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Autore: jarpad    22/07/2016    0 recensioni
"Mi mancherai." disse dopo un po' cercando di rimanere cosciente.
"..anche tu." sussurrò in lacrime Aiden, prima di alzarsi e guardarlo qualche secondo in silenzio. Non sapeva quanto tempo fosse passato. Aveva sperato, pregato, di non arrivare mai a questo, ma evidentemente il suo destino aveva deciso questa strada per lei. Abbassò lo sguardo cercando di farsi forza, poi alzò il fucile verso la testa di suo fratello. Jake le rivolse un piccolo sorriso poi chiuse gli occhi aspettando che arrivasse il colpo, ma Aiden non ce la faceva. Sentiva il mondo crollargli addosso ogni secondo di più. Abbassò il fucile cercando di prendere controllo del suo corpo, poi puntò nuovamente con le braccia tremolanti; chiuse gli occhi, girando un po' la testa, poi premette il grilletto.
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Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Daryl Dixon, Rick Grimes, Shane Walsh, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XVI

 
"Vuoi tenere un po' Judith? Così ho il tempo di andare in bagno e prepararle il latte." 
"E... se la rompo?" chiese spaventata; Beth scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
"Non la romperai, stai tranquilla. Ora prendila" Beth non smise a ridere un secondo, molto divertita dalla frase che Aiden che aveva detto; si piegò, quindi, sui talloni e le porse la piccola bimba.
Aiden accettò e la prese, per poi sedersi insieme a lei sul pavimento; cominciò a giocare insieme alla piccola Judith, facendole di tanto in tanto un po' di solletico o baciandole i piedini nudi, poi l'avvicinava e faceva facce buffe per farla ridere. Ascoltare la sua risata era così bello, liberatorio; sembrava che con la presenza di quella bambina fosse tornata un po' di speranza, che nonostante tutto i pezzetti di quello che restava della Terra potevano essere raccolti ed incollati fra di loro.
Io... avrò mai dei figli?
Con un sospiro lasciò che quella domanda fluttuasse a vuoto nella sua testa, prendendo con il braccio sano la piccolina ed uscendo dalla sua cella. Il posto ormai era vuoto e decise di mettersi seduta su una sedia; si guardò attorno, cullando un po' Judith tra le braccia che cominciava già a fare smorfie e lamenti, segno che stava reclamando la sua pappa. Quando vide Beth uscire da fuori l'angolo con un biberon di latte pronto in mano le lasciò la piccolina tra le braccia.
"Il latte in polvere è quasi terminato -fece una smorfia- quello che Daryl era riuscito a trovare al supermercato non è bastato. E' necessario prenderne altro" Aiden annuì e l'assicurò che ne avrebbe parlato con qualcuno del gruppo, così una volta salutata uscì. Era un po' cupo come posto e per i corridoi non aveva fatto altro che guardarsi le spalle e camminare velocemente. La paura che qualche walker si fosse insinuato tra quelle mura era tanta, soprattutto perchè non conosceva quel posto e non sapeva dove andare.
Comunque, ne uscì fuori viva e vegeta e senza esitazioni, evitando accuratamente Carol e Daryl.
"Ciao Aiden" Hershel le passo affianco e lei lo bloccò, guardandolo per bene. Non si era accorta che l'uomo non aveva più una gamba ed aveva delle stampelle.
"Ciao!"
"Allora, hai di nuovo le allucinazioni?" chiese preoccupato, sistemandosi meglio. 
"E' stato difficile lì fuori, sentivo la vostra mancanza... non è niente, davvero. Davo solo un po' di matto. -lo rassicurò- Piuttosto, tu? Con quella gamba?"
"Il primo giorno qui alla prigione sono stato morso e Rick mi ha subito tagliato via la gamba. Se non fosse stato per lui probabilmente ora non sarei qui. Gli devo molto" sorrise bonario, osservando l'ambiente che lo circondava. Aiden lo fissò, incuriosita, e scoppiò quasi a ridere notando quanto Hershel assomigliasse a Babbonatale. L'uomo, infine, si liquidò tornando all'interno avvisandola sul fatto che aveva impegni; Aiden annuì e dopo averlo salutato si diresse subito verso Maggie e Glenn, che si stavano occupando a raccimolare tutti i cadaveri degli zombie che non erano riusciti a prendere i giorni prima; il piano era quello di bruciarli.
"Ehy, serve una mano?" chiese.
"Sicuro, ma non vorrei che ti sforzassi" rispose Maggie, indicandole con un cenno il polso fasciato; Aiden roteò gli occhi, scocciata, e si piegò per afferrare un cadavere dai piedi per trascinarlo verso il furgoncino.
"Sei proprio testarda, eh?" ridacchiò Glenn, parecchio divertito.
"Già, non mi ferma nessuno. Soprattutto ora che sono qui con voi. -sorrise- Ah, quasi dimenticavo... Beth ha detto che il latte in polvere è quasi finito, ve lo dico così magari iniziate ad organizzarvi"
"Potremmo uscire domani a cercarlo, non abbiamo ancora controllato nel piccolo paese che è a venti chilometri da qui" propose Maggie, guardando il suo ragazzo. Glenn annuì e fece una smorfia di sforzo, afferrando il cadavere che Aiden stava cercando di tirar su per metterlo sul retro del mezzo.
"Posso venire anch'io? Potremmo dividerci, cercare in più posti"
"Non saprei... devi ancora riprenderti" Maggie tentennò.
"Facciamo così: se domani mi sento bene vengo, se sto male me ne resto in cella"
"Ma-"
"Vi prego!" li implorò con lo sguardo, allora Glenn annuì, ancora poco convinto.
"Non allontanarti troppo da noi, però"
"Perfetto!" esclamò soddisfatta, per poi continuare a trascinare i cadaveri; fu molto faticoso ma almeno faceva qualcosa e non rimaneva con le mani in mano. Non le piaceva non aiutare, soprattutto se tutti gli altri erano impegnati a fare qualcosa.

La sera arrivò presto; si riunirono tutti in cortile, per mangiare. Daryl era tornato dalla caccia ed aveva portato con sé un cervo, dicendo che era sulle sue tracce da tutto il giorno. Tutti ne furono entusiasti, alla vista, solo Rick sembrava più assente degli altri. Carol, aiutata da Maggie, iniziò a tagliarlo in pezzi e metterlo sopra la griglia per cuocerlo mentre gli altri erano alla ricerca di qualcosa per impiattare il cibo.
"Nella cucina c'è quello che cercate" Aiden si voltò di scatto, spaventata, verso un uomo di colore alto e grosso quanto un armadio e un tizio baffuto e un po' gracilino; prima di allora non li aveva mai visti e non perse tempo a puntargli la pistola contro.
"Aiden, calmati, metti giù la pistola. -Glenn la raggiunse, abbassandole il braccio- Sono con noi"
"Penso di non aver capito" disse confusa, riponendo l'arma nella fondina.
"Sono dei detenuti di questo carcere. Li abbiamo trovati chiusi nella cucina e dopo alcuni problemi e discussioni si sono uniti a noi. Ora condividiamo il cibo"
"Vuoi dire che ce n'è altro?" chiese con occhi sbarrati. Si era stupita a vedere Daryl tornare con il cervo, perché non vedeva cibo decente da mesi, ma sapere che ce n'era altro ancora lì dentro la faceva scoppiare di gioia; per un po' non avrebbero dovuto occuparsi di andare a caccia spesso. Forse Daryl lo faceva anche per stare da solo e tenersi impegnato. Di certo gli altri non si sarebbero lamentati se avesse continuato a portare carne fresca per i pasti.
"Sì, un sacco" sorrise divertito dall'espressione della ragazza.
"Glenn, vieni a darmi una mano?" esclamò Maggie cercando di aprire la porta mentre con le mani portava piatti, bicchieri, forchette e quant'altro.
"Arrivo! A dopo ragazzi"
"Allora, uhm, mi dispiace per avervi puntato l'arma contro. Non sapevo foste dei nostri. Io sono Aiden, comunque" porse la mano, con un espressione di sincere scuse in volto.
"Io sono Oscar"
"Io Axel" dissero a turno, stringendole la mano e sfoggiando un sorriso. A primo impatto, a causa di quelle divise da carcere e l'aspetto duro e mascolino, forse un po' meno per Axel, sembravano molto pericolosi ma Aiden dovette ricredersi quando, durante la cena, sedendosi tra i due iniziò a ridere come mai aveva fatto. Axel la faceva sbellicare dalle risate, con le sue battutine tristi e da quattro soldi ed inoltre il suo modo di flirtare era pessimo.
"Quindi siete rimasti chiusi dentro la cucina per tutto questo tempo?" chiese per poi spolpare per bene l'ossicino avvolto di carne che le era capitato nel piatto.
"Già, finché non sono arrivati loro. -rispose Axel, indicando il suo gruppo- Fu scioccante scoprire ciò che c'era fuori"
"Posso solo che immaginare" rispose per poi buttare l'osso più che pulito nel piatto. Si stiracchiò, portando le braccia in alto, poi guardò sorridente tutto il suo gruppo; era felice di essere di nuovo tra di loro, ciò che era successo pochi giorni prima, tra cui l'aggressione da parte di Shane e la morte di Randall, erano ormai ricordi lontani.
"Beth, perché non ci canti qualcosa?" chiese Hershel, portando l'attenzione di tutti sulla timida biondina; quella scosse la testa, con ancora un boccone di cibo in bocca ed abbassò lo sguardo, facendo intendere che non ne aveva proprio voglia nonostante avesse una bellissima voce, piacevole da ascoltare.
"Posso cantare io" propose Aiden.
"Tu canti?" chiese scettico Daryl, lanciandole un'occhiata divertita.
"Tutti abbiamo dei talenti nascosti" rispose piccata, lanciandogli l'osso che aveva abbandonato poco prima nel piatto. Daryl ridacchiò, soddisfatto dalla reazione ricevuta, gli piaceva parecchio punzecchiare la biondina, poi tornò a mangiare il resto della carne che aveva nel piatto.
"Glenn, sembrerà stupido chiedertelo, ma hai ancora quella chitarra?" chiese con speranza Aiden.
"Sì, credici o no ho pensato fosse utile. Volevo scassarla su qualche zombie"
"Potresti portarla?"
"Certo! Torno subito!" si alzò dalla sedia e come un razzo corse all'interno del braccio C, chiudendosi la porta alle spalle.
"Cosa canti?" chiese Hershel con curiosità.
"Carry On Wayward Son"
"Temo di non conoscerla -fece una smorfia- non sono un uomo molto moderno" tale frase scatenò l'ilarità del gruppo.
"Credo ti piacerà, e comunque non è poi così moderna" sorrise, Aiden.
"Eccomi!" Glenn tornò di corsa, con in mano l'oggetto chiesto; fece il giro del tavolo e la posò in grembo ad Aiden. Oscar ed Axel fecero spazio, per permetterle di stare comoda, ed Aiden iniziò ad accordare un po' lo strumento. Ci mise cinque minuti, nonostante l'Apocalisse lo strumento era messo piuttosto bene.
"Pronti?"
"Basta che non ci fai sanguinare le orecchie" farfugliò Daryl, beccandosi un'occhiataccia da parte di Aiden.
Iniziò a strimpellare le corde, osservando il fuoco che scoppiettava a qualche metro da loro; guardare altrove la aiutava a superare l'imbarazzo. Non le piaceva molto cantare in pubblico ma voleva mettersi in gioco, ed in più voleva essere apprezzata. Era una di quelle persone che aveva sempre il bisogno costante dell'accettazione degli altri.
"Mio padre me la cantava spesso, quando tornava dalla guerra. -prese una pausa- Credo che lo facesse più per darsi forza da solo che per darla a me" si schiarì la voce.
Non ti fermare, figlio ribelle/
Troverai la pace quando tutto sarà finito/
Posa la tua testa sfinita e falla riposare/
Non piangere più/

Un tempo mi ersi sopra il rumore e la confusione/
solo per dare uno sguardo al di là di questa illusione/
Mi libravo ancora più su/
Ma sono arrivato troppo in alto/
Mascherato come se ne avessi motivo/
La mia farsa è l'evento dell'anno/
E se affermo di essere un uomo saggio/
significa che non so proprio nulla/

Non ti fermare, figlio ribelle/
Troverai la pace quando tutto sarà finito/
Posa la tua testa sfinita e falla riposare/
Non piangere più/


Terminò, alzando gli occhi al cielo per trattenere le lacrime. La sua famiglia le mancava un sacco; chissà se suo padre era morto per davvero a Jacksonville. Chissà che fine aveva fatto sua madre. Si augurava che non avessero fatto la stessa fine di suo fratello, Jake.
"Sei bravissima" Beth batté le mani entusiasta, insieme a tutti gli altri. Aiden sorrise e posò lo strumento a terra, per poi alzarsi in piedi scusandosi e dicendo che aveva bisogno di un po' di tempo per sé. 
Abbandonati gli altri nel cortile interno andò verso il cancello per accedere a quello esterno e sdraiarsi un po' sull'erba fresca e guardare le stelle.
Non trascorse molto tempo prima che qualcuno l'affiancasse e si sorprese quando voltando la testa verso destra vide Daryl; lui la imitò ed in poco tempo si ritrovò nella sua stessa posizione, con le mani incrociate dietro la testa e le gambe divaricate. Non disse nulla per un bel po' ma Aiden non se ne dispiacque e non lo trovò nemmeno imbarazzante.
"Perché ti sei allontanata?"
"Stavo pensando alla mia famiglia" si giustificò. Calò di nuovo il silenzio.
"Sai, stavo pensando... ci conosciamo da un po' ormai ma non sappiamo nulla l'uno dell'altro. Beh, in realtà tu qualcosa di me la sai: di mio fratello Jake e di mio padre"
"Ha davvero importanza parlare di ciò che eravamo prima?" sembrò scocciato.
"Dov'era la tua famiglia quando è iniziato?" chiese Aiden, evitando il tono dell'arciere; quello grugnì infastidito ed Aiden pensò davvero che non avrebbe risposto alla sua domanda, ma la stupì.
"Mia madre morì quando ero piccolo in un incendio, causato dalla sua stessa sigaretta. Troppo ubriaca per rendersi conto che aveva dato fuoco al letto in cui riposava. Mio padre era un pezzo di merda ed ha avuto ciò che meritava, proprio agli inizi di tutto questo schifo. -prese una pausa- Poi c'è mio fratello, Merle. Davvero un bastardo però gli voglio bene, è sangue del mio sangue"
"Perché parli al presente?" chiese confusa. Aiden non aveva mai visto questo Merle, né alla fattoria mesi prima, né alla prigione. 
"Perché so che mio fratello è vivo, da qualche parte"
"Non era con te?"
"Sì, ma Rick l'ha ammanettato su un tetto di un palazzo ad Atlanta. Si è tagliato una mano, perché l'avevano abbandonato, ed è fuggito via. Io so che è vivo, niente uccide Merle se non Merle stesso" asserì sicuro, voltandosi appena per guardarla con decisione.
"Hai provato a cercarlo?"
"Non ne abbiamo più avuto tempo" silenzio. Daryl non era un tipo molto loquace, se ne stava sempre zitto con il broncio. Aiden si chiese se ci fosse mai stata una donna nella sua vita e che in qualche modo la sua perdita lo abbia cambiato, ma ne dubitava molto. Non le sembrava proprio quel tipo di uomo; magari si stava anche sbagliando, però non le dava quell'impressione. Non riusciva proprio ad immaginarsi un Daryl in giacca e cravatta che tornava la sera dal lavoro ed una graziosa donna che lo aspettava con ansia, preparandogli i suoi piatti preferiti.
"Avevi il ragazzo?" chiese d'improvviso, domanda che colse Aiden impreparata. Si alzò a sedere e portò le ginocchia al petto, guardando oltre il recinto gli zombie che cercavano di entrare.
"Tu hai mai visto un fantasma, Daryl?"  ****(a/n)
"Cosa c'entra?" chiese perplesso, aggrottando la fronte e mettendosi seduto anche lui, per poi appoggiare gli avambracci sui ginocchi.
"Io ci credo nell'esistenza dei fantasmi. Però, in realtà, non li ho mai visti... né credo che qualcuno possa averli visti davvero. Lo dicono in troppi. Però, allo stesso tempo, penso anche a un'altra cosa: sono convinta che anche io un giorno m'innamorerò e... e sarò felice, però nella realtà non mi è mai capitato con nessuno di provare dei sentimenti collegabili a tutto questo. -sospirò- Le persone che si innamorano come se fosse la cosa più facile di questo mondo sono così lontane da me, perché in altre parole io non le vedo e così continuando a ripetermi 'come pensavo i fantasmi non esistono', mi sto arrendendo. Per questo la risposta alla tua domanda è: non ce l'avevo. E tu? Sei una di quelle persone che i fantasmi li vedono?" Aiden si voltò e lo guardò con speranza; sperava fosse riuscito a comprendere il suo discorso, perché lei era sempre stata una ragazza complicata. Quando si agitava usciva fuori discorsi che sembravano senza senso ma se poi si rifletteva bene, erano seri e profondi.
"Io forse sono uno di quelli che li vorrebbero vedere, -tentennò- per questo vado nei punti di avvistamento dei fantasmi, è solo una mia idea, -accennò una risata, forse imbarazzato o a disagio per l'assurdità di quel discorso- però... anche quelli che hanno il dono saranno rimasti sbigottiti la prima volta che hanno visto un fantasma, come ci saranno persone che li hanno visti ma hanno liquidato il fatto come assurdo, come se non fosse accaduto. O altre che si sono impegnate al massimo per riuscire a vederli e alla fine ci sono riusciti. Perciò anche tu non puoi decidere fin da adesso che non riuscirai mai a vederne nessuno in tutta la vita." Aiden lo guardò, meravigliata. Non pensava che Daryl potesse capirla, nessuno fino a quel momento lo aveva fatto. Lo aveva sempre etichettato come tipo burbero e superficiale, ma quella volta era riuscito a leggere tra le righe; l'aveva lasciata completamente sbigottita, senza parole. Daryl quando parlava seriamente riusciva a tirare certe cose fuori che non ti saresti mai aspettata da un tipo del genere. Da quella risposta intuì che anche lui era alla ricerca di qualcuno; allora non era un insensibile. Aveva anche lui un cuore sotto quella corazza impenetrabile.
"Ti auguro di poterlo vedere un giorno un fantasma, Aiden. Perché penso che da qualche parte ci sia un fantasma che desidera essere visto da te" continuò; la biondina sorrise, emozionata come una stupida bambinetta di fronte a un nuovo giocattolo, ed una strana sensazione le strinse allo stomaco.



***(a/n) TORADORA! 
  
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