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Autore: Cissy_Me    25/07/2016    3 recensioni
Dicono che sia il destino a muovere le carte nel suo gioco beffardo..ma nulla toglie che gli si possa dare una mano ogni tanto. Sono passati 7 mesi dall'ultima volta che i 1D si sono visti tutti insieme ma, prima della grande reunion, c'è da sistemare una piccola.enorme questione. Un pranzo. Niall non ha bisogno di null'altro per far scacco al destino.
Una trappola innocente. Un impervio viaggio nei ricordi. Un eterno duello con la realtà.
"Ci muovevamo entrambi su quella linea sottile che separava la voglia di ritrovarsi, dalla la paura di perderci insieme di nuovo."
E allora cosa fare?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque anni di vita piena nei 1D hanno decisamente compromesso il nostro concetto di relax. L’idea di partenza era quella di prendersi del tempo per stare a casa, godersi la famiglia e gli amici, magari recuperare qualche rapporto di parentela e pensare al lavoro con più calma e seguendo il solo comando dell’inspirazione. Ma.. la famiglia e gli amici possono prendere l’aereo con te e, soprattutto, se non viaggi per posti esotici e mai visti come può accendersi quella scintilla? Così, sono partito zaino in spalla “on the road again” su voli low cost e spiagge deserte bellissime! Mi sono letteralmente dato alla macchia mentre Liam tirava su un canile con Cheryl, Harry si allenava alle navi da guerra su yatch privati e Louis sfidava la sua resistenza al tetano camminando scalzo per le vie di Los Angeles! In sintesi, di Londra e della pace domestica non abbiamo mai saputo cosa farcene e la cosa non cambierà mai! Sono passati ormai 7 mesi e devo essere sincero, non ci siamo visti molto. Siamo ancora troppo occupati a scoprire ed assaporare la vita oltre la band, oltre i photo-shoots e le interviste sempre uguali! Che rimanga tra noi, però, comincio a sentire la mancanza di tutti i difetti, i vizi e le cazzate con cui ho convissuto per così tanto tempo. Certo, non siamo ancora pronti a tornare sulle scene ma questo week end siamo tutti a casa, questo week end è nostro: "just swimming around in our glasses and talking out of our asses”..sapete no?!
Ci siamo dati appuntamento per sabato, all’Avenue Verte alle 20. Abbiamo ottenuto da Sam l’Assetto-Falco e niente potrà andare storto! Bas e Paddy rimarranno a distanza “illusione di non aver bisogno ancora di guardie del corpo” e noi ci impegneremo a non dare nell’occhio: questo comporta per Liam dover lasciare a casa la sua bat-mobile e per Harry un abbigliamento meno succinto. Che ci crediate o no, è più facile convincere Payno a tenere la Lambo in garage, che Harold a rinunciare alla sua Gucci rosso rubino! 
Prima di sabato, comunque, devo risolvere un’altra questione ed è per questo che ho invitato Louis ed Harry oggi, per pranzo. In realtà, non sono propriamente consapevoli della presenza l’uno dell’altro ma.. è un piccolissimo dettaglio. Si. Credo.


Venerdì. 
Sono le 12.10 e sto già morendo di fame! Dovrei essere davanti al menù del Taste Good a ordinare bistecca, patatine fritte e birra e invece sono qui, nascosto dietro una berlina blu, ad aspettare che quell’idiota di Tommo arrivi. È in ritardo. Come al solito. Harry è già arrivato ma per fortuna è troppo paziente e troppo occupato con il telefono per rendersi conto della mia assenza. Ancora una decina di minuti, però, e comincerà ad insospettirsi: non sono mai in ritardo..soprattutto quando si tratta dei pasti! Aaah! Sono quasi più nervoso di quella volta che Payno mi intervistò sulle montagne russe! Continuo a guardarmi intorno nella speranza di veder sbucare una felpa dell’Adidas e un paio di Vans ma niente! Niente! Niente alla mia sinistra..niente alla mia destra e
- “Stiamo giocando a nascondino Irish?!” 
Merda!
- “T-Tommo! Ehi! Che ci fai qui? Perché sei arrivato da dietro?”
Louis, dall’alto della sua posizione eretta, mi guarda in modo strano..ed effettivamente..come dargli torto! 
- “Innanzitutto, venire da dietro è una mia specialità! In secondo luogo, e questo ci riporta a te che ti nascondi dietro una macchina, non siamo in ritardo per un pranzo?”
“Beh..si! Ecco..”
“Dai Irish! Ho fame! Andiamo!”
“Eh..no! Io non vengo più a mangiare con te!”
“Cosa..?! Irish che problemi hai? Hai organizzato tu questa cosa..”
“Ho cambiato programma!”
“Non pranzi? Sicuro di star bene Nialler?”
“Non bestemmiare Tommo! Ovvio che pranzerò! Ma non con te! Tu pranzi con lui!”
“Lui chi?”Non rispondo ma gli faccio cenno con la testa in direzione di Harry. 
“Ripeto. Che problemi hai Niall!? Lo sai che io e Harry non..” E un lampo di consapevolezza balena finalmente nei suoi occhi. “No! Non esiste! Questa è l’idea più stupida che tu abbia mai avuto. Non succederà mai! Zero!”
“E tu che ne sai?”
“Niall. Ne abbiamo parlato mille volte. Devi piantarla!”
“Guarda che non sto puntando a farvi tornare insieme! Da quanto non lo senti Tommo?”Un attimo di esitazione.
“Un po’.” - mi dice infine abbassando lo sguardo - “Per qualche tempo l’ho tenuto aggiornato con il calendario delle paparazzate ma dopo la storia dell’hackeraggio di Anne è cambiato tutto.”
“Beh..finché non ti deciderai a dirgli la verità anche su quella questione..”
“Quale verità?”
“Lo sai benissimo!”
“Non capisco di cosa tu stia blaterando..”
“Si..vabbè! Arrangiati! Ad ogni modo, cosa hai intenzione di fare adesso?”
“Chi? Io?”
“Beh! Io direi che ho già mosso abbastanza le cose portandovi qui e ritardando l’ora del mio pranzo! Ora tocca a te, bello! Vado a cercare Bas e lo porto da Domino’s! Sfrutta l’occasione e non fare il bambino!”Detto questo, mi alzo, do una pacca leggera sulla spalla di Louis e mi allontano in silenzio, accompagnato da un “maledetto irlandese” digrignato non troppo sottovoce! 

Harry era li, appoggiato al muro ad aspettare. Aveva appena preso in mano l’iPhone per controllare l’ora e seguendo i movimenti del braccio che aveva riposto l’oggetto nella tasca posteriore, mi ero soffermato a guardare le sue gambe toniche. Leggermente più muscolose dell’ultima volta ma sempre fasciate in quei jeans neri che lasciavano spazio alle sfumature più erotiche e perverse della mia immaginazione. Sopra una maglietta bianca, semplice, con le maniche arrotolate a lasciar scoperte le braccia. Classico. 
Non ero ancora sicuro che questa fosse una buona idea, forse dovevo voltarmi e fuggire prima che fosse troppo tardi..ma le gambe non mi rispondevano più..avanzavano verso il sole. L’unico dell’intero sistema capace di abbagliarmi e..”merda! Mi ha visto!” 
Harry aveva alzato lo sguardo in cerca di Niall e invece aveva trovato me. Mentre accorcio le distanze tra di noi non distoglie gli occhi nemmeno per un battito di ciglia. Mi guarda. Mi scruta. Con ogni probabilità non si aspettava di vedermi..e adesso?
“Ciao!” esordisco con palesi originalità e naturalezza 
“Ciao Lou!” mi risponde lui sorridendo. Ma perché deve sempre sorridere quest’uomo?! “Immagino, a questo punto, che Niall non verrà.”
“Ehm..no! Ma ti giuro che non è una mia idea!”
“Mh..ok!”
“Nel senso..non che non volessi vederti, ce..anzi! Ma non era una trappola per te..era per tutti e due! Non che mi senta obbligato, assolutamente! Ce..mi fa piacere vederti..”
“Louis.” - mi blocca semplicemente con il suono della voce. Fantastico Tommo. Ti vedo davvero presente a te stesso. - “Calmati. È tutto ok. Ci saremmo visti domani sera in ogni caso e poi..”
“e poi..?” chiedo esitante senza rendermene conto. Harry mi guarda ancora, non dice una parola ma so cosa sta provando. La provo anche io. 
“Poi è ora di mangiare e io ho fame!” conclude infine “entriamo?”
“Beh..in realtà ci sarebbe un altro posto dove preferirei andare..”
“Sapevo lo avresti detto!” con un sorriso dolcemente rassegnato.
“È troppo?” chiedo esitante.
“Con te troppo non è mai stato abbastanza!” sospira e senza aggiungere altro Harry si stacca dal muro e comincia a camminare verso la piccola traversa alla sua sinistra. Io rimango fermo, spiazzato. È sempre tutto così sincero. Sempre tutto così semplice con lui, dannazione! Il riccio, tra l’altro, si deve essere accorto della mia esitazione perché, in un gesto tanto naturale quanto ultraterreno, gira la testa verso di me e, fingendosi spazientito, mi fa cenno di raggiungerlo.
“Ho fame Tommo! Ti sei fatto aspettare una vita!” conclude con un mezzo sorriso. Oddio. Che cosa voleva dire con quella cosa? Ha fame e vuole mangiare. Basta. Non ci sono sottotetti fra le righe. Giusto. Giusto? Oh dear!  Sono io o c’è puzza di guai qui?

Il tragitto a piedi fino al locale è stato tranquillo, rilassato. Ci siamo aggiornati sulle vite delle nostre sorelle e delle nostre madri che, per la cronaca, si tengono ancora molto più in contatto di tutti noi noi messi insieme. È stata senza dubbio una scelta tattica perfetta: due madri e un quantitativo importante di consanguinee dalla mia parte, più i gemelli che Harry adora in quanto bambini, hanno fatto il loro sporco lavoro ed è andato tutto liscio come l’olio. Stavamo giusto parlando della svolta imprenditoriale di Lottie quando  abbiamo adocchiato l’insegna con il cervo. Ecco il 17Black. Eravamo arrivati. Ci siamo concessi qualche attimo di silenzio davanti alla rappresentazione lignea del tatuaggio che portavo sul braccio.
-  “Sicuro?” chiedo 
“E tu?” 
“No.”Entrammo.
Il cameriere all’ingresso doveva essere stato assunto da poco perché non ci riconobbe. Non sapeva del legame che unisce quel posto alle nostre vite. Ci chiese semplicemente quanti eravamo e una volta che Harry diede risposta alla sua domanda ci accompagnò al tavolo. Ovviamente non il nostro tavolo. Un altro. 
Ho voglia di intervenire per sistemare la questione ma, forse, per oggi, è meglio non esagerare. Prendiamo posto in silenzio, Harry fa un cenno di ringraziamento al cameriere che si allontana dopo averci portato i menù. Non li apriamo neanche e ci immergiamo di nuovo in un’altra delle conversazioni neutrali a nostra disposizione: Dunkirk e le riprese del film. Harry si lancia subito in un racconto appassionato del suo lavoro attuale, mi racconta della crew, di come all’inizio gli sembrasse tutto così strano e diverso, di come si sentisse in imbarazzo a dover recitare davanti ad attori affermati e un regista di prim'ordine come Nolan e di come si stesse realmente appassionando a tutto quel mondo di telecamere e ciak. Mi stava raccontando brevemente la trama del film per poter introdurre l suo personaggio, quando sopraggiunse il cameriere a chiedere le ordinazioni. 
“Un doppio cheesburger con salsa BBQ e french fries, un vegetariano senza cipolle ma con doppio pomodoro, una Tennent’s e un’acqua liscia temperatura ambiente.” risposi senza pensarci.Harry era rimasto in silenzio. Continuava semplicemente a guardarmi. Il cameriere aveva appuntato tutti gli ordini in maniera impeccabile e si era diretto verso le cucine per passare la comanda. 
Harry non parlava ancora. Le mani intrecciate sotto il mento, le labbra socchiuse e gli occhi concentrati.
“Hai ordinato anche per me.” disse infine, pacifico.Sembra impossibile, ma non mi ero reso conto di nulla. Lo facevo sempre prima..era diventato una routine, qualcosa di familiare e naturale. Un istinto più che un gesto a grande effetto. 
“Volevi altro?”
“Non ho detto questo. Era tutto giusto. Anche il doppio pomodoro.”
“Vedi? Non è cambiato niente!”Un attimo di silenzio. Il suo silenzio.
“Qualcosa è cambiato.”In quelle pause silenti, cercavamo le risposte alle domande che non avevamo più avuto il coraggio di farci o, semplicemente, cercavamo le parole giuste da dire per non cadere subito nella rete di una conversazione per cui nessuno di noi era pronto.
- “Cosa stiamo facendo Lou?”
Lou. Lou. Lou. Da quanto tempo non sentivo quel nome venir fuori dalle sue labbra. Dannato irlandese! Cosa hai fatto?!
-  “Mi sto godendo il pranzo in uno dei miei locali preferiti, tu?”
“Sto evidentemente giocando con il fuoco.”
“È un gioco che potrebbe piacermi.”
“È un gioco che potrebbe distruggermi.”
“….”
“….” 
“Non ho mai giocato con te.”
“Lo so.”
“Non sai tutto.”
“Non serviva mi dicessi tutto.”
“Harry.”
“Louis.”Purtroppo o per fortuna, esattamente in quel momento era sopraggiunto il cameriere con le bibite ma non potevo lasciar cadere così. Non sapevo ancora cosa stessi facendo o dove volessi andare a finire con tutto questo.
“Brindiamo al pericolo!” - interviene Harry a diradare i pensieri e, tra l’altro, per niente d’aiuto - “Accetti di brindare contro una bottiglietta d’acqua?” mi chiede ironico.
“Farò un eccezione!” - risposi melodrammatico - “Come se non lo avessi già fatto miliardi di volte con te!” - conclusi facendolo ridere.
“Sarò sempre la tua eccezione Lou. Arrenditi all’evidenza.”Fu il mio turno di rimanere in silenzio. 
“Ai giochi pericolosi e ai giocatori d’azzardo allora.” ribattei, pensando di aver recuperato terreno
“A noi!” mi disse divertito.Ok. È ufficiale. Qui c’è proprio puzza di guai.

I piatti erano ormai arrivati e ci stavamo godendo il buon cibo e la compagnia l’uno dell’altro. Ci muovevamo entrambi su quella linea sottile che separava la voglia di ritrovarsi, dalla la paura di perderci insieme di nuovo. Harry aveva appena addentato il suo hamburger vegetariano e parte della salsa guacamole era finita nell’angolo sinistro della sua bocca. Avevo in mente modi molto piacevoli per togliergliela di dosso e, un tempo, non ci avrei pensato due volte..ma adesso non potevo più. Adesso non dovevo neanche pensarci troppo o la vita oltre quella bolla meravigliosa sarebbe stata molto più dura e straziante da affrontare. 
Ad ogni modo, non avevo fatto in tempo a finire il concetto nella mia testa che il riccio aveva allungato un dito a prendere quella lacrima di salsa verde e lo aveva poi accompagnarlo al centro delle labbra, facendo guizzare la lingua. “Eccheccazzo Styles!” - penso spazientito, lasciando cadere le patatine nel piatto con poca grazia e alzando gli occhi al cielo. Harry mi guarda e scoppia a ridere. Cosa ci trova di divertente lo sa solo lui! Sto quasi per ribattergli di tacere quando, dal fondo della sala, sentiamo un gran rumore di piatti infranti. Ci giriamo entrambi e al centro della scena c’è il neo-assunto che tiene in mano un vassoio ormai vuoto: il contenuto è tutto ai suoi piedi. Una collega accorre in suo aiuto e, mentre l’attenzione si dirada, mi rendo conto di dove si trovino esattamente. Mi volto verso Harry. Nemmeno lui sta più guardando i camerieri, il suo sguardo è perso nel ricordo. Sospiro; e così facendo, attiro la sua attenzione. Ci guardiamo per una manciata di secondi, ma tanto mi basta per tornare a vivere il momento più magico e perfetto della mia vita. Tanto basta per far riaffiorare tutti i sentimenti mal rinchiusi nel fondo del mio cuore. Gli occhi non mentono mai ed Harry mi diceva sempre che i miei erano i più cristallini e trasparenti del mondo. I miei occhi non riuscivano a celare la verità agli estranei…quindi era inutile provarci con lui che mi conosceva “meglio delle scorciatoie che mi permettono di arrivare prima a casa!”. Questo è quello che diceva sempre e questo è quello che non posso più sentire. 
-   “Non ho mai più provato niente di simile. È ancora il ricordo più prezioso che ho.” proruppi infine, guardando nella stessa direzione.
“È ancora la mia ancora quando tutto sembra andato sprecato.” - rispose Harry-
“L’hai..?” ma non ebbi il coraggio di finire la domanda.
“L’ho pensato. Ci ho provato. Una giorno ho chiesto a Gemma di nasconderlo..eliminarlo..o farne quello che ne avesse voluto. - sbuffò sorridendo della mia espressione  - “Appena uscita di casa l’ho rincorsa per riprendermelo. Non posso separarmi da quell’anello tanto quanto non possa tenerlo vicino.”
“E…”
“L’ho messo dove è destinato essere.”
“Ascolta Harold. - dissi disarmato - Tu lo sai che c’è un motivo per cui dobbiamo tutti cercare su google i tweet prima di poterti rispondere, vero?”
“La mancanza di intuizione?
“No-o. Mi piacerebbe rassicurarti della cosa ma..no. Tu ci fai uscire pazzi e sappiamo bene che ti diverti a farlo! Te ne esci con queste frasi ad effetto e a noi tocca ricomporre il puzzle e venirci in qualche modo a capo! Che significa “è dove è destinato ad essere?”
“Non ho detto ‘è’. Ho detto ‘ho messo’.”
“Ah beh. Adesso allora è tutto chiaro!”
“Sicuro?”
“No Harold! Ovviamente no!”Ed eccolo li, ride ancora e di gusto mentre io non so più dove sbattere la testa! 
“Io ti odio!” - borbotto e lui, di tutta in risposta, ride ancora più forte, dando al mondo un motivo in più per girare e al sole una ragione più profonda per splendere. Proprio mentre mi beavo di quell’immagine, il mio telefono cominciò a squillare.
“È Daniel!” 
“Oops!” Gli regalai il mio miglior sguardo alla “seriously?!” e risposi. 
“Ciao Dan! Ah..non ci vedi al TasteGood..ma hai guardato bene dentro? […] Anche in bagno?” -Harry alzò un sopracciglio, inclinando la testa. Chi è che stava giocando sporco adesso? - “Ok. Ok. Ricevuto! Siamo al 17Black. Paghiamo e usciamo. […] Va bene. All’angolo. Ricevuto!”
“Ci hanno scoperto!” mi rivolsi ad Harry riponendo il telefono in tasca.
“Brave ma intenso! Mi accontenterò!” - “Idiota!” risposi scuotendo la testa. A quel punto ci eravamo già alzati dal tavolo, avevamo pagato il pranzo a metà e ci eravamo diretti verso la porta d’uscita. Prima di poterci arrivare, però, Harry si bloccato. Girandosi verso di me, mi aveva preso il viso tra le mani e, delicato, aveva imprigionato il mio labbro inferiore fra le sue, morbide e meravigliose esattamente come le ricordavo. 
“Questo posto lo richiedeva.”“Ah..” sussurrai. Si, ero innegabilmente presente a me stesso e alla situazione. Avevo tutto sotto controllo. Maledetto irlandese tinto!! Un giorno di questi gli dovrò offrire un birrificio! 
Fuori, all’angolo dove Daniel e Preston ci avrebbero raggiunto, aspettavamo in silenzio che i due bodyguards arrivassero a toglierci dall’imbarazzo e dalla responsabilità di doverci salutare prima di quanto volessimo.. ma non ci eravamo salutati già troppe volte? Perché tra noi doveva sempre essere un continuo e odiato arrivederci? Non eravamo fatti per dirci addio ma, evidentemente, non eravamo fatti nemmeno per prometterci un sempre. 
- “Eccoli!” ancora una volta Harry aveva interrotto il flusso dei miei pensieri. Mi chiesi se fosse consapevole del loro contenuto e non mi risposi. Vivere negando volontariamente la realtà era ormai diventato un meccanismo automatico per me…e per noi. 
“Ricordi quanto si arrabbiavano quando scappavamo?” gli chiesi in un moto di nostalgia.
“Certo!! Paul non sapeva più come organizzare le squadre!” sghignazzò lui. E lì fu un attimo. Ci guardammo negli occhi per un millesimo di secondo, ci sorridemmo e iniziammo a correre a più non posso nella direzione opposta a quella dei due bodyguards. 
- “The dreams-time is back bitches!” gridò Harry mentre io rischiavo di cadere per le sorpresa e le risate. Percorremmo di corsa buona parte della via principale, consapevoli che Preston e Daniel ci erano alle calcagna. 
“H a destra!” gridai e così il riccio virò. Ovviamente non poteva che essere un vicolo chiuso. 
“Speri che proseguano dritti?”
“Tutto calcolato!”
“Bugiardo!”
“Giuro!”
“Ma piantala che non ti crede nessuno!!”
“Beh..qui non c’è nessuno!” ribattei più sornione.
“Ah davvero?” mi sorrise compliceLentamente mi avvicinai al corpo di Harry e appoggiai le mie mani sui suoi fianchi. Non riuscivo a guardarlo negli occhi o forse non volevo. Prima delle labbra e della passione avevo bisogno di riconoscerci di nuovo, di sentire quella familiarità del cuore, quel calore e quel senso di appartenenza che solo lui riusciva a trasmettermi. Così rimasi fermo, immobile, con gli occhi chiusi e la testa quasi incastrata fra l’incavo del collo e la clavicola. E così lui. Un respiro più profondo per sentire l’odore dei miei capelli.
“È lo stesso shampoo di sempre.”
“Sono lo stesso Louis di sempre.”E di nuovo quel dannato telefono. Ma che problemi ha la gente=
“Non rispondo.”
“Devi.”
“Non voglio.”Harry allora allungò la mano verso la tasca e prese l’iPhone. Non guardò nemmeno il display e rispose. 
- “Ok Daniel! Hai vinto! Ci arrendiamo!! […] Oh…ciao Danielle! […] S.si, sono Harry! […] Louis si stava facendo una sigaretta e ha fatto rispondere me! […] No! No! Figurati…” e guardandomi ferito negli occhi aggiunse “Non stavamo facendo niente di importante.” Mi passò il telefono e si allontanò da me. 
“Devo andare Louis.”
“No..ti prego! Aspetta un attimo!”
“Ci vediamo domani sera.”
“Harry..”Ma ormai si era allontanato, fisicamente ed temevo anche emotivamente. Aveva preso il telefono, fatto il numero di Preston e si era fatto localizzare. Dall’altra parte della cornetta sentivo la voce di Danielle chiamare il mio nome. Si sarebbe bevuta una blackout di rete? Dubito. Portai il dispositivo all’orecchio e mi palesai. Daniel nel frattempo era arrivato ma vedendo la mia espressione decise di non infierire. Forse avrebbe dovuto. Almeno lui. 




 



 

*Nella mente di Cissy* Ok. Eccomi di nuovo qui! Ho iniziato questo nuovo progetto (ma giuro che Fairy non è stata abbandonata..è solo in stanby dati i tempi duri. Me ne scuso tantissimo!!) una sera di profonda ispirazione. Voleva essere una OS veloce e indolore..ma come al solito la trama ha preso il sopravvento e di indolore non ha nulla. Il prossimo sarà il capito conclusivo ufficiale ma non nego di aver in testa un certo cameo-flashback! Spero di leggere i vostri commenti e pareri!! Lots of love, always!

 

 

  
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