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Autore: garakame    23/04/2009    4 recensioni
L'ambientazione della storia è dopo il ritorno di Fersen e subito dopo il Cavaliere nero. Oscar è convinta di quello che fa per un motivo ben preciso, leggete e lo scoprirete. Come sempre voglio ricordarvi che i pomodori o le uova marce me le tirerete solo quando avrete letto tutto quanto.. recensite grazie
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Anteprima: Non riusciva ad essere arrabbiato, non pensava nemmeno che si fosse messa un abito da donna per trovare marito, sapeva che la sua ossessione da un po' di tempo a quella parte era catturare il Cavaliere Nero.

Grazie per chi mi ha messo nei Preferiti e sono 6, 8 recensioni, 178 contatti per l’ultimo capitolo.. evviva. Sono proprio contenta e stupita.

Continuate a leggere vi prego.




Rose bianche 7




“NOOOO, sta scappando.”
L’urlo di rabbia di Oscar non fece mollare la presa ad André.
Più la donna tentava di liberarsi, più le sue braccia la stringevano per non farla scappare.
Oscar si rese conto che non poteva far nulla contro di lui, le braccia di Andrè erano troppo forti.
"No, non ti lascio. È troppo pericoloso."
La voce di Andrè era dura, decisa.
Lei ansimava nello sforzo di liberarsi, non voleva lasciare scappare quel ladro e Andrè avrebbe avuto una bella lezione quando sarebbe riuscita a liberarsi dalla sua stretta.
"Che cavolo ci fai qui, Andrè"
Provò una grande gioia, perchè si rendeva perfettamente conto che lui non era il ladro, i suoi sospetti erano stati vani.
Ma anche rabbia perché lui l’aveva fermata nel momento meno opportuno.
Andrè aveva smesso di stringerla, se l'era portata contro il corpo, abbracciandola, aveva respirato il profumo dei suoi capelli scarmigliati.
Quella sera era andato anche lui a Versailles perché non doveva andare a un ritrovo, non aveva voglia di aspettare tutta la notte alzato che Oscar tornasse a casa, non voleva andarsi ad ubriacare da solo in una bettola di infima categoria.
Era incuriosito dall'identità della dama misteriosa che era sulla bocca di tutti.
Voleva vederla, e poi gli erano sempre piaciuti i balli,
gli piaceva vedere le dame, nei vestiti scollati e variopinti, molte erano giovani e carine, guardare ma non toccare era il suo motto,
gli piaceva la musica e poteva rimediare dell'ottimo champagne senza pagare nulla.
Era al ballo da più di due ore, nascosto dietro a una colonna di marmo, beveva un flut di Champagne di ottima annata, fresco e frizzante.
Si accorse subito dai commenti dei nobili che era arrivata la dama che cercava.
La osservò da dietro la colonna, aveva imparato con Oscar ad essere una presenza discreta, se non voleva farsi vedere riusciva a scomparire ma a rimanere in circolazione per qualsiasi evenienza.
La dama era davvero molto bella, ma guardando meglio il viso ben truccato e quegli occhi azzurri così noti, un sorriso gli affiorò sulle labbra.
Oscar era stata davvero brava a tenerlo lontano, con la complicità di sua nonna ne era sicuro.
Non riusciva ad essere arrabbiato, non pensava nemmeno che si fosse messa un abito da donna per trovare marito, sapeva che la sua ossessione da un po' di tempo a quella parte era catturare il Cavaliere Nero.
Così ti sei trasformata in un splendida dama per partecipare indisturbata alle feste per catturarlo.
Ma perchè non mi hai detto nulla? Capiva che se si fosse fatta vedere con lui a un ballo tutti avrebbero saputo che l'attendente di Madamigella Oscar non poteva non presentarsi che con Madamigella Oscar, ma avrebbero potuto trovare un pretesto qualsiasi, dire che accompagnava una sua lontana parente.
L'aveva vista muoversi tra i nobili, era rimasto rapito dalla sua bellezza, dai suoi movimenti aggraziati.
La realtà superava la sua immaginazione, era ancora più bella e attraente dell’altra volta.
Quello che gli si presentava davanti era uno spettacolo.
Poteva ingannare il resto del mondo ma non lui, anche con i capelli neri stava benissimo, anzi i suoi occhi azzurri risaltavano ancora di più e anche la pelle di porcellana creava un notevole contrasto, i lineamenti erano meno dolci, quasi induriti dal nuovo colore di capelli.
Una persona diversa, ma sempre Oscar.
Lei che gli era entrata nell’anima poteva travestirsi in altri cento modi diversi, lui l’avrebbe riconosciuta lo stesso.
Ora riusciva a capire come mai quella sera il suo seno si vedeva prorompente nonostante la camicia larga.
Il bustino metteva in risalto la vita sottile e il bel seno, il vestito a ogni movimento le accarezzava i fianchi resi più tondi dalla forma dell'abito.
Era una donna in tutti i sensi.
Fremette quando gli si avvicinò il nobile alto ed elegante, così simile al conte di Fersen e dire che lui aveva avuto la fortuna di tenerla tra le braccia, per poche ore soltanto.
Si tranquillizzò quando vide che Oscar sembrava nervosa e per niente interessata al giovane.
Era irrequieta e ne capì il motivo quando sentì l'urlo di una dama.
Si era accorto anche lui della presenza del cavaliere nero e aveva deciso di controllare le mosse di Oscar e di seguirla se fosse stato necessario.
Ora si trovava nel parco con lei.
Voleva fermarla perché non sopportava che corresse dei pericoli inutili; perché teneva alla vita di lei più che alla sua.
Proteggerla era l'unica forma d'amore che poteva manifestarle.
Oscar sentì il respiro caldo di Andrè vicino all'orecchio destro, un brivido le percorse il corpo.
Aveva allentato la presa ora non la stringeva più così tanto da soffocarla, l'abbracciava e non faceva niente ma sembrava non volerla lasciare; l'abbracciava proprio come nel sogno.
Gli occhi di Oscar erano spalancati le guance arrossate per la corsa ma ancora di più dalle strane sensazione che il corpo di Andrè le dava.
”Lasciami André, lo devo prendere.”
Disse Oscar decisa.
“No, è troppo pericoloso.”
Lui continuava ad abbracciarla, la teneva stretta ma senza farle male, se lei avesse voluto avrebbe potuto andarsene via e lasciarlo lì, ma rimase immobile.
Sentì il suo calore avvolgerla, rimase sconvolta dal suo tocco perché come nel sogno sapeva  bene che l’amicizia che provava Andrè per lei si era trasformata in amore da tanto tempo; riuscì a capirlo da come la teneva tra le braccia.
Come una cosa preziosa, delicata da proteggere.
“Io non posso vivere sapendoti in pericolo, ti sono stato messo vicino per proteggerti e lo farò finché avrò un alito di vita in corpo.”
Le parole di Andrè erano state un sussurro, ma lei le aveva comprese fin troppo bene.
“Non ti voglio perdere, Oscar sei troppo importante per me.”
Lei chinò la testa sconfitta, si appoggiò al corpo di André e a voce bassa disse:
“Torniamo a casa, non ho più niente da fare qui, così potrò togliermi questo abito che non mi appartiene e queste scarpe così scomode.
Andrè si arrese, la lasciò libera dalla sua stretta.
Lei si voltò verso di lui che la guardò estasiato per pochi minuti e si spostò per farla passare.
Oscar faceva fatica a camminare.
Le scarpe le avevano ferito i piedi fino a farli sanguinare, ma finché doveva correre dietro a quel ladro non se ne era accorta perché era troppa la voglia di prenderlo, ora zoppicava vistosamente.
Andrè le si avvicinò, le toccò la spalla sinistra nuda, le sue mani fredde la fecero trasalire.
“Ti porto io, almeno finché non arriveremo alla carrozza, poi camminerai tu.”
Lei non riuscì a protestare, si ritrovò tra le sue braccia, il viso era così vicino a quello di André, arrossì imbarazzata; lui si accorse che il suo corpo era teso, cercò di sdrammatizzare con un:
“Sei ingrassata Oscar, così non va bene.
Devo dire alla nonna di non farti più le sue cioccolate calde.”
Oscar si mise a ridere:
“È il vestito, ti giuro che tra bustino e metri di stoffa peso 20 Kg in più.”
Lui continuando a camminare scuoteva la testa.
“Non me la racconti giusta, dovrò fare la prova anche con i calzoni per vedere se mi dici la verità.”
Oscar si mise a ridere, non si sentiva più a disagio, ora era ritornato ad essere l’amico di sempre.
Si avviarono verso le scuderie, lì li aspettava paziente il vecchio giardiniere di famiglia, lo videro seduto su un gradino accanto alla carrozza, fumava una pipa, il fumo bianco usciva dalla sua bocca, poi il vecchio riprendeva una boccata per ricominciare tutto da capo.
Alzò lo sguardo e si vide stupito i due giovani:
“Avete fatto presto questa sera.”
Andrè mise giù Oscar che salì sulla vettura, tirò le tendine e lasciò i due uomini fuori ad aspettare.
Rimase fuori dalla carrozza paziente, il vecchio Armand era già seduto in cassetta, raccontava ad Andrè tutte le volte che le sue vecchie ossa avevano dovuto prendere il freddo della notte per accompagnare Madamigella Oscar a casa.
Oscar aprì lo sportello e ne uscì con gli stivali i suoi amati pantaloni e una camicia bianca:
“Possiamo andare, Armand. Questa sera ti faccio tornare a casa prima.”
Andrè salì con lei in carrozza mentre la guardava seduta davanti a se, una domanda lo perseguitava nella mente.
Si decise a porgliela:
“Perché non hai portato anche me? Non volevi che ti vedessi vestita da donna o pensavi che gli altri ti avrebbero riconosciuta se fossi venuto anche io alle feste?"
Silenzio, guardò fuori dal finestrino, non riusciva a trovare le parole. Lui continuò voleva capire il perché del suo strano comportamento, pretendeva delle spiegazioni:
“E perché non mi hai detto che volevi catturare quel ladro?”
Lei lo guardò, non rispose subito perché la verità gli avrebbe fatto male, ma non aveva più voglia di prendere in giro se stessa ne tanto meno lui.
Abbassò lo sguardo, ma con voce chiara gli disse:
“Sospettavo di te. Pensavo che tu fossi il Cavaliere Nero. Per questo non potevo chiederti di venire con me. Se tu fossi stato il ladro mi avresti evitato di proposito.”
Andrè sorrise mesto, la carrozza era arrivata davanti a Palazzo.
Scesero ed entrarono in casa senza dirsi una parola.



Che cosa succederà ora, Andrè come reagirà dopo la confessione di Oscar? La sua reazione nell’ottava parte de Le rose bianche… abbiate pazienza e pietà la fine nel prossimo capitolo.
   
 
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