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Autore: Strange_Guy99    22/07/2016    3 recensioni
Crossover: Crybaby and Blurryface.
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Crybaby ride tra le sue lacrime. È una ragazzina che non ha mai avuto niente di buono dalla vita e che continua ad andare avanti nella speranza che qualcosa cambi.
Blurryface è un mostro. Odia con tutto sé stesso Tyler e lo scopo della sua vita è quello di annientarlo per poter essere vivo.
Tyler non vive. È una persona che preferisce osservare gli altri. Ha intrapreso una battaglia contro Blurryface ed in palio c'è tutto.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I giorni passavano alla svelta e la vita del nostro "più-duo-che-trio" procedeva nella sua inconsueta normalità.
Crybaby era tornata nella sua casetta ed aveva risolto il problema con sua madre.
Una soluzione un po' forzata, certo, ma era pur sempre una soluzione e la bambina ne era più che contenta.
Blurryface continuava il suo piano di distruzione e Tyler ne era sempre più spaventato.
Stava perdendo il controllo ed il campanello d'allarme era stato proprio l'episodio del Luna Park.
Blurryface non poteva compiere azioni umane.
Lui non poteva andarsene in giro e salvare ragazze dalle giostre impazzite.
Era inutile negarlo, il controllo stava passando in mano al demone.
La paura iniziava a controllare il povero Tyler.
Ma poteva contrastarla.
In quel periodo scriveva una quantità industriale di piccoli poemi che si divertiva a mettere in musica e ciò attenuava leggermente l'influenza del mostro.
Ma aveva scoperto un altro antidoto contro la paura.
Crybaby.
Sì, la ragazzina lo aiutava a sua insaputa.
Ma al tempo stesso aiutava anche Blurryface.
Il ragazzo si era affezionato, ma affezionandosi si era esposto.
Era il veleno e l'antidoto.
Odio et amo.
Come sarebbe finita non lo sapeva nessuno dei due, sapevano solamente che quella ragazza serviva ad entrambi.

*

Tyler percorse il vialetto di casa sua, tenendo due buste piene di cibo e bevande.
Era triste. Molto triste.
Blurryface lo stava torturando da quelle che sembravano ore solo perché aveva rovesciato un cartone di latte.
Non aveva nemmeno la forza di reagire, si stava spegnendo.
Tutto ciò che voleva era che quel mostro si tappasse quella cazzo di bocca e rimanesse in silenzio per sempre.
Invece no.
Continuava a parlare e parlare, senza fermarsi.
Magari si stancherà, pensava il ragazzo emotivo.
Ma non aveva capito che meno reagiva, più lui prendeva potere.
«Incredibile.»disse per l'ennesima volta Blurryface con il suo consueto ghigno impresso sulla faccia«Ti stavano guardando tutti!»
Ma Tyler non lo ascoltava più; un piccolo biglietto bianco attaccato con dello scotch alla porta di casa sua aveva attirato la sua attenzione.
Lo prese delicatamente tra le mani.
«Vuoi tapparti quella boccaccia?!»sbottò.
E il parassita fu costretto ad obbedire.
Il biglietto era scritto in una calligrafia tanto infantile quanto elegante che collegò immediatamente a Crybaby.
Diceva: “Non lo sopporto più, oggi alle 4 venite a fare merenda da me ed aiutatemi a sbarazzarmi di lui.
Baci, Crybaby."
Appunto.
Ma che cosa voleva dire? Chi non sopportava più? Perché voleva sbarazzarsi di lui?
«Oh, deve parlare del suo ragazzo.»disse Blurryface da dietro la spalla di Tyler con una punta di amarezza nella voce.
Tyler sgranò gli occhi, stupefatto ma anche leggermente ferito.
«Ragazzo?»chiese cercando di mantenere un tono disinteressato.«Non l'ho mai vista con nessun ragazzo!»
«Io sì.»replicò seccamente lui.«Erano al parco insieme, mentre tu scrivevi.»
Tyler voleva piangere e non sapeva perché.
Crybaby aveva un ragazzo. Lui non aveva una ragazza.
Sapeva che non doveva importargli, ma questa sensazione di inferiorità lo feriva profondamente.
Forse era stupido ma credeva di avere una sorta di legame con la bambina.
Quanto a Blurryface, non lo avrebbe mai ammesso, ma anche lui infondo all'anima era leggermente ferito.
Il che era un bene per lui, significava che si stava avvicinando al provare sentimenti umani e che, quindi, stava prendendo il controllo.
Sorrise non appena percepì la tristezza del ragazzo.
La sua intuizione era giusta, Crybaby gli serviva.
«È così triste.»sussurrò Blurryface all'orecchio di Tyler.«Per lei non vali niente.»
Tyler serrò le labbra, cercando disperatamente del coraggio.
«Se vuole liberarsene è perché le cose non vanno bene.»fu l'unica risposta che gli venne in mente.«E poi è nostra amica, dobbiamo aiutarla.»
«Io l'aiuterò.»rispose con orgoglio il parassita.«Tu osserverai e basta, come sei solito a fare.»
Seguì un attimo di silenzio.
«Non questa volta.»sussurrò Tyler accartocciando il biglietto.
Merda, pensò Blurryface.

*

Crybaby aveva appoggiato la testa sulla sua mano, osservando il suo bellissimo Johnny mentre parlava e parlava, ma non emetteva alcun suono.
Quando lui parlava il cervello di Crybaby si scollegava e tutto quello che poteva fare era osservare quel ragazzo di porcellana.
Era insopportabilmente carino.
Era saccente, tremendamente noioso e esageratamente orgoglioso delle sue doti intellettuali.
Ma era così affascinante. E odioso.
I sentimenti che Crybaby provava erano contrastanti, ma doveva liberarsi di quello stronzo.
Almeno per un po'.
Johnny schioccò ripetutamente le dita per attirare l'attenzione della bambina.
«Hey, mi senti?!»domandò sarcastico lui.
Crybaby mugugnò un grugnito d'assenso a annuì senza troppa convinzione.
«Un po' di portamento!»disse lui con voce lamentosa. Si lamentava sempre.«Non sei una bestia...oh, le bestie. Sai qual è la mia bestia preferita? Il leone. Devi sapere che il leone...»
Ed iniziò un altro dei suoi sproloqui, vomitando su Crybaby una quantità industriale di parole di una difficoltà indescrivibile.
La ragazzina prese qualche cubo di legno, iniziando a compitare la sua frase preferita.
Due semplici parole, una soddisfazione immensa.
"Fuck you". "Fottiti".
Quel ragazzo pensava di essere più intelligente di lei, con tutte le sue orribili poesie e il suo alfabeto così forbito e aulico.
Beh, lei voleva solo mandarlo a fanculo.
Non appena pose l'ultimo cubo con intagliata una "U" il campanello suonò ed un gigantesco sorriso comparse sulla bocca della ragazzina.
«Chi è?»domandò Johnny, sgranando gli occhi scandalizzato non appena si accorse dell' "opera letteraria" di Crybaby.
«I miei amici!»esclamò lei, balzando in piedi per poi dirigersi verso la porta.
«Non doveva essere un appuntamento?»
«Appunto, DOVEVA essere un appuntamento.»rispose soddisfatta lei per poi spalancare la porta.
Assalì letteralmente i due ragazzi identici, avvolgendo le braccia ai loro colli.
«Vi prego.»sussurrò Crybaby con gli occhi che brillavano.«Mandatelo via.»
«Va bene, va bene.»Blurryface sorride soddisfatto, rimboccandosi le maniche per mostrare i muscoli ed entrare in casa.«Dove si trova quest'idiota?!»
«Fermati.»ordinò Tyler con tono insicuro.
Non sapeva perché lo avesse fatto.
Non era per ricordare a Blurryface chi avesse il controllo.
No, stavolta non era lui la persona a cui voleva dimostrare il suo coraggio.
Il suo bersaglio era Crybaby.
Voleva dimostrarle che anche lui avrebbe potuto salvarla da una giostra impazzita.
Si chiama orgoglio maschile.
«Vorresti pensarci tu?»domandò il demone con tono di scherno, guardando Crybaby.«Lui non riesce nemmeno a sfogliare un libro senza tagliarsi con la carta.»
Ma gli occhi di Crybaby erano rivolti verso Tyler adesso.
Quel ragazzo così introverso stava cercando di essere coraggioso e la ragazzina stava apprezzando davvero tanto quel gesto.
«Lo batterò al suo stesso gioco.»sussurrò il ragazzo prima di prendere posto nella sala accanto, vicino al suo nemico.
«Ciao.»si presentò allegramente lui.«Io sono Tyler.»
«Tyler: "T", "Y", "L", "E", "R". Troppo facile.»ridacchiò il ragazzino, facendo uno spelling correttissimo del nome del ragazzo emotivo.«Il mio nome è Johnny.»
Com'è superbo, pensò Tyler alzando gli occhi al cielo.
Odiava le persone come lui: bello, ma senza alcuna qualità.
Un finto intellettuale.
«Johnny: "J", "O", "H", "N", "N", "Y", giusto?»domandò, facendo uno spelling perfetto in un tempo assai minore impiegato dal ragazzo di Crybaby.
«Giustissimo.»sibilò in tutta risposta, offeso nel profondo nell'anima.
La gara aveva ufficialmente avuto inizio.
I due ragazzi iniziarono una forbitissima e all'apparenza normalissima conversazione.
Ma non c'era niente di normale in quella situazione; quella era una vera e propria competizione di conoscenza.
Era poco più di un gioco a chi ne sapeva di più.
Tyler non aveva la più pallida idea di ciò che stava facendo, non si considerava un ragazzo intelligente né tantomeno scarso.
Ma per esiliarsi leggeva un sacco di libri, metteva parole in poesia e questo era un modo per allenare la sua mente.
«Potresti andartene?»domandò infine, orgoglioso della sua interminabile tesi sul suo argomento preferito: la sua mente contorta.
«Come scusa?»domandò Johnny, scuotendo la testa come un idiota.
Era confuso da tutte quelle frasi e quella domanda riuscì a spiazzarlo ulteriormente.
È divertente avere il controllo, pensò Tyler ridacchiando divertito.
«Andartene.»ripeté con tono gentile.«Sai, Crybaby non ti sopporta più e vorrebbe un po' di tempo.»
Crybaby scosse la testa, ridestandosi dai suoi pensieri che esplosero come una sottile bolla di sapone.
Ciò che diceva Johnny non la toccava minimamente, gli argomenti di Tyler, al contrario, avevano un ché di affascinante.
Si vedeva che parlava con i sentimenti e che non aveva solamente imparato mozioni a memoria.
La ragazzina sorrise incantata non appena sentì chiamare il suo nome dalla voce di Tyler che si era fatta così calda e protettiva.
«Oh.»Johnny l'intruso annuì perplesso per poi alzarsi e prendere la giacca.«Certo, certo.»
Continuò ad annuire con quell'espressione da idiota stampata in volto mentre Tyler lo scortava gentilmente fuori dalla deliziosa casa.
Non appena la porta si chiuse delle labbra calde di poggiarono sulla guancia del ragazzo emotivo, schioccando un sonoro bacio.
Crybaby sorrise in un certo senso imbarazzata.
«Grazie.»sussurrò quasi impercettibilmente.
Blurryface osservava, più infuriato che mai.
Come aveva osato?!
Serrò i pugni fino a farsi male.
Il sangue ribolliva, facendo pulsare violentemente le vene.
No! Non poteva essere dimenticato!
Doveva vivere!

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Okay, il capitolo è particolarmente corto ma a me piace tantissimo lol. Cioé, è il nonsenso e a me piace.
Poi boh, ditemi voi :p
  
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