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Autore: Brownie Charles    26/07/2016    4 recensioni
Salve a tutti, popolo di EFP!
Non pensavo che sarei tornato un giorno, ma pare sia appena successo. perciò ho il grande piacere di introdurvi alla mia nuova long.
Metà Friends, metà Beautiful (chissà se e quando finirà), metà Il Mondo di Patty (no, questo no).
Il reality non c'è mai stato e i concorrenti sono compagni di classe, al loro ultimo anno di scuola. Tra amori iniziati, finiti e ricominicati, amicizie vecchie e nuove, notti brave e tant'altro, forse ci sarà pure il tempo di dare qualche esame e magari di diplomarsi.
Dal Capitolo 2:
"Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, credette Scott mentre tentava di spiegarsi come mai la vista di Dawn, di quella ragazzina così particolare, gli procurasse quelle sensazioni, così strane, così belle.
Ad un tratto Dawn si alzò, e porse la piccola mano candida verso il rosso: «Forza Scott, vieni con me.» gli sussurrò, e Scott, senza pensarci, obbedì, afferrando delicatamente il braccio di lei."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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CAPITOLO 2 - Incontri al chiaro di Luna

Ed eccolo lì, profondamente annoiato, come ogni venerdì sera da quattro anni a quella parte. E la cosa peggiore, pensò Noah, e che non riusciva a concepire come diamine facesse Owen a convincerlo sempre.
Quante volte si era ripromesso di rifiutare cortesemente l'invito; di rispondergli “No, grazie, ma io oggi rimango a casa.”? Probabilmente decine di volte…o forse erano centinaia? No, no, era sicuro che fossero quantomeno migliaia.
E nonostante ciò ogni venerdì sera era lì, annoiato a morte, a giocare a Dungeon & Dragons con i soliti quattro ragazzi: anche quella sera Harold era seduto sulla sua sinistra, mentre Owen, tutto eccitato mentre lanciava i dadi dimenando quelle braccia grasse ovunque, era a destra; infine, di fronte a lui, stavano Izzy e altri due ragazzini, di un paio d'anni più giovani.

Ecco…loro due erano la più tremenda delle disgrazie: erano talmente presi da quel fottuto gioco, talmente assuefatti, da viverci dentro!
Uno dei due, un ragazzo di colore, ogni giorno si presentava a scuola con indosso una tunica da stregone verde pisello con tanto di cappello del medesimo colore, portandosi appresso una lunga barba canuta, ovviamente fasulla, e un bastone rovinato di legno finto; l'altra, una sua coetanea dalla carnagione rosa tenero, grassottella e dai capelli biondi raccolti in due trecce che le cascavano sulle spalle, era vestita di una corazza da vichingo coronata con il tipico elmo di quel popolo nordico.
Facile intuire come quei due idioti venissero presi di mira dai bulli praticamente ogni giorno: ormai Duncan, Scott, Geoff e gli altri tenevano il conto di quante volte gli avessero rinchiusi dentro un armadietto; istituendo di fatto un vero e proprio ranking, con tanto di premio settimanale al primo in classifica: due bevute offerte gentilmente dagli sponsor, ovvero i soldi depredati ai due invasati.
Ma la cosa peggiore era che quei due, Leonard e Tammy, ogni tanto andavano alla ricerca di quei bulli per vendicarsi: non appena ne trovavano uno, iniziavano a recitare assurde formule magiche per evocare solo loro sanno quali spiriti, naturalmente senza alcun effetto.
E ogni bullo aveva una reazione diversa: Geoff, che in fondo era di buon cuore, se ne stava lì a ridere; Scott semplicemente ghignava, per poi prenderli di peso e catapultarli dentro il primo armadietto aperto che gli capitava a tiro; Duncan faceva come il rosso, ma prima si divertiva a menarli un po': niente di serio, giusto un paio di ceffoni in faccia, o magari afferrava gli strofinacci lezzi del bidello, ficcandoli in bocca alle sue vittime.
Erano decisamente senza speranza, ma nonostante ciò a Izzy e Owen stavano simpatici, mentre Harold li rispettava per la loro bravura nel gioco: da quando erano entrati nella comitiva avevano quasi sempre vinto loro; erano per il rosso una sfiga intrigante.
<< Ehm, Noah…è il tuo turno a lanciare… >> fu proprio Harold a riportarlo alla realtà, muovendo sotto gli occhi dell'indiano i dadi.
<< Eh, cosa? O andiamo, passameli! >> rispose quest'ultimo infastidito, strappando i dadi di mano all'altro.
<< Ehi calma, non volevo farti arrabbiare! >> provò a scusarsi il nerd.
<< Oh, non è colpa tua. >> lo difese Izzy, ridacchiando: << È che il nostro Noah si è preso una piccola cotta per qualcuno… >> spiegò, vaga.
A quella affermazione Owen saltò in piedi emettendo gridi di gioia, quindi prese l'amico e iniziò ad abbracciarlo con tutta la forza che aveva in corpo.
<< I-Izzy…v-vai a fare in…Ahia! >> si lamentò Noah, mentre vedeva la sua vita scorrergli davanti come un fiume in piena.
Durò poco, giusto qualche secondo, ma per il giovane sembrò un'eternità.
Non appena fu mollato, si accorse che tutti gli occhi erano puntati su di lui: << Una cotta? Uhm…ho giusto una formula magica che fa per te! Se non ricordo male era: “Ali di Cupido, correte dal cuore insipido, per portargli la notizia, che qualcuno vuole la sua…ehm…amicizia!” >> rifletté Leonard.
<< No, no. >> lo corresse immediatamente Tammy << Era “liquirizia”. >>
<< Forse è come dici tu… >> ammise il mago.
<< E ricorda Noah >> proseguì la vichinga << prima di dirle questa formula magica le devi far bere una speciale pozione fatta di germogli di margherita e infuso di cicoria. >>
<< Sei sicura che non sia la cicuta? >> la interruppe Leonard.
<< Oddio, forse hai ragione… >> constatò Tammy dubbiosa.
<< Ma voi siete pazzi??! >> urlò Noah: già quel venerdì sera era noioso, come lo erano stati tutti da quattro anni a quella parte; ma adesso la situazione stava diventando ridicola: tutta colpa di Izzy e di quei due idioti.
Senza aggiunge altro, ma visibilmente alterato in volto, si alzò e prese la direzione della porta d'uscita, sbatacchiandola malamente dopo averla attraversata, mentre dalla casa giungevano voci che lo pregavano di rimanere.
Una volta fuori ispirò a pieni polmoni la gelida aria della periferia di Toronto, colma delle fragranze dei pini e degli abeti canadesi, che subito lo aiutarono a sbollire la rabbia. Rimase immobile qualche altro secondo, quindi si diresse verso la sua auto, intenzionato ad andarsene da lì: se fosse rientrato dentro quella casa, sicuramente quella sensazione di pace interiore si sarebbe volatilizzata in un batter di ciglia; e poi ora nella mente aveva solo Lei: Emma. Era stupenda, la ragazza più bella, intelligente, fantastica, perfetta, che avesse mai conosciuto. Peccato solo per quel piccolo problema: lei era la sua insegnante di Lingua Cinese, quindi era off-limits, decisamente fuori dalla sua portata. Questa consapevolezza lo torturava ferocemente: perché anche lui non poteva essere felice, almeno una volta? Perché quando avvertiva anche solo una minima speranza, il Fato si divertiva a sgretolarla, sadico?
Quanti enigmi senza risposta, constatò amaro Noah, mentre accendeva il motore della vettura e partiva, ignorando le grida di Owen dietro di lui.

<< Alla fine ce l'hai fatta ad uscire dal cesso! >> esclamò spazientito Duncan mentre Alejandro, il classico latin-lover dall'abbronzatura perfetta e il fisico scultoreo, si sedeva al suo fianco, dentro la Mini Cooper rossa fiammante del punk.
<< Perdoname, Amigo. >> si difese il ragazzo di origine spagnole, ondeggiando sensualmente i capelli castani, che gli scendevano fino alle spalle: << Ma non potevo deludere le mie ammiratrici. Lo sai quanto sono pretenziose. >> spiegò accuratamente, facendo sbuffare all'unisono il guidatore e i tre seduti dietro, ovvero Geoff, Scott e Lightning, un ragazzo palestrato scuro di pelle e dai corti capelli bruni.
<< Oh, Lightning, ci sei pure tu? Ma che magnifica sorpresa… >> disse ironicamente Alejandro: quel montato proprio non lo sopportava: quanto era odioso vederlo mentre si adorava di fronte allo specchio, baciandosi i bicipiti gonfi di proteine, o ancora quando urlava come un ossesso “Shabam”, oppure quando parlava di se stesso in terza persona; proprio non capiva come si potesse essere così narcisisti…beh, in realtà lo sapeva, dato che pure lui era decisamente egocentrico; ma almeno lui lo dissimulava bene, e poi…tra lui e Lightning, in quanto a estetica, c'era la stessa distanza che tra il Sole e Plutone.
<< Eh si…tra poco ricomincia il campionato di football, e Lightining deve concentrare tutto il divertimento in pochi giorni, perché dopo ci sarà tempo solo per allenamenti, proteine, e Touchdown! Shabam! >> esclamò l'altro, mimando una saetta con le mani e finendo con le dita contro il tettuccio della macchina, urlando dal dolore come una femminuccia.
<< Ehi, idiota, attento a non rovinarmi l'auto! >> lo sgridò Duncan, neanche minimamente sfiorato dal fatto che il ragazzo, che ora si soffiava sulle dita doloranti, si fosse fatto male.
<< Avanti Duncan, parti! Io ho sete! >> brontolò Scott: non vedeva l'ora di riscuotere le sue due bevute gratuite, e credeva che tutte quelle perdite di tempo fossero solo un complotto per non fargli ottenere quel che era suo di diritto.
<< Ok, ok, partiamo. >> si limitò a rispondere Duncan, già arrabbiato per il fatto che quella sera il guidatore designato era lui e che quindi avrebbe dovuto accontentarsi di una schifosa birra analcolica da due soldi.
<< Ehi, ma le vostre ragazze? >> chiese Alejandro rivolgendosi a Duncan e Geoff.
<< A casa…per fortuna. >> liquidò la domanda il punk: già avrebbe dovuto fare da autista, non bere e vedere gli altri sbronzarsi, con conseguente elevato rischio di rigurgiti vari dentro il suo splendido bolide; ci mancava altro che ragionare della sua ragazza: era tutta la settimana che Gwen gli metteva il muso per quella storia dell'estate passata in riformatorio, ignorandolo a scuola e non concedendogli neanche il piacere di una sana e corroborante scopata. In più non era ancora riuscito a farsi sospendere, quindi era dovuto andare a scuola tutti i giorni. Insomma, una vera e propria vita da cani! L'unica consolazione era che almeno la musica a palla non gliela avrebbe negata nessuno.
<< Bridgette aveva…ehm…“le sue cose”. >> rispose sinceramente Geoff, alquanto abbattuto: senza la sua piccola non sarebbe stata la stessa cosa…e purtroppo non ci sarebbe stato neanche Brody, il suo migliore amico, a letto con un febbrone da cavallo. Insomma la serata non partiva con i presupposti migliori, ma il biondo presto ritrovò la sua proverbiale allegria: stava pur sempre andando a fare serata, diamine!
Alejandro annuì, mentre Duncan sgasava partendo.


<< Maledetto figlio di puttana! Questa me la paghi Duncan! >> urlò agitando i pugni serrati uno Scott terribilmente furioso: il suo “caro” amico poteva almeno fare la conta prima di correre via: “merito” di Lightining, capace di reggere l'alcol meno di un bambino di sei anni e che minacciava seriamente di vomitare tutto lo stomaco.
Il rosso proprio non riusciva a comprendere cosa passasse nella testa a quei tizi incapaci che puntualmente rischiavano il coma etilico: o si è capaci di reggere le bevute, o non lo si è. Punto. Perché mettere a repentaglio la propria vita in una maniera così cretina, esistevano almeno mille modi migliori per morire dignitosamente.
Ed ora lui era lì, sul ciglio di una carreggiata alla periferia di Toronto, mentre tentava di ricordare la strada per raggiungere il centro cittadino, ma era inutile: si era perso, e da lì non passava anima viva a cui chiedere un passaggio o informazioni, quindi tutto quello che poteva fare era vagare senza meta per non rischiare di morire assiderato.
Era ormai da mezz'ora abbondante che camminava, finendo per inoltrarsi in una via che passava di mezzo ad un bosco di conifere. Non aveva paura, neanche del buio più profondo, anzi gli piaceva quella sensazione di solitudine: ogni tanto gli ci voleva un attimo per stare da solo a farsi i fatti suoi, anche se doveva ammettere con se stesso che esistevano situazioni migliori per isolarsi da tutti e da tutto.
Ma non fu quella volta che Scott si ritrovò da solo in mezzo a un bosco, di notte: una strana sensazione, quasi un sesto senso rimasto fino ad allora assopito, lo avvertì come di una presenza lì vicino.
Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, ma Scott non ci badò: aveva un forte istinto, sviluppato da bambino, quando sparava ai topi che infestavano la cucina della sua fattoria, e di questo si era sempre fidato.
Scivolò tra gli arbusti, lesto e silenzioso, fino a quando non la vide: stava lì, incurante del freddo e anche del fatto che fosse notte fonde, una ragazza dai lunghi capelli biondo cenere, in meditazione.
<< C-che ci fai tu qui? >> le chiese, spaventato, Scott: sapeva che quella ragazza era strana, ma non si aspettava che arrivasse a tanto!
<< Ciao anche a te, Scott. >> si limitò a rispondere la giovane, rimanendo ferma nella sua posizione, e apparentemente non curandosi della domanda del ragazzo.
Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, ma Scott andò a coricarsi accanto a lei, rivolgendo lo sguardo verso la Via Lattea: non si era mai soffermato a guardarla, e le aveva sempre dato scarsa importanza; ma stavolta la contemplò quasi estasiato: come era bella, e luminosa, e grande.
<< È molto bella in effetti. Da qui si gode di una vista stupenda. Ecco perché ci vengo, quando posso. >> disse lei, come a leggergli i pensieri.
Scott non si meravigliò neanche, ormai conosceva Dawn e le sue stranezze, come tutti del resto: a prima vista sembrava un'invasata, come quei due ragazzini convinti di essere due maghi che quotidianamente rinchiudeva negli armadietti della scuola, ma lei era diversa: non citava assurde filastrocche o intrugli ripugnanti, si vestiva normalmente, e soprattutto quando scrutava dentro l'anima delle persone, o prediva il futuro vedendo le foglie di tè, trasmetteva all'interlocutore una strana sensazione, come di essere davvero di fronte a una maga.
<< Ti piace, Scott? >> continuò lei, sorridente.
<< Si. >> rispose il giovane.
Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, pensò Scott, perché si meravigliò di non aver ancora chiesto alla ragazza come avesse fatto ad arrivare fin lì, in quella stradina sperduta tra i boschi, senza auto o altri mezzi di trasporto, dal momento che non ne aveva visto alcuno mentre si dirigeva da lei.
<< Beh…ho i miei “piccoli segreti”. >> parlò lei, non fornendo alcuna spiegazione aggiuntiva valida.
I due rimasero lì ancora per diverso tempo, lei a meditare, lui a volgere lo sguardo al cielo stellato, come incantato da quella vista. Solo un improvviso ciondolamento del capo gli fece volgere lo sguardo in un'altra direzione; quando si riprese, si accorse di aver puntato gli occhi verso Dawn: non ci aveva mai fatto caso a lei, nonostante fossero compagni di classe da ben otto anni; non l'aveva mai trovata bella o attraente. Ma adesso, lì, sotto la Via Lattea, la bionda scintillava di una luce che le conferiva una bellezza particolare, impossibile da spiegare a parole, ma che lasciò Scott a bocca aperta.
Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, credette Scott mentre tentava di spiegarsi come mai la vista di Dawn, di quella ragazzina così particolare, gli procurasse quelle sensazioni, così strane, così belle.
Ad un tratto Dawn si alzò, e porse la piccola mano candida verso il rosso: << Forza Scott, vieni con me. >> gli sussurrò, e Scott, senza pensarci, obbedì, afferrando delicatamente il braccio di lei. Poco dopo la ragazza iniziò a camminare, guidando l'altro in quei boschi neri, sicura e senza paura.
Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, si convinse Scott quando, mentre un primo albore appariva da dietro i monti, si ritrovò di fronte a casa sua, e, soprattutto, da solo.

Angolo Autote
Ed infine eccomi di nuovo con voi, di nuovo un mese dopo.
Si lo so...non mi riesce mantenere le promesse!
Ma spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo.
Ringrazio di cuore chi continua a seguire la mia storia,
è il vostro affetto che mi manda avanti, grazie mille! :)
Spero vi possa piacere, il capitolo, attento con ansia i vostri commenti!
Prima di chiudere, una veloce avvertenza: causa vicina partenza per
le tanto agognate vacanze estive, temo che passerà del tempo prima
che aggiorni di nuovo, ma voi ormai, abituati a me, saprete pazientare qualche settimana! ;)
è tutto. Saluti,
Brownie Charles

   
 
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