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Autore: Serrua_chan    23/04/2009    5 recensioni
Era un giorno solare a Konoha. Soffiava un venticello leggero, perfetto per stemperare i primi caldi di una primavera che si presentava già eccessivamente rovente. Nell'aria i canti felici degli uccellini, il profumo dei fiori, le urla dei bambini esaltati dalle prime giornate di sole da trascorrere al parco. Il ventitrè aprile sembrava cominciare nel migliore dei modi.
[Lievissimi accenni SasuNaru]
DEDICATA A SUSI (_ayachan_) PER IL SUO COMPLEANNO. <3
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo e ultimo tentativo di pubblicazione di fan fiction.
E’ appurato che non so scrivere, me ne vergogno e me ne dispiaccio per chi disgraziatamente abbia aperto la pagina.
E’ stata scritta unicamente per essere dedicata a Susi (_ayachan_ ), per il suo ventunesimo compleanno.
Tanti auguri Susiii(le i sono rigorosamente tre) !
Tu ti sei fatta cinque ore e mezzo di treno solo per venire a trovarmi, e io pubblico una fan fiction. Lo scambio è assolutamente equo U.U
La fiction risulta macchinosa, un po’ stupida e vuota (il titolo ne è la piena dimostrazione) e con accenno shonen-ai, che tu non apprezzi.
Scusami, ma non sono stata in grado di partorire altro!
Uh le scuse si estendono a chiunque legga la fic. Gomen! 

A Susi, la mia maman
Con tanto tanto tanterrimo affetto
Sara (L)


What a wonderful day!

Era un giorno solare a Konoha.
Soffiava un venticello leggero, perfetto per stemperare i primi caldi di una primavera che si presentava già eccessivamente rovente.
Nell'aria i canti felici degli uccellini, il profumo dei fiori, le urla dei bambini esaltati dalle prime giornate di sole da trascorrere al parco.
Il ventitrè aprile sembrava cominciare nel migliore dei modi.

<< Argh! Non ne posso più. >>
<< Naruto, per favore, ora calmati. >> l’urlo disperato del giovane fu interrotto dalla ragazza seduta sul davanzale di una piccola stanzetta. << Cinque minuti e le due gentili, per non dire povere, sarte che ti stanno appresso  avranno terminato il loro lavoro >>
<< Oh, dannazione! Chi ha scelto questo maledetto vestito da cerimonia? Sakura, segnami il nome che provvederò subito a spedirlo in territorio di guerra, non appena appoggerò il mio sedere su quella sedia. >>  sbraitò il ragazzo in piedi al centro della stanza, dimenandosi come un forsennato tra le mani di due esperte  e traumatizzate sarte.
Una grossa vena pulsante, che dava l'idea di essersi formata una decina di giorni fa’, se non mesi o anni, fece bella mostra di sé sulla tempia di Sakura.

Si trovavano in una delle stanze del palazzo dell’Hokage ormai da un’oretta buona e erano esattamente al punto di partenza.
Anzi un piccolo passo in avanti lo avevano fatto.
Alla partenza,  se non altro, Naruto era ancora in mutande.
Appellandosi a tutto il suo buon senso Sakura resistette, per la trecentesima volta, all'impulso di prendere a schiaffi quello che coraggiosamente osava definire il suo migliore amico.
'E' normale, Sakura. Naruto aspetta questo giorno da tutta una vita. E' comprensibile. Respira.'
Ricondotta la vena a dimensioni non più preoccupanti, decise di fare di tutto per calmare quell'esagitato biondo che si ritrovava di fronte.

<< Naruto, come prima cosa, quella che queste ragazze stanno cercando di farti indossare senza sembrare un ragazzino di vent’anni totalmente inetto e inappropriato, come in effetti sei, è la tunica ufficiale degli Hokage di Konoha. Da generazioni. Credo che lo stylist del Primo sia già morto da un pezzo, senza che tu lo mandi da nessuna parte. >> Sakura riprese fiato e continuò. << Seconda cosa, non c'è nessuna guerra! Siamo in tempo di pace. Te lo sei dimenticato? >>
<< Non importa! Dichiarerò guerra alla roccia se necessario! >> sputò con cattiveria e una strana luce negli occhi. Senza contare la pedata assestata nelle costole alla ragazza  ai suoi piedi, intenta a rifinire l'orlo della tunica, troppo lunga per il ragazzo.
La situazione era decisamente più tragica del previsto, pensò Sakura. Se Naruto cominciava a vaneggiare guerriglie e a prendere a calci le ragazze, allora sì, la cosa si stava facendo seria.
<< Sunako, Mitsuki, su su. >> battendo le mani la rossa si rivolse alle ragazze, incitandole a lasciare la stanza.
Le due si alzarono all'attenti. Sia perché non vedevano l'ora di uscire da lì, sia perché quel battito di mani avrebbe ucciso un rinoceronte.
<< Potete lasciarmi un attimo sola con il futuro Hokage? Tanto penso che meglio di così questo vestito non possa essere sistemato. >>
Non se lo fecero ripetere due volte e uscirono composte, senza però riuscire a mascherare il passo leggermente troppo accelerato e il sollievo nei loro volti.

<< Ora che siamo soli, si può sapere che diavolo ti prende? E’ una giornata splendida, Naruto! E stai per essere incoronato sesto Hokage da Tsunade, di fronte alla tua gente e i tuoi amici. >>
<< Lo so, lo so.  >>  rispose Naruto corrucciato prendendo a misurare il perimetro della stanza con grosse falcate.
Scrivania, sedia, poltrona, porta.
Porta, poltrona, sedia, scrivania.
Sembrava ormai incapace di rompere la sequenza che stava eseguendo, intervallando ogni passo con borbottii e mugugni.
<< In realtà.. è un giorno di merda! >> sbottò all’improvviso, fermandosi di fronte a una Sakura scompostamente seduta sulla poltrona sopracitata.
<< Questo venticello… lo senti? Mi si infilerà dappertutto fino a farmi volare quell’ ingombrante cappello del cavolo. Io odio il venticello!  >>
Sakura sgranò gli occhi, ma preferì saggiamente glissare sul fatto che il vento era proprio l’elemento di Naruto, quell’elemento di cui tanto andava fiero.
<< Poi…ascolta. >> il ragazzo si fermò un attimo in silenzio, gli occhi chiusi e l’indice della mano destra rivolta verso l’alto.
<< Cosa cazzo avranno mai questi uccellini da cantare tanto? È il periodo dell’amore e della riproduzione tra i volatili? Odio anche gli uccellini. Li manderò in letargo a vita, dopo questa giornata! >>
<< Ehm, Naruto, non credi di star esagerando? >> provò a farlo ragionare Sakura, spaventata dall’alone rosso che cominciava a scorgere negli occhi del ragazzo.
Scomodare Kyuubi per due uccellini che tubano, sembrava quantomeno eccessivo.
<< No che non sto esagerando! È tutto così fastidioso oggi. Anche questi bambini! Urlano, urlano e urlano agitando le loro palette e secchielli. Fastidiosi. Odiosi. >> concluse la frase sbattendo il pugno con forza sulla scrivania.
Sakura lo guardò spaesata. Certo il lato infantile di Naruto non si era smorzato negli ultimi anni, anzi crescendo era rimasto il solito ragazzino pronto a fare a botte anche con un bambino di sei anni.
Tuttavia Naruto era famoso per essere allegro, solare, socievole, disposto ad accettare tutto e tutti.
Compresi uccellini, bambini, e fenomeni atmosferici.
E la sua amicizia con l’ultimo degli Uchiha ne era un esempio lampante.

‘Ah Naruto… sei ancora un moccioso’ pensò Sakura con un sorriso sulle labbra.
<< Naruto, dimmi un po’.. non è che hai paura? >> interruppe il monologo del giovane, rivelando a cosa l’avevano portata le sue analisi.
La faccia del ragazzo ebbe la capacità straordinaria di attraversare, nel giro di due secondi, una decina di stati d’animo diversi accompagnate da altrettante smorfie.  
Interdetto, shoccato, sorpreso, conscio di essere stato preso in fragrante, fintamente offeso, arrabbiato.
Decise di soffermarsi sulle ultime due.
<< Ma Sakura! Sono il ninja più forte di tutta Konoha. Ti pare che io, Naruto Uzumaki, possa aver paura di  qualcosa? >>
<< Uhm.. vediamo.. Sì. Decisamente sì. E dalla tua reazione… >> Sakura si avvicinò al viso di Naruto piantandogli un dito in fronte e facendo una leggera pressione << ...direi che ho fatto centro.>>
Il ragazzo però non sembrò accettare il tono scherzoso dell’amica e si allontanò di scatto per riprendere poi a misurare la stanza.
<< Ora basta.  >> urlò accalorato, senza evitare di sbattere contro lo spigolo della scrivania. <voi che pensate di conoscermi a fondo. Siete così certi che il mio problema sia che io abbia paura? Smettetela, dannazione!>>
‘Voi?’ pensò Sakura.  
<< Io non ho alcun timore. E soprattutto non ho paura di non essere all’altezza del mio compito. È chiaro?  Toglietevelo dalla testa. >>
‘Uh oh. Sento puzza di Uchiha, in questo automatico passaggio al voi.’
<< Naruto ma io non ho detto nulla di tutto questo. Dimmi un po’.. che cosa ti ha detto questa volta Sasuke per ridurti in questo stato? >>
Si bloccò di botto, preso in contropiede.
<< Che.. che centra Sasuke, ora? >>
<< Centra sempre  Sasuke quando sei in questo stato. Ha la capacità di farti regredire allo stato mentale di una larva. Il che è un pelino preoccupante, visto che non parti da livelli assurdi di genialità, diciamo. >>
<< Ehi! Sei offensiva. Ricorda con chi stai parlando! >>
‘Un cretino?’ dovette mordersi la lingua per non rivelare i propri pensieri, figli di un riflesso incondizionato.
<< Okay, Naruto. Per favore, mancano meno di dieci minuti all’inizio della cerimonia. E noi non vogliamo di certo far arrabbiare la sensei vero? >>
Da quando aveva cominciato a comportarsi come una mamma chioccia per quella stupida peste?
<< No… >> sospirò stancamente il ragazzo, sedendosi alla scrivania.
<< Bene. Ora spiegami che diavolo ti ha detto Sasuke. >>
Al solo sentire il nome dell’amico, il viso di Naruto si riaccese di rabbia.
<< Lo stupido sostiene che io abbia paura. Paura di non essere ancora pronto, di non riuscire a soddisfare le aspettative che tutti hanno nei miei confronti, di non riuscire a difendere il villaggio, di essere troppo stupido e impulsivo per capire i meccanismi della guida di un paese, di non essere all’altezza di mio padre. Questa poi... >> finì il monologo bofonchiando l’ultima frase.

Certo, da Sasuke Uchiha non ci si poteva aspettare altro.
Non ne aveva risparmiata neanche una.
Se non fosse stata a conoscenza del tipo di legame che si stava istaurando tra i due avrebbe detto che per l’ultimo degli Uchiha sarebbe stato meglio  continuare la tanto amata strada della vendetta, invece di ripresentarsi a Konoha.
Sakura sapeva che ciò che più infastidiva il biondo non era tanto il suo senso del’onore ferito, quanto il fatto che come al solito l’Uchiha lo aveva smascherato. Lo irritava che lo conoscesse così bene. Arrivare secondo a Sasuke anche nella conoscenza della propria persona era una cosa scoraggiante e preoccupante dal suo punto di vista.

<< Oh Naruto. Non dare retta alla parole di Sasuke. Non lo hai fatto a dodici anni, quando dargli retta ti avrebbe reso la vita decisamente più semplice, lo vuoi fare proprio ora? >>
<< Ma adesso lui dovrebbe... almeno... io non dico elogiarmi, ma sostenermi, proprio ora che... cominciavamo...grrrr, che rabbia! >> Naruto prese a farfugliare tra sé e sé, senza un apparente filo logico.
Apparente per tutti, ma non per Sakura. O meglio non per chi aveva avuto la fortuna- o disgrazia?- di beccare i suoi due compagni di team terminare una scazzottata con un bacio appassionante. O meglioo inquietante, dal suo punto di vista.
Se lo aspettava da tempo, ma Sakura non era famosa per il suo sangue freddo e la fortezza di stomaco. Non aveva la minima intenzione di toccare in quel momento l’argomento ‘relazione ambigua tra compagni di squadra’.
Avrebbe aspettato di essere sposata e con figli, almeno.
<< Naruto ascoltami. Sasuke è un persona frustrata, lo so io, lo sai tu e lo sanno tutti. Sembra impegnarsi con tutto sé stesso per tirare fuori il peggio da te, ma questo è il suo modo di aiutarti. Quindi adesso noi scendiamo queste dannate scale, ci dirigiamo verso il luogo della cerimonia e ti prendi quello per cui hai combattuto per anni. E non sto parlando di un certo asociale di nostra conoscenza. Okay? >>
Con un sorriso di incoraggiamento e una mano sulla spalla Sakura cercò di infondere in Naruto tutta la fiducia che nutriva in lui. Sebbene fosse un cretino, era pur sempre la persona più adatta per ricoprire quel ruolo.
<< Grazie, Sakura. >> Naruto si grattò la testa con fare imbarazzato, il sorriso tornato quello di sempre. << Ora sarà meglio andare, altrimenti Tsunade mi uccide. >>
Sakura lo seguì fuori dalla stanza, lo accompagnò nella discesa verso la porta che avrebbe dato sul cortile, dove il quinto Hokage lo stava aspettando di fronte ad una folla in festa, radunata nella piazza sottostante.

Appostata lateralmente vide Naruto avanzare impacciato nella veste troppo larga, inciampare due volte sui suoi stessi piedi, prendere al volo il cappello prima che volasse via e grattarsi la pancia e la guancia in un tic nervoso e continuo.
Certamente era l’Hokage più bizzarro che la storia di Konoha potesse ricordare.
Impelagato in una storia del tutto improbabile con il  moro che in quel momento se ne stava appollaiato su un tetto, intento a nascondersi ad occhi indiscreti; incapace di camminare eretto senza creare danni all’ambiente circostante;  ignorante in fatto di diplomazia e buon senso.
Ma era deicisamente il ninja più forte del villaggio della Foglia.

Sakura osservò l’amico lanciare in aria il cappello e fare il segno di vittoria di fronte ad una folla spiazzata e divertita allo stesso tempo.
‘Naruto, tuo padre sarebbe fiero di te...’

23 Aprile, giornata di investitura del sesto Hokage di Konoha: Naruto Uzumaki.
Fine.
 
Ehm.. che dire?  Troppo sdolcinata sul finale per i miei gusti.
Ma volevo scrivere una fiction col personaggio preferito dalla Susi (e da me).
Sebbene appare totalmente inetto, a noi piace così!
Oh mon dieu…ce l'ho fatta.


  
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