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Autore: eleCorti    25/07/2016    1 recensioni
Una raccolta di oneshot su vari missing moments della famiglia Yagami della mia saga (Digimon Adventure Tri: The age of darkness, The evil queen of Digiworld, Once upon a...digi-time e Heroes and villains)
1) First date (The age of darkness)
2) Egoism (The evil queen of Digiworld)
3) Ritorno alla quotidianità (once upon a... digi-time)
4) mettere da parte le ostilità (once upon a... Digi-time)
5) Proposta (Once upon a... digi-time)
6) Destino (Heroes and Villains)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya | Coppie: Sora/Tai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Destino



 
Erano seduti nella piccola sala d’attesa – in cui c’erano solo quattro sedie in pelle rossa –  della piccola clinica di Tokyo, Taichi controllava la sua agenda digitale per vedere quali appuntamenti lo attendevano il giorno dopo, mentre la piccola Haruka giocava con la sua psp.
Tutto sembrava normale. Quel giorno il più grande dei Yagami era andato in clinica per ritirare i risultati delle sue analisi del sangue annuali e con sé aveva portato la sua nipotina, che aveva preso all’uscita da scuola.
“Nonno, ma non è nulla di grave, vero?” pose quella domanda al giovane con un tono molto preoccupato. Non capiva molto di quelle cose, ma per lei andare dal dottore significava essere malati.
“No, tranquilla. È solo un controllo” le sorrise calorosamente. Adorava troppo quella bimba. La piccola, sentendo quelle parole, si rilassò. Si fidava di suo nonno.
“Signor Yagami?” la dottoressa – una giovane donna dai lunghi capelli castani e con indosso degli occhiali quadrati – aprì la porta di fronte alle sedie, guardandosi intorno per individuare il prossimo paziente.
“Eccomi!” il giovane Taichi si alzò dalla sedia, aiutando Haruka ad alzarsi. Nel farlo, però, fece cadere la sua play station portatile.
Era caduta proprio dietro la sedia, non facile quindi da prendere. Haruka, infatti, si era abbassata per arrivare al suo piccolo gioco, ma qualcuno lo prese prima di lei: un bambino dai capelli castani e gli occhi dello stesso colore. La giovane Yagami rimase incantata da quella visione; era come se lo avesse già incontrato. Sì, ma dove? Non poté fare a meno di chiedersi. Se ne sarebbe ricordata, se l’avesse già incontrato.
“Tieni...” il bambino, sorridendo, le porse la psp.
“Grazie...” lei che era sempre così chiacchierona e vivace, per la prima volta in vita sua, era rimasta senza parole. Chi era quel bambino? Doveva saperlo.
“Andiamo Haruka...” suo nonno ruppe quella piccola atmosfera magica che si era creata. Le aveva afferrato la mano e l’aveva condotta all’interno dello studio. Non sapeva nemmeno il suo nome, si disse. Era assai sconsolata, poiché lo voleva conoscere.
Non seppe se era stato il destino o la fortuna, ma quando uscì dallo studio, trovò quel bambino esattamente dov’era: in piedi di fronte alla porta.
“Come ti chiami?” si avvicinò a lei. Haruka non sembrava più lei. Quel ragazzo aveva qualcosa di molto particolare.
“Haruka...” guardò suo nonno come in cerca di protezione. Ma lei non era quel genere di bambina.
“Io sono George... ci rivedremo?” nel suo tono vi era la speranza, poiché anche lui voleva rivedere quella dolce bambina.
“Sì...” fu Taichi a rispondere. Era così contento per sua nipote, poiché si era fatta un nuovo compagno di giochi.
“Ecco tieni. Questo è il mio numero” gli porse un piccolo bigliettino da visita bianco in cui vi era il suo numero di casa. Aveva deciso di dargli il suo e non quello di suo figlio, perché sapeva quanto fosse geloso e temeva una sua reazione sbagliata.
“Grazie” il piccolo George sorrise al giovane uomo. Si salutarono con la promessa che presto si sarebbero rivisti.





 
****



 
Non appena era rientrato a casa, sua moglie gli si era avvicinato strappandogli di mano la piccola cartella gialla in cui c’erano i risultati delle analisi del sangue. Sora era in ansia e Taichi lo sapeva. Quel trauma d’altronde era ancora presente in lei.
“Bene...” posò le analisi sul piccolo tavolino rotondo accanto al divano e diede un piccolo bacio a suo marito.
“Visto? Sto bene!” la attirò di più a sé, appoggiando la sua fronte su quella di sua moglie.
“Lo so, però...” lei aveva sempre paura di perderlo. Guerra o no.
“Ehi...” si staccò dalla sua fronte, sollevandole il mento con due dita. I loro sguardi s'incrociarono.
“è finita... io non ti lascio...” le accarezzò la morbida guancia. Sora si fece cullare da quel caldo tocco.
“Ti amo, Taichi!” fece incontrare le loro labbra in un passionale bacio e sarebbero andati oltre, se il telefono non avesse squillato.
“Pronto?” fu Taichi a rispondere.
“Salve... ehm... ecco... non se si ricorda, ma sono George, volevo parlare con Haruka” eccome se si ricordava, ma non pensava che avrebbe chiamato così in fretta!
“Sì, te la passo subito” rispose, mentre si toglieva il telefono dall’orecchio e lo appoggiava sul tavolo, coperto da una tovaglia bianca in pizzo.
“è per Haruka” si rivolse a sua moglie, la quale lo guardò stranita. Perché avevano chiamato loro e non Taichi? Non poté fare a meno di chiedersi.
Senza fare troppe domande, andò subito di là – i due appartamenti erano collegati da una porta comunicante, posta nei due salotti – a chiamare la sua nipotina, la quale era comodamente seduta sul divano assieme a Toshiho a guardare i cartoni animati.
“Haruka, c’è una telefonata per te!” la piccola bambina si alzò subito, curiosa di sapere chi fosse.
“Chi è?” chiese a suo nonno, mentre le porgeva il telefono.
“George” un’ondata di calore la pervase. Perché il sol sentire pronunciare il suo nome le faceva quell’effetto?
“Pronto?” rispose più emozionata che mai. Non poteva, non doveva farsi prendere dal panico.
“Ciao Haruka... senti domani ti va di giocare assieme?” arrivò subito al sodo. La piccola Yagami guardò suo nonno, che le annuì con la testa.
“Sì, certo” era la bambina più felice di tutta Tokyo.
Gli diede il suo indirizzo e, più contenta che mai, rimise giù. L’unico problema era suo padre: come dirglielo? Era geloso e lo sapeva, per cui avrebbe reagito sicuramente male a quella notizia.
“Però... come facciamo con papà?” si rivolse a suo nonno, che era sempre il suo complice.
“Non ti preoccupare. Glielo dico io” s’inginocchiò per essere alla sua altezza, così le poté poggiare le mani sulle piccole spalle.
“Grazie nonno!” le sorrise gratissima, mentre lo abbracciava di slancio.
“Però...” s’incupì di nuovo. Se non gli fosse piaciuta? Doveva cambiare stile.
“Così, non vado bene...” si toccò un suo codino, ancora più sconsolata di prima.
“No, non è vero. Sei perfetta così” anche sua nonna s’inginocchiò per essere alla sua altezza. La piccola Yagami le sorrise. Voleva bene a sua nonna e una sua opinione contava quanto quella di sua madre.
“Grazie nonna! Però lo stesso mi faccio aiutare da te e dalla mamma!” rispose.
“Va bene” la giovane Sora non obbiettò, poiché voleva aiutare la sua nipotina.




 
****



 
L’indomani pomeriggio giunse in fretta, tanto che il piccolo George era già arrivato a casa Yagami; ad aprirgli fu proprio il giovane salvatore, che lo guardò in cagnesco. Il piccolo, però, non si fece intimidire dagli sguardi minacciosi di Taichi, anzi gli sorrise calorosamente.
La piccola Haruka era seduta sul pavimento con indosso un vestitino rosso a maniche corte con un fiocco bianco e aveva lasciato i corti capelli sciolti. George si avvicinò a lei sorridendo; iniziarono, così, a giocare e ben presto a loro si aggiunse anche Toshiho.
“Dai, non fare il geloso e sii felice per tua figlia!” suo padre gli diede una bella pacca sulle spalle, sorridendogli. Taichi grugnì, quel tipo non solo non gli piaceva, ma gli era anche sembrato di averlo già visto!
Era vero quel bambino lo aveva già visto qualche anno fa e il destino aveva fatto in modo che le loro strade – ovvero quelle di Haruka e George – s'incrociassero di nuovo. Lui doveva solo accettarlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: salve! Sono riuscita a pubblicare l’ultimo capitolo di questa raccolta, che chiude la mia lunga saga! Ringrazio sora5 e wendy_88 per avere recensito la storia.
Prima di lasciarvi, però, ci tengo ad informarvi su che fine abbiano fatto gli altri personaggi: Mimi e Yamato: dopo alti e bassi – dopo che tornano a Tokyo la prima volta, Mimi lo tradisce con Koushiro – Mimi capisce che ama Yamato e gli sta accanto. Mimi è una stilista, Yamato insegna musica al conservatorio.
Koushiro: fa l’informatico. Single.
Joe: fa il medico dei Digimon. Single.
Takeru e Hikari: si sono sposati e Hikari aspetta un bambino. Immaginate la gioia di Takeru, ma soprattutto di Taichi senior che è sempre circondato da bambini! Hikari fa la maestra alle elementari, Takeru lo scrittore. Lui ha scritto il libro di Haruka.
Taichi e Sora: innamorati persi l’uno dell’altra. Felici come non mai con la loro famiglia allargata. Taichi ha anche ritrovato i suoi genitori, grazie a Hikari che – prima di lui – gli aveva incontrati.
A presto.
 
   
 
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