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Autore: DeadlyNadder 92    24/07/2016    3 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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01:57. Notte fonda, Berk. 
Dopo aver raccontato per filo e per segno l'accaduto alla diretta interessata, ognuno di loro si diresse a casa propria lanciando alla bionda mille rassicurazione. 
Vör ringraziò tutti quanti, ora si che sembrava realmente Vör e non qualcun'altro. Per lei, sapere che tutti loro si erano preoccupati per la sua salute era una bellissima cosa; soprattutto perché, nel suo stupido pensiero, credeva di non premere a nessun'altro. 
Una volta entrata in casa, la ragazza venne scortata dai suoi draghi che, una volta che si mise a letto; trascorsero l'intera nottata a sorvegliarla. 
Anche loro erano rimasti colpiti, non riuscivano minimamente a comprendere cosa fosse successo alla loro Sovrana; non capivano a cosa si riferisse. Eccetto Occhidifalco che, in silenzio, tra un verso e l'altro, mise al corrente i suoi compagni del suo presunto sospetto. 
Il sonno della ragazza fu tranquillo, si svegliò le sue regolari tre volte per andare in bagno e si rimise subito a letto recuperando immediatamente il sonno. 
Nelle loro corrispettive abitazioni, durante la preparazione per andare a letto; ognuno di loro pensò all'accaduto cercando di dare soluzioni plausibili e umane. 
Persino Valka e Stoick, nella tranquillità della loro camera, discutevano su quel che era successo. Tutti e due erano arrivati ad una conclusione, quella vichinga era non solo una dèa; ma era molto di più.
La donna fece presente il fatto che tutti quanti al Villaggio la chiamano 'La signora del cielo' e che, dopo questa, era certa che non solo rappresentava la Dèa Vör.
Stoick che accarezzò il capo, gli disse che avrebbero avuto la conferma solo nel momento giusto e, che la sera successiva sarebbe andato da Gothi a parlargli. Dopotutto, chi meglio della nonna poteva conoscerla? 


L'alba del nuovo giorno era arrivata;
i primi raggi del sole invasero le stradine del villaggio e le prime voci femminili si espansero nell'aria. Orario standard d'alzata per la preparazione della sposa era alle 05:00, tutti quanti erano cosi tanto frenetici da non ricordarsi più di lasciare in custodia le loro occupazioni a chi di fiducia. 
Le donne di Berk si riversarono silenziose innanzi all'abitazione di Hel, tutte quante attendevano unicamente l'arrivo di Vör. Infondo lei era qualcuno di famiglia e, per la sposa, anche se faceva finta di nulla, era realmente una sorella. 
Nulla, più attendevano e più della bionda non vi erano tracce; a prendersi la responsabilità di cercarla fu proprio Valka medesima che andò dritta a casa sua. 
Aveva proprio indovinato, la ragazza stava uscendo di fretta e furia dalla sua abitazione e si poteva tranquillamente sentire i dubbi che, a bassa voce, stava confidando a Occhidifalco, Nehellenia e Patatona.

"Vör ti stiamo aspettando! Forza vieni con me!"

"Ah!
N-Non posso, devo controllare necessariamente la Sala Meade; è una cosa di estrema importanza."

Disse agitata la ragazza che si portò di corsa davanti a lei guardandola in silenzio. Valka non riusciva a capire cosa stava succedendo, soprattutto perché si stava agitando cosi tanto per una cosa che avevano già fatto. 
Posò la mano sulla sua guancia, l'accarezzò e gli sorrise rassicurante. Qualunque sia stata l'emergenza, lei l'avrebbe capita; anche se, in cuor suo, Valka sapeva che era un modo per non rovinare il giorno a Hel.

"Tutto a posto cara?"

"Aaah si, si, tutto a posto!
Devo assolutamente andare, ci vediamo direttamente alla Bath House!"

Rispose frettolosamente Vör che dopo aver lasciato un bacio sulla guancia alla donna schizzò via in direzione della Sala. 
Non che fosse distante, se fosse avvenuto qualche incidente di qualsiasi natura, tutti quanti se ne sarebbero accorti. 
Eppure, nel vederla scappare in quella maniera cosi sbrigativa, gli nacque il dubbio che ci fosse qualcos'altro sotto; come se la bionda non avesse realmente finito il suo lavoro.  Valka sospirò, si sbrigò a tornare indietro dalle sue compagne.
Fu una corsa all'ultimo minuto, era più che sicura che era in ritardo per il semplice fatto che il sole stava per toccare il punto più alto di illuminazione e, questo, voleva solamente significare che stavano per giungere le 06:00. 

"Eccola arrivare; forza dai Val!"

"Eccomi!"

"Vör?"

"Non è voluta venire, era tutta agitata ed ha detto che doveva controllare delle cose in Sala."

Disse unicamente la donna prima di compiere irruzione nell'abitazione e sequestrare la sposta; loro sarebbero state il loro gruppetto di assistenti composto da tutte le donne sposate del Villaggio. 
Come simbolo della condizione da vergine, ad Hel; una volta che l'afferrarono e la tirarono al centro del cerchio che avevano formato; gli strapparono via i vestiti che indossava, cosi come gli altri simboli che rappresentavano il suo status precedente da donna nubile. 
Hel rimase al dir poco spiazzata, non riusciva minimamente a capire che stesse succedendo e, nel suo istantaneo momento di paura andò a colpire tutte quelle donne che gli strappavano via gli indumenti. Solamente Valka e la Signora Larson rimasero in piedi, ferme, innanzi a lei, veloci come un fulmine gli strapparono l'ultimo indumento che indossava; un sottile top di stoffa nera che le copriva il seno. La bionda si portò le mani sul petto, abbozzò un broncio che le fece ridere tutte quante. 
Le donne, dapprima abbattute dalla futura sposa si alzarono e, andarono ad accogliere quell'espressione con grande divertimento. La presero sotto braccio, la tirarono verso di loro e uscirono dall'abitazione. 
Mentre il gruppo di donne sequestrava la sposa ignara delle tradizioni, anche il povero sposo venne preso in ostaggio e concesso lo stesso trattamento... barbarico. 
Strappati via i vestiti da dosso, gli uomini del Villaggio capitanati da Stoick e altri maschi già sposati; diedero il definitivo distacco dall'identità precedente da nubile e alla sua successiva cancellazione. 
Il prossimo passo per il giovane Thorston era recuperare la spada di un antenato deceduto, da utilizzare durante la cerimonia nuziale.
Skaracchio aveva predisposto già un tumolo in cui aveva nascosto la spada appartenente alla madre, precedentemente data da Bruta; che Tufo avrebbe dovuto recuperare. La situazione non era facile, soprattutto per il biondo che non aveva mai abbandonato la paura del buio. 
Quando uscirono di casa tutti quanti, stando attenti a non incrociare il corteo della sposa; si diressero di gran fretta verso il bosco in cui era tutto pronto per l'effettivo rito di passaggio. 
Lui conosceva sin troppo bene la tradizione, aveva potuto prendere parte alla preparazione di Moccicoso e ben sapeva che l'attendeva il confronto con un Aptrgangr; cioè un uomo vestito come il fantasma di un famigliare deceduto; del suo, per l'appunto, predecessore che gli avrebbe raccontato filo per segno la storia delle proprie imprese e di quelle di tutta la loro famiglia; tramandogli l'importanza della tradizione e dell'assoluta necessità di salvaguardare la linea di sangue della stirpe. 
Tufo si voltò verso Moccicoso, proprio li al suo fianco; successivamente portò lo sguardo su Hiccup, Stoick, Gambedipesce e gli altri uomini.
Deglutì a forza.

"I-In alternativa non era meglio che la spada me la desse Bruta, no eh?"

"Eh no caro mio, qui le cose o le si fanno per bene o non le si fanno per niente."

"Quella te la darà più tardi Bruta."

"Mia moglie deve dare cosa al fratello?"

"La spada del padre, genio."

"Aaaaaaaaah.......
E quella la dentro di chi sarebbe?"

"Della madre; Helga."

"La spada di mia madre è la dentro?
Dove l'avete presa?"

"Bruta; ce l'ha data Bruta in occasione."

"Mh."

Borbottò unicamente il vichingo che, facendo un profondo respiro, decise di affrontare la sua paura più grande. Il buio.
Compì passi veloci e ben assestati, in quella camminata Stoick poté constatare di quanto fosse cresciuto quel ragazzo; di come stava affrontando le sue paure senza lamentarsi o tirarsi indietro. Ne andava fiero, proprio come ne andava per ognuno di loro. 
Nell'aria si poté solamente sentire un 'Il prossimo tocca a te, eh Gambe.' sussurrato da Moccicoso che diede una gomitata al corpulento vichingo che annui. Doveva ammetterlo, anche se quella era la seconda volta che vedeva le tradizioni messe in atto, lui continuava ad averne paura. Chi è che non l'avrebbe nell'immergersi in un tumolo di terra solo per riprendere la spada di un famigliare? 
Forse Tufo stesso che scomparve letteralmente dalla vista di tutti presenti che tenevano il conto di quanto ci metteva. Ora come ora, Gambedipesce poté solamente che invidiare l'amico. Lui era abituato all'adrenalina e al pericolo, non ne aveva mai paura e semmai l'aveva, non lo dava a vedere poiché la sua fonte si sostegno era proprio quella pazza della sorella. 
Se il tempo avesse superato i 2 minuti, uno di loro doveva partire per recuperare lo sposo... vivo o morto che sia. 

"Oh bhe, preghiamo Thor che ne esca vivo.
L'ha fatto bello lungo e profondo."

"Skaracchio, non avrai esagerato?"

"Ma chi io?
Phf, quel ragazzo ama il pericolo, se sapesse che a rischio frana...."

"E' A RISCHIO FRANA?"

"No, ma è bello detto; non trovate?" 

"........."

"Che c'è?
Cerco sempre di rendere interessante la storia; infondo siamo vichinghi. Cosa sono i vichinghi senza rischi e pericoli? Non saremo più noi e se noi non siamo noi, allora chi siamo?"

"Skaracchio ha ragione, infondo siamo nati per questo."

"Hiccup, dimmi, il padre di Hel ha intenzione di venire?"

"Non lo so papà."

"Io si. 
Vör si è assentata un giorno intero per andare da lui e parlargliene."

"Vör è andata da Madguts per dirgli che la figlia si sposava?"

"Mi stupisco che sia ancora viva."

"Esatto."

"Mettere all'occorrenza il Capo no, eh?"

"Ma Hiccup, era una cosa che voleva fare Vör. Come un regalo per lei."

"Non credo che a lei faccia piacere vedere il padre."

"Hiccup, non dare per scontato le cose."

"Già, Stoick ha ragione.
Hai visto l'ultima volta in cui il cinghialone è stato qui come se lo guardava lei? Sembrava essere totalmente rapita..."

"Più che rapita era stupida nel vedere che il padre si lasciava toccare da qualcuno e di come, dopo tanto tempo ha parlato."

Espresse apertamente Sangueputrefatto che prestò più attenzione al tumolo creato dal futuro marito che dalle parole degli altri. 
Il gruppo di uomini sposati parlavano animatamente, tutti quanti attendevano di vedere risorgere dalla polvere il biondo ma invano. 
Skaracchio fece per avviarsi verso il punto in cui era scomparso, ma Moccicoso lo bloccò prontamente facendogli notare che doveva farcela da solo.
Stoick medesimo disse che dovevano assolutamente andare da lui e che, di certo, era successo qualcosa per la quale in vichingo non ritornava in superficie. 
Lo Jorgenson fissò il capo, scosse il capo imponendogli espressamente di rimanere al suo posto. 
Un tossito, due, poi tre. Infine il ragazzo che usciva fuori completamente sporco da capo a piedi.

"Stavo per morire la dentro....
NON VEDO L'ORA DI RIFARLO! A QUANDO LA PROSSIMA?"

Esclamò entusiasta il biondo rasta che si avvicinò a gran passi verso il gruppo che se lo guardò interdetto. Una persona normale sarebbe crollato letteralmente a terra sfiancato dalla ricerca andandosi a graziare interiormente a qualche dio che l'aveva salvato, invece lui no. Lui era tutto adrenalitico, tutto allegro; ancora non comprendevano se era per essere riuscito a recuperare la spada o per il matrimonio che si stava per celebrare.
   
 
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