ti fa battere il cuore - gli consigliò Jong la
prima volta che i due
parlarono del pezzo che dovevano suonare.
-Lo so
… ma io
non so come si faccia, perché non mi è mai
capitato di provarlo … - sospirò
abbattuto Kyuhyun mentre il suo
migliore amico, gli dava una pacca sulle spalle incoraggiandolo.
“
Un giorno
riuscirai a scrivere qualcosa di spettacolare, ne sono certo mio caro
Kyu ”
Quel
giorno era
arrivato.
La band
iniziò a
suonare e la platea, a strillare.
Kyu pur
essendo
molto concentrato riusciva a guardarsi intorno. Davanti a se aveva
tante
ragazzine, un’uguale all’altra, tutte alla moda e
più che essere se stesse, volevano
solo apparire.
“
Non troverò mai
la mia musa …”
Pensò
distogliendo lo sguardo dal pubblico, guardò oltre alzando
il capo e, i loro
occhi s’incontrarono.
Improvvisamente
il suo cuore perse un battito, la mano destra con il quale, teneva il
plettro
smise per un secondo di suonare. Il silenzio avvolse solo il suo corpo,
intorno
a lui i ragazzi continuavano a muoversi, a suonare e la folla a ballare
a tempo
di musica ma Kyuhyun, sembrava in una campana di vetro. Non udiva nulla
ma se
non altro si stava perdendo in quegli occhi verdi, come se gli stessero
parlando.
“
Sei tu la mia
musa …”
Nello
stesso istante
il plettro tornò a sfiorare le corde che spezzarono il
silenzio che regnava
dentro di sé. Per
un attimo sorrise,
distogliendo lo sguardo dalla persona che gli aveva rubato il cuore
…
[Fine
flashback]
Dopo
solo mezz’ora di corsa i ragazzi si fermarono. Era giunto il
momento di tornare
a casa per prepararsi ad andare a scuola.
Edward
come al suo solito era, l’unico a essere ancora carico di
energie, Key e Taemin
sembravano sfiniti, neanche una doccia e un massaggio alle gambe li
avrebbero
rimessi a posto.
Si
salutarono tornando ognuno a casa propria, si preparano e uscendo da
casa si
rincontrarono lungo il tragitto che li avrebbe condotti a scuola.
La
campana suonò nell’ esatto istante in cui i
ragazzi varcarono il grande
cancello di ferro zincato.
“Appena
in
tempo!” pensò
Edward entrando nella struttura con i suoi amici.
Camminavano
per i corridoi scambiandosi qualche chiacchiera prima di recarsi
ognuno, nelle
loro corrispettive aule.
Intanto
il tempo passava, le ore passavano inesorabili e la campanella suonava
a ogni
cambio di lezione, Edward non vedeva l’ora che la campana
suonasse per la pausa
pranzo, lui l’avrebbe usata come scusa per recarsi in
biblioteca a restituire
alcuni libri che aveva preso in prestito.
Stava
studiando per l’esame di ammissione
all’Università di Design, gli mancavano
ancora tre anni al diploma ma i posti per l’accademia, erano
pochi e Edward,
voleva entrarci al primo posto.
Il
giovane studente, amava imparare nuove lingue soprattutto quelle
asiatiche. Imparò
il giapponese a soli tredici anni e adesso, nel tempo libero, prendeva
lezioni
di cinese.
Lo
sport non poteva non mancare nella sua vita, dalla corsa mattutina, al
pattinaggio
artistico, al pilates.
Infatti,
rispetto ai suoi amici, lui era l’unico ad avere un bel
fisico, ogni muscolo
era ben cadenzato al posto giusto e ben accentuato.
La
campanella trillò e Edward, indietreggiò con la
sedia e alzandosi si diresse nella
biblioteca. Alla pausa pranzo non c’era mai nessuno, solo
pochi studenti vi
rimanevano per continuare il loro studio e uno di questi, era proprio
Kyuhyun.
Una
volta arrivato in biblioteca Edward consegnò i libri presi
in prestito, si
guardò intorno notando che alcuni libri erano stati lasciati
sui tavolini.
“Ma
le persone
non sanno mettere a posto i volumi prima
di andarsene?” pensò
fra sé e sé. Non
era la prima volta
che accadeva, infatti, la ragazza che lavorava lì,
apprezzava l’aiuto che
Edward le dava rimettendo i libri al loro posto.
Come
da copione Ed, lasciò i suoi libri sul bancone per poi
prendere il carrellino
che era posto accanto a lui trasportandolo con sé iniziando
a raccogliere tutti
i libri lasciati incustoditi.
Passò
a rassegna ogni angolo della biblioteca e inseguito, iniziò
a riportare ogni
libro al suo scompartimento. Passò tutta la pausa pranzo a
sistemarli.
La
campanella risuonò e Edward dopo aver aiutato la ragazza
dagli occhiali
rotondi, capelli raccolti di un colore rosa acceso, vestita con una
gonna lunga
nera e una camicia a righe bianca e azzurrina, si dileguò,
dimenticando di
prendere il libro di narrativa.
Stava
tornando in aula quando si ricordò di non aver preso
ciò che gli interessava
dalla biblioteca, allora celere tornò indietro,
salutò nuovamente la ragazza
con un leggero sorriso, ed evitando una coppietta che stava uscendo,
raggiunse
la sezione di narrativa.
I
libri erano stati sistemati per ordine alfabetico mentre altri,
seguendo la
linea degli autori. Cercare il libro con quella fretta fu
un’impresa.
“Aish…ma
non
sanno che devono ordinare o in un modo o nell’altro? Io sto
impazzendo!”
Partì
dai libri che erano posti in basso, si piegò sulle
ginocchia, osservò per bene
ma il libro là non c’era.
“Allora
sarà per
ordine d’autore..”
Pensò
e rialzandosi il suo sguardo cadde su un libro particolare: [1]
“Il circo della regina”. Il nome
lo
intrigò. Allungò la mano per prenderlo ma era
troppo in alto, lo studente non
si arrese e ritentò quando, la sua mano fu sfiorata da
quella di un altro
prendendo il libro al posto suo.
Edward
si girò subito per ringraziarlo ma come vide chi lo aveva
aiutato, si arrestò.
Il battito del
cuore iniziò a farsi
irregolare e il rossore comparì sul suo volto.
Aveva
davanti a se Kyuhyun, era la prima volta che s’incontravano
eppure, Edward
sapeva bene che l’altro si rifugiava in biblioteca. Sapeva
anche che libri
leggeva, ogni volta che Kyu restituiva i libri presi in prestito,
Edward li richiedeva
subito dopo firmandosi con un nome diverso : David.
-Gra...
grazie!-
Lo
ringraziò formalmente con un tono di voce dal quale
però trapelò tutto il suo
imbarazzo e distogliendo lo sguardo si allontanò.
Uscì subito dalla biblioteca,
il cuore ancora batteva forte, arrivò in classe,
scostò la sedia e sedendosi diede
uno sguardo al libro che aveva preso, convinto che fosse quello che
stesse
cercando. Invece, si ritrovò in mano il libro sbagliato e
frustrato si accasciò
sul banco in senso di resa.
“Quanto
sono
cretino ... per quanti anni andrò avanti
così”
Intanto
il cielo si dipingeva di arancione, il sole tramontava e la giornata
stava per
terminare.
--- TRE
ANNI DOPO
---
Era
l’anno decisivo …
gli esami erano alle
porte e gli studenti dell’ultimo anno arano in crisi, fuori
le prime gocce di
pioggia iniziarono a scendere.
Nulla
era cambiato in questi ultimi anni. Cambiavano le stagioni, le canzoni passavano di moda ad ogni
nuovo tormentone.
Cambiavano
i pensieri , i sentimenti … cuori spezzati a San Valentino
che, più avanti nel
tempo, sarebbero stati guariti da un nuovo amore.
Tutto
mutava tranne per Edward.
Il
suo amore per Kyuhyun cresceva anno dopo anno, si era ripromesso che
prima o
poi, si sarebbe fatto avanti ma nulla di ciò accadde per
paura di essere
rifiutato, di non … essere corrisposto …
“Siamo
due ragazzi, la gente che cosa penserà di noi? E poi, io non
voglio che tutto
ciò influenzi la sua carriera
…” pensava Edward camminando per
i corridoi della scuola.
Nelle
ultime settimane era molto distratto, Tae e Key ogni volta che
chiedevano cosa
avesse, lui ribatteva –
Niente…è solo
stress per gli esami…-
con un tono
abbattuto più che seccato dalla ripetitiva domanda.
Era
anche vero che Edward stava studiando
per l’ammissione
all’Università ma questo non giustificava il suo
comportamento teso e nervoso per ogni parole che sentiva uscire dalla
bacca dei
suoi amici.
A
volte pur di non sentirli, si rifugiava in biblioteca dove passava la
maggior
parte del suo tempo per ammirare da lontano il suo amato, egli sedeva
sempre
all’ultimo posto accanto alla finestra, solo e lontano dai
bisbigli dei
gruppetti di ragazzi che si riunivano per studiare in gruppo.
Kyuhyun
si perdeva nella lettura così
come nella
musica, sembrava fondersi con essa …
Era
diventato popolare a scuola grazie alla band ma per lui, non aveva
importanza.
Quando finiva di leggere si cimentava nella scrittura, pronto a
scrivere nuovi
pezzi senza però condividerli con gli altri.
L’ unica persona
con cui voleva condividerli
era la sua musa ignara del suo amore…
Un
lampo cadde squarciando il cielo, illuminando per un istante il volto
di Kyuhyu
che, aveva distolto lo sguardo dal libro guardando fuori dalla finestra .
[ inizio
flashback]
La band
divenne
famosa nel giro di un anno dal loro debutto a scuola
e, quando si presentavano le occasioni suonavano
anche a qualche festa.
Jinki, il
batterista della band decise di diventare il loro manager lasciando il
suo
ruolo da musicista ad un nuovo ragazzo che si era appena trasferito.
Aveva
molte conoscenze e questo portò
il
gruppo, ad esibirsi per la prima volta in un bar per artisti.
Sarebbero
stati i
primi passi per il successo o meglio, così Jinki credeva
…
La sera
del loro
debutto al bar, i ragazzi erano leggermente tesi, il pubblico da
soddisfare era
completamente diverso dalla solita folla alla quale erano abituati.
C’erano
case
discografiche, critici e conduttori radiofonici sistemati ai tavolini
davanti,
persone di classe elevata seduta ai divanetti posizionati ad entrambi i
lati
del bar e, i giovani che andavano solo per riunirsi a bare qualcosa,
stavano
seduti sugli sgabelli vicino al piano bar che era interamente fatto in
legno
ben smussato e lucidato.
Vi erano
liquori
provenienti da
tutto il mondo con due
barman pronti ad esibirsi con acrobazie ad ogni goccia versata nel
bicchiere.
Le donne andavano pazze per loro.
Il locale
era di
piccole dimensioni, aveva il giusto occorrente per ospitare un
centinaio di
persone. La porta era in ferro battuto con la scritta
“Open” in vetro soffiato
color verde e sfumature di blu.
Le luci
dai
colori calde e soffuse davano un senso di calma, serenità e
pace fino al loro
offuscarsi … la band era salita sul palco. Il silenzio cadde
per pochi attimi
prima che Minho, il chitarrista, suonasse la prima nota dando il via al
gruppo.
La
tensione si
sciolse al suono di quelle corde.
Il gruppo
suonò
per tutta la serata alternando l’armonia ad ogni fine
canzone. Volevano
dimostrare il loro talento nel saper essere alternativi, sapendo
adattarsi ad
ogni genere musicale.
La serata
si
concluse con grande successo, sembrava avessero soddisfatto
l’udito del loro
pubblico che erano là, solo per loro.
Le luci
ripresero
vita e i ragazzi scesero dal parco per andare a bere qualcosa al piano
bar.
-Offro
io!- disse
euforico Jinki precedendoli. Si avvicinò al bancone
ordinando qualcosa di
leggero per tutti. Il barman dai capelli lunghi e grigi lo
servì sorridendogli
amabilmente.
“Woow
… ditemi
che è reale ... o, sto avendo le allucinazioni come
è successo con il pollo una
settimana fa …”
Pensò
il giovane
ricambiando quel sorriso mentre il suo cuore batteva velocemente ad
ogni
sguardo e sorriso del barman.
“
Che strana
sensazione … oserei paragonarla alla prima volta che ho
provato il pollo … è
amore …”
Ingoiò
a vuoto, i
membri della band lo avevano raggiunto e insieme brindarono per tutta
la notte.
[fine
flashback]
Passarono
pochi secondi prima che il rombo del tuono con il suo frastuono si
infrangesse
nella zona anticipando l’arrivo della pioggia.
Kyuhyun
tornò a guardare il libro mentre Edward si trovava nascosto
dietro uno ripiano.
Osservava il suo amato tra una fila di libri e l’altra andando avanti e indietro
facendo finta di
cercare un libro che gli potesse essere utile.
-Mi
scusi … potrebbe aiutarmi a cercare un libro? –
Una
ragazza dai capelli corti color rame e dal
sorriso dolce, scambiò il giovane per un
impiegato.
ED
si girò e senza essere scortese assecondò la
ragazza.
-Se
non ricordo male, dovrebbe essere qui. –
guardò lungo una fila di libri messi in
disordine. Con l’indice della
mano destra sfiorava ogni copertina dei libri fino a trovare quello che
cercava. – Eccolo! – lo puntellò con il
dito indicandoglielo, poi lo sfilò e
con dolcezza glielo porse.
–
Grazie per il suo aiuto! – rispose la giovane ringraziandolo
per poi prenderlo
dalle sue mani e andarsene.
Come
la ragazza andò via Edward si voltò di nuovo
nella direzione di Kyu però questa
volta il posto era vuoto.
“Aish…
la ragazza
mi ha distratto e non l’ho visto andare via!
Uffa…”
Sbuffò,
sospirò abbassando il capo poi, alzò la testa e,
fu proprio quando indietreggiò
che le sue spalle urtarono contro il petto di una figura poco
più alta di lui e
per non bastare, gli calpestò anche il piede destro.
-Mi
scusi! Non… non l’avevo vista!-
disse
subito Ed voltandosi verso l’altro.
Un
altro lampo illuminò il cielo, nessun tuono se non quello
del suo cuore che
spezzava il silenzio che era celato nel preciso istante in cui Ed vide
davanti
a sé - Kyuhyun…- sussurrò a denti
stretti sgranando gli occhi sorpreso.
“Non
può essere…
ditemi che è uno scherzo…”
Quest’ultimo
inclino il capo perdendosi nell’oceano di quegli occhi grandi
e azzurri che lo
stavano guardando.
Al
suo udito non sfuggì quel bisbiglio.
-Oh
… vedo che sai il mio nome … -
sbottò
Kyuhyun con un tono calmo e amichevole. Sorrise senza far trapelare
nessun
sentimento al contrario del giovane che gli stava davanti, le cui
guance erano
diventate rosee.
“Quanto
è carino
quando arrossisce … per non parlare quando si
agita”
-So
il t… tuo nome per… perchè…
mi pia… piaci…-
balbettò il più piccolo senza
riflettere, “cavolo ….
mi sono dichiarato!” stranamente si sentiva il
cuore
leggero, il corpo smise di tremare.
Non
ci credeva, non si sarebbe mai immaginato che l’amore che
provava per lui, in
tutti quegli anni, fosse
cresciuto così tanto da portarlo ad una confessione diretta.
-Tz…- il più grande
cercò di trattenere la risata
portandosi la mano sulla bocca, nonostante i suoi occhi brillassero e
ridessero
al posto suo. Stava per dire qualcosa ma venne interrotto dallo stesso
Edward
che, vedendo la sua reazione sentì una fitta al cuore.
– Non è come pensi, non
mi piaci in quel senso … -
un’altra
fitta… - … mi piaci come suoni il basso,
nient’altro … - freddo e diretto
mentre il cuore si
spezzava come un vaso
di porcellana. Distolse lo sguardo e andò via senza dire
altro.
Lasciò
la biblioteca così com’era entrato privo di libri
ma con l’umore a terra.
Intanto
la pioggia si trasformò in grandine picchiettando sulle
finestre dei corridoi
che Edward stava attraversando per tornare in classe e per non
ammettere a se
stesso cosa fosse successo pensò:
“
Oggi non ho
portato l’ombrello … ma che importanza ha
…”
Doveva
scappare, estraniarsi totalmente.
---
UNA SETTIMANA DOPO … ---
La
campanella suonò, la giornata era terminata.
Taemin
e Key furono i primi ad uscire, volevano aspettare il loro amico fuori
dal
cancello per tornare insieme a casa.
Avevano
notato che nell’ultimo periodo era sempre più
giù di morale, la mattina non li
svegliava più per andare a correre e aveva preso una pausa
dalle lezioni di
cinese. Cosa impensabile visto che Edward era una persona che
raggiungeva
sempre i suoi obiettivi.
Per
giunta non si recò più in biblioteca, se aveva
bisogno di un libro andava in
quella comunale a pochi metri da casa sua.
In
quella settimana erano successe tante cose …
Taemin
aveva finalmente tagliato i capelli e adesso più che una
femmina sembrava un
allegro funghetto che sprizzava felicità da tutti i pori. Di
tanto in tanto
portava la sua chiara chioma all’indietro facendo
così risaltare il suo bel
viso pallido.
Aveva iniziato un corso di inglese, dopo il diploma sarebbe andato
all’estero.
– Zaino sulle spalle e pronti per l’avventura! -
ripeteva ogni volta che ne
aveva l’occasione.
Key
invece, aveva scaricato una nuova app
sul suo telefonino di ultima generazione, - Ragazzi vi consiglio
Instagram è
l’app del momento!- twitter
era passato
fuori moda come i vestiti che a volte indossava per andare alle feste.
Nessuno
cercava di contraddirlo, bastava solo un suo sguardo tagliente per
zittire le
persone tranne che per Jong.
[inizio
flashback]
Jong si
divertiva
a prenderlo in giro quando si incrociavano per i corridoi o in bagno. A
volte
gli faceva l’occhiolino, altre volte si leccava le labbra per
poi morderle in
modo sensuale. Sapeva dei gusti di Key per quanto riguardava gli uomini.
Key aveva
iniziato a provare dei sentimenti nei suoi confronti anche se , non
voleva
ammetterlo. Avrebbe scelto chiunque pur di farsi passare quella
“stupida cotta”
chiamata da lui così.
Un giorno
il
giovane dagli occhi felini prima
di
andare a scuola passò
dal market sotto
casa sua per comprare una rivista di moda. Iniziò a leggerla
mentre si
incamminava per andare a scuola; sulla rivista vi era riportato un
articolo sui
primi amori, come farli sbocciare e, come capire se, si è
realmente attratti da
quella persona.
“COSAAAA
COSSAAAA
COSAAAAAAAA???? DOVREI BACIARLO PER CAPIRE SE MI PIACE
REALMENTE?!”
Pensò
fra sé,
sgranando gli occhi.
Lo stupore
e la
curiosità lo portarono a leggere più volte
l’articolo tanto da non accorgersi
di essere arrivato ad un bivio, una macchina stava passando quando Key
si sentì
tirare da una spalla.
Il veicolo
lo
sfiorò. In quel momento il ragazzo, vide la sua vita
passargli in un solo
istante.
-Quanto
sei
scemo! Invece di leggere dovresti guardare dove vai!-
una voce a lui familiare lo portò a voltarsi.
Dalla sua bocca non uscì altro che un semplice
– Grazie. – detto con voce incrinata.
Jong era
là, di
fronte a lui guardandolo con rimprovero e preoccupazione.
-Da qua!
Vediamo
cosa c’è di così tanto interessante da
farti quasi investire da una
macchina!- gli
sfilò la rivista dalle
mani ed iniziò a leggere. Key cercò di
riprendersela ma il vocalist era più
agile rispetto e lui. –Non agitarti come le ragazzine!- Jong
cominciò a prenderlo
in giro leggendo l’articolo. - Woow devi baciare qualcuno
… uhm … perché no! –
una frase un azione, fece cadere la rivista a terra bloccando con
entrambe le
mani i polsi dell’altro che continuava a dimenarsi – Ehi ma che
vuoi fare! Non ti azzardare a toccarmi!
Ho uno spray al peperoncino pronto a…- non
terminò la frase, il vocalist gli
aveva rubato il respiro allentando la presa dai suoi polsi.
Jong fece
scivolare le sue mani sui fianchi di Key stringendolo forte a
sé. Non voleva
più staccarsi da lui, aveva ottenuto delle risposte a delle
domande che non si
era mai posto.
Aveva
paura che
il suo cuore esplodesse, stava constatando che le farfalle nello
stomaco non
erano una leggenda. La stava vivendo per davvero, proprio in quel
momento.
Key si era
lasciato andare all’incontro delle loro lingue che si
intrecciavano come se già
si conoscessero mentre il suo corpo fremeva ai tocchi del ragazzo,
tanto da
portare le sue mani dietro
il collo
dell’altro. Le intrecciò per poi farle scivolare
fra i capelli.
Non aveva
mai
provato nulla del genere, si sentiva divampare dentro
l’anima. Aveva le
risposte alle sue domande e questo non gli piacque; ammettere che
c’era
attrazione o qualcosa di più lo spaventava.
Era il suo
primo
bacio e gli era stato rubato …
Fu Jong a
sciogliere quell’intreccio che si era creato fra di loro.
Erano entrambi
imbarazzati, non sapevano come comportarsi a quella nuova rivelazione,
non
volevano ammetterla. Allora, Key si prese coraggio e raccogliendo la
rivista da
terra - Questo non
è mai successo … -
nel dirlo, non lo guardò in volto. – Successo cosa
…- con quella frase Jong
fece capire a Key di aver ricevuto il messaggio, era meglio
così per entrambi.
Le loro
strade si
separarono senza neanche salutarsi.
Quella
stessa
mattina né Jong e né Key si presentarono a scuola
…
[fine
flashback]
Dopo
cinque minuti Edward uscì da scuola e salutando i suoi
compagni di classe varcò
il cancello per tornare a casa quando, vide i suoi amici ad attenderlo.
Taemin
tirava calci alle pietre che si trovavano davanti al suo cammino mentre
Key era
impegnato a pubblicare il suo ennesimo stato sul web.
“Aish...
quanto
sono buffi?” pensò
Ed prima di avvicinarsi a loro. Tossì cercando di catturare
la loro attenzione
ma il tentativo fu vano. Voleva lasciarli là e andarsene a
casa perché nessuno
dei due si era accorto della sua presenza, ma, il giovane ragazzo dalla
chioma
bionda non era poi così cattivo nei loro confronti.
-BUUUU!- urlò di punto
in bianco portando ad una
reazione a catena: Taemin dallo spavento tirò un sasso in
direzione del sedere
di Key che, sobbalzò non solo per l’urlo ma anche
per il dolore che il sasso
gli provocò sfiorandolo.
Una
goccia di sudore scivolò sulla sua tempia quando vide il
telefono scivolargli
dalle mani. Per fortuna Edward, dai riflessi pronti, lo prese un
istante prima che
l’apparecchio toccasse il suolo.
-Appena
in tempo!- disse il giovane porgendogli il cellulare.
Il ragazzo dagli occhi
felini tirò un respiro
di sollievo e ringraziandolo si riappropriò della sua
tecnologia.
“Taemin
questa me
la paghi!” meditò
Key voltandosi verso Tae sorridendogli amabilmente,
“sono una persona morta lo so, no c’è
bisogno che mi guardi così…” rimuginò
il ragazzo dai capelli a forma di fungo mentre indietreggiava.
I
due erano presi talmente tanto dalla dinamica che era appena accaduta
che Ed
divenne nuovamente un fantasma. Ci vollero svariati minuti, prima che i
due si
girassero e vedessero davanti a se Ed che li guardava divertito.
-ED!? Ma…ma da quando
sei qui!- esclamarono all’unisono
i due ragazzi.
-Uhm
… fatemi pensare … - Ed portò il dito
indice sulle labbra facendo finta di
pensare … - ah sì, dal BUUU ahahahahah- i due si
guardarono per un attimo prima
di tornare a guardarlo per poi scoppiare a ridere con lui.
La
complicità tra loro era un qualcosa di unico e dopo aver
calmato le loro grasse
risate, tornarono insieme a casa e tra una chiacchiera e
l’altra Tae e Key gli
proposero di uscire per quella sera stessa. Il loro amico
accettò, aveva
bisogno di staccare un po’ la spina e quale miglior modo per
farlo se non
uscire con i suoi migliori amici?
Il
pomeriggio passò velocemente, dopo cena i ragazzi, si
riunirono per andare al [2]“Festival
delle Lanterne”, la
serata era perfetta.
La
luna splendeva alta nel cielo illuminando con i suoi fasci di luce
bianca tutta
la costa insieme all’Oceano che, solo nelle splendide sere
come quella, lo si
poteva ammirare perdendosi nella sua immensa profondità.
I
giovani rimasero a bocca aperta nel vedere tutto il litorale illuminato
dalla
presenza delle lanterne ben esposte, sulle bancarelle bianche a forma
di
casette. La folla non mancava a rendere più magico il posto.
Infatti,
alla fine della serata ci sarebbero stati due avvenimenti: lo
spettacolo
pirotecnico e l’ accensione delle
lanterne.
Sembrava
una serata incantata e i ragazzi non vedevano l’ora di
perdersi in quella magia
fatta di luci e sorrisi.
La
musica che si udiva era dolce, leggera, li accompagnò per
tutta la serata.
Tutto
stava andando per il verso giusto, Ed era spensierato … Tae
si fermava a ogni
singolo stand per comprare o qualcosa da mangiare, o per tentare la
fortuna con
la pesca. Ci teneva tanto ad avere un pesciolino però, ogni
volta che riusciva
a catturarlo puntualmente la retina fatta di un materiale cartaceo
adatto per
la pesca, si strappava.
Inutile dire che quella sera perse più soldi che in tutta la
sua vita.
Key
al contrario, si fermava solo ad ammirare alcuni servizi di porcellana.
Le
bambole erano bellissime, con le loro boccucce a cuore e il trucco
degno di una “Geisha”. La
titolare di quelle bambole
era giapponese, anche lei sembrava come loro: alta, capelli ben
raccolti, [3]
bintsuke-abura
sparso
per tutto il volto, collo e petto, sopracciglia dalla forma perfetta e
un
eye-liner rosso che coordinato perfettamente ai suoi occhi, sembrava ti
ipnotizzasse
nel guardarla. In più, proprio per far risaltare a pieno il
suo stile, indossava
un Kimono nero dai motivi floreali bianchi e un accenno di sfumatura di
color
rosso sangue, lo stesso colore delle labbra.
“Vorrei
vestirmi
anch’io così …” pensò
fra sé e sé Key aspettando che la giovane si
esibisse in una piccola “danza”.
Ed
e Tae intanto erano andati avanti lasciando Key in compagnia della
giovane.
Anche
la band era al festival, i ragazzi si sarebbero esibiti in
contemporanea con i
fuochi d’artificio ma questo, Ed non lo sapeva.
Nel
fra tempo nello stesso luogo, Kyuhyun stava passeggiando insieme a
Donghae il
nuovo batterista, si erano fermati ad ammirare alcuni scaccia pensieri
di vari
forme e colori; uno in particolare catturò la sua
attenzione, era bianco fatto
di conchiglie e piccoli specchi, lo sfiorò con le dita, non
sapeva se comprarlo
oppure no. Fu in quel momento d’indecisione che attraverso
quegli specchietti
vide passare Edward. La sua immagine sembrava camminare a rilento. Si
voltò
subito ma lui non c’era più a quel punto Kyuhyun,
lo prese come un segno e lo
acquistò.
Non
era riuscito a vederlo per una settimana, lui andava apposta in
biblioteca per poterlo
scorgere anche per un solo secondo non gli importava se era uno
studente
universitario.
Voleva
cercarlo ma la presenza di Donghae, gli rendeva le cose difficili
così, ci
rinunciò. Sapeva che stava bene e questo gli bastava
…
Jong
invece distribuiva zucchero filato e palloncini ai bambini, nascosto in
un
vestito da orso con il fiocco blu. Alcuni bambini a volte gli buttavano
calci o
gli calpestavano le zampe mentre le bambine lo abbracciavano facendosi
una
foto.
“Che mi tocca fare! Subire
maltrattamenti
dai marmocchi e coccole dalle principesse. Aish, tutto questo solo
perché Jinki
oggi doveva uscire con quel capelluto …” pensò
mentre avanzava verso alcune
bancarelle che vendevano candele profumate.
Due
stand più in là vi si trovava Key, Jong lo
intravide, comprò tre candele e lo
raggiunse.
Key
stava prendendo nota sul make-up della giovane Geisha quando, un orso
si fermò
dietro di lui donandogli un palloncino a forma di cuore. Il ragazzo
come vide
il palloncino davanti a sé si voltò sorridendogli
dolcemente. Lo ringraziò non
sapendo che dentro c’era la persona che, una settimana fa, lo
aveva baciato.
L’orso lo salutò e prima di andarsene gli
regalò una candela a forma di gatto.
Key l’annusò, profumava di lavanda…
Nel
frattempo Ed e Taemin erano scesi sulla spiaggia, dove la
serenità regnava
sovrana: l’ebbrezza marina li accarezzava, il buio era
spazzato via dal manto
stellato e dalla luna che si rifletteva nell’Oceano.
Mancavano
pochi secondi allo scoccare della mezzanotte e i membri della band si
erano
riuniti. Jong aveva abbandonato il suo vestito da orso e Kyu salendo
sul palco,
cercava di vedere se, tra la platea riusciva a individuare la persona
che lo
interessava.
Key
raggiunse i suoi amici sulla spiaggia mentre un fascio verde
attraversò il cielo
per poi esplodere con una moltitudine di colori. Lo spettacolo stava
per
cominciare…
Il
gruppo iniziò a suonare e i fuochi sembravano illuminare il
firmamento al ritmo
della loro musica.
“In
questo
momento stiamo vedendo lo stesso spettacolo ma … da due
prospettive diverse …” pensò
Kyuhyun chiudendo per un
istante gli occhi.
Lo
spettacolo non era ancora finito, bisognava far volare le lanterne
esprimendo
un desiderio.
Taemin
fu il primo a correre per prendere una lanterna, in
quell’esatto momento anche
Minho si era recato per prenderne una.
-Ciao
Minnie! Da quanto tempo…- Tae sentendosi chiamare in quel
modo alzò subito la
testa, c’era solo una persona che lo chiamava in
così … – Minho … - disse in
modo sorpreso tenendo stretto a sé una lanterna.
-Sai
… non ti avevo riconosciuto con i capelli corti, ti stanno
veramente bene … -
dichiarò il ragazzo sorridendogli amabilmente.
-
Grazie, prima o poi, dovevo dare un taglio netto al passato no?
– rispose Tae
sorridendogli per poi distogliere lo sguardo da quello ipnotico
dell’altro. –
Adesso vado … devo esprimere un desiderio … - si
allontanò lasciando Minho in
compagnia di due ragazze che non vedevano l’ora di rimanere
sole con lui.
“
Taemin … anche
se ci vediamo di rado, mi fai sempre battere il cuore … mi
dispiace di averti
ferito mio piccolo …” pensò
Minho vedendo andare via il suo piccolo e innocente amore.
Raggiungendo
la riva Tae, si tolse le scarpe lasciando che le onde una volta
arrivate a riva
sottoforma di schiuma gli coccolassero i piedi. Aveva con sé
una lanterna
bianca e luminosa, la alzò al cielo e la lasciò
andare … lentamente la lucerna
si allontanò.
Taemin
chiuse gli occhi, l’oceano richiamò a se le onde
per poi rigettarle sulla
finissima sabbia.
“
Io …
Lee Taemin …
desidero …
…”
[Inizio
flashback]
-Buon
Gio..giorno! Sono il suo nuovo vic... vicino!- la voce allegra di un
bambino
risuonava davanti alla porta del vicinato mentre i suoi genitori
aiutavano gli
addetti per il trasloco. Alcune donne del quartiere si erano affacciate
dalle
finestre dei loro appartamenti curiose di scoprire chi fossero i nuovi
arrivati.
Era una
calda
giornata d’estate quando Taemin e la sua famiglia, si
trasferirono dalla Capitale.
Il piccolo
Taemin
era al primo anno di scuola media.
Il suo
primo giorno
di scuola andò più che bene, era il
“ragazzo nuovo” e le attenzioni di quel
giorno furono tutte per lui, anche se in realtà Taemin,
amava starsene per
conto suo.
All’uscita
della
struttura, un ragazzo poco più alto di lui, moro e dagli
occhi grandi, lo stava
aspettando.
-Taemin?-
chiese il
ragazzo una volta che Tae gli si avvicinò. Il più
piccolo per un attimo esitò
prima di rispondergli ma, vedendo che il giovane indossava la sua
stessa divisa
scolastica si fermò. – Sì, sono io-
rispose guardandolo con aria interrogativa.
Non aveva mai visto quel ragazzo nella zona. Il come lui sapesse il suo
nome
non se lo spiegava affatto.
- Bene
… andiamo,
ti faccio percorrere la strada che dovrai fare per arrivare a scuola a
piedi, è
un po’ distante ma, un po’ di movimento non ha
ucciso mai nessuno … -
il ragazzo gli fece cenno di seguirlo, Taemin
annuì ma si tenne a debita distanza : non si fidava di lui.
Lungo il
tragitto
il più piccolo non disse una parola mentre l’altro
gli spiegava il posto. “Ma
perché lo sto seguendo…”
pensò fra sé quando, il più grande si
fermò e
voltandosi verso di lui : - Oh … sono proprio maleducato,
non mi sono neanche
presentato, mi chiamo Minho e , sono il tuo vicino! –
Fu quello
il loro
primo incontro.
I mesi
passarono
e i due, andavano e tornavano da scuola sempre insieme. Taemin
raccontava la
sua vita di città prima del trasferimento e Minho raccontava
della sua grande
passione per la fotografia, il padre lo portava sempre con lui a
visitare posti
nuovi.
I due ben
presto
divennero grandi amici. Erano due persone completamente diverse ma
questo non
faceva altro che aumentare il loro interesse l’uno nei
confronti dell’altro.
Gli anni
passarono, Minho andò al liceo e Taemin frequentava il suo
ultimo anno delle
medie. Fra i due i rapporti erano rimasti sempre gli stessi: Minho lo
accompagnava a scuola e poi tornava indietro per qualche isolato
raggiungendo
la sua nuova scuola salutandolo sempre con dolcezza.
Taemin si era fatto crescere i capelli sembrando tutto e per tutto una
ragazza,
questo non gli importava perché al suo unico amico i capelli
lunghi piacevano.
Un giorno
le
famiglie dei due ragazzi, decisero di organizzare un picnic in
occasione del
diciassettesimo compleanno di Minho. Il più piccolo era
euforico in quel
giorno, aveva deciso di dichiararsi al suo amico.
Il picnic
andò
molto per le lunghe e di certo Taemin non si aspettava che Minho
portasse con
sé anche i suoi amici. Ma questo non fermò i suoi
piani…
Subito
dopo la
torta, il più piccolo chiese a Minho, di seguirlo e
quest’ultimo non esitò.
Come si allontanarono dagli altri, il ragazzo più grande
prese Taemin per mano
portandolo lontano da occhi indiscreti.
Come Minho si fermò, Taemin decise di parlare ma, fu subito
interrotto
dall’unione delle loro labbra. Il più piccolo
rimase sorpreso da quel gesto che
però non rifiutò anzi, lo intensificò
facendo danzare le loro lingue. Minho
preso dal momento portò Taemin a indietreggiare facendo
poggiare la sua schiena
al tronco dell’albero, poi fece scivolare una mano fra i suoi
pantaloni
sbottonandoli per poi abbassarli con l’intimo che Tae
indossava.
Con la
mano
avvolse il sesso del giovane iniziando ad andare su … e
… giù …, l’erezione
iniziò a gonfiarsi nella sua mano e questo lo
eccitò così tanto, da far
aumentare i movimenti di polso, voleva sentirlo ansimare, sentirsi
chiamare e
soprattutto voleva nutrirsi del suo seme.
Taemin
percepì un
senso di calore invadergli il corpo fino ad arrivare alle sue gote,
ansimò
nella bocca dell’altro prima che il loro contatto si
sciogliesse.
-Min…minhooooh...
- il piccolo lo chiamò gemendo.
Il ragazzo
sentendosi chiamare in quel modo sensuale e con la voce carica di
desiderio,
sorrise per un istante per poi portare la mano libera sulle labbra del
più
piccolo sussurrandogli: - Mi piace quando mi chiami così
… però, cerca di
trattenerti, ci potrebbero sentire … - Taemin
annuì mentre il suo amato gli
stava regalando un piacere unico.
Alcune
gocce
pre-orgasmiche iniziarono a fuoriuscire dal glande arrossato e Taemin
era
prossimo all’orgasmo quando, il più grande
s’inginocchiò dando le sue ultime
spinte per poi avvolgere il membro con le sue labbra.
Tae
raggiunse
l’orgasmo in quell’istante venendo nella bocca di
Minho. Le sue gambe tremarono
e il calore dal suo volto svanì. Si sentiva imbarazzato ma,
come Minho si
rialzò dopo aver leccato l’ultima goccia
dell’essenza del piccoletto, disse: -
Grazie Taemin, per questo splendido regalo … -
Minho si
ricompose e senza aggiungere altro voltò le spalle al
giovane e si
allontanò. Le
gambe di Taemin cedettero facendolo
scivolare a terra sentendosi improvvisamente vuoto e ferito.
Nessun
“è stato
bello …”, nessuna carezza … e
… nessun altro tipo di sentimento.
Da quel
giorno i
due non passarono più del tempo insieme, di tanto in tanto
s’incontravano per
strada ignorandosi …
[fine
flashback]
-TAEEEE
ANDIAMO, LO SPETTACOLO è FINITO!- Key e Ed richiamarono il
loro amico che si
era perso nel vedere tutte quelle lanterne colorate volere verso il
cielo.
-
ARRIVO ARRIVO! – rispose Taemin distogliendo lo sguardo dallo
spettacolo per
raggiungere i suoi amici.
La
serata terminò fra tuffi nel passato, pensieri e piccoli
incontri …
Intanto
il tempo scorreva e l’estate era alle porte così
come gli esami, faceva troppo
caldo per studiare in casa e ogni mattina Ed si rifugiava nella
biblioteca
comunale mentre i fine settimana dava ripetizioni di letteratura
inglese ai
suoi amici, compito alquanto arduo dato che facevano di
tutto, tranne che ascoltarlo.
Key
e Taemin si distraevano in qualsiasi modo; un giorno ad esempio,
iniziarono a
contare i granelli di polvere che libravano nell’aria e
Edward disperato non
sapeva che cosa fare per avere la loro attenzione.
Le
settimane passavano e il fatidico giorno era arrivato. La tensione era
alle
stelle, Key inviava messaggi all’intero mondo web avvisando i
suoi contatti che
sarebbe morto per l’ansia, Taemin per scrollare la tensione
si svegliò presto e
andò a scuola di danza per fare qualche passo. Edward, in
fine, ricominciò a
correre un ora prima del suono della campanella.
Mezzora
dopo i tre ragazzi si ritrovarono insieme a varcare la soglia del
cancello come
compagni di scuola per un ultima volta …
La
giornata era finita e gli esami insieme con essa. Adesso era il tempo
delle
vacanze, delle scelte di vita e del futuro.
La
cerimonia del diploma fu un divertimento, Ed aveva rotto gli occhiali
che,
usava solo negli avvenimenti importanti. Diceva sempre
“Gli occhiali ci fanno sembrare più intelligenti
…”, Key non aveva
il vestito giusto per celebrare il giorno e si rifiutava di andare a
scuola
fino a quando non fu Ed stesso, a trascinarcelo e per finire Taemin
…
Beh,
cosa potevano mai aspettarsi da lui i suoi amici? Semplice!
Che
si dimenticasse di presentarsi alla cerimonia …
-Ma
come si può essere così stupidi da dimenticarsi
la cerimonia?- sbottò Key
incredulo a quello che era appena successo. – Non fare
così … tanto è già
diplomato no?- rispose Ed cercando di trattenere le risate. Key
alzò gli occhi
al cielo in senso di resa.
Il
giorno stesso, la sera i ragazzi andarono a festeggiare passando da un
bar
all’altro. Parlarono dei loro progetti futuri, delle loro
carriere e di una
loro possibile rimpatriata dopo essersi realizzati come persone.
Sembravano
felici e spensierati però, ognuno di loro però,
avevano un segreto taciuto agli
altri fino a quel momento.
Fecero
il loro ultimo giro entrando in un altro locale, era lo stesso bar,
dove la
prima volta si era esibita la band.
I
ragazzi si sedettero sugli sgabelli al bancone del piano bar, a
servirli c’era
un uomo dalla pelle scura color cioccolata e dai lunghi rasta raccolti
da una
fascia nera.
Edward
ordinò qualcosa di leggero per tutti: il
giorno dopo, non voleva svegliarsi con un terribile mal di testa.
Come
il barman li servì, Taemin lo bevve tutto d’un
fiato, non soddisfatto allora,
ne ordinò un altro … e poi un altro ancora e
ancora un altro fino a quando,
l’uomo dagli occhi occidentali, smise di servirlo.
Ed
e Key lo guardavano preoccupati, era la prima volta che il loro amico
affogava
i suoi pensieri nell’alcol. Volevano porgli alcune domande ma
non ce né fu
bisogno, fu Taemin stesso a parlare.
-Sapete
… io conosco quel cretino che suona la chitarra in quella
stupida band … è il
mio vicino di casa e …- i due lo guardarono pensando “ma che sta dicendo?”.
-
… è stato il mio primo amico, compagno di giochi
e ho finito per infatuarmi di
lui … il giorno del suo compleanno avevo deciso di
dichiararmi – fece una
pausa, né Key né Ed fecero domande, aspettarono
che il loro amico continuasse
il racconto. - … sapete com’è finita?
Lui mi ha baciato ancor prima di parlare
e, si è preso il suo “regalo
di
compleanno” … provate a immaginare il
regalo … - Taemin nel parlare iniziò
a gesticolare e far roteare gli occhi al cielo.
Rise
amaramente ripensando a quanto fosse stato stupido e ingenuo a quel
tempo … Una
lacrima iniziò a rigargli il volto e Ed dispiaciuto per
l’accaduto, gli diede
una pacca sulla spalla non sapendo cosa dire, o meglio lo sapeva:
doveva
confessare anche lui il suo amore per Kyuhyun.
“Si
sarà preso la
sua verginità? Uhm … o il suo … oooh
…” pensò
Key puntellandosi l’indice sulle labbra per
poi sbottare : - Ci sono! Sono solo due le cose che potrebbe aver preso
da te,
una è la tua verginità e l’altra
è … -
-Keyyyy
un po’ di tatto!- lo rimproverò Ed guardandolo
male –Ma … ma è stato lui a dire
provate a immaginare!- ribatté Key incrociando le braccia
– Comunque se vi può
far star bene, io ho baciato Jong il vocalist della band … e
devo ammettere che
mi è piaciuto …-
Il
barman alzò gli occhi al cielo implorando che una bella
donna dalle curve al
posto giusto entrasse da quella porta pur di non stare a sentire le
loro
chiacchiere. Quella sera non c’erano gruppi a esibirsi e
loro, erano gli unici clienti
seduti al bancone.
“Uff…
che mi
tocca ascoltare … proprio qua dovevano venirsi a confessare
questi mocciosi?
Aish … non siamo mica in chiesa!” pensò
il rasta sbuffando senza farsi notare.
Edward
era con le spalle al muro, i due suoi amici avevano parlato di una cosa
molto
personale e adesso toccava anche a lui, glielo doveva.
-Anche
io devo confessarvi una cosa …- disse Ed prendendo coraggio.
“Ecco
ci RISIAMO!
Adesso che dirà? Mi son fatto il bassista? UHM…
il bassista che lo sbatte …
uhm, bassista = sbattere ci sta! AHAHAHAHAHAH
HEY
ASPETTA … MA
CHE DIAVOLO VADO A PENSARA ANCHE IO?! Devo allontanarmi da
loro!” il
barman impaurito dal suo stesso pensiero pian piano si
allontanò.
-…
mi sono innamorato di Kyuhyun il bassista. Mi sono dichiarato a lui e,
sono
stato rifiutato con un sorriso … - Ed pronunciando il suo
nome sorrise
rendendosi conto che il suo cuore stava battendo irregolarmente.
Fu
in quel momento che si rese conto di amarlo ancora e, l’unico
modo per
dimenticarlo era … partire.
La
serata terminò con le loro confessioni, poi Ed prese in
braccio il piccolo Taemin
portandolo con sé a casa sua mentre Key chiamò un
taxi.
Il giorno dopo per Taemin il
risveglio non fu dei
migliori, Ed gli preparò dell’acqua con mezzo
limone spremuto dentro visto che
il “funghetto” si rifiutava di prendere
un’aspirina.
Comunque
il tempo passava e durante le vacanze, i ragazzi continuarono a passare
il
tempo che gli rimaneva sempre insieme, giornate al mare per poi finirle
con
qualche falò o uscita senza esagerare con i drink questa
volta.
Infatti,
l’estate era quasi giunta al termine e Edward, si stava
impegnando duramente
per l’esame d’ammissione che avrebbe sostenuto
l’indomani mattina.
Purtroppo
però passò una nottata d’insonnia
dettata dallo stress, dagli incubi e dalla
voglia di mettere fine al suo passato. Quello sarebbe stato il
trampolino di
lancio verso una nuova vita.
Così
il giorno dopo, Edward decise di andare a correre per scaricare tutto
lo stress
accumulato prima di andare a compiere il suo dovere.
La corsa era la sua migliore arma per rilassarsi, fece il giro del
parco dove a
gran sorpresa incontrò Taemin e Key ad aspettarlo per
correre con lui.
-E
voi che ci fate qua?- chiese Ed sorpreso.
-Ti
stavamo aspettando, sapevamo che saresti andato a correre. Lo fai
sempre prima
di un esame e quindi, vogliamo farti compagnia - rispose serenamente
Key
facendo da portavoce anche a Taemin.
Edward
non disse una parola, si avvicinò a loro sorridendo per poi
abbracciarli. “Grazie mille amici
miei … mi mancherete
tantissimo …” pensò fra
sé trattenendo le lacrime.
Dopo
il loro tenero abbraccio, i tre iniziarono a correre con il sorriso
stampato
sulle loro labbra; nessuno si aspettava che quella mattina i ragazzi
avrebbero
corso per un’ora intera. Come terminò?! Beh
… il risultato era più che
scontato, Edward informa con sempre, Key morente e indolenzito sotto
l’ombra di
un albero e Taemin sdraiato sul prato mentre gli annaffiatoi idratavano
la sua
pelle.
Il tutto fu vissuto al massimo ma per colui che doveva superare un
esame molto
importante, era giunto il momento di muoversi per tornare a casa per
prepararsi
e mezzora dopo Edward, ringraziò i suoi due amici i quali a
loro volta, gli
risposero - In bocca al lupo! – e salutandolo con la mano
lentamente tornarono
nelle loro case.
Il
ragazzo sostenne l’esame finendo prima di tutti gli altri
partecipanti, aspettò
qualche minuto prima di consegnare il test e una volta uscito, fece il
giro del
quartiere tuffandosi nuovamente, nei ricordi del suo passato.
Sorrise
amaramente quando si ritrovò davanti alla scuola dove aveva
conosciuto due
grandi amici e dove, il suo cuore batté e si
frantumò per la prima volta, per
un ragazzo.
“È
brutto
aggrapparsi ai ricordi … ci trascinano indietro senza
permetterci di andare
avanti…”
Gli
occhi divennero lucidi come il suo sguardo si posò per
un’ultima volta sulla
finestra della biblioteca.
Il
destino però ci riserva strane sorprese, a volte colte e a
volte no e
purtroppo, in quello stesso istante riservò ai nostri
protagonisti uno
sgambetto.
Infatti,
Kyuhyun era lì, all’interno di quella biblioteca
intento a scrivere per il suo
debutto da solista e con lui, c’era anche Jong.
… e sfortunatamente quella fu l’unica volta che
Kyuhyun non si affacciò e, fu
anche l’ultima volta che i due si trovarono così
vicini senza neanche saperlo …
La
giornata finì e Edward ricevette un messaggio con
l’esito dell’esame: era stato
scelto per l’Accademia del Design a Seul, passando con il
massimo punteggio.
§
Il
giorno della partenza era arrivato, Edward aveva trovato un piccolo
monolocale
nel cuore di Seul a pochi isolati dall’Accademia. Nel giro di
una settimana
aveva firmato il contratto per l’appartamento, aveva comprato
una cartina della
città annotandoci sopra, tutti i posti da vedere appena
sarebbe arrivato là.
In
più aveva fatto delle ricerche trovando dei luoghi adatti
per andare a correre
e rilassarsi.
I
ristoranti migliori del posto, le grandi attrazioni e le piccole
usanze.
Qualche volta chiamava Taemin per avere più dettagli ed
essere certo che le sue
ricerche fossero esatte.
Quel
giorno Key e Taemin si presentarono a casa sua per l’ultimo
saluto, chiamarono
un taxi e aiutarono il loro amico a impacchettare le ultime cose.
-Ti
raccomando chiamaci quando arrivi, ok?- disse Key premuroso e
preoccupato per
le sorti del suo amico. Sarebbe stato da solo in quella grande
città che aveva
anche i suoi lati negativi. – Un'altra cosa, non fidarti
troppo delle persone e
SOPRATTUTTO, non entrare nelle vie buie da solo … -
raccomandò Taemin prendendo
uno scatolone per portarlo dentro il taxi.
-Non
dovete preoccuparvi per me, so badare a me stesso. Prometto che non
accetterò
le caramelle da uno sconosciuto, non andrò in giro per le
vie buie della città
e soprattutto vi chiamerò appena avrò messo piede
nella mia nuova casa -
rispose Edward sospirando.
“Mi
sembra di
sentir parlare i miei genitori quando mi sono trasferito qui la prima
volta …”
Sapeva
che i suoi amici gli volevano bene ed era per questo che erano
così protettivi
nei suoi confronti ma Edward sapeva che infondo, era lui a dover essere
protettivo nei loro confronti ma bisogna pur crescere e quello, era il
momento
giusto per farlo.
Oramai
era giunta l’ora della sua partenza, Taemin e Key uscirono
per primi aspettando
il loro amico vicino al taxi, Edward arrivò subito dopo
chiudendosi la porta
alle sue spalle e mantenendo i suoi buoni propositi e spirito
d’avventura,
salutò i suoi amici e salì sul taxi pronto per
una nuova avventura.
--- TRE
ANNI DOPO
---
Edward
si era laureato e nel tempo libero faceva d’apprendista in un
piccolo atelier
della zona. Aveva stretto amicizia con molte persone, aveva cambiato
più di una
volta appartamento, ritrovandosi a condividere la casa con altre
persone e in
più, si era fatto una reputazione collaborando con stilisti
di alta moda
durante alcune sfilate. Era stato notato per i suoi bozzetti ritenuti
“originali” durante il sui anni accademici.
La
sua vita aveva preso la giusta piega e questo non se lo sarebbe mai
immaginato.
Passare la maggior parte delle sere tra la gente famosa a sorseggiare
un buon
bicchiere di vino o lo champagne di qualità , non era da
tutti.
Questo
suo cambiamento però non l’ha mai portato a
dimenticare i suoi due grandi
amici. Si sentivano spesso, soprattutto tramite messaggi, la vita non
era
soltanto diventata frenetica per Edward ma anche per Taemin che,
raramente rispondeva
al telefono quando lo si chiamava o per Key che se non si faceva
sentire,
bastava andare sul web per capire se fosse ancora vivo.
Ogni
fine settimana si vedevano su Skype, fu in una di quelle occasioni che
Edward
comunicò ai suoi amici che sarebbe andato due anni
all’estero.
Key
e Taemin per un momento rimasero sorpresi, avevano tanta voglia di
rivedere il
loro amico, di abbracciarlo e passare del tempo con lui. Edward
capì da quelle
espressioni che i suoi amici erano contenti per lui, ma, erano un
po’ tristi
sapendo che doveva passare ancora altro tempo per rivederlo.
Era
anche vero che potevano andare a trovarlo ma gli impegni non lo
permettevano.
Key
frequentava due volte a settimana un corso di designer, il suo
obbiettivo era
quello di diventare famoso creando una catena di borse. I restanti
giorni della
settimana li dedicava al teatro partecipando a vari musical.
A
volte si dilettava a fare da modello per Taemin che, intanto era
diventato un
fotografo professionista.
Un
giorno Taemin inviò le foto di Key a qualche agenzia di moda
di tutto il mondo,
le sue foto arrivarono anche a New York fra le mani di Jill Stuart.
Nel
giro di poche settimane Key ricevette una telefonata, la chiamata
durò poco ma
sul viso di Key si stampò un meraviglioso sorriso. A nessuno
disse nulla,
preparò i bagagli, prenotò i biglietti e
chiamò un taxi pronto a partire.
Arrivato
alla stazione ferroviaria, controllò da quale binario
sarebbe partito il suo
treno.
“Binario
sette,
devo fare in fretta fra cinque minuti parte.”
Attraversò
il sotto passaggio per raggiungere il binario, salì le scale
mentre
contemporaneamente Jong le scendeva. Per un attimo i loro sguardi
s’incrociarono così come i loro destini, per poi
tornare a guardare da un’altra
parte.
“Jong
…” “Key …” simultaneamente
pensarono l’uno
il nome dell’altro.
Key
continuò a salire le scale, stava per perdere il treno. Jong
invece si fermò,
rivedere Key lo fece stare bene, il suo cuore aveva perso svariati
battiti come
quegli occhi da gatto lo guardarono.
Chinò
la testa mentre si mordeva il labbro inferiore,
“sono un cretino …” pensò
fra sé serrando i pugni…
“Tesoro se non sei disposto a partire con
me vuol dire che non ci tieni quindi … preferisco finirla
qua …” …le ultime
parole che la sua ragazza gli disse prima della partenza
improvvisamente
risuonarono nella sua testa per poi essere interrotta dal fischio del
treno
pronto alla partenza.
Fu
in quel moneto che Jong si voltò e risalendo le scale
velocemente un attimo
prima che le porte della locomotiva si chiudessero salì a
bordo. Non sapeva
neanche, dove fosse diretto quel treno, voleva solo trovare Key.
Iniziò
a cercarlo nel primo vagone ma di lui nessuna traccia, celere si
spostò
nell’altra carrozza, dove vi era un gruppo di ragazzi che
occupavano quattro
posti e poi, in lontananza c’era un ragazzo che leggeva una
rivista, non si
vedeva in volto. Jong pian piano lo raggiunse, notò che la
rivista parlava di
moda e sorrise sedendosi davanti a lui.
“Puoi
essere solo
tu …” pensò
Jong allungando il braccio per sfilargli da sotto il naso, il magazine
– Ehi
ridam…- Key si bloccò quando vide seduto davanti
a sé Jong. Il ragazzo sorrise
accavallando le gambe - Vuoi fare qualche altro test insieme a me?-
chiese
ammiccando con una voce sensuale.
Key
arrossì e non avendo nulla con cui nascondere quelle sue
gote rosee prese la
rivista dalle mani di Jong - Da qua stupido! –
sfogliò il giornale facendo
finta di leggere, per poi accorgersi che era al contrario.
Schioccò la lingua
come suo solito poi seccato chiese:
- Comunque… dove
sei diretto?-
“Amo
quando fa
così ” pensò
Jong prima di rispondere: - Seguo il mio cuore e se, ti starai
chiedendo dove
mi porta … sai già la risposta … - il
ragazzo dalla pelle ambrata, fu diretto
senza peli sulla lingua, voleva stare con lui e basta. Il cuore di Key
nell’udire quella frase perse un battito, accennò
un mezzo sorriso prima di
ribattere ma Jong lo precedette con un’altra confessione: -
Ho debuttato da
solista e, ho rilasciato tre canzoni che ho scritto pensando a te ma,
non ti
dirò quali sono…- fece una pausa poi - Una volta
ascoltate, sarai tu a dirmelo,
ti va?- la sua voce era calda e dolce, spiazzando completamente il
giovane
davanti a sé.
Key
ricordava un Jong completamente diverso e
in quei tre anni era cambiato tantissimo,a lui piaceva.
Sapeva che
quella proposta significava dargli una chance e soprattutto che era
innamorato
di lui. Se non erano state le parole a dirlo, lo era stato il
gesto…
-Non
vedo l’ora di ascoltare le canzoni con te …-
rispose Key sorridendogli come non
aveva mai fatto con nessun altro.
Non
ci furono altri dubbi e i due, una volta arrivati a Seul, presero il
primo volo
per New York.
§
Taemin
invece, si era laureato all’accademia dell’arte,
nel suo tempo libero dipingeva
paesaggi insieme ai bambini della scuola di danza. Frequentò
un corso di
fotografia che lo portò a diventare uno dei migliori
fotografi in circolazione.
Nel giro di un mese ricevette molti incarichi da varie agenzie e
questo, lo
condusse a girare per il paese e in Giappone.
Per
festeggiare ogni suo traguardo Taemin andava ogni sera al bar, dove in
passato
aveva bevuto così tanto, da confessare la sua relazione con
Minho. Da allora
era diventato il suo posto preferito. Ci passava quasi tutte le sere in
compagnia di modelli o di giovani ragazze belle formose portandolo a
stringere
una grande amicizia con il barman di origine brasiliana. Taemin amava i
suoi
rasta, più di una volta gli aveva chiesto se poteva fargli
da modello ma
quest’ultimo rifiutava ripetutamente.
-Cavolo
Manuel … certo che sei insopportabile! Uffa … io
ti porto le belle ragazze come
piacciono a te e tu non vuoi farmi questo favore? – chiese
Taemin sedendosi al
bancone disperato. – Daiii ti prego, mi serve un modello e tu
sei l’ideale - lo
stava supplicando ma Manuel non
cedeva - Mi dispiace piccoletto ma non posso permetterti di divulgare
le mie
foto… ma dimmi … chi è quella
pollastrella! È mui linda! – rispose il rasta
cercando di cambiare argomento di conversazione.
Taemin
si arrese, sospirò chiedendogli una birra
“peccato che non sia gay…”
pensò lasciandolo da solo con la ragazza.
Il
giorno dopo Taemin decise di partire, voleva visitare nuovi posti,
conoscere
nuove tradizioni e lingue.
Preparò
la valigia, chiamò un taxi e andò
all’aeroporto. Una volta arrivato fece la
fila per prendere il biglietto, destinazione: Alaska.
Il
volo sarebbe partito nel giro di poche ore, avrebbe fatto lo scalo a
Milano e a
Toronto dove poi, avrebbe preso un elicottero che lo avrebbe portato a
Sitka.
La
fila per il check-in durò poco, ma l’attesa per la
partenza era tanta. Taemin
iniziò a girare per i vari negozi, sembrava così
spensierato che non si accorse
che qualcuno lo stava seguendo fino a quando non si sentì
chiamare: - Minnie …
- c’era solo una persona che lo chiamava in quel modo e come
Taemin si girò, se
lo trovò davanti.
Era
Minho…
-
Ciao!- rispose Taemin dolcemente, quel tono di voce confuse il ragazzo
che gli
sorrise.
-
Dove sei diretto? Io a Londra - Minho cercò di sostenere una
conversazione.
-
Io sono diretto a Sitka, vado per una vacanza, comunque … mi
ha fatto piacere
rivederti - Il più piccolo sorrise per poi voltargli le
spalle, non voleva
parlare con lui ma come Taemin si girò, Minho lo
abbracciò di dietro e
poggiando la testa sulla sua spalla disse: - Prima di andare volevo
chiederti
scusa per quello che ti ho fatto tanti anni fa … allora, ero
uno egoista e uno
stupido ragazzino che, per provare emozioni nuove ha abusato di te.
Sapevo i
sentimenti che provavi per me e … mi dispiace veramente
tanto. Quando ci siamo
rivisti al festival, volevo dirtelo ma tu, sei scappato - la sua voce
chiedeva
perdono.
Taemin
ascoltò con attenzione, quelle parole lo stavano aiutando a
guarire quella
ferita del passato. Sorrise sciogliendo quella loro unione per poi
girarsi
nuovamente verso il più grande: - Grazie per avermelo detto,
se vuoi il mio
perdono, lo hai già ottenuto anni fa … adesso
devo andare altrimenti perdo il
mio volo … arrivederci - la sua voce era dolce
così come il suo gesto
nell’accarezzarlo prima che le loro strade si separassero
…
--- MESI
DOPO ---
Edward
era di ritorno da una serata di galà, era così
stanco che invece di guidare
chiamò un taxi. Entrò e sedendosi comodamente,
comunicò l’indirizzo al
tassista. All’interno c’era la radio accesa che
trasmetteva i brani di alcuni
artisti che avevano debuttato da pochi mesi.
La
canzone iniziò con un ritmo lento ma così intenso
da far salire la pelle d’oca.
La voce dell’artista era altrettanto profonda, calda e
disarmante come se
quella canzone la stesse dedicando a
qualcuno con tutto il suo cuore.
Come
Edward udì la sua voce, il suo cuore sembrò
fermarsi, si sentì come la prima
volta che vide Kyuhyun. Sorrise amaramente ricordandosi di
lui…
Chiuse
gli occhi posando la testa al finestrino, ascoltando quella dolce
melodia:
<
Il giorno in
cui l’amore sta diventando familiare …
…
anche solo
guardanti fa male …
Tu sei
preziosa e
insostenibile, sei così lontana che non riesco a
raggiungerti …
…
ti nascondo
come un dono prezioso …
Ora voglio
raccogliere tutta la mia felicità per darla a te
… ti amo come una goccia di
pioggia …
…
qualcuno che
riesce a togliermi il respiro e voglio tenere stretto, come un
sogno…>
--- DUE
ANNI DOPO … ---
“Bzz…
Bzz…
Bzz…”
Il
telefono di Taemin vibrava nella tasca dei suoi jeans. –
Hhmm… - il ragazzo
alzò la testa dal bancone del piano bar, era in stato
confusionale, gli
scoppiava la testa e non riusciva a capire da dove arrivasse quel
leggero
tremolio. Riposò la testa sul bancone riaddormentandosi.
“Uff
… dopo tutti
questi anni ancora non ha perso il vizio di non rispondere al
telefono!” pensò
Edward riagganciando.
Erano
passati due anni dall’ultima volta che i due si erano sentiti
e quasi nulla era
cambiato a parte le loro acconciature o colore di capelli,
così come la loro vita
sentimentale.
Edward
non aveva tempo per vivere una relazione e Taemin che, dopo un anno di
vacanza
nel regno di “Frozen”, ebbe
due
relazioni con alcune ragazze che posarono per lui in tre servizi
fotografici
ma, non durarono molto.
L’unico
a passarsela bene era Key che, in compagnia di Jong visse per un anno e
mezzo
negli Stati Uniti in quanto, era stato scelto come modello da Jill Stuart per la sua
catena di
accessori.
La
loro relazione giorno per giorno diventava sempre più
solida.
Jong
non smetteva mai di scrivere canzoni che riguardassero il suo splendido
ragazzo
dalla pelle di porcellana.
I due ben presto consumarono il loro rapporto e dà allora,
non riuscivano mai a
saziarsi l’un dell’altro.
Nel
fra tempo però Taemin e Key tornarono a Busan ma di Edward,
ancora nessuna
traccia.
-Ehi
Tae … svegliati, ti stanno chiamando…- “…
di nuovo …” il rasta portò
una mano sul braccio di Taemin scuotendolo per
svegliarlo. Il più piccolo tenendo ancora la testa sul
bancone fece scivolare
la sua mano sulla tasca dei pantaloni, sfilò il telefonino e
rispose senza
sapere chi lo stesse chiamando.
-Pronto?
– la sua voce era impastata dal sonno. < TAEMIN SONO
EDWARD! MA QUANTO VOLTE
TI DEVO CHIAMARE?> dall’altra
parte
dell’ apparecchio la voce di Edward spiazzò Taemin
portandolo sugli attenti e a
sgranare gli occhi. – Edward? Da... da quanto tempooo! Come
stai? – il piccolo
si riprese subito alzandosi dallo sgabello mentre il rasta gli porgeva
un
bicchiere d’acqua fresca.
<
Sì sono io, non mi riconosci più?Ahahahah
… va alla grande, sto tornando a
casa! Ti va di venirmi a prendere alla stazione? > chiese Edward
in modo
allegro.
-Veramente?!
Yaaahhhhwwww non vedo l’ora di vederti! Certo che vengo a
prenderti!- il suo
cuore batteva all’impazzata, finalmente dopo cinque anni
avrebbe rivisto e
abbracciato nuovamente il suo amico.
Aveva
tanto da raccontargli.
<
Bene … allora ci vediamo tra due ore …>
Edward riattaccò. Taemin prese il
bicchiere d’acqua, si dissetò e ringraziando il
suo amico uscì dal bar “Ci
vediamo questa sera … bestione …”
pensò tornando a casa per prepararsi.
Intanto,
aveva inviato un messaggio a Key informandolo dell’arrivo del
loro amico.
Key
era a fare shopping con il suo amato e, quando il telefono
squillò, lesse il
messaggio e sorridendo, lasciò a Taemin un messaggio in
segreteria dove diceva
di andarlo a prendere prima di passare dalla stazione.
Allo
scadere delle due ore, Taemin andò a prendere il suo amico
per poi dirigersi
alla stazione. L’auto sfrecciava ad alta velocità,
sembrava che le ruote
neanche toccassero l’asfalto. Key terrorizzato chiuse gli
occhi per tutto il
tragitto strillando al suo amico di andare piano ma Taemin, faceva
finta di non
ascoltarlo divertendosi e vederlo in quel modo.
Arrivati
alla stazione, videro in lontananza Edward guardarsi intorno per vedere
dov’erano andati a finire i suoi amici.
-EDWARDDDDD
SIAMO QUIIII- urlarono i due alzando le braccia iniziando ad agitarle
per
catturare la sua attenzione. Il ragazzo sentendosi chiamare si
voltò e
vedendoli da lontano prese con sé le sue due valigie per poi
correre verso di
loro per abbracciarli.
-Ragazzi
mi siete mancati tantissimo!- il giovane aveva lasciato le sue valigie
per
stringere forte a se i suoi due più cari amici - Anche tu ci
sei mancato - i
due ricambiarono la stretta notando che il fisico del loro amico non
era
cambiato anzi, era diventato più muscoloso mentre loro,
erano sempre gli
stessi.
-Woow
vedo che nonostante gli impegni che hai, continui ad allenarti - sbotto
Taemin
toccandogli giocosamente i pettorali.
-Ahahahaah
Tae … solo una volta a settimana - rispose Edward ridendo.
-Dai
su, torniamo a casa e poi questa sera vi voglio tutti pronti per una
rimpatriata al bar, dove canterà una persona a me molto cara
- disse Key
spintonando i due fuori dalla stazione.
Una
volta in macchina Key si sedette dietro in modo da poter picchiare
Taemin in
caso premesse l’acceleratore. Durante il tragitto parlarono
del loro lavoro,
della loro sfortuna con i ragazzi eccetto Key e del loro sentirsi
realizzati.
Il viaggio in Alaska di Taemin aveva sbalordito Edward e Key, per loro
solo un
pazzo poteva andare così lontano per una vacanza.
Venti
minuti dopo arrivarono a casa di Edward, Key lo aiutò con le
valigie e prima di
salutarlo gli ribadì i progetti per la serata. Lo stesso
fece con Taemin prima
di scendere dalla macchina - Certo, che ci sarò! Sono un
cliente fisso in quel
bar – ammiccò il più piccolo prima di
ripartire verso la propria casa.
Le
ore trascorse e la sera giunse, Edward decise di uscire un
po’ prima per farsi
una passeggiata. Il sole era tramontato da qualche ora e le stelle
iniziavano a
farsi sempre più nitide, davano vita alle costellazioni.
I
viali erano fioriti, lasciando indietro quello che era rimasto del
gelido
inverno … era primavera, un soave vento accarezzava gli
alberi di ciliegio
facendo volteggiare nell’aria i petali dei fiori che
sfioravano la pelle
candida del ragazzo mentre raggiungeva i suoi amici al bar.
…
Ed è proprio in una sera come queste che, il destino
rimescola le carte…
Edward
arrivò davanti al bar, dove ad aspettarlo c’era
Key.
-Taemin
è già dentro a flirtare con il barman che, a mio
parere è etero ma vabbè …
contento lui, contenti tutti…- sostenne Key stiracchiandosi
le braccia per poi
aprire la porta e far entrare per primo Edward e poi lui.
Come
i due entrarono raggiunsero Taemin al bancone, il barman li
osservò per bene, “O mio
Dio … sono tornati i
“peccatori”” pensò
Manuel preparando alcuni cocktail.
-Sedetevi
ragazzi! Questa sera si esibiranno due cantanti, non ricordo i loro
nomi però,
mi hanno detto che stanno avendo successo con la loro musica - disse
Taemin
indicando ai suoi amici due sgabelli per sedersi davanti al bancone.
-Jonggg
si chiama Jong! Ed è il mio ragazzo …
più tardi ve lo presenterò - sbottò
Key
guardando di sbieco Taemin.
-Woow
vedo che iniziamo con il confessionale! Padre Manuel questa sera
sarà al vostro
servizio. Spero che le vostre confessioni siano meno imbarazzanti
dell’ultima
volta e che … non finiscano con qualcuno u-b-r-i-a-c-o! - il
rasta si palesò ai
ragazzi
per servirli da dietro il bancone con tre mini drink -
Questi li offre
la chies… ehm volevo dire la casa
-
sorrise guardandoli.
Edward
e Key diventarono rossi in volto per l’imbarazzo mentre
Taemin rideva
ringraziando il suo amico - Dai bevete e non fate quelle facce, tra un
po’
inizia lo show - esclamò Taemin sorseggiando il suo drink.
Gli
altri riuscendo ad acquistare nuovamente una certa
normalità, annuirono e
iniziarono a bere fino a quando, le luci non si abbassarono, il
silenzio cadde
e il rumore di alcuni passi che percorrevano il piccolo palco non si
arrestarono, dando spazio al suono di un incantevole voce.
Edward
notò che Key si era girato verso il palco, poi incuriosito,
scese dallo
sgabello per avvicinarsi di più al palco
- E’ Jong … - gli sussurrò
Taemin all’orecchio. Edward si girò in
direzione del palco, vide il cantante in questione e come un
dejà-vu si ricordò
di lui … il vocalist della band.
Jong
mentre cantava aveva solo occhi per il suo Key, si sorridevano al ritmo
dolce
di quella canzone. Alla fine delle canzoni il pubblico
applaudì, il giovane
cantante ringraziò con
un inchino e
poi, scese dal palco per raggiungere il suo ragazzo.
Key
afferrandolo per mano lo trascinò dai suoi amici entusiasta,
voleva farglieli
conoscere.
Edward e Taemin si complimentarono per le canzoni e soprattutto per la
sua
voce. Gli offrirono un drink e iniziarono a chiacchierare con lui.
Fra
una chiacchiera e l’altra, i ragazzi non si erano accorti che
il secondo
cantate, era salito sul palco.
Le
luci erano rimaste soffuse e il silenzio non si era mai spezzato,
tranne che
per loro.
Pochi
istanti e, una voce dolce, soave, da far venire la pelle
d’oca, si udì in tutto
il bar.
Edward
per un secondo si bloccò, aveva già sentito
quella voce e, aveva già percepito
quelle sensazioni.
…
tu sei come le
luminose stelle del cielo che non possono essere toccate
perché lontane, quella
via sarà più vicina oggi? >
Gli
altri si voltarono ma Edward no … aveva paura di innamorarsi
di nuovo, aveva
timore di rivivere quei sentimenti per un’altra persona.
La
canzone continuava ad andare avanti… Taemin accorgendosi di
Edward gli diede
una pacca sulla spalla e dolcemente gli sussurrò: - Voltati
Ed … o perderai la
tua seconda occasione …-
Edward
fece un respiro profondo e come si voltò, il suo cuore parve
non esserci più.
Non poteva credere ai suoi occhi, lì davanti a sé
a cantare, c’era Kyuhyun.
Le
gambe iniziarono a tremare come i loro sguardi s’incrociarono.
Kyuhyun
dal canto suo non si sarebbe mai aspettato che la sua musa sarebbe
stata lì
quella sera. Per anni non l’aveva più vista ma,
non smetteva di scrivere perché
pensava che prima o poi, le sue canzoni le sarebbero arrivate dritte al
cuore…
…
E accadde proprio in quella sera, ed era proprio lui a cantargliela di
persona.
Non
gli tolse gli occhi di dosso, voleva fargli capire che era lui. Per un
attimo
voleva alzare il dito verso di lui ma, gli sorrise.
Edward
colse quel sorriso e i suoi occhi divennero lucidi.
<
Questa sera
nel luogo più cupo, la tua voce mi ha riempito
completamente…
…
la stanca notte
ha preso la tua piccola luce mentre camminavamo…
…
perché riesco a
vedere solo te … >
Le
lacrime iniziarono a rigare il volto di Edward. Kyuhyun non smise di
sorridergli, volva correre da lui per abbracciarlo, però non
poteva, doveva
prima finire la canzone perché in quel momento lui, gli si
stava confessando i
suoi sentimenti.
<
… la tua
inevitabile luce abbagliante …
…scorre
al
termine di questa sera…
Le parole
“Ti
Amo” sono
utili per la mia unica e
speciale persona…>
A
quelle ultime parole Edward, si avvicinò al palco, era
incredulo per quella
confessione arrivata dopo cinque anni.
Kyuhyun
prese il microfono in mano e si piegò sulle gambe allungando
la mano verso il
volto di Edward. Gli sfiorò il viso catturando con il
pollice una lacrima senza
smettere di cantare per lui…
L’esibizione
era finita, Kyuhyun a malincuore tolse la mano dal viso del
più piccolo. Celere
scese dal palco con la paura di riperdere il suo amato ma Edward, era
ancora
là, davanti al palco ad aspettarlo.
Lo
raggiunse e afferrandolo per una mano lo trascino con sé
fuori dal bar passando
dall’uscita secondaria. In quello stesso istante le luci
tornarono a illuminare
la sala però, di Edward e Kyuhyun non vi era più
alcuna traccia.
Key
e Jong si guardarono facendosi l’occhiolino mentre Taemin era
impegnato a
rendere la vita impossibile al povero Manuel.
Kyuhyun
… aspetta, do... dove stiamo andando?- chiese Edward con il
cuore alla gola
mentre si lasciava trascinare fuori dal bar dove, ad aspettarli
c’era un (suv)
nero.
-Voglio
stare un po’ da solo con te … - rispose
avvicinandosi alla macchina per aprire
lo sportello dal lato del passeggero. – Fidati di me
… - disse infine
invitandolo a salire.
Edward
si limitò ad annuire e sorridendogli salì in
macchina. Il più grande da gentil
uomo che era gli allacciò la cintura di sicurezza per poi
chiudere lo
sportello.
-So
allacciarmela da solo … - obbiettò Edward
sentendosi in imbarazzo ma Kyuhyun
faceva finta di non ascoltarlo.
Salì
anche lui in macchina, infilò la chiave nel quadro
d’accensione e mise in moto.
Edward non chiese, dove fossero diretti, la strada che stava
percorrendo con il
suo amore rivelato, la conosceva quindi si sentiva al sicuro e poi,
aveva detto
a Kyuhyun di fidarsi di lui annuendo semplicemente, senza dire una
parola.
Kyuhyun
ogni tanto lo guardava di sbieco notando che il suo amore era un
po’ teso. –Non
preoccuparti … siamo quasi arrivati … - disse il
più grande spezzando quel
silenzio che era calato non appena erano saliti in macchina.
Edward
tirò un respiro di sollievo vedendo in lontananza la loro
vecchia scuola.
“La
scuola …
perché?” si
chiese mentre si voltava verso Kyuhyun guardandolo con aria
interrogativa.
Il
cancello era chiuso e Kyuhyun si fermò con l’auto
lasciandola in moto scese,
sfilò dalla tasca della giacca un mazzo di chiavi e
aprì il cancello. Ritornò
in macchina ed entrò nel viale della scuola parcheggiando la
macchina.
Edward
ancora confuso scese dalla macchina. - Perché ci troviamo a
scuola? - chiese
sperando in una risposta che, non arrivò. Kyuhyun gli
sorrise come sempre, lo
riprese per il polso trascinandolo dentro la scuola. “Spero
solo che non mi voglia uccidere … uhm … delitto
passionale …”, la
mente di Edward stava andando in ebollizione creandosi dei pensieri
che, non
potevano di certo combaciare con il carattere del più grande
e soprattutto su
quello che era appena accaduto al bar.
Percossero
un corridoio illuminato solo dallo splendore della Luna, le loro sagome
per chi
li vedeva da lontano sembravano piccole ombre.
Pochi
secondi ed ecco che Kyuhyun si fermò davanti alla porta
della biblioteca, la
aprì come aveva fatto con il cancello ed entrò.
Non accese la luce, la stanza
era affascinante anche in quel modo, nella penombra con il bagliore
della Luna
che illuminava gran parte della biblioteca.
Edward
ingoiò la sua stessa saliva come rivide quella stanza.
Kyuhyun non gli lasciava
il polso e tanto meno lui cercava di liberarsi dalla sua presa.
- "Il
circo
della regina" …
ricordi? Il libro che ti aiutai a prendere -sbottò
serenamente Kyuhyun
lasciando il polso del più piccolo per avvicinarsi alla
finestra.
“Ricorda
il
titolo del libro … ricorda ancora quel …
giorno.” Pensò
Edward mentre il suo
cuore batté forte mentre con lo sguardo seguiva i suoi
movimenti.
-Non
l’ho mai … dimenticato, rispose Edward
avvicinandosi a lui. Intanto Kyuhyun
aveva aperto la finestra facendo entrare un po’
d’aria. La Luna con i suoi
raggi accarezzava il volto del più grande, sembrava
vegliasse su di lui … Era
uno spettacolo per gli occhi di Edward.
-
Come non ho mai dimenticato il sole che rasserenava il tuo volto mentre
leggevi
sedendoti sempre all’ultimo posto … io di te, non
ho mai dimenticato nulla …-
lo abbracciò da dietro portando le braccia intorno al petto
dell’altro chinando
la testa per poi poggiarla sulla sua schiena.
Kyuhyun
percepì un brivido percorrerlo lungo la schiena come il
piccolo lo strinse a
sé. Non seppe resistere alla tenerezza che Edward gli stava
manifestando
allora, portò le proprie mani sulle sue allentando la
stretta per poi voltarsi
fra le sue braccia. Adesso la testa del ragazzo posava sul petto del
più
grande.
Il
vento iniziò a entrare nella biblioteca e le tende a sipario
bianche iniziarono
ad alzarsi leggiadre nella stanza, mentre i petali di ciliegio
sfioravano i
loro volti volteggiando al ritmo sinuoso del vento.
-Finalmente
posso stringerti fra le mie braccia - sussurrò Kyuhyun
posando il suo volto fra
i capelli di Edward baciandogli il capo. Edward lo strinse ancora di
più come
le mani del più grande si posarono sui suoi fianchi.
Il
suo corpo fremette per il tocco dolce e allo stesso tempo possessivo.
-Sai
… ti ho cercato per molto tempo in città senza
mai trovarti, ho persino cercato
il tuo nome sull’elenco dei vecchi registri scolastici ma,
stranamente il tuo
nome non c’era … - Kyuhyun accarezzandogli
dolcemente i fianchi continuò a
parlare, - … è stato in quel momento che ho
capito che, non scrivevi il tuo
vero nome quando prendevi in prestito i libri che leggevo
io…- sospirò mentre
il più piccolo ancorato ancora a lui iniziò a
piangere. Il più grande
percependo quelle calde lacrime scorrere sul suo petto lo
abbracciò in modo
possessivo per poi portare una mano sotto il mento dell’altro
alzandogli il
capo.
I
loro sguardi si allacciarono, i loro volti si riflettevano
l’uno negli occhi
dell’altro. Quegli occhi occidentali, color blu intenso,
avevano da sempre
incantato Kyuhyun.
-I
tuoi occhi … - la voce del più grande era calda e
intensa, - … non piangere più
… E-d-w-a-r-d- … - scandì per bene il
suo nome, sapeva che era quello giusto,
sorrise dolcemente mentre faceva sfiorare i loro nasi.
Edward
annuì e come Kyuhyun sillabò il suo vero nome,
sgranò gli occhi incredulo. Il
più grande colse quelle due splendide pupille dilatate. “Sei bellissimo piccolo mio” pensò
dandogli un bacio sulla fronte.
Poi
scese lentamente, posando le sue candide labbra sugli occhi del
più piccolo, li
baciò così come la punta del suo naso.
Sfiorò le sue labbra più volte
sussurrandogli un intenso: - Ti voglio … - facendo
infrangere il suo respiro
sulle sue labbra che il più piccolo si morse
sensualmente come un
“Anch’io …” di
risposta.
Kyuhyun
non attese più, posò le proprie labbra sulle sue,
premette delicatamente
portandole a schiudersi. Adagio iniziò ad assaporarle per
poi insinuare la
lingua nella bocca del suo amato in cerca della sua gemella. La
trovò e
sfiorandola s’intrecciò con essa.
Edward
ansimò nella bocca dell’altro facendo risalire le
sue braccia fin dietro al
collo intrecciandole spingendolo verso di sé mentre
lentamente si dirigeva
verso il basso trascinandolo con sé.
Kyuhyun
si lasciò trasportare senza fare storie, il suo amato stava
dirigendo il gioco
e lui non poteva far altro che seguirlo.
Edward
aveva adagiato la sua schiena sul pavimento divaricando le gambe,
mentre
Kyuhyun si ritrovò cavalcioni su di lui con una gamba fra le
sue. Erano l’uno
sull’altro …
Edward
dal collo fece scivolare le mani sul colletto della camicia e pian
piano iniziò
a sbottonarla. A ogni bottone che apriva, s’intravedeva un
frammento di pelle
bianca, “ non posso crederci
che… stiamo
per farlo … io non…” pensò
Edward preso dal momento.
La camicia
fu
aperta e Kyuhyun contribuì a levarsela completamente poi,
prese la mano del suo
piccolo e la portò sul suo petto in prossimità
del cuore, Edward percepì il
battito accelerato, batteva all’unisono con il suo.
Fu
allora che il giovane prese la mano del più grande facendola
insinuare
all’interno della sua maglia gli fece percepire il suo di
battito. Kyuhyun
sgranò gli occhi per poi guardarlo con dolcezza ponendo fine
al loro bacio
facendo sfiorare i loro nasi.
“Sentire
il
battito del tuo cuore mi ha fatto venire più voglia di te
…” pensò
Kyuhyun mangiandoselo con
lo sguardo mentre pian piano alzava la maglia del più
piccolo. Anche la sua
pelle man mano che la maglia si alzava, veniva scoperta per poi essere:
Respirata
…
Accarezzata …
Leccata …
Dal
più grande.
Edward
ansimò a ogni centimetro di pelle sfiorato insinuando le
mani fra i capelli
morbidi del suo amato.
-Hhmmm
… Kyu … hhmm … - il giovane si morse
il labbro un po’ imbarazzato per quei
gemiti che uscivano dalla propria bocca.
Kyuhyun
non poteva che esserne soddisfatto e quando arrivò davanti a
quei bottoncini
già turgidi, prima li sfiorò con il naso, poi con
la lingua e come vide che il
corpo del più piccolo sussultò, li
catturò con le sue labbra torturandoli.
-Aaahhh
… asp … aahh … - la voce di Edward
risuonava nella stanza buia, era cristallina
così come quella nottata che stava scorrendo a rilento solo
per loro due.
“Bravo
piccolo
mio, fammi sentire ancora la tua voce. Fammi capire che mi vuoi
… fammi …” Kyuhyun
percepì le mani di
Edward chiudersi fra i suoi capelli. Lo eccitava tantissimo tanto che,
lo portò
ad allentarsi i pantaloni sentendoseli stringere, li abbassò
insieme ai boxer.
Sbottonò anche i pantaloni di Edward per poi abbassarli con
tutto l’intimo che
aveva addosso.
-Sei
una visione celestiale Edward … tu, sei la mia musa
… - posò le sue labbra sul
pene, - … la mia vita … - sfregò il
suo volto fra i suoi peli, - … il mio mondo
… - risalì serpeggiando sul corpo
dell’altro.
Le
loro pelli sudate si sfiorarono fremendo e i loro sessi si strusciarono
l’uno
contro l’altro.
-Sei
mio … e di nessun altro … - lo guardò
intensamente negli occhi.
Edward
stava provando sensazioni che non si era mai sognato di vivere in vita
sua,
quelle attenzioni da parte di Kyuhyun erano una novità per
lui ma, quelle
parole lo imbarazzarono molto tanto che le sue gote, iniziarono a
diventare
rosee.
-I
love
you … Kyuhyun. - Sarighe … Edward.
– quelle parole risuonarono contemporaneamente
nell’aria.
Si
sorrisero prima che Edward gli rubasse nuovamente il respiro.
Kyuhyun
fece scivolare la mano su entrambi i sessi e avvolgendoli nella propria
mano,
iniziò a dare colpi di polso lenti per poi pian piano,
aumentarne il ritmo.
Entrambi
iniziarono ad ansimare l’uno nella bocca
dell’altro, i sessi cominciarono a
indurirsi e Kyuhyun non vedeva l’ora di entrare per amare
completamente la sua
musa.
Con
la mano libera scese fino a sfiorare quella fascia di nervi che
pulsava. Con le
dita fece una lieve pressione per farle entrare, prima il medio che
iniziò a
farlo muovere in modo circolare e poi l’indice, continuando a
modellarlo.
Edward
inizialmente sentì dolore, si strinse di più al
suo amato che, lo baciava sulla
tempia rassicurandolo che il dolore sarebbe passato.
Kyuhyun
percepì i sessi pulsare fra le sue mani mentre le gocce
pre-orgasmiche
iniziarono a fuoriuscire dal glande arrossato.
-Piccolo
mio adesso sentirai un po’ di dolore ma, rilassati
… passerà …- lo disse mentre
gli accarezzava la fronte sudata.
Con
calma tolse le dita dal fascio di nervi mentre con l’altra
mano posizionava la
sua erezione pronto ad entrare. Come il suo sesso si fece strada in
quel fascio
di nervi Edward strinse fra le sue carni il sesso dell’altro
mentre una scarica
di brividi percorse la sua schiena.
-Hhhmmm…
sei stretto, … Hhmm… … rilassati amore
mio … rilassati …- cercò ancora una
volta di rasserenarlo mentre continuava a dare piccoli colpi di bacino.
Edward
respirava profondamente, il dolore pian piano iniziava ad affievolirsi
e lui a
rilassarsi.
“Bravo
piccolo …”
pensò
sentendo
allentare la stretta da parte dell’altro lasciandosi
così penetrare fino in
fondo.
Fece
intrecciare le loro mani, i loro corpi si unirono muovendosi
all’unisono.
Schiene
inarcate … ansimi … spasmi … brividi
che accarezzano la pelle e due anime che
danzavano a ritmo dell’amore mentre la luna e le stelle,
facevano da testimoni
al loro amore.
Raggiunsero
l’orgasmo nel giro di pochi minuti.
-Sei
stato fantastico … lo sai? – disse Kyuhyun facendo
sfiorare giocosamente i loro
nasi staccandosi senza fretta dal suo piccolo amore.
“Vorrei stare accoccolato a lui per tutta la notte
…” pensò
pulendosi dell’essenza del suo ragazzo.
-Ti
va di venire a casa mia? Sai … vorrei potermi svegliare con
te così sarò sicuro
che questo non sia solo, un bellissimo sogno …- disse con
trasporto.
Edward
arrossì imbarazzato per le parole dette dal suo uomo.
-Oh...
ehm… beh… ecco io … - per un momento
esitò ma subito dopo - … va bene qualsiasi
cosa ti faccia stare bene - rispose alzandosi per ricomporsi.
Anche
Kyuhyun iniziò a rivestirsi, aveva perso alcuni bottoni
della camicia ma non ci
fece molto caso. Adesso voleva stare solo con il suo amato Edward.
Uscirono
da scuola e insieme, raggiunsero casa Kyuhyun, dove avrebbero trascorso
la
notte fra coccole e chiacchiere, avevano tante cose da raccontarsi ma
soprattutto, dovevano iniziare a conoscersi meglio anche se sapevano
già
qualcosa l’uno dell’altro.
La
serata si concluse anche per Jong e Key, dopo un paio di drink tornarono a casa. Jong non
reggeva l’alcol e
fu di Key il compito di riaccompagnarlo a casa dove, ci rimase per
tutta la
notte. Key amava fare l’amore quando Jong era ubriaco, lo
faceva sentire
completamente suo fra baci intensi, morsi su tutta la pelle e segni sul
collo.
Era possessivo, sembrava “un
drogato e
lui, era la sua dose preferita”, così
scriveva sempre Key sui social.
Anche
Taemin aveva bevuto talmente tanto, da addormentarsi sul bancone.
Manuel aveva
rassicurato Key che, sarebbe stato lui a riportarlo a casa.
Al
momento della chiusura, il barman cercò di svegliare il
giovane ma senza
riuscirci.
“Aish …
mi fa sempre perdere tempo questo
ragazzino” pensò
dopo vari tentativi, poi stanco di aspettare, se lo issò
sulle spalle, chiuse
il bar e lo portò in macchina.
Una
volta messo in moto Manuel tentò di farsi dire la via ma
Taemin puntualmente
gli ripeteva: - non lo so … - quando beveva, aveva questa
capacità, non
ricordarsi le cose.
Il
rasta sbuffò stanco e seccato lo portò a casa
sua. Arrivati sotto il portone di
casa, il più grande tornò a sollevarlo sulle sue
spalle fino ad arrivare
davanti alla porta del suo appartamento, la aprì ed
entrando, accese la luce e
fece scendere Taemin dalle sue spalle.
Come
i piedi di Taemin si posarono sul pavimento quest’ultimo,
iniziò a levarsi la
giacca, a sbottonarsi la camicia e a slacciarsi i pantaloni fino a
toglierseli.
Rimase in boxer e come se nulla fosse, percorse il corridoio fino ad
arrivare
in soggiorno per poi buttarsi sul divano addormentandosi.
Il
rasta rimase alquanto divertito da tutto ciò, ma
alzò ugualmente un
sopracciglio sorpreso da quel suo comportamento. Lo seguì e
come vide l’altro
sdraiarsi sul divano e abbracciare un cuscino istintivamente sorrise. “Non so più cosa fare con lui
… mi ripete
costantemente che non ci sta provando con me e poi, si comporta
così …” pensò
il padrone di casa lasciando il piccolo Taemin sul divano per dirigersi
in
stanza da letto.
Anche
lui si privò dei suoi indumenti rimanendo con
l’intimo addosso. Si mise nel
letto e chiudendo gli occhi lentamente si addormentò.
…
ma non sempre i risvegli sono come ci si aspetta e il mattino seguente
Manuel,
si accorse che qualcosa non andava, lentamente aprì gli
occhi e girandosi
dall’altra parte del letto vide una sagoma accanto a lui. Per
un attimo si era
alzato pronto ad attaccare, si fermò in tempo come
notò che quello, era Taemin.
Istintivamente
controllò se entrambi avessero ancora l’intimo
addosso. “Sì, per fortuna
non siamo completamente nudi, quindi non è successo
nulla” tirò un respiro si sollievo, “ Uhm
… neanche il sedere mi fa male,
posso alzarmi senza nessun peso addosso …”
pensò mentre contemplava il piccolo
Taemin.
“Guardalo
come
dorme sereno, sembra quasi un angelo … corpo esile e snello,
pelle bianca,
fondoschiena da urlo e labbra da mozzare il fiato, soprattutto quando
sorride …
EHI
… ASPETA!
NONONOOOO MA CHE VADO A PENSARE! O MEU DEUS MEGLIO ALZARMI E PREPARARE
QUALCOSA
DA SGRANOCCHIARE!”.
Celere
Manuel si alzò dal letto, andò in cucina e
iniziò a preparare una ricca
colazione.
Intanto
Taemin si era svegliato e aprendo gli occhi si era reso conto che
quella non
era casa sua. - Uhm … dove mi trovo … - si
alzò dal letto e vedendo una camicia
bianca ai piedi di esso, la indossò per coprirsi prima di
andare in cucina.
Pian piano esplorò quella stanza, nell’aria si
sentiva l’odore del caffè appena
uscito e di cornetti appena sfornati.
Timidamente
entrò in cucina e come vide il rasta girato di spalle
intento a spremere
qualche arancia, Taemin sorrise - Buon … giorno …
- disse con voce ancora
impastata dal sonno.
-Buon
giorno piccoletto! Siediti pure e inizia a mangiare qualcosa -
sbottò Manuel,
ancor prima che Taemin parlasse, si era accorto della sua presenza.
-Grazie…-
rispose Taemin ma, prima di sedersi prese il suo borsone. Lo
aprì prendendo il
suo pc portatile. Il più grande intanto, aveva finito con la
spremuta e
girandosi la posò sul tavolo. Notò Taemin
indossare la sua camicia “…
gli dona molto …” pensò
sedendosi.
-Ancora
a scrivere la storia? - chiese il rasta passandogli il vassoio con i
cornetti.
-Sì,
devo solo scrivere il finale e ho finito - rispose Taemin prendendo un
cornetto
vuoto, - Voi leggerla?- gli chiese afferrando un bicchiere di spremuta.
- Sarebbe un vero piacere - il rasta sorrise e Taemin pronto,
girò verso di lui
il suo portatile.
Manuel
iniziò a leggere la storia.
“Interessante” sentenziò nei suoi
pensieri
perdendosi fra quelle parole.
-Woow,
hai scritto anche di Minho e dell’incontro di ieri sera fra
quel Kyuhyun e il
tuo amico Edward - sbottò il barman addentando un croissant.
-Certo,
però adesso mi manca il lieto fine per loro e Key e Jong!-
rispose Taemin.
-E,
il tuo lieto fine?- disse Manuel guardandolo di sbieco.
-
Non ho un lieto fine … ho pensato a quello degli altri e, ho
dimenticato il mio
perciò, lo lascio così. - ribatté
Taemin riposizionando il pc verso di sé per
continuare a scrivere.
Il
rasta leggermente infastidito si alzò dalla sedia, si pose
dietro a Taemin e
chinandosi posò il mento sulla sua spalla.
-Ho
anche notato che hai parlato dell’Alaska …
però non hai raccontato nulla …- gli
sussurrò all’orecchio. – Lo hai detto tu
no? Quello che accade in Alaska …
rimane in Alaska e, visto che ho mantenuto il segreto, adesso, tu per
sdebitarti dovrai farmi da modello!- rispose Taemin cercando di non far
trapelare il suo disagio. – Giusto … - rispose il
rasta ghignando mentre
volutamente sfiorò con la punta del naso il collo candido di
Taemin. Poi si
rialzò e uscendo dalla cucina sbottò: - Vado a
farmi una doccia …- ammiccò,
amava stuzzicare Taemin.
Il
più piccolo lo guardò arrossendo per poi
distogliere lo sguardo e finire la
storia.
Il
risveglio per le altre coppiette fu dolce, per un certo aspetto.
Jong
e Key si risvegliarono sul tappeto del soggiorno, pieni di succhiotti e
morsi.
Jong sorrise cosciente, di aver fatto passare una notte fantastica al
suo
ragazzo mentre Key si disperava per i segni lasciati da Jong sul suo
collo.
-Sei
uno stupido! Io ci lavoro con il mio corpo! Adesso come spiego questi
succhiotti?- Key era disperato ma, bastò una frase di Jong
per calmarlo: -
Voglio far sapere al mondo intero che tu sei solo mio!- Key
arrossì per poi
fiondarsi di nuovo su di lui.
Kyuhyun
e Edward si erano risvegliati abbracciati. Edward aveva la testa posta
sul
petto del suo amato, amava sentire il suo cuore battere mentre il
più grande
gli accarezzava dolcemente la schiena.
-Non
voglio uscire da questo letto …- disse Kyuhyun stringendo
fra le sue braccia
Edward.
-Neanche
io … voglio rimanere per sempre con te …- rispose
il più piccolo sfiorando con
le sue labbra il torace dell’altro.
-Allora
andiamo a vivere insieme al rientro della mia tournée -
dichiarò Kyuhyun
portando una mano sotto il mento del più piccolo alzandogli
la testa per
guardarlo negli occhi.
-Verrò
in tournée con te … per te arriverei in capo al
mondo pur di starti vicino …-
rispose Edward portando i loro nasi a sfiorarsi.
-E
il lavoro? – chiese sussurrando Kyuhyun inclinando il capo
verso destra
avvicinandosi alle labbra del suo amato. – Ho lavoro sodo per
tutti questi anni
… è arrivato il momento di godermi una
vacanza… - rispose a tono Edward
inclinando il capo verso sinistra andando incontro alle labbra
dell’altro.
Le
labbra si schiusero, la ricerca della loro gemella ripartì
… le posizioni si
capovolsero e i loro corpi all’unisono ricominciarono a
danzare.
Fine.
Taemin
mettendo la parola fine alla storia, salvò il file e spense
il portatile.
Si
alzò e andò in camera da letto, dove il rasta
aveva appena finito di farsi la
doccia ed era uscito in accappatoio.
-Hai
finito … - chiese il rasta guardando Taemin mentre si
avvicinava a lui. Il più
piccolo annuì mentre lentamente si sbottonava la camicia
andandogli incontro -
Ho bisogno di farmi una doccia…- disse Taemin in modo
suadente portando le sue
mani sulla cinta dell’accappatoio slegandola lentamente.
“Guardalo
prima
fa il timido e poi eccolo... O MEO DEUS e meno male che ero etero, aish
ma lui
è la mia eccezione, il mio diavolo tentatore personale" sorrise di
se stesso il più
grande mentre lo osservava avvicinarsi per dettare le regole di un
nuovo gioco
creatosi tra loro “Aish... scommetto
che
Lenny mi prenderà in giro a vita una volta saputo di me e
questo piccoletto” rifletté
il rasta, non volle fermarlo nelle azioni anzi, finì di
sbottonargli la camicia
per poi prenderlo dai fianchi in modo possessivo divorandolo con lo
sguardo.
Taemin
sorrise divertito privando completamente il rasta del suo accappatoio -
Andiamo
a scrivere il nostro lieto fine … - gli sussurrò
sulle labbra spingendolo in
bagno per poi chiudere la porta alle sue spalle.
----SULL’ISOLA
SI JEJU ----
I
colori caldi illuminavano il cielo, il sole stava per tramontare dietro
l’Oceano e le onde si gettavano su due sagome sdraiate sulla
riva l’un su l’altro.
-Credo
che si siano dimenticati di noi …- disse il giovane manager
mentre accarezzava
i lunghi capelli del suo amato che, li nascondeva dagli occhi indicreti
dei
passanti.
-Hhmm
… pazienza piccolo mio… l’importante
è che ci sei tu con me… - rispose il
barman dagli occhi grandi e cristallini come il mare.
[1]
Libro
presente nella OVA di Sekai-ichi.
[2]
A Busan, nel mese di maggio, all’interno della cornice
meravigliosa del tempio
di Samgwangsa, centinaia di lanterne colorate inondano gli spazi
interni ed
esterni per un effetto scenico unico.
Le lanterne simboleggiano la saggezza, che porterà luce nel
mondo, e molti di
esse hanno la forma del fiore di loto (simbolo corrente del Buddismo).
[3]
Sostanza
simile alla cera che viene utilizzata dalla Geisha per coprire il viso,
le
orecchie e metà collo.
Info
: la stazione ferroviaria è quella di Busan. Key per
arrivare a Seul prende la
Linea KTX Gyeongbu, raggiungendo in due ore e diciotto minuti la
Capitale.
Taemin
parte
dall’aeroporto di Pusan-Gimhae, situato a est del quartiere
di Gangseo-gu.
L’ultima
canzone
cantata da Kyuhyun al bar si intitola : “Million
Pieces”. (entrambe le canzoni
sono realmente sue, e sono bellissime *_____*).
∞∞∞
Dietro le quinte ∞∞∞
*Sbuca
dal nulla guardandosi intorno per vedere se è nella
sezione giusta.*
“Uhm
… si, è questa … non ho
sbagliato!”
Ciaaaaaoooooooooo
piccolaaaa mia!!!! *___* Tantisssimiiiiiii
Augurrrrrriiiiiiiiiiii my e ripeto MY (solooooo miaaaa) Sister!!!!
Ahahahahaahah * Le crisi sono in atto. Poi, le salta addosso
strapazzandola di
coccole.*
Ci crederesti mai che ho
pubblicato una One Shot … capisci?! UNA ONE SHOT solo per
te!!! * saltella
felice,infondo non ci crede
neanche lei.*
Cioè
… non voglio trovarmi mai
piùùùùù nei
vostri panni! *non
ammette che ci ha preso gusto nello scrivere.* Ti rendi conto che la
notte
sognavo Kyuhyun che mi cantava tutto sorridente e un Edward che
agitando quella
su bellissima manina mi salutaaaa! *___*
*sta ammettendo che si è divertita a sognarli.*
Ma,
tutto questo è stato possibile grazie a due persone che
hanno collaborato con me sostenendomi e soprattutto S O P P O R T A N D
O M I durante i
miei momenti di sclero … indecisione
… ispirazione a
mille e aggiornamenti
24h ahahahahah.* Rotola dalle risate.*
Vi
ringrazio di cuoreeeee *___* se avete bisogno di un rene
chiamatemi (sempre se è compatibile ahahahahah).
*Arriva
il suo avatar a prenderla a schiaffi.*
-Dovete
scusarla ma … da quando ha finito di scrivere non si
è
più ripresa …-
*La
prende in braccio e portandosela via.*
-
Lascio concludere ai suoi collaboratori … forse, ma dico
FORSE, sono più lucidi di lei…-
“Ho i miei dubbi … ma vabbé
…”
Hola
pesteeee
Taaanti
auuuuguuuriiiii *l’abbraccia felice.*
Credevi
che te la scampavi è?
u.u
Donna
di poca fede, non potevi non beccarti una mega storia * e
qui ringrazia l’autrice*, con il capellone argentato e il
rasta che
s’intrufolano *ride di gusto* e con relativi banner *fa occhi
a cuore*
Vediiiii
non serve sempre l’assiduità per rimanere in
pianta
stabile nei cuori degli amici.
=P
Ragaaa
grazie per avermi permesso di collaborare con voi.
Vi lovvo a tuttiiiii! By
Lagartischa
*arriva e
abbraccia la sua noona*
Buon
Compleannoooo :)
Sono
contentissimo di essere riuscito a partecipare
a questo regalo ^^
*saltella
felice*
Sei una
gran lavoratrice e appena puoi arrivi di corsa per
salutarci :)
Ti voglio
tanto bene <3
E hai
visto? Sono riuscito a finire il ritratto di Kyu che ti
avevo promesso shiiii ;)
Ancora
tanti auguri ^^
Kiss kiss ~