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Autore: Love_My_Spotless_Mind    24/07/2016    1 recensioni
Una storia sospesa tra presente e passato, divisa tra l'adolescenza e l'età adulta, ricca di riflessioni e sentimenti. Lasciatevi conquistare dall'amore, anche se sembra nascondersi dietro indecifrabili parole o sorrisi pieni di timori.
#KenHani #Exid #Hani #Vixx #Ken
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ken, Ravi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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((나를 치게 만드는))
 






11 marzo 2008,
 
quella mattina Jaehwan si era svegliato più presto del dovuto. Perciò ne approfittò per fare una doccia calda e riordinare la propria stanza. Era un ragazzo piuttosto ordinato e che comunque nel proprio piccolo caos riusciva ad orientarsi benissimo. Perciò ebbe ben poco da sistemare, riuscì a concedersi qualche prezioso minuto per rilassarsi.
 Seduto sul letto, già con la divisa in dosso, provò a pensare a quali mansioni avrebbe dovuto svolgere in quella giornata. Le lezioni non lo preoccupavano affatto, alcune sarebbero sicuramente state interessanti. Però al termine di esse avrebbe dovuto rincontrare quella ragazzina fuori di testa, ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Proprio mentre rifletteva su tale terribile incombenza il suo sguardo andò a posizionarsi sul comodino dove teneva ancora il biglietto ricevuto a San Valentino. Vederlo gli donava sempre una piacevole sensazione, gli faceva tornare in mente le parole della professoressa riguardo quella meravigliosa poesia che gli era stata dedicata. Chissà quando lui e quella ragazza sarebbero riusciti ad incontrarsi. Era curioso di sapere come fosse fatta, anche se nel proprio immaginario aveva ancora le sembianze della meravigliosa ragazza americana che aveva sognato. Se fosse stata davvero lei, se quello fosse stato tutto un segno, si sarebbe sentito come il protagonista di un film romantico per ragazzine. 
Prese tra le mani il biglietto, il lato ruvido del cartoncino era quello esterno su cui erano ancora posizionati con cura i tre cuori viola. All’interno il sonetto era scritto con minuziosa precisione. Il proprio nome era appuntato sul retro, sembrava essere scritto di getto, le lettere si distinguevano solo a seguito di una lunga concentrazione ma non vi era dubbio che si trattasse esattamente del proprio nome. Chissà se quella ragazza continuava a spiarlo e fantasticava esattamente come faceva lui. Si domandava quando si sarebbe dichiarata, prima o poi quell’incontro doveva avvenire, era essenziale che lo facesse.
 
Anche Heeyoun quella mattina si era svegliata presto, si era fatta la doccia e sotto alla divisa aveva indossato delle calze spesse, molto pesanti. Quando era di cattivo umore sentiva sempre il bisogno di coprirsi più del dovuto, era un’abitudine incondizionata che le era sempre appartenuta. Non si guardò nemmeno allo specchio, pettinò i capelli in fretta e scese al piano inferiore, dove la nonna aveva preparato la colazione. Sul quotidiano scrivevano che il finale della serie tv che lei avrebbe tanto voluto vedere era stato deludente ma lei non ci credeva. 
-Chi si credono di essere questi critici da quattro soldi? – borbottò  tra sé, addentando un biscotto alle gocce di cioccolato. 
Avrebbe dovuto trascorrere un altro intero pomeriggio in quella scuola, in compagnia di un ragazzo che era il suo esatto opposto e con cui non voleva assolutamente avere nulla a che fare. Si mordicchiò l’interno della guancia, avrebbe potuto saltare la lezione ed andare al mare ma sapeva che a quel punto la scuola avrebbe chiamato la sua famiglia ed allora sarebbero venuti a conoscenza della punizione.
Non aveva nemmeno acceso il cellulare, sicuramente Junghwa aveva provato a cercarla ma lei non voleva sentirla, la ferita era ancora aperta. Si rendeva conto di essere infuriata con il mondo intero in quei giorni ma non poteva assolutamente farci niente. Aveva i suoi buoni motivi per essere arrabbiata, di questo era sicura.
 
Fu così che i due quel pomeriggio si incontrarono, esattamente come era avvenuto il giorno precedente. Prima Heeyoun pulì tutti i cancellini, poi Jaehwan fece degli esercizi di chimica alla lavagna. Questa volta lei decise di provare a capirci qualcosa, se magari avesse riportato a casa una sufficienza nelle materie in cui andava peggio i suoi famigliari non si sarebbero  poi tanto arrabbiati della punizione.
-Ma perché tu fai una cosa tanto stupida? Potresti essere a casa a fare quello che vuoi eppure continui a perdere il tuo tempo qui dentro. –
Gli domandò lei all’improvviso, mentre facevano una pausa dagli esercizi. Chimica era anche più difficile di matematica, le risultava quasi impossibile acquisire quel ragionamento ed applicarlo a tutti i casi. Per di più tra soluti e solventi e soluzioni faceva una confusione terribile.
Lui si voltò e la guardò con sguardo interrogativo, non riusciva a capire il motivo di una domanda del genere.
-Voglio raggiungere il massimo nelle graduatorie. – spiegò sinteticamente, urtando con la schiena la cattedra.
-E questo è l’unico modo per farlo? –
-In un certo senso… -
Heeyoun annuì, aveva compreso le sue motivazioni anche se per lei era strano pensare che qualcuno potesse impegnarsi tanto a scuola. I propri obiettivi erano completamente diversi, piuttosto avrebbe fatto i salti mortali pur di non dover più trascorrere così tante ore in quell’istituto pieno di persone con la puzza sotto il naso.
-Continuo a pensare che sia stupido, comunque. –
-Ognuno ha le sue priorità. –
-Sarà. Ma non si ottiene niente a sforzarsi troppo per gli altri. Ad esempio tu non stai ottenendo nulla da me. –
Era a dir poco strano che una ragazza dall’aspetto tanto strambo facesse dei discorsi del genere, qualcosa non combaciava alla perfezione secondo Jaehwan.
-Prima o poi qualcosa nel tuo modo di fare potrebbe cambiare stando qui a studiare. –
-Come fai ad esserne tanto sicuro? –
-Non lo sono. – 
 
12 marzo 2008,
l’aula profumava di pioggia ed essa cadeva fitta fuori dalla finestra. Non era il caso di mettersi a pulire i cancellini proprio in quel momento, la polvere bagnandosi sarebbe caduta a terra sporcando tutto il cortile. Perciò le bidelle affidarono ai due ragazzi il compito di pulire tutte le aule del secondo piano. 
A Jaehwan non dispiaceva essere coinvolto in tale incombenza, semplicemente non poteva lasciare che la ragazza facesse tutto da sola, questa volta sarebbe stato esagerato pretenderlo. Perciò i due muniti di sgrassatore e strofinaccio iniziarono a lucidare tutti i banchi, uno per uno, con dedizione.
-Non capisco perché questi schifosi attacchino le gomme sotto il banco! Gliele farei ringoiare! – si lamentava lei, inorridita per aver toccato una gomma ancora umida di saliva, appiccicata sotto il banco che stava pulendo. Non sopportava questo genere di abitudini, era più forte di lei, le faceva a dir poco senso pensare di toccare qualcosa che era stato masticato da sconosciuti.
Jaehwan stava lucidando la lavagna, generalmente le bidelle non si soffermavano troppo in tale operazione mentre lui ci si stava mettendo così d’impegno che la lavagna era tornata a risplendere come se fosse nuova.
-Senti, Quattr’occhi, ti lancio una sfida. – annunciò improvvisamente Heeyoun richiamando l’attenzione del ragazzo. 
Lui alzò lo sguardo e si voltò verso di lei.
-Siamo in guerra e siamo nemici. Chi viene colpito dal proiettile per primo muore. – annunciò Heeyoun terminando la propria frase da un sorriso, poi andò a nascondersi dietro un banco, piegandosi a terra.
Jaehwan era un po’ perplesso, non veniva coinvolto in simili giochi da diversi anni ormai. Però vedere la ragazza così convinta gli fece pensare che se si trattava realmente di una guerra non poteva correre il rischio di perdere, soprattutto di essere sconfitto tanto facilmente. Perciò si piegò dietro alla cattedra, sollevando solamente il flacone dello sgrassatore in modo da poter spruzzare nel momento più opportuno.
Heeyoun si sdraiò a terra, portandosi in avanti solamente con l’uso delle braccia. Sarebbe stata una perfetta recluta dell’esercito in futuro, ne era sicura. Jaehwan provò a sbirciare per vedere dove la sua nemica si trovasse, però non riusciva a visualizzarla, dov’era finita? Si spostò un po’ più a destra, tenendo la propria arma di fronte a sé. Ad un certo punto sentì un fruscio al proprio fianco e voltandosi vide che la ragazza lo aveva raggiunto, gli era inginocchiata proprio di fronte  e puntava il suo flacone verso di lui. Il ragazzo si sentì improvvisamente sotto pressione, non voleva essere ferito dalla sua nemica. Perciò in fretta spruzzò lo sgrassatore, chiudendo gli occhi, senza nemmeno mirare, sperando di colpirla.
-Ah gli occhi! Mi bruciano! – gridò lei piegandosi in avanti e sfiorandosi il viso con le dita.
-Te l’ho spruzzato negli occhi? Scusami, non volevo. Fammi vedere, magari con un po’ d’acqua passa. – cercò di rimediare Jaehwan, posandole una mano sulla spalla, preoccupato di averle involontariamente fatto male.
Ed invece si trattava di una strategia. Heeyoun approfittò del momento per sollevare il viso e mirare con il proprio spruzzino proprio contro il petto del ragazzo in modo da non lasciargli scampo. La camicia del ragazzo si inumidì all’altezza del cuore ed iniziò ad odorare di sgrassatore, un odore chimico ma stranamente piacevole.
-Mai fidarsi del nemico. – sentenziò quindi Heeyoun. 


((Salve a tutti! Volevo scusarmi perché ho impiegato davvero tanto a continuare questa fanfiction ma in realtà credevo di aver fallito in quello che era il mio intento, invece i vostri commenti mi hanno spronata a continuare e ad apprezzare quanto avevo scritto. Quindi volevo ringraziarvi sinceramente. E spero di riuscire a portare a termine questa fanfic a cui sono molto affezionata. 
Kisses )) 
  
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