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Autore: ValexLP    26/07/2016    2 recensioni
Robin è morto. Regina è nella più totale disperazione. La sua famiglia e i suoi amici cercano di starle vicino il più possibile ma la situazione è davvero complicata. Qualcosa di sorprendente sconvolgerà ancor di più la sua vita. Ciò che pensava non sarebbe mai potuto accadere ora si sta per realizzare. Senza Robin. O forse... chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo un pò di attesa,
eccovi il 2 capitolo. 
Se questa storia procederà più lentamente delle altre, 
mi scuso in anticipo,
ma ho bisogno di pensarci per bene. 
In ogni caso, spero vi piaccia sempre di più. 
Detto questo, buona lettura! :D
..e come sempre fatemi sapere i vostri pareri!  







Regina era uscita di casa da sola.
Camminava a passo svelto per evitare che qualcuno la fermasse. L’unico suo pensiero era il posto in cui sarebbe dovuta andare. Un lato di lei non avrebbe mai voluto farlo, eppure aveva qualcosa dentro di lei che le stava dando la forza per affrontare tutto. Doveva farlo.
Dopo qualche minuto di cammino ecco che arrivò dove la portò il cuore. Quel cuore che ora batteva sempre più accelerato perché sapeva che davanti aveva qualcosa, o meglio, qualcuno di tanto importante.
Era davanti la tomba della persona, dell’uomo che le aveva salvato la vita, a costo della sua.
Era davanti al suo vero amore.

Robin.

Regina arrivò lì davanti e si immobilizzò. I suoi occhi, coperti da occhiali da sole molto scuri, fissavano quella tomba. E in un attimo tutte le immagini di quel maledetto giorno tornarono in mente.

‘..e questo non ti ucciderà, ti distruggerà, ti annienterà. Niente oltretomba, non si passa oltre, un minuto prima esisti e quello dopo non più..’
‘..è stata una mia idea venire qui. Usala contro di me. Lasciala andare..’
E poi quel fascio di luce pronta a colpirla. E Robin. Robin che mettendosi davanti a lei le salvò la vita. I loro ultimi sguardi. L’anima di Robin che in un attimo svanì. E il vuoto di Regina davanti e dentro di lei.


‘te l’avevo detto..’, pronunciò dopo qualche secondo Regina, nascondendosi ancora dietro quegli occhiali scuri, davanti la tomba.
‘te l’ho sempre detto, perché non mi hai dato ascolto? Perché?’, le scese una prima lacrima.
‘Non dovevi starmi tra i piedi Robin di Locksley!’, alzò leggermente la voce Regina. Ma quella voce ora era mista alle lacrime che non riuscivano più a fermarsi.

Si tolse gli occhiali.
‘Dovevo immaginarlo. Sapevo che avresti fatto di tutto in quel momento. E guarda ora come stiamo. Io qui. E tu… e tu chissà dove!’.
Piano piano si abbassò sulle sue ginocchia verso la tomba.
‘Non avrei mai immaginato che qualcuno potesse fare una cosa così grande per me. Per.. la Regina Cattiva. Sì, lo so. Non ti piace sentire ‘cattiva’ accanto al mio nome. Ma per molto tempo lo sono stata. Solo tu sei andato oltre. Solo tu hai visto una persona diversa dentro di me. Ti sei fidato come nessun’altro aveva fatto prima. E mi hai dato una ‘seconda occasione’. La nostra ‘seconda occasione’…’

Continuava a parlare Regina, lentamente ma con molta commozione dentro di lei.
‘..sono giorni che ormai non sei più qui. Ed è tutto un incubo. Tutti si aspettano che reagisca, che riprenda in mano la mia vita. Ma come faccio se mi hanno tolto il futuro?’, accennò un sorriso misto alle lacrime.
‘..il futuro ti ricordi? Come mi dissi tu. Non ci sarà più un futuro per me. Perché anche tu lo eri per me amore mio.. e mi manca tutto. Tutto di noi. Da quando la mattina ci svegliavamo con un bacio, i tuoi occhi che mi guardavano come fossi l’unica, le tue mani che mi accarezzavano e le braccia che mi proteggevano sul tuo petto..’ si dovette un attimo fermare e riprendere.
‘..era così tutto perfetto quando ero con te.. e poi, la piccola Robin. Zelena ha voluto metterle il tuo stesso nome. Dice che non sarebbe potuto esserci nessun’altro nome migliore di questo. È così dolce tua figlia. Ora vivono con me. E ti prometto che la proteggerò da qualsiasi cosa. La crescerò come avresti voluto tu. Come avresti fatto tu. Come…’, fece una piccola pausa e abbassò lo sguardo.

Poi riprese guardando fissa la tomba.

‘..come quel figlio che non avremmo mai potuto avere..’.
Regina scoppiò in lacrime e si sentì come mancare l’aria. All’improvviso si alzò anche il vento attorno a lei.

‘Lo so scusami. Non vuoi che stia male ancora per questa cosa, che mi incolpi ancora per quello che ho fatto, ma ..avrei tanto voluto che le cose andassero diversamente..’
‘Amore mio.. stammi vicino. Sempre. Non abbandonarmi mai. Mi sento così fragile ora che certe volte penso anche di farla finita, così potremmo di nuovo stare insieme. Poi però penso a te. A quello che hai fatto per me. In qualche modo è l’unica cosa che in questo momento mi da la forza di andare avanti. Perché il tuo gesto non merita di essere stato vano…’,

All’improvviso le squillò il telefono.

‘Pronto? Henry..’, rispose.
‘Mamma, dove sei? Mi ha detto Zelena che sei uscita.. ti raggiungo se vuoi..’, dall’altra parte Henry.
‘No tesoro non preoccuparti.. davvero! Sto bene. E fra un po’ torno a casa…’,
‘Mi ha detto Zelena che hai accettato di essere alla cena, sono contento mamma! Vedrai che andrà tutto bene..’, ancora Henry.
‘Si.. andrà tutto bene..’, disse Regina mentre tornava a fissare la tomba di Robin e sorridendoli.
‘Allora che ne dici di stasera? A casa nostra!’, propose Henry.
‘D’accordo.. vada per stasera!’, accettò Regina.
‘Perfetto.. allora chiamo la mamma, Killian e i nonni... a dopo mamma! Un bacio..’, salutò dall’altra parte.
‘A dopo tesoro..’, chiuse anche Regina.
‘Bè come vedi, fanno di tutto per farmi distrarre.. spero solo di non rovinare tutto. È che mi sembra così difficile affrontare tutti che ho paura di non avere il controllo della situazione… ecco perché sono qui ora. Avevo bisogno di parlare. Di parlare con te Robin. Mi manchi. Mi manchi da morire amore mio.’, e altre lacrime rigarono il viso di Regina.

Alcune lacrime caddero sulla tomba di Robin e nel momento stesso in cui si posarono a terra, si illuminarono. Un piccolo dettaglio che però Regina non si accorse.

Tirava ancora molto vento e a Regina girò leggermente ancora la testa.
‘Forse .. forse è meglio che vada..’, si rimise gli occhiali.
‘A presto amore mio..’ e dopo aver accarezzato la tomba, girò le spalle e prese la strada del ritorno, circondata ancora dal vento. Un vento che forse aveva qualcosa di diverso dal solito.
 
 

Si era fatta sera.

Regina si stava preparando. Stava scegliendo l’abito da indossare. Era indecisa.
Rosso o nero. Fissava i due vestiti nell’armadio e non riusciva a scegliere.
‘Mamma sei pronta?’ aprì all’improvviso la porta Henry
‘Ehm si .. quasi.. dieci minuti e scendo!’, rispose girandosi verso la porta.
‘Ok.. sono tutti di sotto. Ti volevo solo avvisare..’,
‘Arrivo allora..’
‘Ok..’ ed uscì chiudendo la porta alle spalle.
 
Ecco. Sono tutti sotto. Tutti che aspettano me. Non voglio vedere le loro facce. La loro compassione. Voglio scappare. Non ce la faccio. Dovevo dire di no e basta.
Mentre Regina pensava e fissava la finestra, il vestito rosso cadde dall’armadio.
‘Ma che cosa…?!’, esclamò Regina voltandosi e non capendo come quel abito fosse caduto a terra.
Si avvicinò per raccoglierlo e si guardò attorno. Non c’era nulla che avrebbe potuto far cadere quel vestito. Perché allora era a terra?
Non si soffermò però più di tanto tempo. Decise quindi di indossare proprio quello. Era rosso. Quel colore a che a Robin faceva impazzire. Lo indossò e dopo essersi sistemata i capelli scese al piano di sotto.
 
La serata era ormai a buon punto e tutti erano presenti.

Emma, Killian, Mary Margareth, David, Zelena, Henry e Regina.

Sapevano che Regina non avrebbe voluto vedere un loro atteggiamento di compassione verso di lei, per cui, cercavano di essere il più normale possibile. Regina aveva capito. E se da una parte apprezzava, dall’altra c’era qualcosa che la rendeva nervosa, e cercava di non far prevalere questo lato. Non voleva rovinare la serata, nonostante tutto.

‘Allora Regina quando tornerai nel tuo ufficio?’, chiese MM.
‘Eh già.. manca la presenza del sindaco in città!’, continuò David.
‘Ah sì e da quando in qua Storybrooke sente la mia mancanza?’, alzò il sopracciglio Regina.
‘Andiamo Regina, ogni città ha bisogno del suo sindaco.. e vuoi o non vuoi tu qui sei il cuore di Storybrooke..’, ancora MM guardando Regina.
‘..bè c’è pur sempre la salvatrice qui in città..tutti possono rivolgersi a lei, non è vero Emma?’, la guardò Regina.
‘Ehm.. si .. certo, ma credo che in questo momento, la città abbia più bisogno del suo sindaco. E che torni più forte che mai..’, cercò di incoraggiare Emma.
‘Allora vorrà dire che Storybrooke avrà bisogno di un altro sindaco, perché quello attuale non è in grado per il momento di garantire il bene per la città…’, ancora Regina alzando il tono della voce.
‘Mamma..’, cercò di riprendere Henry.
‘Regina..’, si fece sentire anche Zelena.

Regina in un attimo sentì di aver esagerato. In fondo non era successo nulla di grave.

‘Scusate.. forse è meglio che vada un secondo in cucina.. mi è venuta anche un po’ nausea ora..’, disse alzandosi.
‘Vengo con te..’, disse MM.

Regina fece cenno di lasciarla sola.

‘Amore no.. non è il caso.. è meglio lasciarla sola in questo momento…’ disse David fermando la moglie.
‘Ma perché ora si è innervosita? Stava andando tutto così bene…’, si chiese Henry.
‘Se ha reagito così, evidentemente non era così serena quanto voleva sembrare..’, intervenne Emma.
‘Ma non abbiamo detto nulla di male.. mi pare!’, disse Killian affianco ad Emma.
‘Si ma Regina sta come sta. E non credo riuscirà a reagire così velocemente. Ho visto come ha vissuto il dolore per Daniel, anzi, l’ho provato sulla mia stessa pelle quasi. Ora credo che sarà ancora più dura per lei..’, precisò MM.
‘Forse abbiamo sbagliato a sforzarla con questa cena..’, disse Zelena.
‘No! Non abbiamo sbagliato nulla.. alla mamma farà solo bene sapere che siamo qui tutti per lei, perché le vogliamo bene. Adesso forse può reagire così, ma poi lo apprezzerà.. ne sono sicuro..’, disse Henry credendo nella madre.
‘Lo spero ragazzino..’ continuò Emma.
 

Intanto Regina era in cucina. Era intenta nel bere un bicchiere d’acqua per cercare di calmarsi un po’.

Ci provo. Ma non ci riesco. Sono nervosa. Non ho voglia di stare a sentire tutti loro che fingono di non avere compassione per me. Glie lo leggo negli occhi. È così evidente. ‘Povera Regina’. Ma poi che si sono azzardati a dire? Tornare nel mio ufficio e rimettermi al lavoro? In quell’ufficio poi? Dove tutto mi soffocherebbe di nuovo. Dove avrò l’immagine di Robin a terra per sempre. Non hanno capito nulla.

Bevve ancora un po’. E fece lunghi respiri.

Regina ma che stai dicendo? Lo fanno solo per il tuo bene. In qualche modo vogliono esserti vicini. Non sanno quale sia il modo più giusto, ma non vorrebbero mai mancarti di rispetto. Ti sei solo fatta prendere dal tuo istinto e nervosismo. Non farebbero mai qualcosa che..

I pensieri contrastanti di Regina furono interrotti da alcune risate. Si avvicinò alla porta per vedere cosa stava succedendo e senza farsi accorgere spiò tutto.
Henry aveva appena preso in braccio al piccola Robin. Giocava con la piccola che si divertiva ridendo e facendo dei piccoli versi. Tutti la guardavano e la chiamavano per nome.

‘Però ci sai fare con i bambini eh ragazzino!’, scherzò Emma guardando il figlio.
‘Con lei mi viene facile. È così buffa e simpatica…' disse Henry, ‘.. e poi amo i bambini.. da grande ne vorrò parecchi..’
‘Eiii ragazzino vacci piano..che sono questi discorsi alla tua età! Non vorrai bruciare le tappe!’, ancora Emma scherzando con il figlio.
‘Stai tranquilla mamma.. ho detto da grande! ma nel frattempo qualcuno potrebbe aiutarmi a fare delle prove.. vero Killian?’, fece l’occhiolino.
‘Ragazzo, non è solo me che devi guardare per queste cose..’, rispose Killian.
‘Killian! Che vorresti dire?’, disse Emma sorpresa.
‘Bè.. quello che ho detto.. prima o poi mi piacerebbe vedere un piccolo Jones correre per casa..’, disse guardando con occhi emozionati Emma.
‘Killian..’, emozionata anche lei, abbracciò il suo pirata.
‘In pratica ci state dicendo che dovremo convivere con l’idea che presto potremo diventare ancora nonni…’ commentò MM.
‘In un certo senso..’, disse Killian sorridendo.
‘Si se magari abbassasse la voce… la piccola Robin ora ha bisogno di riposare.. e non dimenticatevi che Regina è a pochi passi, e non è il caso che senta tutto questo..’, intervenne Zelena.

‘Credo che sia troppo tardi.. ormai..’.

La voce di Regina tuonò in quella stanza e tutti si girarono all’improvviso.

‘Regina.. non pensavamo stessi lì a sentire..’, subito Emma.
‘Certo, voi e la delicatezza andate sempre molto d’accordo. Vero?’, continuò Regina.
‘Regina dai.. calmati.. non è successo nulla..’, ancora Mary Margareth.
‘Sentite io non ce la faccio ok? Ho accettato questa cena. E va bene. Ho accettato di vedervi tutti e va bene. Ho accettato anche il fatto che stiate fingendo di non provare compassione per me, quanto è evidente che cosa pensiate di me ora. E va bene ancora. Ma ora sentire voi che fantasticate sulla vostra felicità, in questa casa, in questa situazione, no! E’ davvero troppo per me.’, sbottò Regina con gli occhi pieni di lacrime che stentava nel trattenere.
‘Ti prego Regina… calmati. Non penserai mica che è stato fatto apposta vero?’, continuò Emma.
‘Fatto apposta o no, ho sentito tutto. Ed io non ce la faccio a vedervi qui tutti felici a pensare al vostro futuro quando il mio è stato distrutto per sempre.’, urlò ancora Regina.
‘Non ti sembra di ragionare un tantino egoisticamente Regina?’, intervenne Killian, che ricevette subito uno sguardo da Emma, facendoli capire che poteva risparmiarsi la battuta.
‘Senti capitan mascara, qui tu sei l’unica persona che può parlare. Fino a poco fa eri ancora nell’oltretomba e hai avuto un’ennesima possibilità. Ciò che Robin non ha avuto. Quindi faresti meglio a tacere, se non vuoi ritrovarti un altro uncino!’, si avvicinò Regina verso di lui con aria di sfida.
‘Regina! Adesso calmati.’, riprese Zelena alzando la voce.
‘Che c’è ora? Anche tu ti ci metti? Da quando sei qui non fai altro che starmi così vicino. Forse troppo. Che pensi che non mi sia accorta di tutti questi riguardi?’, andando contro la sorella.
‘Bè scusami tanto se volevo starti vicina Regina.. scusa tanto se sei mia sorella..’, continuò Zelena.

‘Sentite io non ne posso più di tutti questi atteggiamenti.. non ne posso più di tutto. Sarà sbagliata io allora.. ma ecco a cosa è servita questa ‘maledetta cena..’…’.

Regina, in preda ad uno sfogo che non pensava di fare, non riuscì a finire la frase che ebbe un forte giramento di testa e non riuscì a tener sotto controllo la situazione.

‘Mamma! Mamma che hai!?’, gridò Henry.
‘Regina!!’, gridarono Zelena e Mary Margareth.

E in pochi secondi Regina svenne tra le braccia di Zelena ed Henry che l’aiutarono a non cadere a terra.
 
   
 
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