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Autore: MoreThanDream    23/07/2016    1 recensioni
“Caro Harry,
Le persone dicono che senza di te sembro solo. Le persone dicono che non sono più lo stesso. Io invece continuo a vedere le ombre sul mio viso. Non ne sono sicuro ma penso di star impazzendo. A dirla tutta sono impazzito da quando tu, testardo che non sei altro, te ne sei andando. Non solo dalla mia vita.
Quindi ora, se fossi riuscito a dirti ti amo, oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia. Fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti. Sei incancellabile tu. Sei come quelle macchie d’inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?
Ma sai, alla fine ci si abitua, a tutto. Ai brutti voti, alle verifiche consegnate in bianco, alle sfuriate dei genitori, alle nottate insonni. Ci si abitua a tutto, involontariamente.
Eppure io, alla tua assenza, non mi ci sono ancora abituato.
Per sempre tuo,
Louis.”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Do you still love me the same?
 

Louis aveva capelli corti e lisci di un intenso color cioccolato, e delle orecchie un po’ a sventola. Era basso e magrolino e ricoperto di lentiggini – di piccole e impercettibili macchie color caffelatte. Harry era alto e magro, e i suoi capelli erano biondi cenere e riccioluti. Era il primo della classe e nessuno, a dire il vero, l’aveva mai visto uscire da casa per fare una passeggiata. Eppure, raramente lo si vedeva studiare. Louis durante le lezione era sempre assente, rimaneva incurvato sul banco con gli occhi socchiusi e la mano appoggiata al mento, tanto che pareva stesse per addormentarsi. Ma in realtà stava semplicemente pensando. Eppure a cosa stesse riflettendo nessuno lo sapeva. E ogni qualvolta che qualcuno provava a chiederglielo, rimaneva sempre sul vago. Solo Harry sapeva su cosa meditava l’Amico.
“Amico” pensava Louis. Perché se solo Harry l’avesse saputo, se solo l’avesse capito che per Louis lui non era un semplice amico. Come non biasimarlo! Harry stava sempre a casa, non usciva quasi mai – a meno che non dovesse andare a fare compere con la madre. E Louis questo non lo sopportava. Non riusciva mai ad accordarsi con l’altro per vedersi, perché Harry doveva sempre studiare. Come se Louis gli credesse.
Alle brutture, comunque, i due ragazzi poterono sopravvivere, perché erano indistruttibili nella misura in cui credevano di esserlo. Quando gli adulti, con il loro sorriso spavaldo sul volto, li dicevano: “I giovani si credono invincibili” i due si guardavano negli occhi e annuivano, perché sapevano che avevano ragione. La disperazione non faceva per loro, poiché nulla – o nessuno – poteva ferirli irrimediabilmente. Si credevano invincibili solamente perché lo erano. Louis ed Harry non potevano morire, erano come l’energia. Potevano cambiare solo forma, dimensione, manifestazione. Ma quando gli adulti invecchiavano, avevano paura di perdere, di fallire e allora se lo dimenticavano. Tuttavia quella loro parte non aveva un inizio né una fine, e dunque non poterono sbagliare. E sebbene Louis si fosse innamorato di Harry, piano, piano riuscì a dimenticarlo. Passo per passo. Anche se si ridusse a uccidersi da solo, lentamente, pensando di non essere ancora abbastanza bravo, per lui. Pensando di non essere ancora così tanto rilevante, per lui. Era consapevole che non fosse ancora abbastanza, per lui. Ciononostante riuscì a perdonarlo.
 
«Harry, Harry!» urlò Louis quando lo vide. Corse per raggiungerlo e si sedette vicino a lui sul muretto. «Sei libero pomeriggio?» gli domandò e, come ogni qualvolta, ricevette una risposta negativa.
Sbuffò. L’unica cosa che poté fare fu sbuffare. Perché ne aveva abbastanza. A volte lo odiava per quanto fosse insopportabile e fastidioso. Quindi parlò. Quel giorno glielo disse. E fu alquanto doloroso. Per entrambi.
«Ma cristo! Perché quando ti chiedo di vederci rifiuti sempre? Non sono mica malato, eh».
«No, questo lo so. Ma ho troppo da studiare, Loueh».
«Oh sì certo, come se fosse vero! Ammettilo, non mi sopporti e cerchi di evitarmi».
«Se ti stessi evitando me ne sarei già andato, non credi?».
«Sei sempre il solito perfettino del cazzo. Ti odio»
«Sei sempre il solito, non cambierai mai. Ti odio».
 
Louis ed Harry non si parlarono per cinque lunghi anni. Finché un giorno, per pura casualità, non si rincontrarono.
Quel pomeriggio faceva abbastanza freddo, ma ciononostante Harry stava camminando con le mani in tasca e il cappuccio della felpa alzato. Infondo non gli importava minimamente di quel tempo gelido. Fin quando non andò a sbattere contro un ragazzo e quando alzò lo sguardo, lo giurò su se stesso, il freddo gli sembrò cessare. Lo fissò: perché Louis, il suo unico vero amore era lì ed era cresciuto, era cambiato.
Harry lo guardò e vide un angelo caduto, con delle grandissime ali scure, ma attraversate da striature argentate e bianche. Harry pensò che fosse come il cioccolato fondente: scuro, misterioso, un po’ amaro. Louis lo guardò e vide una stella luminosa. Gialla, arancione e rossa, ma con un lato troppo nascosto agli occhi altrui. Louis pensò che fosse come il cioccolato al latte: scuro, puro, né troppo dolce né troppo amaro.
Harry lo guardò e pensò che un angelo non doveva essere per forza bianco. Non doveva avere per forza le ali. Louis lo guardò e pensò che le stelle non dovevano brillare per illuminare il cielo. Le stelle potevano pur sempre morire e non avere più quella luce splendente.
Louis ed Harry si guardarono e pensarono che erano perfetti insiemi. Per loro era perfetta quella sensazione di poter volare insieme.
«Cosa ci fai da solo, Loueh?» gli chiese, e gli occhi del ragazzo vennero attraversati da un luccichio intenso. Era da tempo che non veniva chiamato con quel sopranome e poté giurarlo, il suo cuore si lacero d’un colpo solo.
«Niente di particolare. Sto solo pensando» rispose chiudendosi nelle spalle, la faccia rivolta verso il cielo grigiastro, gli zigomi arrossati per il vento fresco, la pelle un po’ screpolata.
«Lo sai, anche a me a volte piace ricordare».
«Ma non ti fa bene, lo sai Haz».
«Lo so, ma a volte il dolore si riesce a sopportare, no?».
«Questo non lo metto in discussione, ma…».
“Ma a te ci tengo sai. E non voglio che qualcuno ti possa far soffrire come ho già fatto io” pensarono entrambi, con il rancore che gli corrodeva l’anima.
«La sofferenza si supera, Haz. Bisogna avere solo pazienza».
«Mi dispiace. Per tutto».
«Dispiace anche a me, Haz».
E quella fu l’ultima volta che i due si vedettero. L’ultima volta che poterono stare insieme e amarsi in silenzio, con la paura di sbagliare. Di nuovo.
 
“Caro Harry,
le persone dicono che senza di te sembro solo. Le persone dicono che non sono più lo stesso. Io invece continuo a vedere le ombre sul mio viso. Non ne sono sicuro ma penso di star impazzendo. A dirla tutta sono impazzito da quando tu, testardo che non sei altro, te ne sei andando. Non solo dalla mia vita.
Quindi ora, se fossi riuscito a dirti ti amo, oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia. Fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti. Sei incancellabile tu. Sei come quelle macchie d’inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?
Ricordati che siamo stati sempre noi due, da soli. Non ci siamo mai fidati di nessuno, ci siamo rialzati senza l’aiuto di qualcuno. Noi due, da soli, contro tutti. Ed è inutile negarlo. Ci siamo voluti entrambi, ma non siamo riusciti a capirlo. Ci siamo amati in segreto, ma non ha funzionato. Tu eri troppo introverso e io ero troppo euforico. In fin dei conti dovevo saperlo, dovevo capirlo. Ma tu sei tu e io sono io. Non si possono cambiare le cose.
Ma sai, alla fine ci si abitua, a tutto. Ai brutti voti, alle verifiche consegnate in bianco, alle sfuriate dei genitori, alle nottate insonni. Ci si abitua a tutto, involontariamente.
Eppure io, alla tua assenza, non mi ci sono ancora abituato.
Per sempre tuo,
Louis.”
 
«Com’è bello lassù.». Louis non seppe dove fosse quel lassù, ma si convinse che da qualche parte esistesse e sperò che fosse bello almeno quanto lo sbocciare della primavera.
Sperò che fosse bello almeno quanto lo era Harry.

 

Angolo autrice
Davvero? Sono davvero tornata?
Beh, che dire..
Spero vi sia piaciuto e nulla!
Vi ringrazio di essere arrivati fino a qui.
Lots of love,
MoreThanDream


 

 

 

 

 

  
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