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Autore: Love_My_Spotless_Mind    24/07/2016    1 recensioni
Una storia sospesa tra presente e passato, divisa tra l'adolescenza e l'età adulta, ricca di riflessioni e sentimenti. Lasciatevi conquistare dall'amore, anche se sembra nascondersi dietro indecifrabili parole o sorrisi pieni di timori.
#KenHani #Exid #Hani #Vixx #Ken
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ken, Ravi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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((제발 오늘 넌 나를 떠나가지 마))




14 marzo 2008,

era il giorno del White Day, nel quale i ragazzi hanno l’occasione di ricambiare i pensieri ricevuti a San Valentino  e Jaehwan non poteva assolutamente perdere quell’occasione. Doveva assolutamente trovare la ragazza che gli aveva dedicato il bigliettino, sarebbe stato il suo primario obiettivo. Perciò infilò il biglietto nel proprio zaino, in modo da poterglielo mostrare se si fossero incontrati. Durante il tragitto verso la scuola Jaehwan decise di entrare in una pasticceria, tradizione del White Day, infatti, era anche quella di regalare alle ragazze del cioccolato bianco.
Il ragazzo attraversò gli scaffali, guardandosi attorno con attenzione. Vi erano i bastoncini ricoperti di cioccolato, i cioccolatini a forma di cuore, le lettere di cioccolato che componevano la parola “amore”. Voleva scegliere il dolce migliore che potesse trovare poiché la ragazza misteriosa se lo meritava di certo.
Alla fine comprò una confezione trasparente con all’interno dei dolcetti a forma di cuore ricoperti di cioccolato bianco. Il pacchetto fu completato con un grande fiocco rosso a pois rosa e Jaehwan scrisse su un bigliettino, anch’esso di colore rosso,  “Sono felice di averti trovata” e lo assicurò al fiocco con una mollettina, in modo che non cadesse. Adesso era di buon umore, non vedeva l’ora di mettersi alla ricerca di quella ragazza.
 
Heeyoun invece era già seduta in classe, tutta sola nel suo banco di fianco al termosifone. Pensava al Jaehwan al quale aveva dedicato il proprio biglietto, per qualche ragione credeva che il ragazzo lo avesse del tutto ignorato poiché lei non aveva avuto sue notizie. Magari aveva scelto il ragazzo sbagliato, forse si trattava di un tipo altezzoso che di lettere ne aveva ricevute a migliaia. Avrebbe dovuto riflettere anche su tale possibilità, forse era stata troppo ottimista. Mentre era concentrata nei propri pensieri le si fece vicino Junghwa.
-Heeyoun posso parlarti? – le domandò con un filo di voce.
-Heeyoun non esiste più per te. – rispose freddamente lei, utilizzando una frase che generalmente si sentiva solamente nei film d’altri tempi.
-Heeyoun, davvero, mi dispiace. Soprattutto perché ho saputo che sei finita in punizione. –
Questa volta Junghwa non ebbe nessuna risposta.
-Ma non preoccuparti, la settimana di punizione è quasi finita. –
Ancora alcuna risposta. Junghwa iniziò a pensare di star parlando da sola. Avrebbe voluto essere perdonata. Lei una settimana di punizione non poteva permettersela, i suoi genitori si sarebbero infuriati a tal punto da non permetterle più di uscire nei fine settimana.
-Heeyoun, amica mia, oggi è il White Day! Forse il ragazzo che mi piace mi regalerà qualcosa… -
-Buon per te, ora puoi andartene? La tua presenza mi infastidisce.-
-Heeyoun… -
-Per favore. –
 
Una volta uscita da scuola Heeyoun aveva l’intenzione di comprare del cioccolato bianco per la sua famiglia, sicuramente avrebbe fatto loro piacere. Perciò provò a contare i soldi che aveva nel borsellino. Era una quantità giusto necessaria per acquistare un pacchetto di cioccolato. Come simbolo sarebbe potuto bastare.
Le sarebbe piaciuto andare a trovare suo padre una volta uscita da scuola, avrebbe voluto passare l’intera serata con lui e leggergli quel sonetto in inglese che aveva dedicato ad un ragazzo che non le aveva nemmeno risposto. Sarebbe stato davvero un bel programma, continuava a prefigurarselo mentre divorava quel pessimo pasto che servivano ogni giorno in mensa. Per permettersi di passare la serata fuori, però, avrebbe dovuto trovare una motivazione per non studiare per il giorno seguente. I suoi professori non si facevano ingannare facilmente, avrebbe letteralmente dovuto scervellarsi.
Una volta terminato il pranzo era arrivato il momento della punizione, perciò si diresse a passo lento verso la classe, in quella giornata avrebbe seriamente voluto trascorrere la giornata in tutt’altro modo piuttosto che restare lì.
Jaehwan aveva mangiato con gusto, il sapore pessimo del pranzo non era una motivazione sufficiente per impedirgli di divorare tutta al propria porzione. Aveva tentato di guardarsi attorno cercando di visualizzare la ragazza a cui doveva donare i propri dolcetti. Però tra tutte le ragazze sedute non riusciva a vedere nessuna che corrispondesse all’immagine che si era fatto. Era tutte molto simili l’une alle altre, con la divisa ed i capelli neri corti oppure raccolti, i volti completamente al naturale e per lo più celati dietro ad occhiali dalle montature spesse. Non riuscendo a visualizzare alcuna ragazza americana bionda dal seno prosperoso si arrese e decise di alzarsi, ormai era il momento di andare.
Quando Jaehwan arrivò in classe, Heeyoun aveva già aperto la finestra e stava pulendo i cancellini sporchi di gesso. Aveva legato i capelli a caschetto in due cose basse che la facevano sembrare il personaggio di un fumetto. Per di più, stranamente, aveva abbandonato i calzettoni di lana per concedersi delle semplici calzamaglie nere. Insomma, rispetto al solito aveva un aspetto più simile a quello di una ragazza.
Jaehwan, non avendo nulla da fare, si mise a sedere di fronte alla cattedra e si tolse gli occhiali per pulirne le lenti. La ragazza si voltò e restò per qualche istante a guardarlo. Ora che ci pensava non lo aveva mai visto senza quei fondi di bottiglia sugli occhi, per questo adesso vederlo al naturale le faceva uno strano effetto.
-Sembri quasi un ragazzo normale senza quelli in faccia. – sentenziò sistemando i cancellini puliti al loro posto.
Jaehwan non sapeva se prenderlo come un complimento o meno, in verità. Perciò tentò di sorvolare il discorso tirando fuori dallo zaino il libro di matematica. Fissò la copertina in silenzio sperando che la ragazza cambiasse discorso, invece lei gli si fece più vicino per poter formulare una sentenza più accurata. Posò il petto contro la cattedra e piegò i gomiti in modo da poter tenere il mento sulle mani. Ammirò la forma delle sue sopracciglia, anche se in gran parte erano coperte dalla notevole massa di capelli arruffati. Jaehwan si sentiva fin troppo a disagio a causa di quello sguardo posato su di sé.
-Certo che hai un naso davvero notevole. – continuò la ragazza dopo un’attenta riflessione.
Jaehwan avrebbe volentieri risposto che lei sicuramente non era da meno, poiché la ragazza aveva un naso abbastanza importante che la frangia faceva tutt’altro che sminuire. Però il ragazzo era troppo educato per poter dire qualcosa del genere.
-Sei proprio sicuro di essere coreano? – domandò poi lei, non troppo convinta. In effetti i tratti somatici del ragazzo erano molto distanti da quelli asiatici.
-I miei genitori dicono così. – si giustificò lui.
Lei rise. Si sollevò con la schiena, senza però distogliere lo sguardo da lui. Jaehwan senza occhiali riusciva a vedere solamente i contorni del suo viso, sfocati e poco distinti. Heeyoun continuava a sorridere, per una motivazione che nemmeno lei riusciva a spiegarsi, semplicemente sorrideva e continuava a fissarlo come se nulla fosse. Ora si sentiva più rilassata, era quasi contenta di essere lontana dalla propria classe, essere in punizione non era così male, il ragazzo che la sorvegliava non era poi così severo. Certo, non era il massimo della simpatia o del fascino, però sarebbe potuta andarle peggio.
-Devo assegnarti gli esercizi da fare a casa per punizione. – annunciò improvvisamente Jaehwan.
-Non pensarci nemmeno, non oggi. –
-Sono le regole. –
-Oggi ho da fare. –
-Il regolamento è molto chiaro sotto questo punto di vista. –
-Ma è il white day... –
-Il tuo ragazzo se ne farà una ragione. –
A seguito di quella frase Heeyoun batté le mani sulla cattedra, provocando un certo rumore.
-Non deve interessarti! Non li farò e basta. – si difese incrociando le braccia al petto.
Jaehwan si rinfilò gli occhiali e si alzò in piedi, provando a far valere le sue ragioni. Non poteva trasgredire le regole poiché il professore il mattino seguente avrebbe sicuramente voluto controllare che gli esercizi assegnati da Jaehwan fossero stati svolti. Non capiva perché la ragazza facesse tante storie, per uno come lui che metteva lo studio al primo posto era naturale adattare i propri impegni in base ai compiti per casa. Perciò i loro punti di vista erano totalmente in disaccordo.
-Non si fanno discussioni, ora ti assegno gli esercizi e non si discute. – si impose Jaehwan senza voler più sentire storie, voleva che il proprio ruolo fosse trattato con rispetto, non poteva farsi comandare da una ragazzina. Perciò prese il proprio zaino tra le mani, cercando di estrarre il quaderno.
-Ti prego, ti prego, non posso farli oggi, non posso. –
Continuò a lamentarsi la ragazza che per convincerlo afferrò il suo zaino, cercando di indurlo a posarlo. Entrambi lo strattonavano, lei cercava di farglielo posare sulla cattedra e lui tentava di sollevarlo.
-Insomma, smettila. –
La ragazza strinse con più forza lo zaino, esso scivolò dalle mani di lui e cadde a terra. La scatola con i dolci al suo interno si rovesciò sul pavimento ed i dolci contenuti si frantumarono irrimediabilmente. Entrambi i ragazzi restarono immobili ad osservare i dolcetti distrutti, increduli di quanto fosse appena accaduto sotto i loro occhi.
Heeyoun comprese di aver combinato un disastro, non sapeva che cosa fare, perciò restò in silenzio, senza riuscire a muoversi, con la bocca spalancata. Le loro grida si erano interrotte improvvisamente di fronte a quanto era accaduto, Jaehwan non riusciva a crederci.  Si avvicinò lentamente al pacchettino e prese tra le mani il biglietto che aveva scritto, aveva quasi voglia di piangere, però non lo avrebbe fatto.
Vedere quei dolcetti che aveva scelto con tanta cura, che aveva persino inserito nelle proprie immaginazioni sperando di consegnarli alla ragazza dei suoi sogni, rovesciati a terra gli dispiacque molto.
-Mi dispiace. – cercò di dire lei.
-Non importa. –
-Quanto ti sono costati? Te li ripago. –
-Non mi importa dei soldi. –
 Per il tempo restante Heeyoun svolse gli esercizi di matematica senza proferire parola e Jaehwan non sollevò nemmeno una volta lo sguardo dalla cattedra. Se fosse stato in condizioni normali avrebbe passato quel tempo leggendo qualcosa ma ora non riusciva a fare proprio nulla, era preso dallo sconforto. Il proprio sogno era stato rovinato, sentiva che quello fosse un segno: non sarebbe mai riuscito ad incontrare la ragazza del biglietto.
 
Quando la campanella suonò Heeyoun si alzò dal proprio banco ed andò via, silenziosamente, mentre Jaehwan restò sempre lì al solito posto, senza muovere nemmeno un passo.
Una volta fuori da scuola Heeyoun prese dallo zaino il proprio borsellino, di certo i dolcetti che aveva malauguratamente mandato in frantumi dovevano essere costati molto più di quanto potesse permettersi, però non le andava di lasciare le cose in quel modo, non ce la faceva. Fu così che iniziò a correre, diretta verso il supermarket più vicino alla scuola. Le persone si voltavano a guardare quella strana ragazzina con le code e le scarpe da ginnastica consunte che correva, sempre più in fretta, ansimando.
Quando finalmente riuscì ad entrare nel supermarket si diresse verso il reparto dei dolciumi. Sugli scaffali si susseguivano confezioni di dolcetti, quelli per il white day erano tutti piuttosto costosi. Perciò decise di fare di testa propria, prese un pacchetto di Kitkat al cioccolato bianco e pensò che potesse andare bene.
Aveva speso tutte le proprie monete ma era stato suo dovere farlo, non poteva rovinare la giornata romantica di qualcuno. Mentre correva verso la scuola iniziò a piovere, alzò lo zaino sulla testa e continuò a correre, fin quando non l’ebbe raggiunta.
-Aspetta! Aspetta! – gridò a Jaehwan che stava percorrendo il vialetto della scuola per tornare a casa, proprio in quel momento.
Il ragazzo teneva le mani nelle tasche e lo sguardo basso, sembrava non accorgersi nemmeno della pioggia che stava iniziando a cadere fitta e che gli stava inumidendo il giubbotto. La sua figura slanciata si bloccò improvvisamente sentendo la sua voce, alzò lo sguardo e la fissò mentre si avvicinava.
-Che cosa vuoi? – le domandò lui, vedendola arrivare così di fretta.
Lei lo prese per un braccio e lo trascinò di forza sotto il porticato della scuola, si misero a sedere sulla scalinata dell’ingresso.
-Ma sei tutta bagnata… - disse lui sorpreso dal fatto di essere trascinato fin lì, non riusciva a capire che cosa la ragazza potesse volere ancora.
-Lasciami parlare. – lo interruppe bruscamente lei, com’era nel suo stile. Mise una mano nella tasca del proprio giubbotto e tirò fuori il pacchetto di Kitkat al cioccolato bianco, porgendoglielo.
Lui lo prese tra le mani e lo osservò interdetto, restando in silenzio per vari istanti.
-Si, insomma, te l’ho ricomprato. – spiegò sinteticamente, non riuscendo a decifrare il suo sguardo.
-Non avresti dovuto romperlo. – Jaehwan sembrava deluso, di certo il tono della sua voce non era tra i più allegri che la ragazza avesse sentito. Come poteva essere ancora arrabbiato? Lei non si sarebbe mai fatta una corsa del genere per nessuno, aveva sbagliato ad essere così disponibile, lui come tutti gli altri non se lo meritava minimamente.
-Ah beh, su, non credo ci sia nessuna che abbia poi tanta fretta di ricevere il tuo regalo! –
Lui la guardò in silenzio, poi strinse le labbra.
-C’è, eccome. –
-Davvero? Te lo stai inventando. –
A quel punto lui tirò fuori dallo zaino il bigliettino rosso dai cuori viola e lo  mostrò alla ragazza. Un biglietto del genere non poteva essere confuso con altri, era lui, senza alcuna ombra di dubbio, Heeyoun lo riconobbe immediatamente.
-Mi credi, adesso? –
  
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