Si svegliò tutta sudata nel suo letto di Hogwarts. Erano appena le cinque di mattina, ma si era presa uno spavento... non era colpa di un incubo, però. Cercò di ricordarsi tutto: aveva sognato... (dal sogno) Draco era seduto su un divano e le stava accarezzando i capelli dolcemente. La guardava con uno sguardo che non era il suo solito -cioè tagliente e pronto alle critiche. Questa volta sembrava pieno di... amore? Lei, dal canto suo, lasciava fare. Provava forse qualcosa per lui? Malfoy prese a baciarla e Hermione ricambiò. Poi i due si alzarono. Indossavano tutti e due degli abiti da cerimonia neri e dei mantelli. Quando aprì bocca, la voce di lui era spezzata. «Hermione... mi dispiace...» La baciò un'ultima volta. Già, perché non ce ne sarebbero state altre. Lei si lasciava trasportare da quel bacio, le lacrime calde che le scivolavano lungo le guance per poi cadere silenziosamente sul pavimento. Le braccia di Draco erano intorno alla sua vita mentre Hermione le teneva intorno al suo collo. Le dispiaceva non averglielo detto prima. «Draco... io ti amo» Si staccarono l'uno dall'altra ritrovandosi con circa un metro di distanza a separarli. Le mani di Malfoy si serrarono intorno alla bacchetta, tremanti. Le sue nocche erano bianche a forza di stringere. «A-Avada...» Ormai il pianto della Granger era incontrollabile. Sapeva che lui doveva ucciderla per conto del Signore Oscuro, ma le pareva ancora impossibile. «Avada Kedavra.» Un fiotto di luce verde scaturì dalla bacchetta di Draco e il corpo di Hermione si accasciò a terra, privo di vita. (fine sogno) Accanto a lei le sue amiche dormivano nei loro letti. Probabilmente stavano sognando qualcosa di fantastico, del tutto ignare della tempesta che si sentiva dentro Hermione. Intanto erano già arrivate le sei, per il suo sollievo: non aveva voglia di ripensare a quel sogno, la faceva stare peggio, avrebbe preferito di sicuro andare a lezione e distrarsi un po'. Non si accorse che le lacrime, come nel sogno, stavano iniziando a scorrere, senza sapere perché. A colazione non toccò cibo. Ciò che aveva sognato la "traumatizzava" ancora. Ma la cosa -o meglio la persona- che la preoccupava di più non era Draco, bensì Ron: loro due, di questi tempi, erano praticamente fidanzati. Non poteva confrontarsi quindi con lui a proposito del sogno perché si sarebbe arrabbiato troppo e non poteva raccontarlo a Harry perché l'avrebbe sicuramente detto a Ron. L'unica cosa che le restava erano i suoi stessi pensieri, in cui poteva rifugiarsi, riflettere e fantasticare senza il timore di essere ascoltata. Passò tutta la settimana a evitare per quanto possibile Malfoy. Solo vederlo la faceva sentire strana. Per quanto riguardava Ron e Harry, invece, si comportò normalmente. Un giorno si ritrovò da sola a camminare nel prato affianco al lago. Non c'era nessuno, perché stavano tutti mangiando nella Sala Grande. Poi la vide. Una figura solitaria la scrutava dall'altra sponda. Hermione in cuor suo sapeva di chi si trattava. Quando lei e la sagoma furono a pochi centimetri di distanza, lei si sporse in avanti e lo baciò. «Granger, tu mi ami?» Non sembrava sorpreso. «Si, Draco...» «E Ron?» «Al diavolo Ron.»