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Autore: ShannaInLuv    26/07/2016    3 recensioni
Lei, Meldy, una ragazza tutto pepe.
Lui, Rogue, il fratellastro indesiderato.
La loro relazione: una cosa complicata.
I loro amici: quelli che cercheranno di farli mettere insieme.
"Okay, okay. " inspirai, cercando di non pensare di avere quasi rotto il cranio a Rogue Cheney, di fronte a me - devo dire la verità ci stavo lentamente godendo. Insomma, non ero l'unica a doversi fare male, no? Anche se la sua non era voluta, beh, neanche lamia lo era. Diciamo che avevo "accidentalmente" sbattuto la porta contro la fronte di Rogue, quando stava cercando di entrare in camera mia.
Lo osservai mentre imprecava tra i denti, tastandosi con il fazzoletto che gli avevo procurato. Ops, con quello non mi ci ero soffiata il naso? Pazienza.
Rogue mi guardò, scoccandomi un'occhiata in tralice, così sospirai e assunsi una posizione che si addiceva più a una gangster, che a me.
" Beh, cosa vuoi?" berciai, accavallando le gambe.
"Son o qui per stringere un patto. " sibilò, la mano premuta sulla fronte.
"Un patto? " ripetei.
Fu a quel punto che Rogue sorrise. " Io non voglio restare qua, quindi, facciamo separarare mamma e Gerard. "
Questa, era un'idea brillante.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard, Meredy, Rogue Cheney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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When something could be wong, it will

 
Capitolo 1 :Mio padre decide di rovinarmi oltre che la famiglia, anche la relazione.

Dopo aver fatto la mia uscita di scena davvero piena di charme, decisi che sarebbe stato più saggio chiudermi in camera mia, assicurandomi di girare la chiave e sedermi s aterra, sul pavimento, fissando la porta com'era mio solito fare quando ero arrabbiata.
Okay, forse il mio comportamento era stato un po' immaturo, lo era dannazione, ma era colpa di mio padre. Come poteva pretendere che cambiassi famiglia da un momento all'altro? Insomma, per accettare la fiducia di qualcuno bisognava che l'altra persona in questione la dimostri e in quel momento nè Erza nè l'emo avevano fatto qualcosa perchè io mi fidassi di loro.
Erano soltanto degli usurpatori in casa mia.
Misi in broncio, ancora fissando la porta come se in qualche modo fosse colpevole.
Ripensando alla mia tela, piena di colori inutili, decisamente. Lo scarlatto e il nero erano futili, non potevano che servire a farmi girare le scatole. Quindi, dovevo trovare un modo per eliminarli, non erano indelebili, no?
Sbagliato.
Bussarono alla porta e io scattai subito sul posto, ovviamente mi potevo immagginare chi fosse, potevo immaginare cosa avesse da dirmi, perciò mi limitai a grugnire come un maiale - Lyon sarebbe stato sorpreso della mia femminilità - il più forte possibile, prima di farmi sentire a quanto ero contrariata.
<< M... Meldy? >> chiamò quella odiosa, con voce zuccherosa della mia matrigna. Che cosa deplorevole.
Io la ignorai. Ma non sentivo che se ne fosse andata, infatti dopo un attimo sentì il ticchettio delle unghie sulla porta. << Se sei quell'emo arrogante di Rogue Cheney ti consiglio di affogare la testa in un secchio pieno d'acqua. Se sei quella matrigna stregaccia di Erza, prendi la macchina, salici su, parti e non tornare mai più. Se invece sei quel cafone di mio padre, prendi la macchina, saliti e gettati in un burrone in quarta. Con tutta la macchina, ovviamente. >>
Pensavo di essere stata abbastanza chiara, insomma, quella riposta sarebbe bastata perchè Erza strillasse indignata e corresse a dirlo a mio padre, a dire quanto fosse stata oscena la sua figlioletta.
Beh, quando c'era mamma non era così, quando c'era mamma era tutto diverso. Anche papà lo era.
Mi morsi il labbro inferiore.
In ogni caso, questo non bastò per fare scappare Erza, la quale rise. Incredibile! Io le avevo appena detto di sparire, che suo figlio si sarebbe dovuto affogare e mio padre morire schiantato e lei stava ridendo!
Era una risata calda,però. E cristallina, sinceramente sponanea.
<< Sei incredibile, >> soffocò tra una risata e un altra. << posso entrare, per favore? >>
E io la odiai, più di ogni altra cosa. Perchè sembrava maledettamente perfetta e gentile. La odiai perchè le aprì, alla fine, girando il chiavistello e spalancando la porta. Erza stava davanti a me, con un piccolo sorriso sulle labbra e un dito che sfregava contro l'angolo dell'occhio, intenta a togliersi le lacrime delle risa.
Io mi astenni a mantenere il volto crucciato e le labbra piegate in un broncio.
Erza fece un cenno col capo verso l'interno della stanza. << Posso? >>
Io grugnì in risposta, un grugnito basso, il che significava nel mio gergo che poteva entrare. Mi scostai lievemente per farla passare e Erza entrò, lanciando una rapida occhiata alla mia stanza, il suo sguardo si fermò più a lungo su un quadro di unicorsi.
Sul serio, non ridete.
<< Unicorni? >> mi accennò con un sorriso. Io gonfiai le guancie in risposta, ormai completamente rossa. Così cercai giustamente di sviare il discorso.
<< Cosa vuoi? >>
Erza sospirò e il suo sorriso si tramutò in labbra strette tra loro, ormai dannatamente seria. I suoi occhi erano color cioccolato e sembravano velati di tristezza.
<< Io non voglio sostituire tua madre. >> iniziò lei, ma la interruppi subito, sentendo le mie orecchie andare a fuoco.
<< Ci mancherebbe. >> bofonchiai sarcastica.
Erza mi raggelò con un occhiata e interperrita continuò. << Voglio solo avere una famiglia con tuo padre, lo amo e non metto in discussione che lui abbia amato anche tua madre. Ma ora ha me. >>
Sei solo un rimpiazzo, stronza. Dissi nella mia mente, anche se, ovviamente, per papà non era un solo rimpiazzo. Mi costava ammetterlo ma mio padre sembrava davvero innamorato di quella donna.
<< Vorrei costruire un rapporto con te, non voglio che mi chiami mamma, ma che ci accetti. >>
Ci? Era addiritttura passata al plurale? Lei e quell'emo impassibile che mi dava i nervi, anche quando lo vedevo a scuola, in compagnia della sua stupenda congrega - di cui a volte faceva parte il mio stupendo Lyon? -
Okay, forse l'ultima parentesi non era da aggiungere, insomma, praticamente tutta la scuola sapeva che ero cotta di Lyon Vastia, uno dei miei migliori amici dai tempi dell'asilo.
Forse odiavo Rogue semplicemente perchè faceva parte del suo gruppo, ma non aveva senso, perchè anche io facevo parte della sua congrega, almeno l'altra.
Che rabbia, Lyon era troppo popolare.
<< ... Meldy? >> mi richiamò allora Erza, notando che mi ero persa nei miei pensieri. Probabilmente quella gallina aveva immaginato che stavo riflettendo su quello che aveva detto. Ovviamente no.
Mi schiarii la voce. << Cosa ? >> sbottai con impeto.
Erza sorrise con dolcezza. << E' fatta allora, ti porterò nel mio negozio di dolci. Gerard mi ha detto che ne sei ghiotta, sarà l'iniziò della nostra nuova amicizia. >> e porse la mano.
Non resistetti e la strinsi. Per varie ragioni, la prima perchè Erza mi stava guardando in maniera maledettamente dolce e con occhi da cerbiatto - non sono fatta di pietra,dannazione. La seconda ragione era perchè io amavo i dolci, era assolutamente vero; inoltre tutti sapevano che la pasticceria Titania era la numero uno nella mia città, in fatto di dolci.
Dannazione, era così facile corrompermi?
Tuttavia, anche se Erza se ne stava andando soddisfatta, io non lo ero. Perchè quel patto di cui parlava lei non esisteva, l'avrei assolutamente sfrutatta unicamente per il mio bene - mangiare i dolci - e per il mio piano malvagio - quello di farla separare da papà, se eravamo amiche sarebbe stato più facile, no?
Assottigliai gli occhi, mi sentivo stramaledettamente malefica.
 

***

 
Il mio senso di cattiveria se ne andò subito dopo, quando uscii dalla mia camera intenta ad andare in cucina e origliai una conversazione privata.
Avevo appena sceso le scale e stavo per svoltare l'angolo, dove c'era una grossa libreria, quando udì Erza canticchiare. Mi allungai un poco e vidi la donna dai capelli scarlatti agitarsi in cucina, con quei pochi utensili che avevamo noi c
omuni mortali a disposizione, e preparare dei bignè alla crema. Indossava un grembiule nero e i capelli erano tirati su con una molletta.
Canticchiava ancora, mentre afferrava il latte e lo poggiava sull'isolotto della cucina.
Okay, Erza non era una cattiva persona, per niente. Però... però non la volevo lo stesso,ecco.
Mi morsi un labbro inferiore, vagamente sentivo un lieve senso di colpa nel remoto del mio cuore e diciamo che tutta quella storia era iniziata soltanto perchè mio padre non poteva parlarmi normalmente ma doveva giocare a fare Saw-l'enigmista.
<< Non userai quel latte, spero. >> sibilò una voce calma ma ostinatamente disgustata. Io sobbalzai e osservai Rogue entrare in cucina e dirigersi verso il piano cottura, poggiandovisi con braccia e caviglie incrociate. Portava i capelli legati in una specie di crocchia ridicola e mi astenni dal sbucare fuori, putargli il dito contro e fare ah-ah come quello dei Simpson.
Decisamente, era più carino con i capelli sciolti.
...
Ma che andavo a pensare?
<< Perchè? >> domandò Erza, continuando a bucare i bignè.
Rogue emise un ringhio piuttosto stizzoso. << La big-bubble ci si è attaccata. >>
Un momento. la big-buble sarei io? E' per via dei miei capelli? E' così....
Brutto... emo.
Sentì una rabbia montarmi addosso, ma evidentemente Erza non era la dolce pasticcera che tutti pensavano perchè intravidi un fuoco intorno al corpo, e i suoi occhi nocciola scintillarono pericolosamente. Sbattè la cucchiaia di legno sull'isolotto e fulminò Rogue, il quale sussultò.
<< Rogue. >> sibilò arrabbiata. << Porta rispetto alla tua nuova famiglia. >>
Quello non disse niente, mise su un broncio e, così, a braccia conserte se ne andò.
Erza mi aveva davvero stupito, che la dovessi chiamate demone-dai-capelli-scarlatti?
Beh, finquando maltrattava Rogue a me andava bene tutto. Vai così, Erza!
<< Problemi, tesoro? >> domandò la voce di mio padre. Ormai mi ero ritratta e me ne stavo per andare, quando sentii mio padre e al suo disgustoso appellativo fece una smorfia.
Tesoro.
<< Rogue si è rinchiuso in quell'ostinato silenzio tutto suo, ho paura che non riusciremo venirne a capo. >>
Me ne andai, le mie povere orecchie volevano evitare di sentire altre sdolcinati parole che mi avrebbero lasciata con i denti cariati fino al successivo Halloween.
Camminai, battendo i talloni sul parquet e facendo movimenti da macchina.
E se avessi dovuto sentire quelle frasi sdolcinate ogni giorno della mia restante vita? Mi vedevo già, andare all'ospizio per andare a trovare mio padre e avere la disgustosa immagine che una vecchia cadeverica le stava appolpata addosso.
<< Piuttosto mi cavo gli occhi. >> sibilai ad alta voce.
<< Non voglio assistere alla scena disgustosa, percui quando lo farai avvertimi. >> raggelai nel sentire quelle parole e mi voltai di scatto verso l'emo in questione, quando mi accorti che reggeva in mano qualcosa di rettangolare e grosso come un palmo. Il mio cellulare.
Me lo lanciò e io mi agitai nel prenderlo, quasi mi cadde a terra ma per fortuna riuscii a recuperarlo come una mossa da contorsionista degna dell'uomo dei fantastici quattro. Gli scoccai un'occhiataccia.
<< L'avevi lasciato in giro. >> precisò, Rogue, calmo. Era sempre calmo,lui. E questo mi diava i nervi.
Grugnì e quando accesi lo schermino, notai che un messaggio era stato aperto e quando notai che il messaggio era di Lyon divenni rossa, perdendo un battito.
<< Hai- hai letto ? >> biascicai, guardandola furente.
Rogue fece un piccolo sorriso. << Scusa, pensavo fosse il mio. E' uguale. >> detto questo, ignorò la mia faccia rosso peperone e si chiuse nella sua nuova camera.
Io tornai a guardare lo schermino.

Ciao Meldy. Stasera io e Juvia ti passiamo a prendere alle 21. Juvia dice che stasera Gray sarà suo.

Sospirai. Juvia lo dice da tre anni, che Gray sarà suo, da quando se n'e innamorato, ma que fesso non capisce proprio che le piace. Eppure, a me sembra abbastanza geloso quando qualcuno si avvicina a Juvia, specialmente se quel qualcuno è Lyon.
Risposi velocemente un okay, senza troppi preamboli e mi tuffai in camera. Avrei visto due giorno di fila Lyon Vastia! Insomma, non che a scuola non lo vedessi tutti giorni, ma era diverso!
Andiamo, ogni volta che usciamo noi tre e Juvia finisce sempre che va da Gray e noi due rimaniamo da soli, il che sarebbe fantastico se non rimango zitta come un'ebete per tutto il tempo, nonostante Lyon cerchi di parlare.
E' il mio migliore amico, sveglia! Quindi, quella sera avrei confessato i miei sentimenti a Lyon.
Assolutamente .
 
Assolutamente no.
Lasciai cadere la forchetta sul piatto e guardai mio padre con estremo disagio. << Ma perchè? >>
Perchè, perchè mi fai questo,papà?
Gerard si mosse con altrettanto disagio e mi guardò appena, per poi tornare a mangiare. Mio padre mi aveva appena comunicato che no, non sarei potuta andare al Blue Pegasus, quella sera.
<< E' per Erza? Abbiamo fatto pace! Ti chiedo scusa, Erza! >> parlai a raffica, piagnucolando come una bambina. Era importante che ci andassi , quella sera Lyon sarebbe diventato il mio ragazzo! << Non stasera,papà. Ti supplico. >>
Gerard mi guardò con visibile imbarazzo, non era mai capitato che lo pregassi così tanto. In genere mettevo il muso e me ne andavo, come un'adolescente che odia palesemente suo padre.
<< Non stasera, Meldy. >> ribattè lui.
<< Non stasera,papà! >> rincarai la dose. << Devo andare al Blue Pegasus, Lyon sar- >> mi morsi la lingua e stetti zitta, osservando mio padre incurvare un sopracciglio. Davvero stavo per rivelare a mio padre che quella sera Lyon sarebbe diventato il mio ragazzo?
<< Dai, su, Gerard. Falla andare, evidentemente è importante, no? >> provò a dire Erza.
Gerard la guardò e, anche se la scena mi diede le carie e la voglia di sbattere la testa contro il muro fino a svenire, vidi che si stava perdendo nei suoi occhi nocciola.
In quel momento, amavo Erza.
<< E d'accordo. >>  concesse papà, io scattai dal tavolo, alzandomi con le braccia in alto e squittì.
<< Grazie papà, grazie Erza. >> giusto per non sentirmi in debito. Beh, lei doveva sentirsi in debito con me per non averle tagliato i fluenti capelli rossi mentre era distratta, anche se avrei comunque potuto farlo durante la notte.
<< Ma- >> intervenne papà, e fu quello che mi diede il colpo di grazia. << dovrai portare Rogue con te. >>
EH?
Mi bloccai sul posto. No. Rogue no. Non quella sera, non proprio quando dovevo dichiararmi al mio grande amore Lyon, non quando io e Lyon dovevamo passare la serata a pomiciare.
Il respiro mi si mozzò in gola e feci per protestare ma mio padre mi precedette, alzando la forchettae guardandomi storto.
<< O Rogue o non ci vai. >>
Lanciai un'occhiata a Rogue, il quale sembrava abbastanza seccato con mio padre. Non poteva farci questo!
Farci? Ho appena usato il plurale? Ma chi se ne frega di Rogue! E' del mio fidanzamento che stiamo parlando!
<< Va bene. >> grugnii comunque, andandomi a cambiare.
Avrei rinchiuso Rogue nel confano della macchina di Lyon, se sarebbe stato necessario. Ma niente e nessuno poteva impedirmi di mettermi con Lyon, quella sera.
Nessuno.
Peccato che non avevo fatto bene i calcoli.

AngolinoAutrice(?)
Bene, ecco il secondo capitolo!
Giusto una piccola delucidazione: ho resto Meldy un po' OOC, è vero, ma solo all'inizio, presto tornera la tutto sale e pepe, senza essere troppo bisbetica, inoltre forse anche Rogue un po' lo è.
Passando alla storia, cosa sarà che impedirà il grande amore di Meldy?
Comunque ho fatto il trailer ----> cliccate qua 
Spero che la storia vi piaccia, recensite <3
Shanna.

 
   
 
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