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Autore: Demon CRI    25/07/2016    4 recensioni
Il Moulin Rouge.
Un locale notturno, una sala da ballo e un bordello, dove imperava il Conte del Millennio.
Un regno di piaceri notturni in cui i ricchi e i potenti venivano a divertirsi con giovani e belle creature di malaffare.
E la più bella tra tutte quelle creature…era lui.
Allen...un ragazzo che vendeva il suo amore agli uomini…
Era lui la stella del Moulin Rouge.
(Non vi spaventate per il prologo please, non pensate subito male...davvero, continuate a leggere, per favore XD Vi dico solo che sono una da lieto fine XD)
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk, Un po' tutti | Coppie: Rabi/Kanda, Tyki/Allen
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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'Come diavolo ci sono finito in mezzo a sti svitati?!'
Questa era la domanda che continuava a vorticare nella testa del portoghese da quando si ritrovò circondato da individui non propriamente tranquilli...

 

Qualche ora prima...

Appena arrivati a Parigi, dopo ore di viaggio in carrozza, il Conte fece visitare al ragazzo tutta la città: musei, monumenti, palazzi; ogni meraviglia della città dell’amore.
Il ragazzo, successivamente, oltre ad aver rimorchiato qualche bella fanciulla nelle intricate vie della città, fu molto incuriosito da uno specifico quartiere francese, situato su una collina nella periferia della città.
“Oh, questo è proprio da te Tyki-pon~ Quello è il quartiere di Montmartre: ‘il quartiere del peccato!’ come dicono in molti... tipo quel prete laggiù.” indicò un uomo in toga nera che sbraitava allontanando i passanti dal luogo peccaminoso.
“Ma per te non credo sia un problema il 'peccato'...o sbaglio?” sogghignò guardandolo di sottecchi mentre gli occhi del ragazzo brillavano di eccitazione e aspettativa.
“Credo che mi piacerà vivere in questo quartiere...” sussurrò cominciando a incamminarsi verso l’entrata del sobborgo, ma venne fermato dal bastone del Conte.
“Frena gli impulsi Casanova! I nobili del tuo calibro non possono abitare qua.” lo fermò il Conte. “Non volevi forse provare a vivere in questa città come scrittore squattrinato per cercare un po’ di ispirazione?” gli sussurrò avvicinandosi a lui per non farsi sentire da orecchie indiscrete.
Il ragazzo ci pensò su: voleva divertirsi ma voleva anche, e soprattutto, scrivere.
“D’accordo.” sospirò sconfitto.” Troviamo un posto dove possa cambiarmi così facciamo in fretta.” Decise di dargli retta e si diresse verso la direzione opposta rispetto a Montmartre, seguito da Millennio.
“Lo sai, vero, che quel -così facciamo in fretta- è molto fraintendibile?” gli chiese malizioso mentre si dirigevano verso un albergo di lusso.
“Conte! La smetta di insinuare certe cose, la prego!” lo rimproverò il ragazzo quasi schifato.
Quello che ricevette in risposta fu solo la grassa risata dell’uomo che rimbombò per le strade.

 

Dopo essersi cambiato e preparato per la nuova vita a Parigi, salutò il Conte del Millennio e uscì dal retro dell’Hotel, per dirigersi, armato di macchina da scrivere, verso il quartiere di Montmartre.
C’era chi lo etichettava come il quartiere del peccato...ma c’era anche chi lo considerava "Il Cuore del mondo Bohèmien", una corrente artistica racchiudibile in quattro parole: Libertà, Bellezza, Verità e Amore.
Musicisti, pittori, scrittori e artisti di ogni genere riempivano le strade del posto.
I cosiddetti Figli della Rivoluzione.

 

Camminava godendosi la libertà che regnava indisturbata nelle strade del quartiere, cercando un alloggio in vendita.
Lo trovò poco lontano dall’entrata del sobborgo grazie all’aiuto di una giovane dai seni prosperosi e gli occhi maliziosi: era un edificio di due piani che sembrava stesse per crollare da un momento all’altro, ma era, al contempo, perfetto per un barbone, quindi, dopo aver
sistemato le faccende burocratiche con la scorbutica padrona di casa, prese le chiavi e si diresse verso il proprio monolocale.
All’interno della stanza c’erano solo un letto, un armadio e una scrivania: tutto ciò di cui aveva bisogno.
Poggiò la borsa contenente la macchina da scrivere sul tavolo e la tirò fuori, sedendosi sulla sedia lì a fianco.
Era pronto a mettere su carta tutte le proprie impressioni e sensazioni provate in quella città sconosciuta, quando sentì degli strani rumori molesti provenienti dal piano di sopra.
Cercò di ignorarli, ma quei rumori persistevano e rimbombavano nella sua stanza, impedendogli di .
“...Vicini...” sibilò irritato alzandosi bruscamente e uscendo dalla stanza, diretto al piano di sopra.

Arrivato davanti alla porta bussò più volte chiamando a gran voce i vicini problematici che, a quanto pare, non lo sentivano nonostante gridasse con quasi tutto il fiato che aveva in corpo.
“Aprite subito questa dannata porta o la sfondo!” gridò per l’ultima volta.


Nessuna risposta, solo frastuono.


“L’avete voluto voi...” sussurrò minaccioso.
Arretrò un poco, prese una piccola rincorsa e tirò un potente calcio alla porta.


Quello che però non aveva considerato era che uno dei cari vicini la aprisse proprio nel momento in cui il piede arrivava a destinazione...


Perciò, al posto della porta di legno, sotto la suola della scarpa l’uomo si ritrovò la faccia di un ragazzo dai capelli rossi e una benda sull’occhio, vestito con abiti larghi e colorati che gli davano un’aria trasandata e ribelle.
“Oh beh, questo è molto più appagante...” sogghignò soddisfatto togliendo poi la scarpa dal viso dell’altro.


“Oh no! Di nuovo!” sentì sospirare la ragazza dai lunghi capelli scuri e il vestitino blu che si era avvicinata al ragazzo svenuto a terra.
“Prima la narcolessia e ora questo! La sua inutilità è leggendaria!” sbottò un alto ragazzo dai capelli scuri e lo sguardo truce con addosso una maglia larga e dei pantaloni aderenti, entrambi strappati, che gli davano un aspetto aggressivo.
Poi, rivolgendosi a lui, lo guardò da capo a piedi e gli puntò contro una spada, minaccioso. “...Tu chi diamine saresti...?”
“K-Kanda fermati per favore!” la ragazza fermò il ragazzo e si scusò con il nuovo arrivato. “Scusa i suoi modi bruschi. Non è un tipo molto simpatico, diciamo...hehe...” rise nervosa la mora stringendo una mano al più grande per poi scuoterla.
“Comunque io sono Lenalee, piacere di conoscerti. Questo scorbutico invece è Kanda e quello a terra è Lavi. Tu devi essere il nuovo vicino vero? Scusaci per il frastuono: stavamo provando una commedia!” disse la ragazza tutto d’un fiato.
“Io sono... Tyki...” si presentò solamente, stordito dalle troppe informazioni che gli stava fornendo quella ragazza. “Una commedia quindi?” chiese poi pensando di aver capito male.
“Si! Una commedia molto moderna chiamata Spettacolo Spettacolare!” chiarì entusiasta. “È ambientata in Svizzera!” finì poi, come se fosse la cosa più importante dell'opera.


"Già..." Tyki puntò gli occhi coperti dagli occhiali sul ragazzo a terra, come per scusare la propria irruenza, nonostante non se ne pentisse affatto.
“Scusate tanto! Non era intenzionale...” si grattò la nuca imbarazzato, fingendo il proprio pentimento.
“Oh non ti preoccupare per lui: sarebbe sicuramente svenuto di nuovo tra poco… sai, la narcolessia… perfettamente sveglio un momento... e incosciente nell’altro hahahah!” Lo scusò ridendo tranquillamente Lenalee.
Il ragazzo annuì soltanto, intontito dal carattere così vivace e solare della ragazza, e cominciò a indietreggiare verso la porta, per fuggire da quella gabbia di matti con le spade.
“AAAH!” ma si bloccò non appena sentì un grido provenire da un giovane vicino al pianoforte.
Cos’hanno che non va sti tizi? si chiese Tiky scioccato e quasi spaventato da quell’urlo disumano.
“Che hai Jhonny?!” sbraitò la ragazza girandosi verso l’interpellato.
“Ora non abbiamo nessuno che possa recitare la parte, Lenalee!!” rivelò la fonte del suo panico il giovane con gli occhiali e i capelli castani e ricci raccolti in una coda bassa.
“AAAAH!” gridò anche lei in preda al panico.” Adesso come faremo a finire il copione da dare al finanziatore domani?? Jhonny deve ancora finire la musica!” sbraitò disperata addosso a un Kanda sempre più seccato da quelle grida inutili.
“E io che ne so! Trova qualcun altro che possa farlo! Io me ne vado.” e detto questo se la scollò di dosso andandosene esasperato da quella banda di idioti, mentre la ragazza gridava nella disperazione più totale, sotto lo sguardo attonito di Tyki.
“Dove pensi che possa trovare qualcuno che legga la parte del giovane, sensibile, pastore e poeta svizzero?” piagnucolò lei, ma non appena finì la domanda gelò, girando poi il viso verso il nuovo arrivato che la guardò spaventato, sperando vivamente che non stesse pensando di fare ciò a cui stava pensando in quel momento.

 

Le sue speranze furono disintegrate pochi istanti dopo, quando si ritrovò a sostituire il rossino svenuto.


“The hills animate with the euphounious symphonies of descant!” Lenalee cantava il monologo della suora, accompagnata dalla musica di Jhonny, se così si poteva chiamare...
“Oh insomma Johnny! Potresti, per favore, limitarti a un leggero accompagnamento ornamentale? Tutto questo chiasso sta soffocando le parole del testo!” sospirò rimproverando il ragazzo che stava suonando il pianoforte.
“M-ma una suora non parlerebbe mai così di una collina. Non potrebbe cantare 'Le colline sono animate dal dolce canto'?” provò a contrattare il poveretto.
“No, no, no. Le colline tremano e sussultano…e ...” provò a cambiare la frase anche la stessa Lenalee.
“Le colline...incarnano...armoniose...melodie!” esclamò all’improvviso Lavi sedendosi sul letto, improvvisamente sveglio.
Ma ciò non durò molto, poiché ricadde poco dopo sul letto, nuovamente svenuto; ovviamente nessuno prese in considerazione la sua idea, continuando a cercare un’alternativa mentre Tyki pensava inconsciamente a come cambiare quella frase indecente, da buon scrittore.
“Le colline...” cercò di dire il portoghese, ma venne bloccato dalle frasi sconclusionate dei ragazzi presenti nella stanza.
“Le colline tremano per la musica…e incarnano espressioni di musiche primordiali…Le colline intonano l’eterno mantra...” quei due ripetevano qualsiasi cosa gli passasse per la testa.
“Le colline…!”provò di nuovo, ma venne bloccato un’altra volta.

A quel punto Tyki non resistette e buttò fuori tutta l’aria che aveva in corpo, cantando con la sua voce bassa e roca una frase inventata sul momento, colto da un’improvvisa illuminazione:
“The hills are alive...with the sound of music!" al suono melodioso della sua voce gli sguardi di tutti i presenti si posarono su di lui, sbalorditi.
Lavi si svegliò di soprassalto, alzandosi e dirigendosi velocemente verso Tyki.
“Le colline vivono del suono della musica! Mi piace!” urlò poi felice.
“Assolutamente perfetto!” si complimentò Johnny.
“With songs they have sung for a thousand years!" continuò poi Tyki, ispirato, salendo su una scala con fare teatrale.
“Ah...I-Incredibiglioso! Dovresti scriverlo tu il nostro spettacolo!” esclamò poi Lenalee entusiasta. “Complimenti! Hai già trovato il tuo primo lavoro a Parigi!” sorrise oltremodo contenta, mentre lo scrittore gongolava soddisfatto, dimenticando completamente il motivo per cui era venuto in quella stanza.
“M-ma Lenalee! Adam non accetterà mai! Senza offesa ma hai mai fatto una cosa del genere?” chiese poi poco convinto il suonatore a Tyki.
“No...” rispose sincero il ragazzo, pensando che quell’Adam gli sembrasse fin troppo familiare...
“Non importa! Il ragazzo ha talento!” dichiarò poi Lavi con un sorriso a 32 denti, avvicinandosi al ragazzo ancora sulla scala. “Mi piace!” e dicendolo alzò le braccia platealmente, ma una mano andò accidentalmente a posarsi sul pacco di Tyki, il quale inghiottì a vuoto alla... presa.

Non appena se ne accorse, Lavi tolse immediatamente la mano tutto rosso in viso.
“Non fraintendete...Parlo del talento...” chiarì poi convinto, mentre sentiva gli sguardi esasperati di Lenalee e Johnny e quello omicida di Tyki fissarlo. “Comunque adesso potremmo mettere in atto lo spettacolo rivoluzionario bohèmien che abbiamo sempre sognato!!” saltellò felice il ragazzo cambiando velocemente argomento e abbracciando Lenalee.
“Si, ma come convinceremo Adam?” chiese poi Johnny ai due festeggianti.
Ci pensarono un po’. Non potevano lasciarsi sfuggire quell’occasione! Poi arrivo l'Idea.
“Allen.” Dissero in sincrono i due ragazzi guardandosi tra di loro, per poi posare entrambi il proprio sguardo su Tyki, che li fissava senza capire.
“Allen?” chiese confuso: non aveva ancora accettato l’incarico e quei due avevano già qualcosa in mente!
“Si! La punta di diamante del Moulin Rouge, il locale notturno lì davanti. Sai no? Quello a forma di mulino! È per il capo di quel posto che stiamo dando vita a questo spettacolo!” e gli indicarono il luogo fuori dalla finestra della stanza.
“Ti vestirai elegante e faremo finta che tu sia un importante scrittore inglese, Allen ascolterà i tuoi versi più belli, e ne rimarrà talmente affascinato da insistere con Adam affinché tu possa lo Spettacolo Spettacolare! Geniale non trovi?” gli spiegò poi Lavi entusiasta, orgoglioso di aver avuto un idea così fantastica.
Tyki non fece nemmeno in tempo a rispondere che venne trascinato in un angolo della stanza vicino a un tavolino pieno zeppo di alcolici.
“Beviamo allo scrittore del primo spettacolo rivoluzionario bohèmien del mondo!” urlarono i tre svitati mentre riempivano i bicchieri di alcol.
Fantastico. Dovrò sostenere una stupida audizione con questo Allen, un copione per uno spettacolo e bere assenzio come se non ci fosse un domani! ...Direi che come inizio non è affatto male...ghignò mentalmente il ragazzo buttando giù il primo bicchierino di assenzio al quale seguirono molti altri, mentre si preparavano alla loro entrata in scena al Moulin Rouge.

 

 


Intanto, in una stanza del locale..

“Sei pronto Allen? Tra poco sei in scena...” chiese una voce bassa, rivolta a un ragazzo dalla pelle bianca come il latte che risplendeva sotto i raggi della luna, mentre contemplava il mondo al di fuori del locale, seduto scompostamente sul suo letto.
“Si Maestro...” sussurrò lui, volgendo poi lo sguardo verso l’uomo dai lunghi cappelli rossi in piedi sull’uscio della stanza. “Non ti preoccupare, stasera andrà tutto bene...” lo rassicurò poi alzandosi dal letto e dirigendosi verso il piccolo balcone, mentre sentiva il vento soffiare tra i suoi capelli argentei.
“Vedi di non deludermi marmocchio. Devi ancora ripagare tutti i miei debiti.” gli ricordò sorridendo malignamente, uscendo dalla stanza e lasciando solo il ragazzo, il quale sospirò triste.
“...andrà tutto bene...ce ne andremo via da qui...giusto Tim?” chiese sussurrando al piccolo uccellino dorato, il quale gli si posò sulla testa, addormentandosi poco dopo.
Il ragazzo rientrò, finendo di prepararsi per la serata, e poggiò il piccolo Timcampy su un cuscinetto, lasciandolo dormire in pace.
“Si comincia...”disse risoluto guardandosi allo specchio con sguardo deciso, mentre usciva dalla stanza, pronto a far impazzire la folla un’altra volta.

 


Entrarono facilmente al Moulin Rouge, vestiti elegantemente e pronti a far scattare il piano: non farsi vedere dai due padroni del locale, altrimenti sarebbero stati sbattuti fuori a calci.

Lavi e la sua banda avevano causato parecchi guai, soprattutto al secondo padrone del Moulin Rouge: Cross Marian, l’uomo che viveva nell’ombra di Adam e gestiva il locale dietro le quinte, organizzando gli incontri tra le ballerine del locale e i ricchi borghesi che, in cambio, offrivano cospicue somme di denaro, grazie alle quali poi finanziava il locale.

Non appena entrarono furono travolti dall’atmosfera eccentrica e sensuale del luogo.
In ogni angolo si potevano notare una o più ballerine di Can-Can che intrattenevano la moltitudine di ospiti venuti lì per divertirsi con loro.
Tyki rimase a contemplare quell’angolo di paradiso. Non vedeva l’ora di poter mettere le mani su una di quelle bellezze così erotiche e stravaganti.
Poco dopo si sentì tirare dai ragazzi, che lo portarono verso un tavolo, rialzato di un piano ma comunque nascosto agli occhi del proprietario del locale, ora impegnato a intrattenere gli ospiti tramite le sue Cagne di diamante. Egli aveva una strana e vistosa maschera dai mille colori sgargianti che celava parzialmente il suo viso, lasciando in vista la scura ombra della sua barba, al che Tyki spalancò gli occhi sorpreso.


https://youtu.be/LyBBiUPzd4I


Ecco perché mi sembrava familiare! Adam è il secondo nome del Conte del Millennio! Ma pensa te che razza di locali frequenta nel tempo libero! Pensò il ragazzo, non così sorpreso di vederlo in un posto del genere, conoscendo l’uomo, così simile a lui ma allo stesso tempo così diverso.

“Bene Tyki! Siamo riusciti ad aggirare Adam e Cross! Missione compiuta!” gli disse Lavi soddisfatto mentre guardava le ballerine e ne fissava con insistenza una dai lunghi capelli scuri e lo sguardo truce, leccandosi poi le labbra dopo aver bevuto un altro bicchiere di assenzio.
“Ora dobbiamo solo aspet-“ le luci si spensero all’improvviso, lasciando acceso solo un fascio di luce, puntato su una brillante figura seduta su un trapezio in aria.

Gli occhi di tutti i presenti si puntarono su quella sagoma, compresi quelli di Tyki.


“Eccolo! Il Diamante Splendente…!” sussurrò incantata Lenalee: nonostante avesse visto più volte quella scena, non poteva fare a meno di rimanere sbalordita ogni volta.

Tyki in quel momento rimase senza parole.
Sembrava...un angelo tentatore...così puro ma allo stesso tempo così sensuale e peccaminoso.
Un contrasto delizioso.

The French...are glad to die..for love.” Non appena sentì la sua voce melodiosa sbarrò gli occhi incantato: una voce dolce e sensuale allo stesso tempo.
But I prefer a man who lives... and gives expensive...jewels.”  sussurrando l’ultima parola aprì gli occhi argentati in uno sguardo malizioso mentre scendeva verso gli uomini adoranti e la musica partiva.
A kiss on the hand may be quite continental, but diamonds are a girl’s best friend!” cantava muovendo maliziosamente i fianchi, mandando fuori di testa qualsiasi persona presente in quella sala gigantesca.

I vestiti che indossava sembrava che invitassero Tyki ad allungare le mani: le calze a rete sotto i pantaloncini neri lasciavano intravedere le lunghe gambe magre, e un piccolo top nero, quasi trasparente, attillato e infilato nei pantaloncini, lasciava poi molto poco all’immaginazione e questo il ragazzo lo sapeva fin troppo bene. Sui capelli bianchi portava un piccolo capellino nero ornato con una folta piuma dello stesso colore, dei guanti color argento lunghi fino a metà braccio e ai piedi delle piccole scarpette nere con il tacco basso.
I suoi movimenti erano sensuali e mettevano in mostra ogni parte del suo corpo già ben visibile, il tutto mentre cantava con la sua voce melodiosa e un sorrisetto furbo sul viso.
Tyki si alzò ghignando per andare verso di lui, pronto a prenderlo lì, davanti a tutti.
Quel ragazzo sembrava così puro, nonostante fosse sicuro che non lo fosse ormai da tempo, considerando i suoi movimenti così calcolati ed esperti.
…quella purezza così chiara...così innocente...la voleva macchiare.
La voleva sporcare di nero e godere di quella sensazione di potenza e superiorità che avrebbe provato facendolo...


Ma venne fermato da Lavi e Johnny, i quali lo misero di nuovo a sedere.
“Non ti preoccupare, vado a preparare il terreno.” Sorrise il rossino notando lo sguardo omicida del moro e alzandosi per andare a organizzare un incontro tra lui e Allen.
 

Ma c’era qualcun altro che doveva incontrare Allen quella sera.
Il finanziatore di Adam, il Conte Sheryl Kamelot.
“Quando potrò vedere il ragazzo?” sussurrò impaziente l’uomo dai lunghi capelli neri e lucidi, tanto da sembrare quasi unti, guardando con bramosia il corpo del giovane ballerino.
“Dopo la sua esibizione ho organizzato un incontro solo per voi due, non deve preoccuparsi.” Lo rassicurò un uomo dai capelli lunghi e color rosso fuoco, con il viso coperto per metà da una strana maschera bianca: Cross Marian.
“Solo noi due da soli?” chiese poi il Sheryl.
“Solo voi due completamente soli...” sussurrò malizioso l’uomo di rimando.

Cause we are living in a material world , and I am a material girl.” L’albino mandò un bacio volante, con tanto di occhiolino, in direzione di Adam, il quale fece altrettanto, sorridente.
“Venite a prendermi ragazzi!” incitò poi gli uomini, muovendosi sensualmente da una parte all’altra della sala, facendo impazzire gli ospiti.
“Vieni qui Adam, fammi sognare!” chiamò poi l’uomo corpulento che si avvicinò a lui maliziosamente, scoccandogli un sonoro bacio sula guancia, per poi nascondersi insieme a lui tra le sottane delle Cagne di Diamante, dove poterono cambiarsi per continuare lo show.
“Kamelot è qui Conte?” gli chiese impaziente non usando il suo nome d’arte, mentre si toglieva i pantaloncini e il piccolo top nero, facendosi aiutare da alcune ballerine per mettere altri vestiti complicati.
“Paparino ti ha mai deluso? È anche molto interessato...” gli disse di rimando l’uomo togliendosi il frac e rimanendo in camicia, maschera e biancheria, uscendo poi dal nascondiglio e continuando lo spettacolo.
Il giovane ballerino riapparve vestito con un corsetto color arcobaleno e slip dello stesso colore, le gambe lasciate nude, e ai piedi delle scarpette bianche con i tacchi bassi, mentre dietro la sua schiena spuntava una coloratissima coda di pavone che faceva risaltare ancora di più la sua pelle nivea e i capelli bianchi come il latte.
“E dov’è?” gli chiese contento di aver attirato l’attenzione del borghese, mentre cominciava un balletto insieme al Conte, il quale intanto cercava il cliente tra la folla, trovandolo seduto al tavolo di fianco a quello di Tyki e gli altri ragazzi.
Sorrise malefico guardando il nipote che gli scoccò di rimando un occhiataccia che. Se Tyki ne fosse stato capace, lo avrebbe ridotto sicuramente in cenere, rivolgendo poi di nuovo lo sguardo verso il ballerino a fianco a lui.
“Quello che ti sta fissando seduto di fianco a Lenalee e la sua banda.” disse al ragazzo, impegnato a raccogliere i soldi che offrivano gli ospiti, richiamando la sua attenzione ma dimenticandosi accidentalmente di specificare che Lord Kamelot fosse seduto a fianco al tavolo di Lenalee e gli altri, non a fianco a loro. Ops.
Allen si girò e guardò verso la direzione indicata da Adam, intrecciando lo sguardo argenteo con quello di uno straniero dalla pelle caramellata che lo fissava con due occhi dorati e penetranti.
Deglutì a quello sguardo così intenso, girandosi di nuovo verso il Conte, sentendo all’improvviso il corsetto colorato stringere sul petto.
“Vuole investire?” chiese poi entusiasta mentre si muoveva sinuoso ondeggiando con i fianchi, lanciando spesso uno sguardo al cliente guardandolo con sensualità.
“Dopo aver passato la notte con te come potrebbe rifiutare?” lo rassicurò l’uomo corpulento facendo volteggiare il ragazzo.
“Qual è il suo tipo? Timido e indifeso? Frizzante e allegro? O sensuale e tentatore?” gli chiese.
“Direi...Sensuale e tentatore!” gli disse malizioso. “Ricordati Allen: un vero spettacolo, in un vero teatro, con un vero pubblico! E tu sarai...” guardò orgoglioso il giovane.
“...un vero attore...” finì Allen, poi sorrise furbo e si buttò tra la folla che lo sostenne mentre Lavi gli era ormai arrivato vicino, chiamandolo a gran voce, mentre il ragazzo continuava a cantare.
“Oi, Allen! Splendida visione! Divina amazzone!” cercò di attirare la sua attenzione urlando ogni soprannome possibile, ma il ragazzo non lo ascoltò, e si diresse con la folla verso il bel moro finendo di cantare e avvicinandoglisi sensuale fino a sedersi accanto a lui, mentre quest'ultimo parlava con Lenalee.

Il moro in questione girò lentamente il volto verso il ragazzo come attratto da una strana forza invisibile, potendolo così scrutare da capo a piedi con occhi carichi di desiderio.
“Credo che voi stiate aspettando me...” sussurrò sensuale l'albino mettendo in evidenza le lunghe gambe accavallandole.
“Si...” mormorò lui leccandosi le labbra.

Si alzò dalla sedia invitando a ballare il ragazzo-ballerino, inchinandosi come un gentiluomo e facendo il baciamano senza mai distogliere lo sguardo da quegli occhi argentati.
Allen lo guardò come ipnotizzato e accettò, portandolo sulla pista da ballo con un sorrisetto ingannatore, mentre la musica ripartiva più ritmata di prima, insieme alle ballerine e agli ospiti.


Cominciarono a muoversi sul ritmo eccentrico della musica, riavvicinandosi ogni volta che si allontanavano, non smettendo di guardarsi negli occhi, come due calamite.

Intanto dietro una delle tende del locale, Adam, il Conte del Millennio, guardava ridendo i due che ballavano.
“Ha scambiato Tyki per Sheryl! Esilarante! E guarda come balla! Aspetta che quei due si incontrino!" rise all’equivoco, prevedendo situazioni molto avvincenti per i giorni successivi...

 

Intanto, seduti al tavolo, Lenalee e gli altri due parlottavano come delle comare guardando Tyki e Allen ballare.
“Certo che ci sa proprio fare!” esclamò Johnny sistemandosi meglio gli occhiali sul naso, mentre Lavi rideva quasi orgoglioso.
“Visto? Ve l’avevo detto! È un genio!” sorrise vittorioso muovendo poi gli occhi per la stanza in cerca di un certo spadaccino scorbutico.

Di certo non saltò di gioia quando lo intravide in mezzo a due uomini vestiti elegantemente, intento a strusciarglisi addosso con addosso solo dei pantaloncini strappati che nascondevano ben poco del suo corpo; portava i lunghi capelli scuri raccolti in una coda alta, lasciando scoperta la pelle chiara della schiena e del petto, diventata terreno dei due uomini che gli avevano pagato.
Il rosso lo fissò indecifrabile mentre si muoveva tra gli ospiti; odiava vedere il moro tra le braccia di quei sudici nobili…odiava che lo toccassero in quel modo, come se fosse qualcosa che gli appartenesse.
“Maledizione...” sussurrò irritato distogliendo lo sguardo e tornando a guardare lo scrittore e la stella del Moulin Rouge mentre buttava giù un altro bicchiere di assenzio.

Quanto avrebbe voluto cadere in una crisi di sonno profondo in quel momento...

 

“Siete gentile a interessarvi al nostro piccolo spettacolo...” disse Allen allacciando le braccia al collo del più grande, impegnato a fargli fare un casquè.
“Sembra molto eccitante...” Tyki sussurrò l’ultima parola direttamente nell’orecchio di Allen, mandandogli una scossa lungo la spina dorsale. “Sarei molto felice di essere coinvolto...” gli disse tenendolo stretto a sé.

“Davvero?” chiese sorpreso lui, continuando a muoversi a ritmo insieme all’altro.
“Sempre che vi piaccia quello che faccio, ovvio.” chiarì poi il moro facendo volteggiare Allen tra le sue braccia. “Lavi diceva che potevamo farlo in privato...” finì provocatorio, nonostante si riferisse alle poesie.
“Oh! Ma davvero?” chiese stupito, fraintendendo le sue intenzioni. Non che potesse essere biasimato in quelle circostanze.
“Si. Una lettura di poesie...” sorrise mellifluo allontanandolo da sé per poi avvicinarlo di nuovo velocemente al suo corpo, portandoli ad aderire perfettamente l’uno con l’altro, petto contro petto. “...in privato...” finì quasi sfiorando le sue labbra rosee con le sue, bramanti.
“Ohh...” sussurrò Allen eccitato. “Una lettura di poesie...mi piace un po’ di poesia dopo cena...” e detto questo si strusciò piano sul corpo dell’altro, provocandogli brividi in tutto il suo essere.

Quando poi Allen si staccò da lui facendogli l’occhiolino, Tyki sentì immediatamente la mancanza di quel corpo caldo contro il suo.
“Ora la devo lasciare conte...ci vediamo dopo nella Stanza dell’Elefante...” lo salutò malizioso dandogli appuntamento per quella sera, mentre si allontanava per concludere il suo numero, lasciando un interdetto Tyki nella pista da ballo.
Conte...?” si chiese confuso. Come poteva averlo riconosciuto come un nobile se era seduto al tavolo con dei bohèmien?
Scrollò di sé quel dubbio ritornando al proprio tavolo, attendendo con impazienza l’incontro privato tra lui e Allen, mentre quest’ultimo concludeva lo spettacolo, salendo di nuovo in alto sul trapezio.


"Diamonds! Square cut or pear-shape, these rocks won't lose their shape!” continuò la canzone mentre il trapezio andava sempre più in alto…

"DIAMONDS...ARE A GIRL’S...BEST...” si fermò spalancando gli occhi, e ansimò pesantemente, mentre sentiva il petto stringere e la testa girare...

 

L’ultima cosa che vide prima di precipitare dal trapezio fu il viso del conte, sfigurato dalla preoccupazione e la sorpresa.

 

“NOOOO!” il grido spaventoso di Adam spezzò l’allegria della festa, rendendo inquieti gli ospiti.


Allen cadde svenuto fra le braccia di Kanda, ballerino e collega dell’albino, che guardò lo spaventato Adam mentre questi gli indicava silenziosamente il backstage.
Lo spadaccino portò il ragazzo dietro le quinte, lasciandosi dietro il pubblico mormorante e confuso, per cui Adam cercò di rimediare, facendo finta che l'accaduto facesse parte dello show.
“Ahhh…l’avete fatto scappare!” gridò rivolgendosi agli ospiti con uno sguardo affranto. “Ma io vedo qualche ballerina del Moulin Rouge che cerca un compagno, o anche due. Quindi, andate e ballate con loro!!!” li incitò gridando entusiasta, facendo riprendere le danze.

 

Intanto al tavolo di Lavi e gli altri...


“Quel ragazzo...che sia...?!” sussurrò inudibile Tyki, non appena Allen venne portato fuori dalla sala, perdendosi in pensieri che solo lui conosceva, mentre gli altri tre si guardavano fra loro, preoccupati per Allen.


Al tavolo a fianco invece non era rimasto più nessuno: Lord Kamelot se n’era andato poco prima, impaziente per l’incontro con Allen, e Cross, avendo assistito alla scena, era andato di corsa a controllare il ragazzo svenuto, sperando in sè che stesse bene.

 


Kanda portò l’albino nell’infermeria del locale.
“Non credo che il cliente avrà quello che gli spetta stasera...” sentenziò appoggiando l’altro ballerino su un letto.
“Non essere odioso e fatti da parte.” Kanda venne cacciato in malo modo da un ragazzo dalla pelle abbronzata e i capelli bianchi sostenuti da una fascia beige legata in fronte. Indossava una maglia viola dalla quale si intravedeva il petto scolpito, dei pantaloni bianchi in stile indiano e il tutto completato da delle semplici scarpe bianche basse.
Si avvicinò preoccupato al ragazzo svenuto controllandolo e asciugandogli il sudore dalla fronte con un fazzoletto.
Notando che non si svegliava nonostante lo scuotesse, prese un pezzo di stoffa e lo bagnò con dell’ammoniaca, mettendolo poi vicino al naso di Allen.
Dopo qualche secondo, infastidito dall’odore pungente, Allen aprì gli occhi lentamente, guardandolo mentre ansimava piano.
“Questi...stupidi costumi... Grazie Wisely...” sussurrò ridendo il ragazzo.
A quel commento il dottore sospirò di sollievo, guardandolo rassicurato.
“Un semplice svenimento per fortuna...” disse ora tranquillo.

Subito dopo entrò nella stanza Cross, il tutore di Allen.
“È successo qualcosa?” chiese allarmato.
“Non è niente di grave.” lo rassicurò Wisely mentre porgeva un fazzoletto ad Allen così che potesse tossire tranquillamente.
“Allora non perdete tempo. Preparatevi per l’incontro con Kamelot.” Disse semplicemente tornando fuori dalla stanza, mostrandosi indifferente nonostante avesse tirato un sospiro di sollievo per il suo pupillo.
Quando il ragazzo finì di tossire, il dottore si alzò e riprese il fazzoletto dalle mani de ragazzo per buttarlo, notando però una macchia scura e vermiglia sulla stoffa bianca.
Sangue...Non è possibile... pensò allarmato Wisely, decidendo però di confermare i propri sospetti prima di avvisare l’albino e Adam.

Allen, ancora un po' affaticato, guardò il viso spaventato di Wisely, non capendo.
"Va tutto bene Wise?" gli chiese poi dolce, ridestandolo dai suoi pensieri.
“S-si certo!" rispose a voce fin troppo alta il dottore. "Te la senti di alzarti? Dovresti prepararti...” gli disse gentile, nascondendo la sua preoccupazione.
“Certo! Sbrighiamoci. Non vogliamo far attendere troppo il mio caro cliente no?” chiese retorico alzandosi lentamente e dirigendosi verso il suo camerino, seguito da Wisely.
Spero vivamente di sbagliarmi... pensò speranzoso chiudendo la porta della camera dietro di sé, mentre Allen, ignaro dei pensieri dell’altro, cominciò a cambiarsi.

Non vedeva l’ora di rivedere il bel moretto...
Quegli occhi pieni di desiderio...non riusciva a toglierseli dalla mente...
Scosse la testa: la priorità era fare in modo che il cliente fosse talmente soddisfatto da voler investire sul Moulin Rouge...solo dopo si sarebbe permesso di pensare a se stesso e ai propri desideri e capricci.
Me ne andrò da qui...costi quel che costi.




 

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Eccomii :3 I'm back con un nuovo capitolo!
​Se notate l'impostazione del testo un po' diversa é perché sono in vacanza al mare e non ho potuto portarmi dietro il computer... T_T
​Appena ritorno a casa lo risistemo per bene dai <3
​Comunque, godetevi il capitolo e ditemi che ne pensate pleasee: mi fareste un piacere immenso... <3
​Detto questo, vi saluto.
​Un abbraccio a tutti <3

  
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