Postilla: La raccolta partecipa alla challenge "10 passi della tua OTP" indetta da BukiBear sul cosmic ocean e sul forum di EFP.
Tenersi
per mano
Quella
sensazione è del tutto strana per lui, ed è
sicuro di sembrare un completo
idiota, ingessato e impacciato, un po’ come quando gli diede
il loro primo,
disastroso, e per nulla memorabile bacio. Però qualcosa gli
è scattato dentro
quando fuori dal ristorante da fighette del cazzo, fermo davanti un
semaforo
rosso, vede Ian che ha dipinto sul volto un sorriso felice.
Pagherebbe
tutte le cene del mondo per poter vedere quel sorriso stampato sul suo
viso per
un lasso di tempo che non sia meno del per
sempre.
Per
tutto il tempo della cena hanno continuato a parlare di tutto e niente,
di
quanto Mickey sia stato meravigliosamente
bravo in galera, a non farsi beccare quando portava avanti le richieste
di
Svetlana per arrotondare, di quanto Ian si sia impegnato per riuscire a
trovare
un nuovo scopo nella vita, di quanto il poter stare su un ambulanza lo
renda vivo e così simile
a quel ragazzino che
voleva arruolarsi.
Ian
ha sempre avuto un debole per l’aiutare gli altri, per
ricoprire la parte
dell’eroe di turno.
Lo
ha fatto per Mandy, quando gli è stato accanto in tutti quei
loro momenti di
merda, voleva esserlo per il paese, voleva esserlo per i suoi fratelli
e ha
fatto di tutto per esserlo anche per lui, prima che il bipolarismo lo
rendesse
vittima di se stesso.
Mickey
capisce che sapere di potersi rendere utile scatena in Ian quella
spinta per
rimettersi al mondo nel giusto verso, lo ancora alla realtà,
gli dà la
possibilità di poter fare nuovamente l’eroe, ma
capisce anche che ogni giorno
combatte contro la paura di poter fare qualche stronzata, di poter
mandare
all’aria tutto, glielo legge negli occhi, perché
in otto anni comunque riesce
ancora a leggergli dentro come se non fosse passato nemmeno un giorno,
come se
quella fottuta merda non l’avesse colpito.
Allora
Mickey gli afferra una mano, è un gesto brusco, per niente
gentile, gliela
stringe e poi intrufola tra le sue un paio di dita per intrecciarle.
Ian lo
guarda stupito, Mickey ha avuto difficoltà a fare tutto
nella loro relazione.
Hanno dovuto affrontare tutto a piccolissimi passi, facendo spesso
metri
indietro per ogni centimetro in avanti. Mickey ha dovuto imparare che
esisteva
altro, oltre al sesso, per amare qualcuno.
E
adesso, con una determinazione che Ian può leggergli chiara
dentro quelle iridi
chiare, gli sta stringendo una mano per dirgli tutte quelle parole che
probabilmente Mickey non saprà dire mai.
Sono qui, per
te.
E
ogni parola che Ian gli legge nello sguardo fermo lo cura un
po’ da quel
terrore folle che lo accompagna ogni giorno, da mattina a sera.
Non me ne vado.
Sapere
che, comunque vada, Mickey sarà lì a fare da eroe
al suo lato più disperato, a
sorreggerlo anche quando la malattia gli farà desiderare la
morte, a
stringergli la mano per dirgli con quanta più fermezza
può “non sei
solo”, gli fa mancare un battito
per la commozione.
È
un attimo e Mickey gli lascia un bacio sulle labbra, che è
un po’ il riassunto
di tutto quello che non è mai stato in grado di dire a voce.
Sono
qui. Sono
con te.
Andrà bene,
adesso.
Note 2.0: Ehhhhh niente, è finita la oneshot, non so perché ma la vedo come la cosa più fluff che io abbia mai scritto e mi piace un sacco.
A presto, Cinzia N. ^^