Capitolo 6 Ma cosa mi è saltato in mente?! Come posso stare tra le braccia di un ragazzo che quasi non conosco. No… non posso più affezionarmi in fretta, l’ho promesso. Mi alzo di scatto e sono intenta ad andare a casa quando Percy mi prende per un braccio e mi costringe a voltarmi. “Annabeth, cosa è successo?” Vorrei dirglielo, mi sembra una così brava persona ma ho capito che a volte le prime impressioni non sono lo specchio della realtà, “Non posso, davvero, non capiresti” dico divincolandomi dalla sua stretta. Troppo presto per far uscire già fuori il mio passato. “Puoi almeno provarci” aggiunge lui avvicinandosi. Metto le distanze e gli dico che intendo tornare a casa e lui si offre di accompagnarmi. Mentre camminiamo mi accorgo che ancora non avevo fatto caso alla benda insanguinata che gli fasciava il pugno destro “Cosa hai combinato?” gli chiedo torva “Niente di importante, su andiamo” dice lui cambiando discorso. Capisco che evidentemente è qualcosa di molto importante, forse così tanto che anche lui come me teme di mostrare. Certi ricordi e certi avvenimenti siamo portati a custodirli, anche se sono forse le cose peggiori che ci siano capitate. Le teniamo nascoste non perché siano preziose ma perché forse abbiamo paura che la gente possa sfruttarle contro di noi, è una sorta di protezione quella che noi ci costruiamo anche se forse ci farebbe bene buttare tutto fuori, sfogarci con qualcuno e alleggerire il peso. Giungiamo a casa mia e lo saluto mentre mi avvio verso la porta quando proferisce parola “Annabeth, se mai avessi bisogno di qualcuno con cui parlare chiamami senza problemi, okay?” “Grazie Percy” dico accennando ad un sorriso ma visto lo stato d’animo non penso che sia stato uno bello spettacolo il mio viso. Entro in casa e trovo Malcolm intento a sbraitare contro il telefono “Si agente si, alta, bionda e indossa...” Si interrompe quando posa lo sguardo su di me. Si avvicina spedito e sono pronta per un richiamo quando mi prende fra le sue braccia e mi stringe forte. “Non farlo mai più, hai capito?” dice in tono sollevato. In risposta lo stringo più forte e poi mi incammino verso il bagno. Durante il tragitto trovo mio padre che prova a giustificarsi ma fingendo di non accorgermi chiudo la porta del bagno dietro di me. Dopo un minuto di silenzio sento battere forte contro la porta “Apri immediatamente e non fare la bambina!” dice Frederick. Mi ricorda tanto quando provava a entrare nella camera dove ci nascondevamo io e Malcolm durante le sue sere al bar. “Che ne sai come si comporta una bambina se non ne hai mai cresciuta una?!” dico gelida. I colpi cessano e poi silenzio tombale. Che sia stata dura o no non mi interessa, è la verità. Vado sotto la doccia e provo a dimenticare questo schifo di giornata. Vado in camera e mi fiondo sul letto, afferro il telefono e trovo dieci chiamate perse di Talia. Me ne ero completamente dimenticata. Le invio un messaggio dicendole che andava tutto bene ma che ero impegnata e non potevo parlare. La verità è che non volevo parlarne, non avrei retto e so che Talia avrebbe provato ad andare fino in fono. Dopo pochi minuti mi addormento, ovviamente sempre con i miei incubi a cullarmi. Angolo autrice: mi dispiace davvero tanto di aver aggiornato dopo quasi un anno ma ho un periodo ricchissimo a scuola e non ho avuto per niente tempo. Questo è un capitolo morto, giusto per affermare il ritorno, proverò ad aggiornare il prima possibile. RA_ME